Niviani
I Niviani sono l'ultima razza ad essere approdata nelle Terre Spezzate, verso la fine del II secolo dopo l'Incoronazione. Pallidi, intelligenti, misteriosi, imperscrutabili e sinistri, così sinistri da essere temuti e rispettati.
 |
Giustino il Paziente, un tipico Niviano |
Principati
I Niviani si trovano a
Corona del Re,
Venalia e
Meridia.
Descrizione
“Non riesco mai a capire che tattica di contrattazione stia adottando, è frustrante. Durante i nostri discorsi i suoi occhi neri come la pece mi fissano come due buchi profondi in quel viso terreo e affilato. Diamine, la prima volta mi ha fatto quasi paura! Parla sempre con cadenza regolare, senza far trasparire nessuna emozione, e quanto beve! Ogni volta che vado a trovarlo mi offre un vino diverso e mi racconta la sua storia, dal liquore forte e scuro di Altea al delicato rosato di Piazza del Sole, è incredibile. Insomma, se non avesse trenta anni suonati di commercio alle spalle e non mi avesse già fatto guadagnare un bel po’ di corone... direi proprio che sta cercando di fregarmi!”
I Niviani sono l’ultima razza giunta nelle Terre Spezzate, poco dopo la grande conquista degli Uomini del Mare. Essi arrivarono infatti circa nove secoli fa dal Mar di Vespero sulle coste di quello che sarebbe diventato il Principato di Venalia, accolti con favore dagli antichi Uomini della Sabbia che popolavano quella regione.
Con il passare dei secoli la loro presenza si estese anche a Meridia, dove hanno formato una numerosa ed unita comunità, e a Corona del Re, dove frequentano ed animano la corte reale. Nonostante non siano una razza dominante in alcun Principato vengono di norma tenuti in grande considerazione, in particolare dagli Uomini della Sabbia con i quali hanno maggiormente condiviso usi, costumi e conoscenze. I Niviani, infatti, si integrarono profondamente, ed in fretta, con gli Uomini della Sabbia. Affascinati dall’ingegno di questo popolo e dalla loro innata curiosità, riuscirono immediatamente a destare interesse negli ospitali stranieri grazie alle approfondite conoscenze che vantavano nel campo della navigazione, della contrattazione e della magia, radicata nella cultura niviana fin dall’antichità. Non ebbero invece la stessa calorosa accoglienza da parte degli Uomini del Mare, che governavano le Terre Spezzate al momento del loro arrivo. Diffidenti e sospettosi nei confronti del diverso, e profondamente ostili alle pericolose pratiche magiche, le granitiche genti del nord etichettarono i Niviani come avidi manipolatori, tanto deboli fisicamente quanto subdoli sul piano intellettuale. Fu così che i “Pallidi” (come vengono chiamati con disprezzo) furono perseguitati durante tutto il dominio del Trono del Mare, e mal visti anche durante i secoli successivi, durante i quali sia
Valniani che
Brumiani occuparono il trono. Ciononostante il viaggio dei Niviani non ebbe termine, e grazie ad un’accorta politica di sopravvivenza e consolidamento, oggi gli esponenti di questo popolo sono accettati e rispettati in tutte le Terre Spezzate. Il colorito latteo della pelle li rende spettrali e sensibili alle scottature, mentre il colore livido delle labbra e del contorno occhi li caratterizza alla vista come scuri e tenebrosi, attraendo spesso la diffidenza di coloro che si avvicinano loro. La verità è invece che la marcata debolezza fisica li rende sovente inadatti al combattimento ed al confronto fisico, lacuna che forzatamente devono superare con l’intelletto, la spiccata manualità e le arti oratorie. Sono inoltre molto delicati nell’apparato visivo, peculiarità che li costringe a ripararsi dal sole forte ed a muoversi davvero a proprio agio principalmente di notte, ragione per cui prediligono i climi caldi e temperati del Sud.
I Niviani si considerano intellettualmente superiori alle altre razze, profondi conoscitori dell’animo umano e delle sue infinite sfaccettature; amano l’intrigo, il lusso ed il denaro come strumento di comunicazione del proprio status sociale. Sono laboriosi e tenaci, si cimentano volentieri in lavori di manifattura anche pesante (come la costruzione di raffinate e veloci imbarcazioni ) e raramente delegano i propri compiti, preferendo svolgerli in prima persona. Solitari ma con un profondo rispetto per i membri del proprio popolo, amano il viaggio e le culture sconosciute, non apprezzano per natura la guerra ed i duelli preferendo soluzioni di mediazione oppure, nei casi meno gravi, una partita al
Gioco del Trono (gli scacchi) davanti ad un buon bicchiere di vino rosso.
