Culto della Tetrade
vedi anche: l'oltretomba e le religioni nelle Terre Spezzate. L'Antica Religione: Druidi della Madre Terra - Sciamani degli Spiriti - il culto a Castelbruma
il culto della Tetrade: Cerimonie della Tetrade - Quattro Dèi - Quattro Corpi - Empi e Devoti. Il Profeta Castamante: Quattro Rivelazioni Divine
l'Ecclesia: il Tetrarca, i Vescovi e i Sacerdoti (Custodi della Fede, Paladini e Sacerdoti della Tetrade). Storia del Dominio di Vesta e di Valleterna
La religione più diffusa nelle Terre Spezzate nonché quella adottata ufficialmente dal Re e da tutti i Principi è il Culto della Tetrade. Nato presso Valleterna dalla predicazione del Devoto Castamante, il culto tetradico venera
quattro Divinità creatrici e custodi del Creato, distinte ma complementari tra loro, che regolano ogni cosa e che, tramite i Devoti (corrispettivo dei santi) indicano ai fedeli il cammino sia spirituale che materiale da perseguire per giungere all’immortalità dell’anima. Tale percorso, secondo i precetti della Tetrade, viene detto la Via Virtuosa.
Il culto della Tetrade nasce durante i
Secoli Bui, e si diffonde di pari passo agli ideali di nobiltà e cavalleria, che sono la massima espressione dell’uomo nel cercare di percorrere la Via Virtuosa. Nonostante esprima concetti teologici profondi e si sviluppi in una dottrina elaborata, specialmente rispetto alla semplicità degli antichi culti sciamanici, la Tetrade porta un messaggio di speranza che viene immediatamente colto dai popoli delle Terre Spezzate, che scorgono nella nuova religione la via per raggiungere la pace, l’armonia e la giustizia.
I quattro dèi infatti non solo regolano le leggi del mondo e degli uomini, ma offrono ai fedeli, tramite gli insegnamenti del Profeta e dei Devoti e le predicazioni dei sacerdoti, una vita equa e giusta che conduca all’eterna beatitudine e alla gloria imperitura.
Tetrade e Via Virtuosa
Il simbolo della Tetrade è un rombo allungato verso l’alto, in cui i quattro dei sono disposti in corrispondenza dei quattro angoli.
Canuto e
Sidereo sono dei della ragione, che sempre deve guidare le vite degli uomini,
Laetitia ed
Aeterna sono le dee delle emozioni, che sempre devono influenzare le vite degli uomini. Mentre la ragione “come la Luce del Sole che nutre ed illumina il Creato” indica ai fedeli il giusto cammino, le emozioni “come la Notte fonda con le sue delizie ed i suoi orrori” distolgono dalla virtù e dalla rettitudine (termine proprio della cultura della Tetrade, un uomo “retto”, “diritto”, è infatti un uomo avviato verso l’ascensione a Sidereo, un uomo che segue la Via Virtuosa).
Laetitia ed Aeterna rappresentano, nel cammino dell’uomo verso la propria anima e la grazia di Sidereo, due forze contrapposte che devono essere moderate. L’eccesso nell’una o nell’altra, o ancor peggio in entrambe, è deleterio e nocivo per l’uomo, che condanna se stesso al peccato in vita e all’eterna sofferenza in morte.
Seguire la Via Virtuosa significa vivere secondo i precetti della dottrina della Tetrade, ovvero lavorando secondo le proprie capacità ed inclinazioni, onorando Canuto, agendo in perfetto equilibrio ed armonia tra le pulsioni di Laetitia ed Aeterna, e tendendo naturalmente alla ragione somma, che è Sidèreo.
I Sacerdoti fungono quindi come da schermi, conoscono e venerano indistintamente la Tetrade, in alcuni casi ispirandosi (tramite ad esempio la fondazione di ordini monastici) alla filosofia di una particolare divinità o alla predicazione di un Devoto. Predicano la morigeratezza e la repulsione degli eccessi per facilitare il cammino dell’anima verso Sidereo.
Dottrina della Tetrade
La base della Dottrina tetradica è che il cosmo nasca e si evolva secondo un ordine immutabile, razionale, perfetto e necessario, che governa e sorregge infallibilmente tutte le cose e le fa essere e conservarsi quelle che sono. Tale ordine è identificato con la Tetrade, unione indivisibile e complementare delle quattro divinità, da cui ogni parte del creato proviene e ritorna, e che regola secondo divina ragione (di cui Sidèreo è prima rappresentazione) ogni cosa.
