Compendio

Sommario

Il Canto delle Terre Spezzate
I Sette Principati
Le Terre d'Oltremare
Razze delle Terre Spezzate
Religione
Il Culto della Tetrade
Nobiltà
Corti dei Principi
Titoli e appellativi
Giustizia e legge
La Magia
Storia delle Terre Spezzate
Riassunto di quanto accadde nell'anno 1263
Ultime novità
Benvenuto nel Compendio delle Terre Spezzate!
Questa pagina è un tour guidato attraverso gli argomenti principali dell'ambientazione. Se è la tua prima visita, ti consigliamo di leggerla tutta, ti farai un'idea generale di come funzionano le cose nelle Terre Spezzate!

Vedi anche: la home page della wiki che contiene l'Indice Generale dell'ambientazione



Le Terre Spezzate sono un Regno medioevale, in cui sono le spade a plasmare il destino degli uomini e in cui la magia e la fede sono forze reali e tangibili.

Il Regno è diviso in Sette Principati spesso in lotta tra loro per la supremazia e per il Trono. Il Re in teoria domina su tutte le terre, ma in realtà la sua autorità non è l'unica ad essere riconosciuta: spesso chi siede sul Trono del Sole si limita ad essere un primus inter pares tra i sette ambiziosi Principi, che discendono da antiche e potenti casate e che godono di grande autonomia all'interno dei loro territori.

La maggior parte degli abitanti delle Terre Spezzate appartiene a una delle due stirpi di umani, gli Uomini del Mare e gli Uomini della Sabbia, ma tra i sudditi del Regno si annoverano anche altre razze: i saggi e fieri Eredi, i valorosi e rudi Bruti, i misteriosi Niviani e i ferali Pitti. Inoltre sono molte le creature mostruose che infestano le selvagge foreste del regno. Recentemente sono state scoperte anche le Terre d'Oltremare, che i sette principati si accingono ad esplorare e conquistare.




Il Canto delle Terre Spezzate



Sommario

Il Canto delle Terre Spezzate
Autore
Illustrazioni e disegni delle Terre Spezzate
external image eruditi.pngVedi anche tutte le Cronache: 1256 - 1257 - 1258 - 1259 - 1260 - 1261 - 1262 - 1263 - 1263
Ultime novità - Bandi - Eventi - Racconti e Canzoni - Personaggi famosi - Storia antica - Compendio



Il Canto delle Terre Spezzate

Ascoltate, figli miei… ascoltate il mio canto, il canto delle Terre Spezzate. Molti pericoli si annidano nelle sue terre, e oscuri e ingannatori possono essere i suoi abitanti; ma altrettante sono le voci amiche che potrete udire lungo le sue dolci coste o i suoi immensi boschi. Ma ora, gioite col cuore in pace delle carezze dei venti di Neenuvar… qui, nel reame degli Antichi, tra bianche guglie e gentili fronde, vivrete in eterno in armonia con gli umani e i Pitti, loro cugini dei boschi. Questi potranno talvolta sembrarvi poco inclini al canto e agli antichi usi, ma scoprirete presto in loro dei puri e leali servi della Madre che tutto ha generato. Quanto a voi, non dimenticate mai che il sangue degli Eldar vi scorre nelle vene, assieme a quello giovane e vigoroso dei Nuovi, e sappiate sempre dimostrarvi degni del vostro ruolo di Eredi.

Alcuni di voi potranno avere lontani parenti tra gli esuli di Valleterna… qui, tra giostre, castelli e dame ingioiellate, regnano i signori della cavalleria; puri di cuore e abili nella spada, ma troppo spesso abbagliati dalla loro stessa luce.
E non dimenticate mai che la luce genera sempre ombre, quando vedrete le sabbie di Meridia: qui, tra deserti roventi e città assolate, troverete sempre individui cordiali pronti ad offrirvi gli squisiti frutti delle palme o i deliziosi vini profumati del Sud. Ma fate attenzione: una volta che le ombre avranno avvolto Piazza del Sole non dovrete mai volgere le spalle ai Meridi, specie ai Niviani che nella notte trovano conforto.
A Venalia, ancor più che a Meridia, sono i candidi Niviani a regolare le vite degli uomini: pallide creature del colore dell’avorio che nulla la cui pelle non abbia il loro candore giudicheranno degno della propria attenzione; lo inganneranno facendo abbondante uso della magia di cui i loro bianchi capelli paiono brillare. Le maschere delle ricche corti Venali riflettono meravigliosamente il contegno dei Niviani: incantevoli opere d’arte che nascondono misteri.

Difficile mi è poi parlare della corte del Re e del suo giovane Principe; questi è di buone intenzioni, ma troppi sacerdoti della nuova fede assetati del suo plauso lo circondano. Certamente, però, i suoi antenati sono riusciti a mantenere la pace in queste terre tormentate, e questo è un bene. E siate certi che i famosi guerrieri della sua Guardia sono saldi nei propri princìpi come nelle armi.
E… sì, presto o tardi potreste avere a che fare con gli uomini o i Bruti dalle nebbie di Castelbruma; costoro sono potentissimi guerrieri, feroci in battaglia come nel governo. Ho forse bisogno di parlarvi dei Bruti? No, non tremate figli miei: costoro sono sì forti nel fisico e temibili nella pugna, e incarnano forse più di qualunque altro popolo ciò che ci disturba, ma finché la fede nel Tutto e i doni che la Madre può concedervi non vacilleranno, costoro non possono nuocervi in alcun modo. E io so che questo non potrà mai accadere.

Infine, nelle gelide distese del Nord, vivono i barbari di Altabrina. No, non siate disgustati al loro pensiero: sono più simili a voi di quanto pensiate. Essi sopra ogni altra stirpe hanno mantenuto intatte le vere credenze, essi soli sanno come chiedere ai venti di agire in loro vece, proprio come voi potete fare. Non disprezzate i loro modi sbrigativi e le loro membra possenti: essi sono forgiati dalle loro terre inospitali, e nelle loro vene non scorre il sangue degli Antichi.

Ma in ogni avversità che potreste incontrare nelle Terre Spezzate, ricordate sempre: noi, il popolo che per primo ammirò il sole sorgere sulle acque ad oriente, veglieremo sempre su di voi, e non permetteremo che nulla di male vi accada. Andate, ora; e plasmate il vostro fato in queste terre tormentate, poiché ciò vi è concesso…

Autore
Calemor Elentauron, ex Principe di Neenuvar

Illustrazioni e disegni delle Terre Spezzate





I Sette Principati



Sommario

Altabrina
Castelbruma
Valleterna
Corona del Re
Neenuvar
Venalia
Meridia
Mappe delle Terre Spezzate
Paesaggi e città delle Terre Spezzate
external image araldo3.pngVedi anche Nobiltà (re, principi, baroni, cavalieri) - Famiglie (stemmi, motti) - Galateo (tradizioni, titoli, saluti) - Giustizia (privilegi, giustizia del re) - le Sette Corti


Le Terre Spezzate sono divise in sette Principati: sette regni governati da ambiziose dinastie e riuniti sotto una fragile pace. Vedi anche il Canto delle Terre Spezzate

I Sette Principati che compongono le Terre sono, da nord a sud: Altabrina, Castelbruma, Valleterna, Corona del Re, Neenuvar, Venalia e Meridia.
Vedi anche le Famiglie Nobili e le Carriere delle Terre Spezzate.

Altabrina
È una regione fiera e barbarica popolata da Umani, Bruti e Pitti, si trova nell'estremo nord ed i suoi abitanti sono abituati a convivere con un territorio esteso, verde e rigoglioso in estate quanto rigido ed innevato in inverno. I Brinnici, nonostante la religione imposta dalla pace del Re sia il culto della Tetrade, seguono apertamente l'antico culto fatto di spiriti delle foreste, animali leggendari ed essenze della natura. Tendenzialmente guerrieri barbari, sciamani o bardi, i Brinnici vivono in clan, vengono considerati piuttosto selvaggi, e dominano su lande vaste di altipiani, foreste, montagne e coste, ricche di legname, selvaggina e fiumi pescosi.


Castelbruma
Tra inospitali montagne e fitte foreste vivono i migliori guerrieri del regno, pesantemente corazzati, severi ed implacabili. Le terre di Castelbruma sono costantemente avvolte dalla nebbia, inesorabile e minacciosa, che da nome alla regione e che nel corso dei secoli ha generato miti e leggende d'ogni sorta. I Brumiani sono Umani e Bruti, tradizionalmente guerrieri, fabbri o cacciatori. La religione nuova e quella antica coesistono in una non sempre facile convivenza; sebbene l'aderenza alla Tetrade garantisca templi in ogni castello e cittadella fortificata, nei villaggi sono gli spiriti del vecchio culto a guidare la saggezza popolare e le consuetudini più spicciole. Montagne ricche di vene metallifere e di pietre preziose, il cui commercio è la più prospera attività Brumiana, compensano le difficoltà di un Principato impervio e pericoloso.


