Bruti

Sommario

Principati
Descrizione
Cosa pensano i Bruti delle altre razze:
Uomini del Mare
Uomini della Sabbia
Pitti
Eredi
Niviani
I Bruti di Terre Spezzate
Novità e Dicerie
orco.pngVedi anche Razze civilizzate: Uomini del Mare, Uomini della Sabbia, Eredi, Bruti, Pitti, Niviani - Elfi, Ashai - Bestiario dei mostri


I ferali Bruti, che un tempo abitavano le terre selvagge, sono guerrieri feroci e coraggiosi.

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Alarico D'Urso, Il Bruto più potente delle Terre Spezzate

Principati
Da molto tempo i Bruti sono divisi in Bruti del Nord e del Sud. Stanziati in piccola parte a Meridia, sono invece numerosi a Castelbruma e, in misura minore, ad Altabrina.

Descrizione

La razza dei Bruti è antica, così antica che persino gli Elfi non cantano del loro arrivo o della loro genesi. La loro origine è un mistero, anche se alcuni studiosi sono convinti che i Bruti siano un popolo nato e sviluppatosi nelle Terre Spezzate, e che anticamente fossero una razza semibestiale in tutto simile alle creature che ora abitano nelle pericolose terre selvagge. Tali teorie sono avvalorate anche dalle caratteristiche fisiche dei Bruti, che sfoggiano una pelle coriacea color dell’argilla, una straordinaria forza e una caratteristica protuberanza cornea sulla fronte. Se la provenienza dei bruti rimane un mistero, il loro comportamento è noto a tutti gli abitanti delle Terre Spezzate. Le leggende degli Elfi raccontano della loro ferocia sin dall’antichità più remota, quando gli arcani esseri non avevano a temere nessuna creatura tranne, appunto, i Bruti.
Nelle Terre Spezzate, prima della venuta dell’uomo e prima dell’espandersi degli Elfi, i Bruti si aggiravano, allo stadio primitivo, dalle regioni più fredde a quelle riarse dal sole che si trovano nell’attuale Meridia. Poco più che bestie conducevano una vita nomade, vivendo di caccia e raccolta, le Terre Spezzate erano per loro un luogo pieno d’insidie popolato da mostri terribili, la sopravvivenza del loro popolo appesa a un filo. Poi venne il Regno degli Elfi in cui non c’era posto per tali temibili creature, i Bruti vennero spinti nei meno ospitali territori a nord e a sud. All’inizio gli Elfi riuscirono, con armi più evolute, magia ed astuzia, a spostare con facilità le caotiche tribù Brute verso gli estremi delle Terre Spezzate; ma col passare del tempo lo sforzo si fece sempre maggiore, finché non ci fu più modo di scacciarli oltre. Tra le nebbie delle terre a nord del Gran Golfo e tra le sabbie del sud gli elfi scoprirono con orrore una nuova caratteristica della Razza Bruta: essi sono estremamente adattabili. Inoltre, con il passare degli anni e l’inasprirsi dei conflitti, le ferali creature avevano assorbito parte della tecnologia elfica e l’avevano applicata alle loro armi e armature.
Da qui in poi la storia dei Bruti si divise in quella del Nord e quella del Sud. A Sud i Bruti rimasero a lungo ai margini della società umana, dopo l’arrivo degli Uomini della Sabbia furono razziatori, schiavi, infine mercenari al servizio dei nuovi arrivati. Oggi sono riuniti in tribù e servono il Principe di Meridia come guerrieri, contribuendo anche all’economia del Principato grazie alla dura vita di pastorizia che si accompagna al loro ruolo di “guardiani di confine”.
A Nord invece i Bruti conobbero una lunga epoca di pace, in convivenza col popolo dei Pitti che fu spezzata soltanto dall’arrivo degli Uomini del Mare. La razza Bruta comprese naturalmente il linguaggio della violenza e il popolo giunto dall’oceano s’impose sugli autoctoni con grande facilità, così i Bruti si adattarono volentieri alle usanze straniere e divennero rapidamente parte di questa nuova e vitale cultura. D’altra parte gli Uomini del Mare accolsero tra loro con favore i forti alleati Bruti e si mischiarono a loro come nessuno aveva fatto prima.
Quale che sia la loro terra di origine, i Bruti condividono alcune caratteristiche tipiche della loro razza. Essi sono fieri e coraggiosi salvo che di fronte al sovrannaturale: la magia li inquieta e la superstizione permea la loro visione del mondo. Il popolo Bruto ama le persone chiare e dirette, il linguaggio forbito e complesso sortisce l’effetto di confonderli o di farli arrabbiare, solo i più istruiti tra loro conoscono la scrittura ed anche coloro che la conoscono comunicano malvolentieri per iscritto. Ciò non significa che avere a che fare con un bruto equivalga a rapportarsi con uno stupido, o un sempliciotto, più di un furbo mercante del sud è rimasto sorpreso dall’astuzia bruta. Essi non comprendono complesse astrazioni, ma possiedono una notevole intelligenza pratica ed imparano agevolmente se istruiti da un maestro disposto a tentare d’insegnargli qualcosa.
Non è aliena al carattere dei Bruti una certa durezza d’animo, e benché non siano per forza spietati il loro rispetto va al più forte, al più capace del gruppo. Comprendono facilmente il valore dell’autorità anche se non sempre, come gli uomini del resto, vi si sottomettono facilmente. A causa del loro animo superstizioso ai Bruti del nord riesce difficile accettare la complessa elaborazione dottrinale che consegue al culto della Tetrade. I sospiri tra gli alberi, il bizzarro atteggiamento degli animali, l’imprevedibile scatenarsi degli elementi sono, per loro, segni dell’esistenza di spiriti che permeano la realtà, ed è per questo che essi seguono per la maggior parte l’Antico Culto. I Bruti che popolano le terre del sud, invece, hanno ormai quasi del tutto dimenticato gli antichi culti che seguivano prima dell'arrivo degli uomini. Questo selvaggio popolo al giorno d'oggi si dedica in maggioranza alla venerazione degli aspetti più semplici e facilmente comprensibili della Tetrade e rivolge le sue preghiere al possente Canuto o alla generosa Laetitia.
Tra le razze senzienti i Bruti sono quella più istintuale, cosa che li rende agli occhi degli Eredi o dei Niviani simili alle bestie. In effetti la loro naturale aggressività, l’evidente disprezzo per coloro che non sanno far valere da soli le proprie ragioni, la fretta nel decidere (se un bruto deve giudicare qualcuno la prima impressione è quella che conta) ne fanno un popolo forte e rapace.