Il fato stesso si identifica con l’ordine necessario del mondo. E poiché tale ordine proviene dalla Tetrade e, anzi, coincide con essa, il destino non è un’entità malefica, cieca e negativa, bensì una struttura benefica e razionale che agisce sempre per ricondurre singoli uomini o popoli verso la virtù, a volte secondo vie difficilmente comprensibili all’intelletto umano.
Tutto avviene secondo necessità ed in conformità con la Tetrade, una necessità che fa accadere esattamente ciò che è bene che accada. Tutto ciò che esiste è stato dunque creato per l’uomo, compreso ciò che a prima vista potrebbe sembrare negativo:
“.. le bestie feroci esistono affinché l’uomo possa esercitare la sua forza e comprenda il valore della serenità e della pace, i denti velenosi delle serpi affinché l’uomo sviluppi l’ingegno di guarigione e medicamento, le cimici affinché non dorma troppo, le carestie affinché non si abbandoni alla mollezza e conosca il valore del benessere, e non dell’abbondanza, e così via...”.
L’uomo è quindi parte del disegno della Tetrade, e possiede sopra ad ogni altra creatura i doni divini (vedi:
Quattro Corpi, o i Doni degli Dei) che lo rendono partecipe e consapevole dell’ordine tetradico che, inevitabilmente, conduce al bene. Il bene degli uomini, la loro felicità, risiede nella compiuta realizzazione di se stessi e della propria natura, e poiché per disposizione divina l’uomo tende alla Tetrade e alla somma ragione, gli uomini saranno compiuti solo se vivranno secondo ragione, ovvero secondo Virtù, realizzando in modo armonico le proprie facoltà. La Virtù assume nomi diversi a seconda degli ambiti in cui viene esercitata, la saggezza verte sui compiti dell’uomo, la temperanza sugli impulsi, la fortezza sugli ostacoli, la giustizia sui rapporti tra gli uomini.
La Via Virtuosa è dunque questo: un cammino che inizia con la fede, ovvero l’accettazione e la comprensione della Tetrade, e che impone quale dovere di ogni uomo la comprensione e la realizzazione del proprio compito all’interno dell’ordine tetradico (ogni uomo ed il suo lavoro sono necessari e nobili), la negazione degli eccessi provocati in lui da Laetitia ed Aeterna e la tensione costante verso Sidèreo, il cui raggiungimento significa l’immortalità spirituale e la gloria del ricordo presso i posteri.
La Virtù è dunque l’unico bene, il suo rifiuto l’unico male. La Virtù è il solo bene in senso assoluto perché costituisce, nell’uomo, la realizzazione dell’ordine razionale del mondo che proviene dalla Tetrade, e porta dunque l’uomo a tendere sempre di più verso il divino. Tale è la Via Virtuosa.
L’ordine tetradico, così come dirige la vita di ogni singolo uomo indicando la Via Virtuosa, dirige anche quella della comunità umana. Ciò che si chiama giustizia è dunque l’azione, presso tutti gli uomini, della stessa ragione divina. La legge che si ispira alla ragione divina è una legge superiore e giusta, che sovrasta quelle riconosciute dai diversi popoli, limitate ed inique. Essa è perfetta, quindi non suscettibile a correzione o miglioramenti.
Castamante così parlò di tale legge:
“Vi è certo una vera legge, la retta ragione che proviene dalla Tetrade. Diffusa tra tutti, costante, eterna, che con il suo comando invita alla virtù e con il suo divieto distoglie dal commettere atti empi. Tale legge non sarà diversa a Meridia o a Castelbruma o dall’oggi al domani, ma come unica, eterna, immutabile giustizia governerà tutti i popoli ed in ogni tempo.”
Il Peccato
Non esiste un’entità esterna che spinge al male gli esseri viventi, la Tetrade comprende ed accorpa ciò che spinge al male in sé stessa, poiché niente è male per genesi, tutto lo è per rifiuto del bene. Laetitia ed Aeterna non sono il male, o meglio, possono esserlo se questo è giusto per gli uomini (pestilenze e catastrofi che correggono gli umani errori, ma anche eccesso di abbondanza che conducendo alla mollezza e alla decadenza tentano gli uomini all’errore), e possono diventarlo se gli uomini si lasciano tentare da esse. Gli uomini possono dunque peccare, perdendo la rettitudine (ovvero la dirittura della propria Via Virtuosa), ma possono (e ovviamente devono) anche redimersi per tornare alla virtù.