Valleterna
I Valniani sono un popolo devoto e cavalleresco, di grande orgoglio e coesione, che talvolta sfociano nell'intolleranza. Culla del culto della Tetrade, a Valleterna più che in ogni altro Principato sacerdoti e Cavalieri difendono i valori della giustizia, della virtù e della pace del Re. Gli Uomini del Mare e gli Eredi che abitano queste terre sono onorevoli e raffinati, tanto che si dice che la lealtà di un Valniano sia superata solo dalla sua vanità. A Valleterna hanno luogo i tornei e le giostre più prestigiose del Regno, e sono maestri dell'etichetta e dell'araldica. Pur non essendo abili né numerosi come i leggendari fabbri Brumiani, alcuni Eredi di Valleterna si tramandano gli antichi segreti elfici della forgia.


Corona del Re
Il più potente e meglio organizzato dei Principati, occupa una posizione centrale ed è la sede del Trono del Sole. Dimora, la capitale, è la città di gran lunga più vasta e cosmopolita delle Terre Spezzate. Ai suoi abitanti, Uomini del Mare, Uomini della Sabbia (questi ultimi presenti solo a Dimora), Pitti e Niviani va l'arduo compito di mantenere la pace e la giustizia del Re. La Guardia Reale difende il monarca, i Sacerdoti della Tetrade amministrano la religione di stato e lo consigliano, i Guardiacaccia sorveglia-no i confini del Principato. A Corona del Re si trovano inoltre anche i migliori alchimisti del regno, se, ovviamente, si escludono i Meridi.


Neenuvar
Fertili terre, ricchi corsi d'acqua e fitte foreste formano il Principato elfico di Neenuvar, popolato in maggioranza da Eredi, ma anche da Pitti e Uomini della Sabbia. Pacifici e giusti nell'amministrare i propri territori in armonia con la natura, gli Eredi hanno appreso dagli Elfi l'arte di unire la spada e la magia, disciplina in cui sono imbattuti. Ma in questo Principato dalle vaste foreste si trovano anche abili Erboristi ed eccezionali arcieri e cacciatori. Gli Eredi conservano l'antica religione degli Elfi, o culto della Madre, per alcuni versi simile a quella delle popolazioni barbariche del nord.


Venalia
Principato ricco e raffinato, abitato da Uomini della Sabbia e Niviani, Venalia basa la propria opulenza su imponenti traffici commerciali e una potente flotta navale.
I Venali sono sovente mercanti, ma anche maghi, e presso i loro ricchi Signori trovano impiego diversi mercenari. Le corti di Venalia sono sfarzose e spesso teatro di fitte trame di intrighi in cui l'arte dell'eloquenza e del sotterfugio sono parimenti utilizzate.
I Venali amano ogni genere di sollazzo e forma artistica, in particolare quelle figurative e teatrali, senza mai mancare nell'ostentazione delle proprie ricchezze, raffinatezza e cultura personali.


Meridia
Prospere città che traboccano di bazar, mercati, sete, vini e dolci deliziosi, frutta esotica, danzatrici e suonatori, Meridia è un Principato ricco ed elegante, culla dell'alchimia e patria della più antica scuola di magia delle Terre Spezzate. I Meridi sono noti per essere maestri nell'arte dei Veleni e dell'alchimia in genere, ma anche abili maghi, spesso Niviani, ed agili guerrieri leggeri. Nelle zone più impervie di Meridia abitano inoltre i feroci e nomadi Bruti, eccezionali combattenti un tempo schiavisti e razziatori, ormai più o meno integrati nella caotica e ricca società merida. Nonostante le antiche civiltà nate dal fuoco e della sabbia abbiano prodotto grandi pensatori e forti correnti religiose, Meridia ormai da molto tempo ha adottato come proprio il culto della Tetrade, seppur abbracciato in via più filosofica che a Valleterna.

Mappe delle Terre Spezzate



Paesaggi e città delle Terre Spezzate





Le Terre d'Oltremare


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Razze delle Terre Spezzate



Sommario

Razze principali
Altre razze civilizzate
Mostri
Razze del Nuovo Mondo
Mostri del Nuovo Mondo
Commenti e Dicerie
Vedi anche Razze civilizzate: Uomini del Mare, Uomini della Sabbia, Eredi, Bruti, Pitti, Niviani - Elfi, Ashai, Nivicara, Orchi d'Oltremare - Bestiario dei mostri


Razze principali

Le razze principali delle Terre Spezzate sono sei: Uomini del Mare, Uomini della Sabbia, Eredi, Bruti, Pitti e Niviani. Gli Uomini del Mare e della Sabbia sono in realtà due diverse stirpi di umani, che, nonostante secoli di vita nei vasti territori delle Terre Spezzate, hanno mantenuto differenze culturali (ma non fisiche) tali considerarsi a tutti gli effetti due popoli distinti.







Umani del Mare e della Sabbia
Eredi
Bruti
Pitti
Niviani







Tutte le razze sono interfertili tra loro, e poiché in ogni Principato convivono razze diverse, spesso i matrimoni della gente comune, così come quelli delle nobili ed antiche casate, sono misti. Non esistono tuttavia i mezzosangue, e le razze si mantengono pure ed indipendenti poiché un nascituro eredita sempre i tratti razziali di sua madre.

Non bisogna inoltre dimenticare che ogni razza è presente solo in alcuni dei Principati:
Principato
Razza dominante
Altre razze
Altabrina
Uomini del Mare
Pitti, Bruti
Castelbruma
Uomini del Mare
Bruti
Valleterna
Uomini del Mare
Eredi
Corona del Re
Uomini del Mare
Uomini della Sabbia, Niviani, Pitti
Neenuvar
Eredi
Pitti, Uomini della Sabbia
Venalia
Uomini della Sabbia
Niviani
Meridia
Uomini della Sabbia
Niviani, Bruti

Altre razze civilizzate

Nelle Terre Spezzate vivono altre razze civilizzate, ma la loro popolazione è talmente esigua che di rado vengono considerati nell'elenco delle razze principali.
I potenti Elfi, ormai quasi scomparsi, primevi abitanti delle Terre e progenitori degli Eredi.
I famigerati Ashai, temibili uomini-lucertola che invasero il continente nel 1260; l'invasione fu respinta ma alcuni Ashai isolati ancora sopravvivono.

Mostri

Molti mostri vivono in branchi o famiglie, alcuni sono anche dotati di parola, tuttavia non hanno una vera e propria civiltà, non sono quindi considerati "razze civilizzate" dai sapienti delle Terre Spezzate.

Razze del Nuovo Mondo

La Terra d'Oltremare esplorata dai popoli delle Terre Spezzate nel 1263 ospita analoghi di alcune razze presenti nelle Terre, oltre a creature prima completamente sconosciute.

Fra le razze civilizzate si possono annoverare i Nivicara, misteriosi progenitori della razza niviana e gli Orchi del Nuovo Mondo, che seppur simili nell'aspetto agli orchi vagabondi delle Terre, sono invece dotati di una società organizzata non dissimile da quelle degli uomini.

Mostri del Nuovo Mondo

Anche nel nuovo mondo si possono trovare dei Goblin e dei Gibboni, oltre a pericolose creature prima ignote come i Mirmidoni, i Monocoli e i Troll.


Commenti e Dicerie

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Religione



Sommario

Gli spiriti e l'Oltretomba
La Nuova Religione
L'antica Religione
vedi anche: l'oltretomba e le religioni nelle Terre Spezzate. L'Antica Religione: Druidi della Madre Terra - Sciamani degli Spiriti - il culto a Castelbruma
il culto della Tetrade: Cerimonie della Tetrade - Quattro Dèi - Quattro Corpi - Empi e Devoti. Il Profeta Castamante: Quattro Rivelazioni Divine
l'Ecclesia: il Tetrarca, i Vescovi e i Sacerdoti (Custodi della Fede, Paladini, Sacerdoti della Tetrade). Devota Inquisizione. Storia del Dominio di Vesta e di Valleterna



Gli spiriti e l'Oltretomba

Fin dai tempi più antichi in cui si perde la memoria degli uomini, gli Elfi narrano di come tutte le creature posseggano uno spirito, una parte di esse che sopravvive alla morte corporale. Al sopraggiungere del trapasso di ogni creatura la sua componente materiale deperisce fino a scomparire, ma la sua parte spirituale permane e può manifestarsi in forma intangibile ma reale, o addirittura interagire con i viventi.
La presenza degli spiriti generati dai morti è conoscenza antichissima e radicata in tutte le culture, che infatti hanno nelle cerimonie di sepoltura il loro primo elemento di civiltà. Si dice che i ferali Bruti, flagello degli Elfi nei tempi remoti in cui nessun uomo aveva ancora calcato il suolo delle Terre Spezzate, comunicassero in modo bestiale come fanno i lupi o gli uccelli, ma compissero già dei primitivi riti di tumulazione per esorcizzare gli spiriti dei propri morti.
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Uno spirito inquieto spesso torna a tormentare chi lo ha privato della vita.

Benché l’idea dell’aldilà, o il luogo in cui gli spiriti dimorano, si sia sviluppata in modo molto diverso da popolo a popolo, da cultura a cultura, un aspetto ricorrente è la credenza che esista un qualche tipo di esistenza dopo la morte.
Diffusa è inoltre la convinzione che tale esistenza non sia propria alla Natura, al Creato o al Mondo dei Viventi, e che quando gli spiriti dei morti si trovano presso i vivi siano innaturali, sofferenti, aggressivi, pericolosi. Non è infatti infrequente che lo spirito di un defunto torni a funestare, molesto ed incorporeo, il villaggio da cui proviene, il luogo in cui è morto o addirittura i suoi assassini. Ogni culto religioso ha quindi sempre avuto i propri riti di scongiurazione degli spiriti da compiersi durante la sepoltura.

Il regno dei morti assume quindi diversa caratterizzazione nelle religioni più diffuse delle Terre Spezzate.

La Nuova Religione

Il culto della Tetrade

L'antica Religione

Il culto degli Antichi Spiriti
Il culto della Madre Terra
Il culto del Fuoco
Antica Religione a Castelbruma



Il Culto della Tetrade



Sommario

Tetrade e Via Virtuosa
Dottrina della Tetrade
Il Peccato
Il ricordo dei defunti
Empi e Devoti
Cerimonie della Tetrade
Ecclesia della Tetrade
Lo Ieratico
Episodi della Vita del Castamante
vedi anche: l'oltretomba e le religioni nelle Terre Spezzate. L'Antica Religione: Druidi della Madre Terra - Sciamani degli Spiriti - il culto a Castelbruma
il culto della Tetrade: Cerimonie della Tetrade - Quattro Dèi - Quattro Corpi - Empi e Devoti. Il Profeta Castamante: Quattro Rivelazioni Divine
l'Ecclesia: il Tetrarca, i Vescovi e i Sacerdoti (Custodi della Fede, Paladini, Sacerdoti della Tetrade). Devota Inquisizione. Storia del Dominio di Vesta e di Valleterna



La religione più diffusa nelle Terre Spezzate nonché quella adottata ufficialmente dal Re e da tutti i Principi è il Culto della Tetrade. Nato presso Valleterna dalla predicazione del Devoto Castamante, il culto tetradico venera quattro Divinità creatrici e custodi del Creato, distinte ma complementari tra loro, che regolano ogni cosa e che, tramite i Devoti (corrispettivo dei santi) indicano ai fedeli il cammino sia spirituale che materiale da perseguire per giungere all’immortalità dell’anima. Tale percorso, secondo i precetti della Tetrade, viene detto la Via Virtuosa.

Il culto della Tetrade nasce durante i Secoli Bui, e si diffonde di pari passo agli ideali di nobiltà e cavalleria, che sono la massima espressione dell’uomo nel cercare di percorrere la Via Virtuosa. Nonostante esprima concetti teologici profondi e si sviluppi in una dottrina elaborata, specialmente rispetto alla semplicità degli antichi culti sciamanici, la Tetrade porta un messaggio di speranza che viene immediatamente colto dai popoli delle Terre Spezzate, che scorgono nella nuova religione la via per raggiungere la pace, l’armonia e la giustizia.

I quattro dèi infatti non solo regolano le leggi del mondo e degli uomini, ma offrono ai fedeli, tramite gli insegnamenti del Profeta e dei Devoti e le predicazioni dei sacerdoti, una vita equa e giusta che conduca all’eterna beatitudine e alla gloria imperitura.

Tetrade e Via Virtuosa

Il simbolo della Tetrade è un rombo allungato verso l’alto, in cui i quattro dei sono disposti in corrispondenza dei quattro angoli. Canuto e Sidereo sono dei della ragione, che sempre deve guidare le vite degli uomini, Laetitia ed Aeterna sono le dee delle emozioni, che sempre devono influenzare le vite degli uomini. Mentre la ragione “come la Luce del Sole che nutre ed illumina il Creato” indica ai fedeli il giusto cammino, le emozioni “come la Notte fonda con le sue delizie ed i suoi orrori” distolgono dalla virtù e dalla rettitudine (termine proprio della cultura della Tetrade, un uomo “retto”, “diritto”, è infatti un uomo avviato verso l’ascensione a Sidereo, un uomo che segue la Via Virtuosa).

Laetitia ed Aeterna rappresentano, nel cammino dell’uomo verso la propria anima e la grazia di Sidereo, due forze contrapposte che devono essere moderate. L’eccesso nell’una o nell’altra, o ancor peggio in entrambe, è deleterio e nocivo per l’uomo, che condanna se stesso al peccato in vita e all’eterna sofferenza in morte.

Seguire la Via Virtuosa significa vivere secondo i precetti della dottrina della Tetrade, ovvero lavorando secondo le proprie capacità ed inclinazioni, onorando Canuto, agendo in perfetto equilibrio ed armonia tra le pulsioni di Laetitia ed Aeterna, e tendendo naturalmente alla ragione somma, che è Sidèreo.

I Sacerdoti fungono quindi come da schermi, conoscono e venerano indistintamente la Tetrade, in alcuni casi ispirandosi (tramite ad esempio la fondazione di ordini monastici) alla filosofia di una particolare divinità o alla predicazione di un Devoto. Predicano la morigeratezza e la repulsione degli eccessi per facilitare il cammino dell’anima verso Sidereo.

Dottrina della Tetrade

La base della Dottrina tetradica è che il cosmo nasca e si evolva secondo un ordine immutabile, razionale, perfetto e necessario, che governa e sorregge infallibilmente tutte le cose e le fa essere e conservarsi quelle che sono. Tale ordine è identificato con la Tetrade, unione indivisibile e complementare delle quattro divinità, da cui ogni parte del creato proviene e ritorna, e che regola secondo divina ragione (di cui Sidèreo è prima rappresentazione) ogni cosa.

Il fato stesso si identifica con l’ordine necessario del mondo. E poiché tale ordine proviene dalla Tetrade e, anzi, coincide con essa, il destino non è un’entità malefica, cieca e negativa, bensì una struttura benefica e razionale che agisce sempre per ricondurre singoli uomini o popoli verso la virtù, a volte secondo vie difficilmente comprensibili all’intelletto umano.

Tutto avviene secondo necessità ed in conformità con la Tetrade, una necessità che fa accadere esattamente ciò che è bene che accada. Tutto ciò che esiste è stato dunque creato per l’uomo, compreso ciò che a prima vista potrebbe sembrare negativo: “.. le bestie feroci esistono affinché l’uomo possa esercitare la sua forza e comprenda il valore della serenità e della pace, i denti velenosi delle serpi affinché l’uomo sviluppi l’ingegno di guarigione e medicamento, le cimici affinché non dorma troppo, le carestie affinché non si abbandoni alla mollezza e conosca il valore del benessere, e non dell’abbondanza, e così via...”.

L’uomo è quindi parte del disegno della Tetrade, e possiede sopra ad ogni altra creatura i doni divini (vedi: Quattro Corpi, o i Doni degli Dei) che lo rendono partecipe e consapevole dell’ordine tetradico che, inevitabilmente, conduce al bene. Il bene degli uomini, la loro felicità, risiede nella compiuta realizzazione di se stessi e della propria natura, e poiché per disposizione divina l’uomo tende alla Tetrade e alla somma ragione, gli uomini saranno compiuti solo se vivranno secondo ragione, ovvero secondo Virtù, realizzando in modo armonico le proprie facoltà. La Virtù assume nomi diversi a seconda degli ambiti in cui viene esercitata, la saggezza verte sui compiti dell’uomo, la temperanza sugli impulsi, la fortezza sugli ostacoli, la giustizia sui rapporti tra gli uomini.

