Cronache

Sommario

Cronache dell'anno 1256
Cronache dell'anno 1257
Cronache dell'anno 1258
Cronache dell'anno 1259
Cronache dell'anno 1260
Cronache dell'anno 1261
Cronache dell'anno 1262
Cronache dell'anno 1263
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Benvenuto, viandante. Qui trovi la storia recente delle Terre Spezzate, gli avvenimenti degli ultimi sei anni (attualmente corre l'anno 1262 dall'Invasione ).

Vedi anche Racconti e Canzoni, la Storia antica, l'elenco dei personaggi famosi e la Guida alle Cronache.

Cronache dell'anno 1256

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L’anno 1256 dall’Incoronazione del Primo Re del Mare fu l’anno in cui il giovane Principe Aureliano dei Gastaldi, erede al trono delle Terre Spezzate, iniziò ad occuparsi dei rapporti della Corona con gli altri Principati, e a farsi garante della difficile Pace del Re. Fu l’anno in cui Meridia, forte del tradimento della città di Calastea, combatté e perse contro le forze venali in una Disfida ordinata dal Re per il dominio sulla città contesa. Fu l’anno in cui i brinnici ottennero il discusso Editto della Nuova Concordia Religiosa, che obbligò Valleterna ad accettare nelle proprie terre la libera pratica dell’Antico Culto; e fu l’anno in cui la stessa Valleterna si trovò alla guida della più importante delle vittorie. Infine, il 1256 fu l’anno in cui una terribile ed antica maledizione si abbatté sulle Terre Spezzate, lasciando che il bianco manto di Nevoso si macchiasse di un rosso cupo di morte.

Cronache dell'anno 1257

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L’anno 1257 dall’Incoronazione del Primo Re del Mare fu l’anno della fame e dei briganti, l’anno in cui i contadini abbandonarono le campagne per seguire tagliagole e fuorilegge, inasprendo ancora di più la già difficile situazione in cui versava il Regno sul finire del 1256. La terribile sciagura che si era abbattuta come un maglio sui sudditi di Sua Maestà Cornelio dei Gastaldi aveva scalfito appena l’armatura dei nobili Signori e delle loro corti, lasciando invece prostrato il popolino. Nelle città i mendicanti affollavano le vie, e lungo le principali strade del regno gli attacchi di banditi, o poveracci resi ardimentosi dal bisogno, si facevano sempre più frequenti.
Fu l’anno in cui Aristarco degli Alessandridi, Principe di Meridia, per assecondare i propri capricci amorosi rischiò una guerra con la Corona, e la sventò ordinando un duello mortale tra campioni. Fu l’anno in cui i Della Torre di Corona del Re difesero i propri territori dalle bramosie dei Cipridi di Venalia; e in cui le fiere genti di Altabrina riaffermarono i propri diritti di caccia a scapito di Castelbruma, che perse 10 leghe a sud del Fiume Cristallo. Fu l’anno in cui il Cavaliere Nero, al secolo Rongomiante Della Malva, venne sconfitto con colpo mortale da Quinto Fabiano Massimo Della Torre, Veterano della Guardia di Corona del Re, e Castelbruma conquistò le terre selvagge dell’Oltrespina, fondando la città di Conquista. Fu infine l’anno in cui il Basilio X, Principe di Venalia, abdicò stroncato dalla malattia in favore di sua nipote Desdemona Alcestidi, “la Vipera Bianca”, e lo stesso Aristarco, il “Leone del Deserto”, abbandonò misteriosamente la guida delle genti Meride in favore di suo fratello minore Temistocle degli Alessandridi.