Ad ogni passo nel peccato deve giungere la consapevolezza di esso (ragione per cui i sacerdoti, giustamente, predicano ed inducono gli uomini alla riflessione e al pentimento), e deve rispondere un passo della stessa entità verso la virtù. Se si è peccato di avarizia si compierà una rinuncia, se si è peccato di lussuria di compierà un’astinenza, se si è peccato di viltà si farà un atto coraggioso e così via. Quando il peccato coinvolge altri uomini oltre a se stesso questo è detto Empietà, e all’empietà spesso non v’è via facile per la redenzione, quasi sempre non ve n’è. Se la cupidigia spinge un uomo a rubare egli dovrà restituire in egual misura, e se non possiede abbastanza ripagherà con il proprio lavoro il torto, rendendosi schiavo. Se l’ambizione o la paura spingono un uomo ad uccidere, solo la morte potrà redimerlo. La Tetrade considera dovere di ogni uomo virtuoso correggere l’empietà, per proteggere la virtù altrui e per redimere la virtù dell’empio. Solo la redenzione del peccato o dell’empietà può portare l’uomo a sviluppare l’anima, e dovere di ogni virtuoso è aiutare il prossimo a percorrere la propria via virtuosa. Per questo perseguire l’empietà e correggere i torti, financo con la morte quando necessario, è sempre un atto virtuoso.
Secondo la dottrina della Tetrade il suicidio è accettabile nel caso esso venga compiuto per espiazione, per onore, per compiere un doveroso atto di virtù. Il Devoto Vinfredo, ad esempio, si consegnò alle fiamme sotto gli occhi del Profeta Castamante per ammettere e correggere i propri errori.
Peccato che si ascrive alla via dell’empietà è anche l’avere a che fare con l’Oltretomba e gli spiriti, che sono per natura maligni e distruttivi, e che non sono fatti per stare nel mondo dei viventi se non per necessità (come le carestie o la peste). Coloro che con arti immonde si adoprano per aiutare gli spiriti a funestare i viventi condannano se stessi all’empietà, e pertanto vanno redenti.
Il ricordo dei defunti
Così come l’uomo che ascende a Sidèreo si conquista la gloria e il ricordo degli uomini, ergendosi ad esempio dopo la morte e nel tempo a venire, allo stesso modo chi si macchia di peccati ed empietà non viene ricordato, se non al fine di distogliere gli uomini dal suo medesimo triste destino. Ecco allora che, secondo i precetti della Tetrade, quando si nomina un morto bisogna sempre ricordarlo nel giusto modo e secondo virtù, benedicendone la memoria se egli era retto, maledicendolo se egli era un peccatore.
Coloro che più di ogni altro si adoperano per condurre sul sentiero della virtù gli altri uomini sono ricordati in eterno, essi più di ogni altro hanno conquistato la gloria di Sidereo e ad esso sono vicini. Per questo tali uomini sono riconosciuti dalla Tetrade come Devoti, e ricordati con tanta veemenza la sfiorare la venerazione che si riserva agli Dei, poiché tanto vicino a Sidereo i Devoti sono giunti.
Coloro che invece si sono macchiati del peggiore dei peccati, ovvero aver allontanato dalla virtù tanti uomini, ed aver cercato di raggiungere il ricordo eterno degli uomini non per aver compiuto il loro bene, ma per aver compiuto il male, sono riconosciuti dalla Tetrade come Empi (il corrispettivo dei demoni). La loro essenza spirituale è più nera e malvagia delle altre, ed avendola alimentata in vita, essa nell’Oltretomba è più forte e più terribile.
La vita di un tetradico è scandita da alcuni grandi avvenimenti, ovvero il Rito del Nome, il Matrimonio, il Rito dell'Addio ed il Rito della Memoria; i nobili delle Terre Spezzate ricevono anche l'Investitura Cavalleresca.
A capo dell'Ecclesia vi è il Tetrarca, che nomina i Vescovi, a capo del'ecclesia nelle loro città. I Vescovi a loro volta sono assistiti da Abati, Vicari e Sacerdoti.
Lo Ieratico
Lo ieratico è una lingua eletta, ricevuta da Castamante per illuminazione divina e simile, seppur più nobile e musicale, alla lingua vernacolare delle Terre Spezzate . Molte delle cerimonie e delle preghiere hanno parti in ieratico, e non è inconsueto che gli stessi religiosi cambino il proprio nome traducendolo in ieratico. La Tetrarca, ad esempio, è chiamata dagli ecclesiastici e dai fedeli Beatrix, al posto del suo vero nome Beatrice.
La storia di
Castamante racconta che il Profeta abbia conquistato le Terre Spezzate al culto della Tetrade ed al suo dominio, spirituale e temporale. Ma la storia racchiusa nel Libro dell’Illuminazione racconta invece delle Quattro Rivelazioni della Tetrade che il Profeta affrontò, e di come esse avvennero. Il Libro dell’Illuminazione e il Libro delle Predicazioni sono stati scritti quando il Profeta era Tetrarca delle Terre Spezzate, per mano dei Devoti Gaero e Blianna, e della moglie Clarina.