La Via Virtuosa è dunque questo: un cammino che inizia con la fede, ovvero l’accettazione e la comprensione della Tetrade, e che impone quale dovere di ogni uomo la comprensione e la realizzazione del proprio compito all’interno dell’ordine tetradico (ogni uomo ed il suo lavoro sono necessari e nobili), la negazione degli eccessi provocati in lui da Laetitia ed Aeterna e la tensione costante verso Sidèreo, il cui raggiungimento significa l’immortalità spirituale e la gloria del ricordo presso i posteri.
La Virtù è dunque l’unico bene, il suo rifiuto l’unico male. La Virtù è il solo bene in senso assoluto perché costituisce, nell’uomo, la realizzazione dell’ordine razionale del mondo che proviene dalla Tetrade, e porta dunque l’uomo a tendere sempre di più verso il divino. Tale è la Via Virtuosa.

L’ordine tetradico, così come dirige la vita di ogni singolo uomo indicando la Via Virtuosa, dirige anche quella della comunità umana. Ciò che si chiama giustizia è dunque l’azione, presso tutti gli uomini, della stessa ragione divina. La legge che si ispira alla ragione divina è una legge superiore e giusta, che sovrasta quelle riconosciute dai diversi popoli, limitate ed inique. Essa è perfetta, quindi non suscettibile a correzione o miglioramenti.
Castamante così parlò di tale legge:

“Vi è certo una vera legge, la retta ragione che proviene dalla Tetrade. Diffusa tra tutti, costante, eterna, che con il suo comando invita alla virtù e con il suo divieto distoglie dal commettere atti empi. Tale legge non sarà diversa a Meridia o a Castelbruma o dall’oggi al domani, ma come unica, eterna, immutabile giustizia governerà tutti i popoli ed in ogni tempo.”

Il Peccato

Non esiste un’entità esterna che spinge al male gli esseri viventi, la Tetrade comprende ed accorpa ciò che spinge al male in sé stessa, poiché niente è male per genesi, tutto lo è per rifiuto del bene. Laetitia ed Aeterna non sono il male, o meglio, possono esserlo se questo è giusto per gli uomini (pestilenze e catastrofi che correggono gli umani errori, ma anche eccesso di abbondanza che conducendo alla mollezza e alla decadenza tentano gli uomini all’errore), e possono diventarlo se gli uomini si lasciano tentare da esse. Gli uomini possono dunque peccare, perdendo la rettitudine (ovvero la dirittura della propria Via Virtuosa), ma possono (e ovviamente devono) anche redimersi per tornare alla virtù.

Ad ogni passo nel peccato deve giungere la consapevolezza di esso (ragione per cui i sacerdoti, giustamente, predicano ed inducono gli uomini alla riflessione e al pentimento), e deve rispondere un passo della stessa entità verso la virtù. Se si è peccato di avarizia si compierà una rinuncia, se si è peccato di lussuria di compierà un’astinenza, se si è peccato di viltà si farà un atto coraggioso e così via. Quando il peccato coinvolge altri uomini oltre a se stesso questo è detto Empietà, e all’empietà spesso non v’è via facile per la redenzione, quasi sempre non ve n’è. Se la cupidigia spinge un uomo a rubare egli dovrà restituire in egual misura, e se non possiede abbastanza ripagherà con il proprio lavoro il torto, rendendosi schiavo. Se l’ambizione o la paura spingono un uomo ad uccidere, solo la morte potrà redimerlo. La Tetrade considera dovere di ogni uomo virtuoso correggere l’empietà, per proteggere la virtù altrui e per redimere la virtù dell’empio. Solo la redenzione del peccato o dell’empietà può portare l’uomo a sviluppare l’anima, e dovere di ogni virtuoso è aiutare il prossimo a percorrere la propria via virtuosa. Per questo perseguire l’empietà e correggere i torti, financo con la morte quando necessario, è sempre un atto virtuoso.

Secondo la dottrina della Tetrade il suicidio è accettabile nel caso esso venga compiuto per espiazione, per onore, per compiere un doveroso atto di virtù. Il Devoto Vinfredo, ad esempio, si consegnò alle fiamme sotto gli occhi del Profeta Castamante per ammettere e correggere i propri errori.

Peccato che si ascrive alla via dell’empietà è anche l’avere a che fare con l’Oltretomba e gli spiriti, che sono per natura maligni e distruttivi, e che non sono fatti per stare nel mondo dei viventi se non per necessità (come le carestie o la peste). Coloro che con arti immonde si adoprano per aiutare gli spiriti a funestare i viventi condannano se stessi all’empietà, e pertanto vanno redenti.

Il ricordo dei defunti

Così come l’uomo che ascende a Sidèreo si conquista la gloria e il ricordo degli uomini, ergendosi ad esempio dopo la morte e nel tempo a venire, allo stesso modo chi si macchia di peccati ed empietà non viene ricordato, se non al fine di distogliere gli uomini dal suo medesimo triste destino. Ecco allora che, secondo i precetti della Tetrade, quando si nomina un morto bisogna sempre ricordarlo nel giusto modo e secondo virtù, benedicendone la memoria se egli era retto, maledicendolo se egli era un peccatore.

Empi e Devoti

Coloro che più di ogni altro si adoperano per condurre sul sentiero della virtù gli altri uomini sono ricordati in eterno, essi più di ogni altro hanno conquistato la gloria di Sidereo e ad esso sono vicini. Per questo tali uomini sono riconosciuti dalla Tetrade come Devoti, e ricordati con tanta veemenza la sfiorare la venerazione che si riserva agli Dei, poiché tanto vicino a Sidereo i Devoti sono giunti.
Coloro che invece si sono macchiati del peggiore dei peccati, ovvero aver allontanato dalla virtù tanti uomini, ed aver cercato di raggiungere il ricordo eterno degli uomini non per aver compiuto il loro bene, ma per aver compiuto il male, sono riconosciuti dalla Tetrade come Empi (il corrispettivo dei demoni). La loro essenza spirituale è più nera e malvagia delle altre, ed avendola alimentata in vita, essa nell’Oltretomba è più forte e più terribile.

Cerimonie della Tetrade

La vita di un tetradico è scandita da alcuni grandi avvenimenti, ovvero il Rito del Nome, il Matrimonio, il Rito dell'Addio ed il Rito della Memoria; i nobili delle Terre Spezzate ricevono anche l'Investitura Cavalleresca.

Ecclesia della Tetrade

A capo dell'Ecclesia vi è il Tetrarca, che nomina i Vescovi, a capo del'Ecclesia nelle loro città. I Vescovi a loro volta sono assistiti da Abati, Vicari e Sacerdoti.

Lo Ieratico

Lo ieratico è una lingua eletta, ricevuta da Castamante per illuminazione divina e simile, seppur più nobile e musicale, alla lingua vernacolare delle Terre Spezzate . Molte delle cerimonie e delle preghiere hanno parti in ieratico, e non è inconsueto che gli stessi religiosi cambino il proprio nome traducendolo in ieratico. La precedente Tetrarca, ad esempio, era chiamata dagli ecclesiastici e dai fedeli Beatrix, al posto del suo vero nome Beatrice.

Episodi della Vita del Castamante

La storia di Castamante racconta che il Profeta abbia conquistato le Terre Spezzate al culto della Tetrade ed al suo dominio, spirituale e temporale. Ma la storia racchiusa nel Libro dell’Illuminazione racconta invece delle Quattro Rivelazioni della Tetrade che il Profeta affrontò, e di come esse avvennero. Il Libro dell’Illuminazione e il Libro delle Predicazioni sono stati scritti quando il Profeta era Tetrarca delle Terre Spezzate, per mano dei Devoti Gaero e Blianna, e della moglie Clarina.



Nobiltà



Sommario

Re
Principi
Baroni
Cavalieri
external image araldo3.pngVedi anche Nobiltà (re, principi, baroni, cavalieri) - Famiglie (stemmi, motti) - Galateo (tradizioni, titoli, saluti) - Giustizia (privilegi, giustizia del re) - le Sette Corti


Re

Chi siede sul Trono del Sole in teoria domina su tutte le Terre Spezzate; in realtà la sua autorità non è l'unica ad essere riconosciuta ed egli si limita ad essere un primus inter pares tra gli altri Principi, che nei loro territori godono di autonomia quasi totale. Anzi, durante alcuni periodi storici diversi principi si sono auto-nominati Re, sottraendosi all'autorità del Trono.
Oggi, dopo che una guerra di successione ha posto fine a ottant'anni di dominio dei Signori di Corona del Re, il titolo di "Re delle Terre Spezzate" risiede presso i Castamanti di Valleterna e il Signore di Neenuvar si è conquistato lo status riconosciuto di "Re in casa propria", con in più il principato di Meridia come suo vassallo.

Principi

Allegoria delle inimicizie fra i principi delle Terre Spezzate
Secondo le usanze instaurate durante i tre secoli di dominio di Valleterna, il Re assegna a nobiluomini di sua fiducia l'incarico di amministrare in suo nome le varie regioni delle Terre Spezzate; i feudatari così nominati gli giurano fedeltà e omaggio, e si occupano di addestrare e mantenere le armate e raccogliere i tributi per il Re. Alla morte del vassallo, il feudo e gli obblighi ad esso correlati passano al suo erede primogenito.
In caso di tradimento, incapacità o fellonia, il Re ha il diritto di revocare i privilegi feudali ed assegnarli a un altro nobile. Nella realtà dei fatti, tuttavia, quasi mai un sovrano ha avuto abbastanza forza per fare una cosa del genere da che i Gastaldi sono al potere. I sei Principi non governano sui loro feudi in quanto funzionari reali, ma grazie al potere della propria famiglia, al numero di vassalli e Cavalieri fedeli, e al loro carisma personale.
Le famiglie a cui appartengono sono perlopiù di antica data, e detengono il potere in quelle terre da ben prima che fossero unite sotto un'unica Corona. D'altra parte il ricordo dei Secoli Bui e delle violente guerre religiose e di riunificazione è ancora vivo, ed è nota la durezza dei Gastaldi nel reprimere i moti di ribellione. Inoltre alleanze e interessi commerciali legano tra loro i Principati; forse a causa di questo, forse grazie all'abilità politica di dei Gastaldi, forse solo per buona sorte, i Principati sono in pace e almeno formalmente uniti.

Dama Miriel Earendur di Neenuvar

Baroni

Così come il Re ha bisogno di vassalli per governare il suo vasto regno, così i Principi non possono essere dappertutto nelle loro terre, e si servono dell'appoggio di fedeli Baroni per controllare città e campagne.
Alcuni Baroni sono ricchi e potenti, ma perlopiù si tratta di piccoli nobili, che non hanno né l'aspirazione né i mezzi per ingrandire i propri possedimenti o rivendicare maggiore potere. Inoltre Cavalieri e messi alle dirette dipendenze del Principe vigilano in quasi ogni angolo del Principato; per questi motivi ogni Principato è molto più saldo e unito di quanto non lo sia il Regno nel suo insieme.
In molti Principati i Baroni hanno un titolo caratteristico: Capiclan ad Altabrina, Duchi a Castelbruma, Vescovi a Valleterna, Lassilàntar a Neenuvar, Arconti a Meridia.


Cavalieri

Guerrieri, comandanti, diplomatici, “agenti sul campo” della nobiltà e al contempo il suo gradino più basso: tutto questo sono i Cavalieri, al servizio di un Barone, di un Principe, o dell'Ecclesia.
Ogni Barone tranne il più povero e disgraziato può disporre di fedeli Cavalieri per comandare la sua guardia, difendere la sua famiglia o amministrare villaggi e campagne. In quest'ultimo caso, il Cavaliere con terre è a tutti gli effetti un proprietario terriero, signore della sua terra come un piccolo nobile.
L'equivalente femminile del Cavaliere è la Dama. Nelle terre di Altabrina i Cavalieri sono chiamati Alfieri.






Corti dei Principi



external image uvqv.pngVedi anche: le corti di Altabrina - di Castelbruma - di Valleterna - di Corona del Re - di Neenuvar - di Venalia - di Meridia. Le compagnie degli Scudi, dei Draghi e degli eruditi. Le Sette Corti e la Corte Ristretta del Re. Vedi Compendio

external image araldo3.pngVedi anche Nobiltà (re, principi, baroni, cavalieri) - Famiglie (stemmi, motti) - Galateo (tradizioni, titoli, saluti) - Giustizia (privilegi, giustizia del re) - le Sette Corti


Le Sette Corti

Ogni governatore, dal signorotto locale al Re stesso, ha bisogno di alleati, consiglieri e guardie del corpo che lo aiutino nel suo compito, sicché le dimore dei nobili sono solite accogliere, insieme ai loro familiari, dame e gentiluomini del seguito, armigeri, ministri e sapienti. Quando si parla di "Corte del Principe" però, ci si riferisce di norma a un gruppo ristretto, una dozzina di persone fidate, scelte tra i migliori veterani e i cadetti più promettenti, che per tradizione accompagna i Principi nei loro spostamenti e ne fa, in toto o in parte, le veci.


Corte del Principe Falcobrando di Altabrina


Corte del Principe Alarico di Castelbruma

Corte del Principe Edoardo di Valleterna

Corte del Reggente Tancredi di Corona del Re

Corte del Nentar Galdor di Neenuvar

Corte della Basilissa Desdemona di Venalia

Corte del Principe Temistocle di Meridia

Inoltre, la Corte Ristretta del Re serve l'intero regno.

Per contro, i Mercenari e gli Eruditi non sono permanentemente legati a nessuna Corte.

Vedi anche le Carriere delle Terre Spezzate, l'elenco dei personaggi famosi, i Principi.


Titoli e appellativi

external image araldo3.pngVedi anche Nobiltà (re, principi, baroni, cavalieri) - Famiglie (stemmi, motti) - Galateo (tradizioni, titoli, saluti) - Giustizia (privilegi, giustizia del re) - le Sette Corti


Nelle Terre Spezzate, ogni uomo è definito innanzitutto dalla classe sociale cui appartiene, che probabilmente sarà la stessa per tutta la vita. Le storie abbondano di schiavi liberati, grandi guerrieri investiti Cavalieri o addirittura giunti a fondare la propria casata nobiliare; in realtà si tratta di eventi rari, legati a circostanze particolari.

Sua Altezza Temistocle degli Alessandridi si appresta a porgere omaggio a Sua Maestà Aureliano dei Gastaldi
La legge e la tradizione garantiscono numerosi privilegi ai nobili: le loro testimonianze hanno maggior peso, le pene sono meno severe e mai umilianti, possono chiedere ospitalità e aiuto presso altri nobili, per non parlare del fatto che sono generalmente avvantaggiati a ottenere ricchezza e potere. Anche l'etichetta riflette queste disparità; per ogni carica nella società è previsto un appellativo specifico. Gli uomini delle Terre Spezzate stanno ben attenti a non essere irrispettosi, dato che infrangere il galateo potrebbe essere un grave insulto o addirittura un crimine di lesa maestà.

Gli appellativi che seguono vengono utilizzati dagli inferiori e talvolta dai pari. Un superiore o un pari della persona in questione, vi si rivolge solitamente per nome e/o per carica (es. “Barone” o “Principe Edoardo”). Per superiore si intende chiunque venga prima nella gerarchia nobiliare. Fa eccezione “Messere”, che può utilizzato indifferentemente da chiunque si rivolga a un Cavaliere. È inoltre abbastanza usato per tastare il terreno, quando non si è sicuri della classe sociale dell'interlocutore; solo il Barone più permaloso o malvagio avrà da ridire se un uomo incontrato lungo il cammino lo chiama 'Messere'.

I seguenti sono appellativi dell'Ecclesia Tetradica, usati da chiunque non sia in confidenza con il sacerdote.

I liberi si chiamano l'un l'altro per nome, o anche “Messere” quando non si conoscono; un libero rispettato e autorevole, che sia un mercante o uno studioso, verrà solitamente chiamato “Mastro”. Quando un nobile si rivolge a un popolano, lo chiamerà per nome oppure “buon uomo” o “brav'uomo”.


Titoli nei diversi Principati
In molti Principati i Baroni hanno un titolo caratteristico: Capiclan ad Altabrina, Duchi a Castelbruma, Vescovi a Valleterna, Lassilàntar a Neenuvar, Arconti a Meridia.
Nelle terre di Altabrina i Cavalieri sono chiamati Alfieri.





Giustizia e legge



Vedi anche Giustizia e Legge (differenze tra principati, matrimonio e successione) - Nobiltà e Giustizia (privilegi, politica, giustizia del re) - Delitti e punizioni (significato, punizioni alternative)


Nelle Terre Spezzate la giustizia è una faccenda largamente arbitraria, a volte brutale, e fortemente basata sull'autorevolezza dei soggetti coinvolti, per cui si tende a dar ragione alla persona di maggior rango o miglior reputazione.

Non vi è dunque nulla di simile a una "presunzione di innocenza", in base a cui un accusato non sarebbe colpevole fino a prova contraria. Per guadagnare una buona dose di bastonate a un contadino, è spesso più che sufficiente un moto di stizza di un barone ("quel bifolco mi ha mancato di rispetto...").

Certo, chi amministra la giustizia, che di norma è il signore del luogo o un cavaliere suo delegato, suole ascoltare le parti e valutare "prove" e "indizi" che venissero presentati, ma ciò che più conta alla fin fine è la credibilità dell'accusatore, del difensore e dei testimoni. Ad esempio chi giudica crederà più facilmente che il ladro sia un cacciatore plebeo piuttosto che un rispettato mercante investito di autorità formale. La condizione sociale della vittima e dell'accusato sono dunque determinanti (vedi anche: Delitti e punizioni e Privilegi nobiliari).

Qualunque uomo di una certa cultura, trovandosi spettatore di questo sistema, non tarderà a concludere che il più delle volte lo scopo del giudicante non è trovare "il" colpevole perchè giustizia sia fatta, ma trovare "un" colpevole e punirlo in modo esemplare perchè sia un deterrente "alle altre canaglie come lui".

Chi giudica non si sente limitato dalla procedura, né dal significato letterale delle leggi, ma ne interpreterà invece lo spirito. Sperabilmente agirà con buon senso e arguzia, ma sta di fatto che non esiste separazione tra il potere di giudicare e quello di eseguire la condanna. Quasi sempre il nobile che giudica non è un arbitro imparziale, ma un padre severo, o nel caso peggiore un tiranno.
Tra parentesi, di certo non sarà ben disposto verso chi lo disturba con accuse poco importanti o addirittura artefatte.

Vale inoltre la pena di notare che il sistema raramente si applica alle dispute che sorgono tra i membri delle corti dei principi (scambi di accuse che sfociano nell'ingiuria, "requisizioni di beni", vere e proprie risse...) la maggior parte dei dissidi tra cortigiani ricadono in sostanza nella Politica tra i Principati (non senza logica: il "signore del luogo" nel caso sarebbe il Re, che non ama certo immischiarsi negli scorni tra gli uomini dei suoi vassalli, a meno che i fatti non siano davvero gravi).

Quindi un cortigiano che viene aggredito e derubato farà bene a non andare a lamentarsi dal suo Principe, bensì a organizzarsi con i suoi compagni per rendere la pariglia ai colpevoli. Gli converrà, però, stare attento a non uccidere nessuno: in caso di omicidio, la severissima Giustizia del Re è pronta ad entrare in azione...





La Magia



external image WizardParalysis.pngVedi anche Introduzione alla Magia - La Magia Neenuvaren: l'antica magia degli Elfi - La Magia Brinnica: La leggenda di Cuorditempesta, Patto del Vento
La Magia Merida: Culto del Fuoco, Nascita della scuola, Filosofia del Fuoco, Il Liceo - La Magia Venale: Prima dei Niviani, La Nascita, Il Volere, La Spina



Sommario

Magia Elfica
Magia Neenuvaren
Magia Brinnica
Magia Merida
Magia Venale
Nei tempi antichi in cui i Re della Primavera regnavano sulle Terre Spezzate, si narra che la magia fosse potente e vitale parte della natura degli Elfi. Scorreva nel loro sangue, risuonava cristallina nei corsi d’acqua a loro cari, soffiava con il vento e fecondava la loro cultura di pace e saggezza. La magia era tanto connaturata agli Antichi che si dice che ogni elfo sapesse farvi appello apprendendola senza sforzo in tenera età così come i fanciulli umani apprendono a parlare. Ma l’antico potere, innato in coloro che per primi calcarono le Terre Spezzate, è ora solo un pallido ricordo destinato a svanire, che sopravvive nel mistero delle ultime creature immortali ancora in vita.
La magia degli Elfi, immutata nella sua anima primigenia, si tramanda negli insegnamenti dei Mahtaren, ma anche le altre stirpi mortali che via via popolarono le Terre Spezzate conobbero la magia, e in taluni casi, fecero di essa il fulcro di culti religiosi[1] , miti e leggende, correnti di pensiero.

Benché ad Altabrina, Neenuvar, Venalia e Meridia esistano tradizioni magiche antiche e potenti, ognuna delle quali si considera depositaria della verità sulle pratiche arcane e la sua vera natura, non è tuttavia infrequente incontrare in tutte le Terre Spezzate maghi, indovini e fattucchieri. Secondo alcuni la capacità di fare magia è un dono innato, forse proveniente chissà come da sangue elfico nella propria ascendenza o forse dono degli Dei; ma l’unica certezza è che esistano ovunque maghi in grado di praticare le arti arcane e, talvolta, di insegnarle.
Come precedentemente accennato, ci sono inoltre vere e proprie tradizioni di pensiero, legate a specifici Principati, che tramandano arti magiche diverse e potenti, in grado di praticare incantesimi segreti e pericolosi oltre alla comune magia, appannaggio di chiunque, per nascita o per insegnamento, possa chiamarsi mago.


Magia Elfica

Gli Elfi furono i primi e sicuramente in più potenti maghi di sempre. I loro poteri erano immensi e si dice essi siano a arrivati a piegare la Terre Spezzate stesse, creando le Paludi del Pianto, e a imprigionare gli Spiriti di Tutte le Cose in una spada. La leggenda narra che gli Elfi rinunciarono ai loro poteri a beneficio degli Eredi.

Magia Neenuvaren

Gli Eredi appresero dai propri avi l'arte della magia che è comunione con la natura, profonda conoscenza e intima assonanza con l'unico spirito vitale che regola il creato; ma non riuscirono mai a raggiungere il livello dei propri progenitori. I Mahtaren tuttavia, come gli antichi Elfi, padroneggiano la difficile arte di unire la spada e la magia.
Beldivolpe del Clan della Lince ha appena lanciato un 'Terremoto' contro tre avversari, che stanno per cadere al suolo

Magia Brinnica

Ad Altabrina la magia è legata al mondo degli spiriti, e in particolare è dono dello Spirito del Vento, che rende la voce possente ed insieme leggera, in grado di muovere le corde dei sentimenti più profondi. Da secoli si tramandano leggende e riti legati a tali arti, in un continuo canto in cui si armonizzano le voci di coloro che, con la magia della voce, sono in grado di piegare le emozioni: i Cantori delle Nevi.

Magia Merida

A Meridia la magia è legata al Fuoco e all'antichissimo culto ad esso dedicato, da secoli una vera e propria scuola istruisce coloro che più di ogni altro, con parole e gesti, sono in grado di evocare effetti di devastante natura offensiva ed incendiaria: i Discepoli della Fiamma.

Magia Venale

A Venalia la magia è legata alla razza niviana e alla Volere, che non solo è fonte del potere arcano ma anche chiave di comprensione del cosmo. Da alcuni anni i maestri di magia venali sono riuniti in una scuola al servizio del Principato, dove vengono istruiti coloro che più di ogni altro, grazie alla lucidità di pensiero e alla forza di volontà, sono in grado di imporsi sulle menti altrui: gli Accoliti de La Spina.
  1. Vedi ad esempio il Culto del Fuoco




Storia delle Terre Spezzate



Sommario

I Re della Primavera
Gli Uomini del Mare
I Secoli Bui
L'Egemonia di Castelbruma
Anni Contemporanei: le Cronache
Vedi anche Storia delle Terre Spezzate - Racconti e Canzoni, periodi storici:
Re della Primavera, Invasione degli Uomini del Mare, Dominio del Sole, Secoli bui, Dominio di Vesta, Egemonia di Castelbruma, Ascesa dei Gastaldi
Cronologia Sintetica - Personaggi storici - Storia di Altabrina - di Castelbruma - di Valleterna - di Corona del Re - di Neenuvar - di Venalia - di Meridia


Quella che viene considerata storia contemporanea nelle Terre Spezzate, di cui la memoria è fresca e si trovano facilmente cronache e resoconti, inizia nell'anno 1256 dopo l'Incoronazione.
Innumerevoli tuttavia sono stati i secoli che segnarono la crescita e l'evoluzione delle Terre, poiché gli immortali Elfi furono i primi Re e lungo fu il tempo in cui vissero quali signori incontrastati; ma benché essi abbiano un proprio computo degli anni, furono gli Uomini giunti dal Mare che li sconfissero a segnare l'inizio della storia. L'anno uno coincide dunque con l'Incoronazione del primo Re del Mare, lo stesso anno in cui la capitale del regno degli Elfi cadde, e Altamar divenne Dimora.

La storia ha visto sette grandi dinastie (o popoli che dir si voglia) dominare in successione tutte o quasi le Terre Spezzate; i sapienti contano altrettanti periodi storici principali.
  1. I leggendari sovrani Elfi durante l'età dei Re della Primavera (fino a due millenni orsono)
  2. Gli Eliarchi Adusti che fondarono il cosiddetto Impero del Fuoco (sedici secoli fa)
  3. I Re degli Uomini del Mare che riunirono tutte le terre sotto il giogo dell'acciaio (dodici secoli fa, anno 1, l'Incoronazione)
  4. Il Difensore degli Uomini Alessandro nel prospero ma breve Dominio del Sole (nove secoli fa)
  5. Il Profeta Castamante e i suoi discendenti che con il Dominio di Vesta posero fine ai Secoli Bui (cinque secoli fa)
  6. I Principi brumiani che li rovesciarono durante la fragile Egemonia di Castelbruma (un secolo e mezzo fa)
  7. I Gastaldi di Dimora che diedero al Regno una forma molto simile all'attuale (ottant'anni orsono)

Vedi anche la Cronologia Sintetica e l'elenco dei personaggi storici più influenti delle Terre Spezzate

I Re della Primavera

L'età dell'oro degli antichi
In tempi antichissimi gli Elfi fiorivano e popolavano le Terre Spezzate, in armonia con una natura ricca e generosa ma vessati dalle incursioni di numerose creature selvagge, tra cui i primordiali Bruti. Esigui in numero rispetto alla vastità del territorio, gli Elfi abitavano principalmente la fascia centrale delle Terre Spezzate, lussureggiante e temperata; la città di Altamar (Grande Dimora), sorse come capitale del loro regno che si estendeva da Venalia a Valleterna. I Bruti in quest’epoca remota erano poco più che animali, sciamavano per le terre selvagge e compivano frequenti scorrerie ai danni degli Elfi. Col passare del tempo si stabilirono principalmente ai margini del Regno, a Castelbruma, Altabrina e Meridia.

L'incontro con gli uomini
Spinti dall’avanzare del deserto, molte tribù di uomini noti come Adusti giunsero da sud nelle Terre Spezzate.
All’ombra degli Elfi, svilupparono una propria civiltà, ancora fortemente legata al deserto da cui provenivano e alle proprie tradizioni tribali.
Un giorno, accadde che i due figli gemelli di un importante capotribù degli Adusti ebbero una lite. Uno dei due riteneva che il Popolo degli Uomini fosse ormai diventato adulto e non abbisognasse più della guida degli Elfi; l’altro invece considerava gli Elfi dei padri saggi e amorevoli, la cui nobiltà e grazia imponeva umiltà e obbedienza. Alla fine, vedendo che non c’era speranza di trovare un accordo, prese le distanze dal fratello e si tatuò il viso e gli occhi, per rimarcare la loro differenza e la cecità del gemello. I gemelli si separarono, e ognuno dei due diede origine a una stirpe: gli Uomini della Sabbia, che si stanziarono nelle odierne Meridia e Venalia; e i Pitti, gli Uomini Dipinti, che vennero accolti presso gli Elfi.

Gli uomini seguono il loro destino: il nord e il sud
I Pitti si stabilirono negli attuali territori di Corona del Re, Valleterna e Neenuvar. Pur rispettando le leggi ed emulando il modo di vivere degli Elfi, la loro natura umana li portava ad essere prolifici ed espansionisti. Il Re degli Elfi s'avvide che il proprio popolo era troppo concentrato e che la terra faticava a nutrire e soddisfare i bisogni di tutti, fece allora dono ai Pitti dei territori di Castelbruma e Altabrina, quasi disabitati.
I Pitti apprezzarono con riconoscenza il dono, incuranti del fatto che quei territori impervi erano già abitati dai feroci bruti e che gli Uomini della Sabbia definissero quel dono niente più che un esilio. Nei secoli, e grazie al progressivo popolamento delle Terre Spezzate, i Bruti si incivilirono, apprendendo i rudimenti dell’allevamento e della lavorazione dell’argilla, del legno e dei metalli. In alcune zone di Meridia convivevano in pace con gli Uomini della Sabbia, benché non pochi Bruti fossero predoni e assassini. Ma fu soprattutto nelle ricche foreste e vallate di Altabrina che si realizzò una piena e pacifica convivenza con i Pitti.
A sud gli Uomini della Sabbia si erano riuniti nell'Impero del Fuoco, una società ricca dominata da una casta di potenti sacerdoti-maghi guidati da un teocrate noto come l'Eliarca.


Gli Uomini del Mare

Quasi sei secoli dopo il giungere dei primi uomini nelle Terre Spezzate, altri uomini giunsero da nord per razziare e conquistare. Nel corso di una serie di inverni eccezionalmente freddi, il mare intorno alle Isole del Nord si ghiacciò, permettendo il passaggio agli Uomini del Mare, un popolo rozzo e fiero la cui origine si è persa nei meandri del tempo. Primitivi e aggressivi, gli Uomini del Mare conoscevano il segreto dell’acciaio, ed erano in grado di forgiare armi e armature senza pari per quell’epoca. Forti della loro superiorità, e dell’alleanza di molti Bruti che nei territori di Castelbruma si convertirono alla loro causa, in una decina di anni conquistarono tutte le Terre Spezzate, distruggendo chiunque si parasse sul loro cammino. Gli Elfi fuggirono a Neenuvar, e furono costretti a giurare fedeltà ai Re del Mare; il saccheggio di Altamar e la successiva Caduta è l’episodio più tragico della loro storia. Da quel momento il popolo degli Elfi divenne un popolo triste e malinconico; addirittura, le Elfe colpite dalla disperazione dell'esilio, non furono più in grado di generare figli. Cercando disperatamente di portare avanti la propria stirpe, gli Elfi si accoppiarono con altre razze dando vita agli Eredi. Nonostante un nascituro erediti sempre dalla madre i propri tratti razziali, la magia degli Elfi si trasmise ai loro nuovi figli e influenzò il consueto corso della natura, nacque così una stirpe di creature fisicamente molto simili agli Elfi, ma mortali e senza il loro innato potere magico.
La cultura degli Elfi sopravvisse alla Caduta, ma essi erano ormai una razza morente.
I Pitti, massacrati a Castelbruma dove gli Uomini del Mare approdarono all’inizio, si rifugiarono presso gli Elfi e nelle gelide terre di Altabrina.
L'Impero del Fuoco, che univa gli attuali Principati di Meridia e Venalia, fu colpito dall’invasione alla fine, quando ormai il suo impeto stava scemando. In seguito ad un primo tentativo di resistenza gli Uomini della Sabbia compresero che poco valeva opporsi alla superiorità degli Uomini del Mare, e riuscirono a salvare le loro città e le loro genti, al prezzo ovviamente di un duro vassallaggio e di ingenti tributi. L'impero del Fuoco cadde e la potente magia della fiamma, su cui l'Impero era stato costruito, venne bandita.
Ovunque nelle Terre Spezzate, gli Uomini del Mare dettavano legge.


Il popolo in viaggio

Da terre lontane, oltre il tramonto, approdò sulle sponde venali un popolo straniero dalla carnagione pallida: i Niviani. Essi attraversarono il mare con navi quali non se ne erano mai viste nelle Terre Spezzate, navi lunghe e larghe, con stive profonde e grande pescaggio, dotate di due o tre alberi muniti di vele anziché di rematori. Ben accolti a Venalia, allora provincia settentrionale di
Meridia, in cambio d’asilo offrirono agli Uomini della Sabbia le proprie conoscenze, vastissime sia nella navigazione che nella magia, da cui parevano permeati.
Della nuova razza e dei suoi costumi diffidavano però gli Uomini del Mare, che ne temevano la natura e la magia, ambigue e subdole. I Niviani furono pertanto perseguitati durante tutto l’Impero degli Uomini del Mare, e furono i suoi più accaniti oppositori.

Il Dominio del Sole

Un guerriero merida di grande valore ed eccezionale carisma fu tra i protagonisti della caduta dell’impero degli Uomini del Mare, e divenne uno dei sovrani più amati che mai ascesero al trono di Dimora. Forte di un potente esercito Alessandro marciò su Dimora sconfiggendo il Re del Mare, conquistò tutte le Terre Spezzate e le riunì nel cosiddetto “Dominio del Sole”, un regno di pace e tolleranza in cui tutte le razze, i culti e la magia erano accettate. Alessandro governò saggiamente le Terre Spezzate per cinquant’anni, portando benefici tali da venir ricordato come “Difensore degli Uomini”.


I Secoli Bui



Con "secoli bui" si è soliti indicare il lasso di tempo che seguì la morte del condottiero Alessandro degli Alessandridi, cui si deve l'unificazione delle Terre Spezzate nel cosiddetto Dominio del Sole. Fu un'epoca senza padroni e senza legge, in cui il regno si disgregò e ogni uomo dovette badare alla propria salvezza, e in cui si formarono i Principati come li conosciamo oggi, con l'eccezione di Venalia, che salvo ribellioni non durature, continuò a essere la provincia settentrionale di Meridia.

Il Culto Tetradico

Sul finire dei Secoli Bui a Valleterna si sviluppò una potente nobiltà equestre, forte della recente invenzione della staffa che rendeva i suoi Cavalieri pesanti imbattibili sul campo di battaglia. I Cavalieri valniani, dopo aver consolidato il dominio sul Principato, rivolsero le proprie mire verso le terre circostanti. Essi erano animati, durante le loro incessanti conquiste, da una nuova religione basata su Principi di legge, elitarietà e cortesia, nata proprio in quegli anni ad opera di un guerriero e profeta Valniano, Castamante. Il Culto Tetradico predicava l’esistenza di sole quattro divinità, i suoi presupposti filosofici spingevano la nobiltà all’eccellenza e guardavano con paternalismo al popolino, ma furono comunque una fiaccola di speranza per un’umanità stremata dai Secoli Bui, e una straordinaria occasione di trovare gloria e fortuna per uomini d’arme ambiziosi. Nel giro di qualche decennio, la cavalleria valniana governava dalla nuova capitale Vesta tutte le Terre Spezzate, tranne Neenuvar ed Altabrina, che difendevano strenuamente i loro antichi culti. L’Ecclesia Tetradica era l’organizzazione più potente e influente delle Terre Spezzate, e poiché il dominio di Valleterna si fondava su Castamante, profeta e conquistatore, i nobili erano contemporaneamente anche esponenti della chiesa e il Tetrarca ne era la guida, temporale come spirituale.
Durante il dominio di Valleterna alcuni Eredi meno tradizionalisti, affascinati dalla nuova religione e speranzosi per il futuro delle Terre Spezzate si trasferirono a Valleterna. Tramontato il sogno di veder rivivere gli antichi fasti, i discendenti di quegli Eredi abbracciarono la nuova fede e formarono la comunità che ancora oggi persiste nel Principato.

vedi anche: l'oltretomba e le religioni nelle Terre Spezzate. L'Antica Religione: Druidi della Madre Terra - Sciamani degli Spiriti - il culto a Castelbruma
il culto della Tetrade: Cerimonie della Tetrade - Quattro Dèi - Quattro Corpi - Empi e Devoti. Il Profeta Castamante: Quattro Rivelazioni Divine
l'Ecclesia: il Tetrarca, i Vescovi e i Sacerdoti (Custodi della Fede, Paladini, Sacerdoti della Tetrade). Devota Inquisizione. Storia del Dominio di Vesta e di Valleterna




La Peste Equina

Intorno alla metà del suo dominio, Valleterna fu colpita dalla più grave disgrazia. Una terribile epidemia, portata dai cavalli, si diffuse in tutte le Terre Spezzate.
Molti uomini e quasi tutti gli equini morirono; i pochi cavalli sani vennero uccisi dal popolo in preda alla psicosi. A tutt’oggi i cavalli sono estinti nelle Terre Spezzate, e considerati un simbolo di malattia e sventura.
Il potere militare di Valleterna fu gravemente compromesso. Per contro l’Ecclesia era ormai accettata e benvoluta dal popolo, e il culto Tetradico diffuso quasi ovunque. La peste segnò quindi, dal punto di vista religioso, un periodo di maggiore spiritualità in risposta alla punizione divina.


L'Egemonia di Castelbruma

Castelbruma e Altabrina, per nulla dome al nuovo ordine, sociale e religioso, che per secoli si era rafforzato nelle Terre Spezzate sotto l'influenza di Valleterna, sfruttarono la decadenza militare valniana per combattere e vincere una guerra che portò alla caduta dei Re di Valleterna e alla restaurazione del Vecchio Culto. I Brumiani ottennero inoltre anche l’aiuto di Neenuvar, con la promessa che gli Elfi avrebbero potuto fare ritorno a Dimora, quando la guerra fosse finita.
Ma una volta battuti i valniani Castelbruma elesse Dimora a propria capitale, e ancora una volta le Terre Spezzate sembrarono dover essere governate dalle fertili pianure di Corona del Re. L'appoggio di Neenuvar all'alleanza venne meno nel momento in cui i d'Urso, Principi di Castelbruma, sedettero sul trono di Dimora disattendendo la propria promessa. Inoltre la provincia merida di Venalia, che aveva accolto senza opposizione il nuovo dominio Brumiano, si rese indipendente tanto da questo quanto da Meridia, formando l’attuale Principato. Castelbruma, troppo impegnata nei duri scontri con i guerrieri valniani, fu costretta a rinunciare alla parte meridionale del Regno.
Negli anni in cui Castelbruma dominò sulle Terre Spezzate l’Ecclesia della Tetrade fu formalmente sciolta e costretta a sopravvivere nella clandestinità. Persecuzioni e riconversioni forzate al Vecchio Culto non repressero però il fervore religioso popolare. La fede tetradica era infatti profondamente radicata, e sopravvisse senza sostanziali cambiamenti, protetta da una segretezza solo formale.


L'Ascesa di Corona del Re

Una antica e nobile famiglia di Dimora, i Gastaldi, era nata sotto il regno degli Uomini del Mare ed era sopravvissuta ai Secoli Bui e al regno valniano servendo sempre e fedelmente la corona e chiunque la indossasse. I Gastaldi avevano infatti prestato vassallaggio sia ai Valniani sia ai Brumiani, protetti dall’astuzia, dal coraggio e da secoli di discreta influenza su Dimora e Corona del Re. Approfittando della debolezza del nuovo re brumiano, molle nipote di un ferreo conquistatore, e dell’appoggio di Venalia, Valleterna e Neenuvar, Adriano dei Gastaldi riuscì a rovesciare il dominio di Castelbruma e prendere Meridia con la forza. Alla testa dell'esercito dei Gastaldi c'era Ganimede degli Alessandridi, discendente di Alessandro accolto dal popolo come il proprio legittimo sovrano.
Grazie alla sua eccezionale abilità politica e al suo personale carisma, Caio Magno dei Gastaldi, figlio del conquistatore e Re delle Terre Spezzate, riuscì negli anni successivi ad annettere anche Altabrina al proprio dominio stringendo un patto con il Clan del Falco, il cui capoclan fu incoronato Principe. Una comunità di Pitti venne inoltre accolta a Corona del Re per servire Sua Maestà come guardiacaccia.

La Pace del Re

Sotto i Gastaldi le Terre Spezzate rifiorirono. L'alleanza d'intenti con Venalia portò numerosi Niviani a stabilirsi a Dimora, antica e nuova capitale, che tornò a prosperare come ai tempi di Sua Eccellenza Solare Alessandro, il Difensore degli Uomini. La restaurazione dell'Ecclesia della Tetrade ad opera di Corona del Re cambiò profondamente l'antico regime. L'ordine tipicamente valniano in cui i nobili amministravano il culto ed il Re era anche Tetrarca venne meno, un concilio di tutti i padri predicatori si riunì ed elesse un nuovo Tetrarca, che prese sede a Dimora. Di contro fu consentita anche la pratica dell'antico culto, ancora fortissima a Neenuvar e Altabrina. Due generazioni e ottant’anni dopo, la Pace del Re regnava su tutti i Principati, fedeli a Cornelio dei Gastaldi: nel 1256 il discendente di coloro che servirono la Corona fino a divenirne Re occupava ancora il Trono del Sole.


Anni Contemporanei: le Cronache

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Riassunto di quanto accadde nell'anno 1263

Vedi anche le Cronache per esteso dell'anno 1263

In seguito all'annuncio della scoperta di un Nuovo Mondo, patria degli antichi Niviani, l'anno 1263 dall'Incoronazione vede il costituirsi della Spedizione Palladiana, comandata dal nipote del Re, il Viceré Morgante dei Castamanti, con lo scopo di esplorare le sconosciute Terre d'Oltremare. Uomini e navi vengono assoldate tra i pirati dell'Isola dello Sperone e, guidate dal novello Ammiraglio Guadagno, le corti partono alla volta del Nuovo Mondo.
Una terribile tempesta coglie la flotta in vista della costa e molti sono i vascelli che fanno naufragio: è una spedizione stanca e appiedata quella che si inoltra nelle terre d'oltremare. Innumerevoli pericoli e sorprese li attendono: flora, fauna e razze sconosciute così come varianti locali di creature note, inclusi orchi stranamente civilizzati (e tetradici!) e i presunti antenati dei niviani, i misteriosi Nivicara.
Tra alterne fortune e inesauribili dissidi tra le fazioni, le corti riescono via via a conquistare o negoziare il dominio di alcuni territori, insediando baronie e cavalierati nel nuovo mondo, sinché, conclusa una prima esplorazione del continente, il grosso dei cortigiani fa ritorno nelle Terre Spezzate, lasciando alle spalle i coloni e i compagni che hanno preferito restare e rifarsi una vita oltremare.