Cronache dell'anno 1258

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L’anno 1258 dall’incoronazione del Primo Re del Mare fu un anno di complotti e alleanze, di inganni e tradimenti, l’anno in cui il Sire degli Elfi Yavaldaron Elensil fu brutalmente assassinato e l’anno in cui nacque il piccolo Goffredo d'Urso, erede di Castelbruma.
Fu l’anno in cui le tensioni tra principati si acuirono tanto da costringere il Re a indire tre disfide per salvaguardare la fragile pace del regno. Fu l’anno in cui i barbari di Altabrina e i feroci brumiani divennero fratelli nell’Alleanza del Nord; Valleterna e Venalia si unirono a Corona del Re nell’Asse Tetradico per proteggere la fede e i commerci; infine Neenuvar e Meridia, mosse da astio e malcontento verso la casa regnante accusata dell’omicidio di Yavàldaron, si allearono nel Patto del Sole.
Il 1258 fu l’anno in cui spirò misteriosamente Sua Maestà Cornelio dei Gastaldi. La notizia piombò come maglio sugli uomini della Corona e i loro alleati e quando, solo qualche giorno più tardi, Castelbruma e Meridia rifiutarono di riconoscere il giovane Re Aureliano quale legittimo sovrano, fu chiaro a tutti che la fragile pace durata 84 anni era ormai spezzata.

Cronache della Seconda Guerra dei Tre Re
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Nell’autunno dell’anno 1258 scoppiò la Seconda Guerra dei Tre Re. Per mesi il Patto del Sole e l'Alleanza del Nord attaccarono la Corona e i suoi alleati per terra e per mare, ma il giovane Re Aureliano infine prevalse e sconfisse definitivamente i Principi ribelli durante la Battaglia dei Campi Plachi dello sferzato 1259.

Cronache dell'anno 1259

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La pace torna a regnare nelle Terre Spezzate, Re Aureliano dei Gastaldi, legittimo sovrano appoggiato da Venalia, Valleterna e Castelbruma, ha vinto la Guerra dei Tre Re e siede sul trono che fu di suo padre. Lo scorno nei confronti dei traditori è però grande, vengono quindi imposti pesanti tributi ai principati ribelli di Meridia, Neenuvar e Altabrina e revocata la concordia religiosa che il Sovrano aveva concesso ai seguaci dell'Antico Culto. Inizia una terribile repressione religiosa che si protrarrà per tutto l'anno. Una minaccia oscura si allunga però sul pacifico raduno indetto a Corona del Re: potenti stregoni dal volto putrefatto attaccano nella notte, alla ricerca di un magico artefatto. Viene così indetta una caccia agli Avvizziti, il Re promette denaro ed onori a chi sconfiggerà questi pericolosi ed empi nemici delle Terre Spezzate.
I principati di Venalia e Neenuvar si contendono le Paludi del Pianto, terre selvagge con cui entrambi confinano. E' Neenuvar a spuntarla, ma la bonifica delle paludi si rivela più difficile del previsto: l'antica magia che ha maledetto quei luoghi è ancora forte e ha corrotto, mutato, alcune delle sue creature trasformandole in mostri abominevoli e letali. Il fallimento della missione di riconquista causa la rapida diaspora degli abomini al di fuori delle paludi: i mostri presto infesteranno tutte le Terre Spezzate.
L'estate reca con se importanti novità: il Re, su pressione della Regina Madre e dei suoi consiglieri, sta cercando una fanciulla nobile per farne la sua sposa e le più leggiadre e nobili ragazze del regno si danno battaglia per diventare regina. Inoltre, con grande sorpresa di tutti, un vascello salpato alla volta dell'ovest due anni prima per trovare nuove isole fa finalmente ritorno. Esistono altre terre al di là del Mar del Vespero, un vasto continente abitato da lucertole umanoidi, chiamate Ashai. Seguendo la rotta del vascello venale, su lunghe canoe giungono i visitatori dal nuovo mondo, sono divisi in clan, diversi nell'aspetto e nei modi dagli uomini delle Terre Spezzate, ma desiderosi di imparare ed instaurare commerci. Solo alcuni dei loro clan sembrano bellicosi, e vengono combattuti, mentre chi si mostra pacifico viene accolto con benevolenza... iniziano così proficui scambi di merci esotiche e conoscenze. Grazie alla coraggiosa testimonianza di Dama Clizia dei Laertidi di Meridia, viene scoperta e sventata una congiura ai danni di Sua Maestà, che mira ad assassinare il sovrano e a far salire al trono il fratello bastardo del Re. Alcuni tra i più eminenti consiglieri dei principi vengono giustiziati, e persino Desdemona Alcestidi, principessa di Venalia, viene accusata e poi scagionata. Purtroppo i veri colpevoli, che hanno ideato il piano e arruolato i cospiratori, riescono a sfuggire alla giustizia, ma gli uomini della Corona giurano vendetta...
Nel frattempo, Re Aureliano autorizza la nascita di una nuova compagnia di mercenari, i Draghi di Ferro.
Con le prime nevi dell’inverno, le estenuanti ricerche sugli stregoni avvizziti proseguono. Molti dei mostri sono stati sconfitti, ma grazie ai loro oscuri poteri sono anche riusciti a corrompere alcuni tra i più potenti maghi del regno, compreso il Rettore de La Spina di Venalia, Brito Alcestidi. La volontà del mago pare aver però resistito alle lusinghe dei mostri, e grazie al suo aiuto viene individuato il capo occulto della confraternita di stregoni: il Re Nero.
Lungo la via per Capo d'Alba, dove il Re annuncerà il nome della sua futura sposa, viene catturato ed ucciso l’oscuro signore degli Avvizziti, la Caccia è dichiarata conclusa, i nemici sconfitti. Il Regno, finalmente al sicuro, trepida per le nozze di Sua Maestà.

Cronache dell'anno 1260

Il Re prende in moglie Dama Ginevra Viviana della Rovere, di nascita valniana, e ne fa la sua regina. Per essere più vicino al suo popolo, Aureliano annuncia inoltre l'intenzione di abbandonare la città di Dimora per fare visita a tutti i principati e di voler istituire una nuova corte ristretta che lo segua in questi viaggi. Il suo consiglio privato viene così denominato "Corte Errante", nei mesi successivi saranno scelti i migliori uomini del regno per farne parte. Il generoso Re proclama anche una nuova concordia religiosa riammettendo l'Antico Culto in quasi tutto il Regno. Nel frattempo la Corona, grazie alla collaborazione di tutti i principati, riesce a giustiziare i cospiratori colpevoli di aver congiurato per uccidere Sua Maestà, e a porre fine all'incubo di nome Agamennone delle Bande Rosse, un terribile guerriero dotato dell'empio potere di ingannare la stessa morte, facendo ritorno nel mondo dei vivi ogni volta che veniva ucciso.
In Primavera il Re convoca i suoi sudditi con un Bando Reale nelle terre di Neenuvar. Tra tornei, cacce, banchetti, spettacoli e il sorprendente ritrovamento del Tesoro del Lago, sul quale cercatori di ogni principato si erano sfidati da oltre un anno, si consuma però una terribile tragedia. La Tetrarca Beatrix viene brutalmente assassinata dal brinnico Canerosso, presto consegnato dai suoi stessi compagni e giustiziato per l'empio gesto. La venuta dei Principi nelle Terre di Neenuvar provoca inoltre la furia del Signore dei Satiri, Mantodineve, che scatena la violenza delle creature del bosco contro i visitatori. Sordo alle ragioni dell’Elfo Galdor Elentauron, Mantodineve attacca in forze e in seguito ad una schiacciante vittoria, riesce a scacciare gli invasori, rinnega gli antichi patti stretti con Neenuvar e si autoproclama Principe del Fanyati.
La dura lotta di successione ecclesiastica scatenatasi in seguito alla morte della Tetrarca vede protagonista Edoardo II dei Castamanti, arcivescovo di Valleterna, ma a spuntarla è un vescovo poco noto e molto anziano. All’inizio dell’estate viene proclamato il Tetrarca Gregorius, che desideroso di proseguire l’opera ecumenica di Beatrix indice un pellegrinaggio presso l’unico santuario tetradico in terra brinnica: la Chiesa del Devoto Alessandro Eroe delle Nevi. Nelle impervie terre di Altabrina l’eremitaggio religioso del Tetrarca si rivela più arduo del previsto, il santuario viene trovato distrutto e i mai sopiti contrasti religiosi tra l’antico e il nuovo culto sembrano riaccendersi con violenza, ma i colpevoli dell’empia strage non sono gli uomini di Altabrina, né delle Terre Spezzate. Gli Ashai, uomini-lucertola giunti dal Mar del Vespero e accolti in molti principati come visitatori pacifici, si rivelano come l’avanguardia di una terrificante forza di invasione pronta a mettere a ferro e fuoco il Regno. I migliori uomini e nobili di molti principati, tra cui la Basilissa di Venalia, vengono catturati con l'inganno e le armate Ashai sciamano in ogni angolo del Regno.
Scoppia la guerra nelle Terre Spezzate, e si combatte per la sopravvivenza.
Nonostante gli eserciti del Regno, guidati dai migliori strateghi di ogni terra, combattano senza sosta su tutti i fronti, l’avanzata delle lucertole |sembra inarrestabile. Quando anche uno degli ultimi baluardi del nord, la città brumiana di Montecastello, cade dopo un estenuante assedio e il campione delle armate del Regno, il Principe Edoardo II dei Castamanti, viene sconfitto in duello e catturato, perfino la speranza vacilla. Emergono allora, dall’oblio di cui si erano ammantati, gli stregoni avvizziti che il Re l’anno prima aveva proclamato sconfitti. Gli Antichi, come vogliono farsi chiamare, sono pronti ad offrire alle Terre Spezzate l’aiuto di cui hanno bisogno per ricacciare indietro l’invasore; in cambio però di un esoso trattato che conceda loro libertà, poteri e privilegi. Mentre ogni resistenza contro gli Ashai sembra ormai vana, la Corte Errante di Sua Maestà, posta di fronte alla terribile scelta, decide di accettare la proposta e di firmare l’accordo con gli Stregoni, chiamato Pace di Nassilia.
Il Regno forse sopravviverà all’invasione, ma in molti si chiedono “A quale costo?”

Cronache dell'anno 1261

All'inizio del 1261, grazie all’aiuto degli Stregoni Avvizziti anche le ultime armate delle lucertole Ashai vengono sconfitte. Re Aureliano e i principati di Corona del Re, Castelbruma e Venalia collaborano con gli oscuri Stregoni, i cui servitori più fedeli, come Saverio Vignalba e Rapace Sagace, assurgono a posizioni di comando. La Guerra Ashai è finalmente conclusa, ma città distrutte, carestie e un terribile Morbo Senza Nome mettono in ginocchio il Regno. Nei principati di Altabrina, Neenuvar, Valleterna e Meridia, serpeggia il malcontento e prende forma una resistenza segreta, guidata dal Principe Edoardo II e da Ser Tancredi Roncaglia. Anche il Tetrarca Gregorius incita il popolo a ribellarsi, ma viene fatto prigioniero e avvelenato dagli Avvizziti. Nella città del Profeta scoppia la rivolta: il Tetrarca viene liberato con la forza e vengono giustiziati numerosi Stregoni avvizziti e loro allievi.
Sua Maestà Re Aureliano dei Gastaldi convoca gli Stregoni e revoca loro tutte le concessioni della Pace di Nassilia, ma il Regno è ormai diviso. Il Principe Temistocle degli Alessandridi attira Aureliano nelle terre di Meridia con l'inganno e gli tende un agguato insieme al Magnifico, a Galdor l'elfo e ai ribelli al loro seguito, massacrando il Re e la sua scorta. La Regina, ormai vedova, indice una Consulta dei Principi nel disperato tentativo di tenere insieme il regno, ma il risultato non è certamente quello che sperava: Corona del Re viene privata del potere di amministrare la legge e i Principi si astengono dal giurare fedeltà al giovanissimo erede al trono, dichiarando che lo faranno solo al compimento del primo anno di vita.
Durante il Torneo della Rosa a Valleterna i principati si affrettano a formare alleanze, probabilmente allo scopo di prepararsi a conquistare il trono. Meridia e Altabrina si riuniscono con il nome di "Alleanza del ghiaccio e del fuoco"; Calstelbruma e Venalia fanno lo stesso sotto il vessillo de "La torre e la vela". Durante la notte seguente al Giorno della Rimembranza molti spiriti di illustri defunti giungono a tormentare i viventi. Nel seguito dell'autunno proseguono, inasprendosi, le trame per la conquista del trono e sono in molti a cadere vittima di assassinii, tra cui gli Arconti meridi Aristarco e Zaara e il loro connazionale Mida, la sciamana Zannafiera, il cacciatore (brigante?) Strazzabosco e il barone Parnasso Zenaidi.
Un gran banchetto indetto a Candia dal Barone Eumeo Pelagi degenera presto in risse e scontri mortali e, quando il banchetto volge al termine, Temistocle degli Alessandridi, Alarico D'Urso e Edoardo II Dei Castamanti rivendicano pubblicamente, ciascuno per sé, il Trono del Sole, dando ufficialmente inizio alla Terza Guerra dei Tre Re.
Informazioni più dettagliate sul 1261: All'inizio del 1261, la guerra per resistere all’invasione degli Ashai è ancora in corso , ma grazie all’aiuto degli Stregoni Avvizziti anche le ultime armate delle lucertole vengono sconfitte. La presenza degli Antichi (così gli stregoni amano farsi chiamare) nelle corti e nelle città diventa usuale, così come la loro crudeltà: nel giro di pochi mesi il loro potere cresce a dismisura. Sua Maestà Aureliano e i principati di Corona del Re, Castelbruma e Venalia collaborano amichevolmente con le oscure creature e i loro servitori assurgono a posizioni di comando, tra i più eclatanti vi sono il barone Saverio Vignalba, primo cavaliere del Re, e il giullare plebeo Rapace Sagace, nominato a sopresa Barone della città di Tabbia . Le Terre Spezzate sono inoltre alle prese con la difficile ripresa agli orrori della Guerra Ashai. Città distrutte, raccolti devastati e campi di battaglia affollati di morti insepolti, causano presto carestie e pestilenze in tutti i principati. Un terribile Morbo Senza Nome si diffonde da sud a nord, mettendo in ginocchio il Regno. Con l’arrivo della primavera il malcontento serpeggia nei principati di Altabrina, Neenuvar, Valleterna e Meridia, le voci di una resistenza segreta, guidata dal Principe Edoardo II, dato per disperso, e del fuggitivo Ser Tancredi Roncaglia, ex primo cavaliere, si fanno sempre più insistenti. La rivolta esplode quando il Tetrarca Gregorius, che aveva incitato il popolo alla rivolta, viene fatto prigioniero e avvelenato affinché si mostri prono al potere del Re e degli Avvizziti. Nella città del Profeta un manipolo di resistenti attacca la scorta del Tetrarca liberandolo dalla prigionia, quello stesso giorno vengono giustiziati numerosi Stregoni avvizziti e i loro più fedeli allievi. Il Regno è diviso. Sua Maestà Re Aureliano dei Gastaldi, il cui unico erede appena nato è ostaggio degli Avvizziti, profondamente scosso dall’oscurità che si sparge nel regno e dai moti di ribellione, convoca gli Stregoni e revoca loro tutte le concessioni della Pace di Nassilia, ma il suo destino è ormai segnato. Attirato con l’inganno dal Principe Temistocle degli Alessandridi nelle terre di Meridia, un agguato sorprende il Re e la sua fedele scorta, massacrati dai ribelli capitanati dal Magnifico, da Galdor l'Elda e dallo stesso Temistocle. Sua Maestà Aureliano dei Gastaldi, primo del suo nome viene decollato a Badia d’Espero l’ottavo giorno della seconda decade di messidoro. La Regina, ormai vedova, convoca un nero Bando Reale e indice una Consulta dei Principi nel disperato tentativo di tenere insieme il regno. Tutti i Principi rinnovano la loro lealtà alla Casa Gastaldi e promettono di porgere omaggio al Re Infante non appena questi avrà un Nome, al compimento del primo anno di vita. Durante la Consulta viene nominata una nuova Corte Ristretta per fare le veci del sovrano e viene stabilito che ad applicare la Legge del Re non saranno più gli uomini della Corona, ma un Consiglio di Giustizia cui siedono inviati da tutti i Principati. Mentre il regno inizia a recuperare da carestie e pestilenze, una fragile pace sembra essersi formata, ma mai come ora il Trono e il futuro delle Terre Spezzate appaiono in bilico. Già al volgere dell'estate, riuniti in terra di Bruma per la festa del primo raccolto dopo la guerra, gli emissari delle corti trovano occasione di venire alle mani, quando l'iniziativa di Niniel Mùilemir di approfittare dell'occasione per celebrare pubblicamente un rito dell'antico culto provoca una levata di scudi dei principati Tetradici. Istigati dal vescovo Manfredo Sestesi, cercano di sabotare la cerimonia, scatenando con ciò le ire dei seguaci degli spiriti. Valleterna diventa il loro caprio espiatorio e i tafferugli culminano in una vera e propria "caccia al Valniano", bandita dal Principe Alarico, con tanto di premi in denaro per ogni cortigiano abbattuto. Ciò non bastasse, con buona pace dell'ecclesia, Alarico D'Urso si lascia convincere da Niniel ad abiurare la Tetrade e si fa pubblicamente da lei battezzare nel nome del culto antico.
Quando in capo a un mese la crema delle Terre si ritrova a Valleterna per la ricorrenza del Torneo della Rosa, appare palese che dietro gli attriti si nascondono ambizioni di potere, alimentate dalla vacanza del trono: senza apparente motivo, i principati formano delle alleanze, il cui scopo altro non può essere se non quello di creare una fazione per sostenere una rivendicazione del seggio reale. Meridia e Altabrina per primi stringono un patto di sangue, cui sembra volersi subordinare anche Neenuvar, con il nome di "Alleanza del ghiaccio e del fuoco". Calstelbruma e Venalia li seguono presto, sottoscrivendo un accordo e inneggiando a "La torre e la vela". Valleterna e Corona, evidentemente anch'essi intenzionati a giocare la partita, acclamano un frettoloso patto a pochi istanti dallo scioglimento del consesso. Quel torneo verrà ricordato anche per drammatici episodi di possessione spiritica occorsi durante la notte seguente al Giorno della Rimembranza.
Nel seguito di Brumaio le corti accorrono a Neenuvar in risposta a una preoccupata lettera del venerabile Elda Alcatyrion, che riferiva aver trovato nei boschi del Fanyati quello che sembrava il rifugio dell'avvizzito Silmon, sconfitto giusto quell'estate nelle notti del Bando Reale. Alcuni erano animati dal desiderio di purificare quel luogo dei suoi abomini, altri più prosaicamente contavano di trovarvi tesori; di certo i Neenuvaren, padroni di casa, speravano di scoprire qualcosa della fine di Malwen Elènsil, o almeno di Ilyanna Almàrion. Sullo sfondo di questa cerca proseguono, inasprendosi, le trame per la conquista del trono: se diverse vite reclama il violare il rifugio, che si rivela, come prevedibile, irto di trappole mortali, questo raduno verrà ricordato soprattutto per l'alto numero di omicidi, fra cui quello di Diomede (chi dice pirata, chi navigatore) al soldo di Venalia, degli Arconti meridi Aristarco e Zaara, e del loro connazionale Mida.
La trama si svela nell'ultimo mese dell'anno, quando un gran banchetto indetto a Candia dal Barone Eumeo Pelagi è l'occasione per i pretendenti al trono di dichiarare pubblicamente le loro intenzioni. L'atmosfera di formale cortesia ostentata all'inizio del convivio, mentre il Pelagi dava il benvenuto ai suoi ospiti e l'erudito Bramante da Vesta chiamava a raccolta artigiani di tutto il regno per invitarli a una prestigiosa cerca, degenera presto in risse e scontri mortali. A farne le spese stavolta sono i traditori e i voltagabbana, o sospetti tali, sicché il calar del sole trova morti la sciamana Zannafiera, il cacciatore (brigante?) Strazzabosco e il barone Parnasso Zenaidi, imprigionati Nineve da Vesta e Lando Corvino Variano, scampato per un soffio a peggior sorte il vescovo Clotario da Castelbruma. Quando il banchetto volge al termine, Temistocle degli Alessandridi, Alarico D'Urso e Edoardo II Dei Castamanti rivendicano pubblicamente, ciascuno per sé, il trono del Sole. La guerra di successione era cominciata.

Cronache dell'anno 1262

L'anno 1262 dall'Incoronazione fu l'anno in cui la Terza Guerra dei Tre Re divampò e infine ebbe termine con la vittoria dell'Alleanza della Luce e l'ascesa al trono di Re Edoardo, già Principe di Valleterna, nonché del suo alleato fraterno Galdor Elentauron, Re di Neenuvar e di Meridia.
Fu l'anno in cui la minaccia dei Diurni e delle Ombre Bianche giunse a stringere il nord delle Terre Spezzate in una morsa di gelo e distruzione, finché la Regina dei Ghiacci venne sconfitta nelle terre di Altabrina nel mese di carminio, grazie al coraggio del Clan dell'Orso e di tutte le Corti dei Principi.
Fu l'anno in cui i devoti della Tetrade celebrarono il cinquecentocinquantenario della nascita del Profeta Castamante con pellegrinaggi, donazioni, opere di bene, destinate a culminare con le celebrazioni per il grande Giubileo, che si tennero in autunno nella città di Capo d'Alba.
Un anno che si concluse con il clamoroso annuncio della scoperta delle carte nautiche per raggiungere la terra natìa dei niviani, al di là del mare, e del proposito dei Principati tutti di imbastire una coraggiosa spedizione alla volta di questo "nuovo mondo".


Cronache dell'anno 1263

In seguito all'annuncio della scoperta di un Nuovo Mondo, patria degli antichi Niviani, l'anno 1263 dall'Incoronazione vede il costituirsi della Spedizione Palladiana, comandata dal nipote del Re, il Viceré Morgante dei Castamanti, con lo scopo di esplorare le sconosciute Terre d'Oltremare. Uomini e navi vengono assoldate tra i pirati dell'Isola dello Sperone e, guidate dal novello Ammiraglio Guadagno, le corti partono alla volta del Nuovo Mondo.
Una terribile tempesta coglie la flotta in vista della costa e molti sono i vascelli che fanno naufragio: è una spedizione stanca e appiedata quella che si inoltra nelle terre d'oltremare. Innumerevoli pericoli e sorprese li attendono: flora, fauna e razze sconosciute così come varianti locali di creature note, inclusi orchi stranamente civilizzati (e tetradici!) e i presunti antenati dei niviani, i misteriosi Nivicara.
Tra alterne fortune e inesauribili dissidi tra le fazioni, le corti riescono via via a conquistare o negoziare il dominio di alcuni territori, insediando baronie e cavalierati nel nuovo mondo, sinché, conclusa una prima esplorazione del continente, il grosso dei cortigiani fa ritorno nelle Terre Spezzate, lasciando alle spalle i coloni e i compagni che hanno preferito restare e rifarsi una vita oltremare.