Di modi educati e garbati, raramente prevaricatori, è noto che ai Niviani piaccia ascoltare tutti, senza distinzione, forse per individuarne al meglio i punti deboli; sono infatti maestri nel condurre con grazia ed intelligenza le discussioni fino a far coincidere (in modo pressoché impercettibile) le opinioni altrui con le proprie. Aperti ed interessati a racconti e confronti verbali d’ogni genere, i Niviani istaurano raramente rapporti di reale fiducia e amicizia con membri di altre razze, preferendo invece rimanere saldamente legati alla propria comunità niviana locale. Probabilmente per l’antica condizione di “popolo in viaggio” che deve restare unito, o ancor più verosimilmente per far fronte ai lunghi secoli di persecuzione, i Niviani posseggono una spiccata solidarietà razziale. Un Niviano non nocerà mai di sua iniziativa ad un altro membro della sua comunità, né fisicamente né economicamente.
Diverso è invece l’atteggiamento verso coloro che, pur avendo viaggiato insieme nell’antichità, hanno deciso di allontanarsi e disperdersi, i Niviani di Principati diversi dal proprio non godono infatti di maggior considerazione di quanta ne venga riservata agli amichevoli stranieri. Sacro è invece il valore dell’ospitalità, che in tempi di pace i Niviani devono assicurare ad altri membri della propria stirpe.
Generalmente considerati infidi e disonorevoli soprattutto al Nord non si fidano facilmente del prossimo ma si dice che una volta conquistata davvero l’amicizia di un Niviano si sia trovato un alleato per la vita.
Cosa pensano i Niviani delle altre razze:
Sono umani, e come tali manovrabili e di debole volontà. Piuttosto che imparare dai propri errori preferiscono reiterarli all’infinito e risolvere le proprie dispute con l’acciaio e la violenza invece che con il confronto e la discussione. Sono crudeli, disprezzano tutto ciò che non conoscono o non possono capire, tentando di distruggerlo. Mostrano pessimo gusto in qualunque cosa facciano, nel vestire, nel mangiare, nello svagarsi, e cosa peggiore di tutte pensano di essere i migliori, i discendenti di un presunto retaggio antico ai loro occhi quanto fasullo nella realtà. Non sono altro che bestie, come i bruti.
Così simili fisicamente eppure così diversi dai loro cugini, sembrano la copia riuscita dei propri simili del Nord. Sono curiosi, e per questo riescono ad apprezzare ciò che la vasta e profonda cultura niviana ha da offrire, inoltre hanno accolto il “popolo in viaggio” e saputo avvantaggiarsi dei suoi doni, ricambiando con ospitalità e protezione quando gli Uomini del Mare volevano rendere i Niviani schiavi. Oltre a questo gli Uomini della Sabbia apprendono facilmente, e come tutti gli umani hanno fisici possenti che possono essere molto utili nel costruire una solida fortuna. Molti Niviani sono soliti scherzare sul fatto che gli Uomini della Sabbia sono più simili a loro che ai propri cugini del nord.
Sono poco più che bestie e pertanto feroci combattenti anche più degli Uomini del Mare, ma hanno almeno la buona creanza di non intromettersi in cose più grandi di loro a meno che non siano provocati. Un bruto, una volta istigato, è un pericolo per tutti, imprevedibile nelle azioni e nelle reazioni tanto che è cosa assai saggia tenersi il più alla larga possibile. Di contro, come ogni creatura senziente, il benessere ai Bruti piace, e le loro ferali capacità possono essere ben remunerate e rivelarsi immensamente utili, di tanto in tanto. Riguardo ai loro costumi e alle loro usanze i Niviani nemmeno si interrogano, con aria divertita argomentano: “perderesti tempo a studiare l’etichetta delle tigri del deserto?”.
Sembrerebbero davvero buffi se non fossero così pericolosi, con le asce soprattutto. Quella striscia blu che copre i loro occhi rende il viso umano ancora più grossolano alla vista di quanto già non appaia al Niviano medio. Il popolo dagli occhi dipinti teme i pericolosi “Pallidi”, considerandoli infidi, traditori e manipolatori, ma se si è abbastanza saggi dal tenersi fuori dalla misura delle loro armi questo non costituisce un gran problema. Credono nei loro assurdi spiriti dei boschi, che a dir loro governerebbero ogni cosa: guerre, tradimenti, orrori. In realtà una mente accorta sa che è il denaro ad avere questo potere. Ecco perché i Pitti pregano al freddo davanti ai pioppi, mentre i Niviani lo fanno al caldo di un fuoco, davanti all’oro.
Sembra siano sempre a conoscenza di ogni cosa, gli Eredi. Senza dubbio sono generosi e spesso ottimi interlocutori, sia per una piacevole chiacchierata che per una serrata trattativa. Sono intelligenti, e scarsamente soggetti alla retorica o all’affabulazione, posseggono persino una certa padronanza della magia, che è antico retaggio dei loro avi immortali. Ma gli Eredi sono anche degli inguaribili idealisti, ed è proprio per questo che vengono considerati inferiori, neanche paragonabili ai Niviani in quanto a capacità nel conoscere e comprendere ciò che è estraneo. “Gli Eredi guardano indietro, i Niviani sanno guardare avanti, e lontano”.
I Niviani di Terre Spezzate
Novità e Dicerie
" I Niviani sono noti per portare molta iella! Fate attenzione a non parlarci troppo e diffidate da loro, sono scaltri e subdoli"
[1]
- ^ sostiene Arimanno Famedoro Guerriero del Clan del Gufo