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Teodolinda da Montecastello
il Duca Sigfrido d'Oltrespina
Amos, Bruto di Meridia

Cosa pensano i Bruti delle altre razze:

Uomini del Mare
I Bruti in generale apprezzano i loro vicini umani del nord, li trovano un po’ inferiori certo, ma d’altronde come potrebbero essere forti, resistenti e abili come un Bruto? Gli Uomini del Mare sono un po’ viziati ecco. In effetti non sopportano neanche bene il freddo, nessuno lo sopporta come un bruto! Le loro donne (e gli uomini) sono una bella preda di guerra, ma per mettere al mondo un figlio non c’è niente di meglio di un grembo di Bruta (o del seme di un Bruto ovviamente).

Uomini della Sabbia
Brutta razza quella degli Uomini della Sabbia, le loro parole possono facilmente ingannare lo sprovveduto che vi presti bada. I Bruti giustamente diffidano di questo popolo pieno di segreti e usanze incomprensibili (per loro). Ma per fortuna il loro debole fisico non può competere con la possanza dei Bruti, e, se non si presta troppa attenzione alle loro curiose attività ( e si sta attenti a non bere dalle loro coppe), si può avere a che fare con loro senza di rimanere invischiati in qualche faccenda oltre la portata della propria ascia.

Pitti
La considerazione che il “Popolo Dipinto” trova presso i Bruti è notevole. I Bruti pensano che i Pitti siano davvero sorprendenti per la loro piccola taglia. Sono convinti che questi piccoletti abbiano una scarsa considerazione per la propria incolumità e che la loro temerarietà in battaglia sia stupefacente. Ai Bruti le loro usanze paiono in generale un po’ eccessive, in particolare le esaltanti feste religiose a cui i Pitti si abbandonano sono senz’altro inappropriate: l’adorazione degli spiriti richiede meditazione e tranquillità non certo un baccanale che sarebbe più opportuno per festeggiare una vittoria sul campo!

Eredi
Per quel che riguarda i Bruti, gli Eredi sono una razza in estinzione al pari dei loro avi Elfi. Li considerano dei deboli, se i loro progenitori erano potenti e terribili come fiamme questi loro figliastri non ne sono che il pallido riflesso. Essi vivono di glorie passate nel lusso e nello sperpero, il loro destino è la schiavitù o l’annientamento sotto i colpi delle altre razze, preferibilmente i Bruti. È facile avere a che fare con loro, basta fare la voce grossa e quei fessi abbassano subito la cresta, anzi le orecchie!

Niviani
Questa razza è un assoluto mistero per i Bruti, e, come a tutte le cose che non conoscono, gli attribuiscono un che di magico, di sovrannaturale. Li credono magici, simili a spiriti, ma più inquietanti. La loro pelle pallida è senz’altro indice di malattia e si dice che stargli troppo accanto provochi la Rogna o peggio: porti sfortuna! Il Bruto saggio ha una salutare paura di avere a che fare con un “Pallido” chissà che non s’innervosisca e getti il malocchio su di lui o la sua famiglia.

I Bruti di Terre Spezzate

  1. Alarico D'Urso
  2. Albavento del Clan del Gufo
  3. Dagoberto da Conquista
  4. Ludovico del Pozzo
  5. Nonna Clotsuinda
  6. Teodolinda da Montecastello
  7. Torvaldo Dal Pozzo


Novità e Dicerie

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  1. ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano