Dimora
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Dimora sulla mappa di Corona del Re |
Principato
Corona del Re
Gastaldi,
De Portici,
Laurenti
105000 anime
Descrizione
Dimora è di gran lunga la città più vasta e popolosa delle Terre Spezzate. Sorta sulle rovine di
Altamar, che in elfico significa Grande Dimora, la capitale di Corona del Re ospita fin dai tempi remoti dei Re della Primavera il Trono su cui siede il Re delle Terre Spezzate. La storia di questa città rivive nei suoi quartieri, nella sua incredibile estensione, nelle sue tre cinte murarie, costruite da re diversi in epoche diverse, ma soprattutto è presente nella cultura cosmopolita dei suoi abitanti. Benché i
Pitti raramente si facciano vedere a Dimora, la capitale ospita quattro diverse stirpi abbastanza coese tra di loro, oltre ad attirare in ogni periodo dell'anno viaggiatori, mercanti e, non di rado, dignitari in visita provenienti da altri Principati. Caotica, varia, ricca di storia e culture differenti, Dimora tiene testimonianza di ogni popolo che vi abbia stabilito corte e dominio. Al centro della città si trova il quartiere di Laiquamir, un vasto parco cinto da mura e disseminato di suggestive rovine elfiche che costituiva il cuore dell'antica Altamar e in cui si trova il Palazzo dei Principi; questo ospita la corte allargata ed è il luogo in cui si svolgono banchetti, feste e tornei cavallereschi. L'enorme Fortezza dei Flutti sull'isola Gottarda fu eretta dagli
Uomini del Mare ed è la Residenza del Re, della sua
Corte Ristretta e della
Guardia Reale; nella Fortezza ha sede il Trono del Sole. Il Porto Pelagio sul
Mar Bianco, il fastoso Palazzo delle Arti ora sede dell'Ordine degli
Alchimisti di Corte e numerosi dei palazzi nel Quartiere del Sole sono di epoca alessandrina. I
Valniani hanno lasciato la loro impronta nel Porto Solare che dà sull'omonimo stretto, nel quartiere Scarlatto che ospita numerose botteghe artigiane, nel quartiere Vermiglio, in cui la famiglia
Vermigliani ha fatto erigere la Superba Cattedrale del
Profeta Castamante e, più tardi, il Palazzo della Tetrade, e infine nella cinta più esterna di mura, dette Mura Lodegane perché erette da Lodegano dei Castamanti. Della breve dominazione brumiana rimane solo la ricostruzione di una piccola parte di mura abbattute durante la presa di Dimora da parte dell'Alleanza del Nord. Il resto della mastodontica, contraddittoria, esuberante città di Dimora è segnato dalle nobili famiglie di Corona del Re che, nei secoli, sono sopravvissute alle più diverse dominazioni adattandosi, così come il popolino, a usi, costumi e consuetudini diversi. Enorme e ambigua, è una città in cui convivono ricchi signori e pezzenti, artigiani e criminali della peggior specie, una città i cui templi sfarzosi ricevono voti e doni dai nobiluomini e sono affollati di mendicanti e disperati. C’è chi dice che, però, la bellezza di Dimora sia proprio questa, perché essa rappresenta il vero punto di incontro di tutte le Terre Spezzate; una città in cui in due banchi vicini del Mercato di Porta del Re si trovano pellicce brumiane accanto a olii profumati provenienti da Meridia, perle venali pescate al largo delle Isole delle Spezie o forti distillati di radici brinniche.
Personaggi di chiara fama
Novità e Dicerie
"Nei primi mesi del 1262, il Capitano
Lando Corvino Variano dei Guardiacaccia di Corona ha sobillato le guardie cittadine di Dimora affinché si rivoltassero contro il Reggente
Ser Tancredi"
[1] .
"La
Corte di Tancredi ha potuto fare ritorno nella città grazie all'intercessione dei mercanti di Dimora, sempre fedeli all'unico vero Re".
[2]
- ^ da "Venti di Guerra"
- ^ Così racconta Orazio Guaccione, mercante di Roccamagna