Pitti

Sommario

Principati
Descrizione
Cosa pensano i Pitti delle altre razze:
Uomini del Mare
Uomini della Sabbia
Bruti
Eredi
Niviani
I Pitti di Terre Spezzate
Novità e Dicerie
orco.pngVedi anche Razze civilizzate: Uomini del Mare, Uomini della Sabbia, Eredi, Bruti, Pitti, Niviani - Elfi, Ashai - Bestiario dei mostri


Selvaggi, barbari, fieri, indomiti, misteriosi e spirituali: tutto questo possono essere i Pitti...

Un tipico pitto: Corvomanto del Clan della Lince


Principati
I Pitti si trovano a Altabrina, Neenuvar e Corona del Re.

Descrizione

“…ecco, Amici, ecco perché i nostri Padri amarono il popolo che negli occhi ha il colore del Cielo. Essi posseggono la forza e l’onestà delle fiere, odono i sussurri degli alberi e la loro voce ha la potenza del Vento. Sono semplici, rifuggono la civiltà, e come fanciulli che ascoltano le storie degli anziani per dimenticarle non appena il sonno giunge a chiudere i loro occhi, i Pitti rimangono per sempre giovani…”

Tra le gelide nevi di Altabrina, nella profondità delle selve di Neenuvar e in una piccola comunità nei fitti boschi di Corona del Re vive un popolo, di piccola corporatura ma di grande coraggio, misterioso ed alieno agli occhi degli Uomini. Si tratta del “Popolo Dipinto” o Pitti come sono chiamati comunemente i membri di questa razza.
“L’uomo saggio non deve credere alle leggende, essi sono umani come te e me, solo che in un tempo passato scelsero la saggezza al posto delle lusinghe della civiltà”. Così parlava ai propri studenti il maestro Teofilo all’epoca del Regno di Alessandro. I Pitti, in effetti, al tempo dell’arrivo dell’uomo nelle Terre Spezzate, facevano parte del popolo degli Adusti, giunto dall’estremo sud e stabilitosi dapprima negli odierni territori di Meridia e poi spintosi verso nord fino ad incontrare gli Elfi. L’incontro con un popolo così arcano e potente affascinò parte degli antichi Adusti e li spinse ad una sorta di venerazione nei loro confronti. Alcuni Adusti vedevano negli Elfi degli Dei in terra, la testimonianza diretta dell’esistenza di un mondo magico e spirituale che permea quello reale.
Così mentre alcuni uomini ponevano le basi per lo sviluppo della fiorente civiltà merida, altri vivevano all’ombra del popolo fatato assorbendo i suoi miti, le sue conoscenze e la sua infinita saggezza. Come un frutto raggiunge la maturità e si separa dal ramo che l’ha generato, così il popolo dipinto si distaccò dagli Uomini della Sabbia e scivolò verso nuovi orizzonti. Narra una leggenda che quando essi si sentirono pronti dipinsero i loro volti e fuggendo la luce del sole si recarono alla corte degli Elfi, i quali dissero loro che a nord stava il loro destino, tra le foreste e i ghiacci oltre il Gran Golfo. Nel nord delle Terre Spezzate i Pitti incontrarono la feroce genia dei Bruti e con essi strinsero rapporti cordiali insegnando loro la religione appresa dai Fatati. Tuttavia la convivenza si rivelò più fragile del previsto e, all’arrivo degli Uomini del Mare, molti Bruti abbandonarono il Popolo Dipinto unendosi ai nuovi arrivati. I Pitti ebbero molto a soffrirne nella guerra coi guerrieri dalle armi d’acciaio e dovettero ritirarsi a nord del Cristallo o nelle terre rimaste ai loro mentori elfici. E lì oggi rimangono, conducendo una vita in sintonia con la natura lontano da città affollate e costruzioni in pietra.
Non esiste razza delle Terre Spezzate che si trovi più a proprio agio dei Pitti all’interno di selve e foreste d’ogni genere. Essi sono magnifici esploratori e cacciatori, abili erboristi e coraggiosi guerrieri capaci di difendersi dalle numerose insidie delle zone selvagge. Quelli tra loro che padroneggiano poteri magici o spirituali li considerano un dono del mondo degli spiriti, concesso grazie ai patti che stringono con il loro animale totem o con le potenti Essenze della Natura.
La consapevolezza dell’esistenza di un mondo sovrannaturale, contiguo e sovrapposto a quello terreno, condiziona in ogni momento il comportamento dei Pitti, ed essi sono senz’altro il popolo più intimamente religioso delle Terre Spezzate, non perdendo occasione di dimostrarlo. Certi che il proprio destino sia già scritto da tempo, i giovani non si curano troppo di quel che rischiano o di quel che gli può accadere, e i vecchi cercano incessantemente i segni che gli permettano di conoscere anzitempo il futuro. Ragione per cui tanto spesso i Pitti appaiono, agli occhi degli estranei, dei folli temerari o dei primitivi invasati.
Per il popolo pitto ogni avvenimento lieto è un dono indimenticabile degli spiriti e come tale va festeggiato lietamente, con libagioni e festini. Anche le cerimonie religiose assumono spesso il carattere di danze o canti di gruppo, anche se l’elemento mistico trae forza principal-mente dall’intermediazione degli sciamani col mondo degli spiriti, che vengono contattati con l’ausilio di piante, muschi, funghi e distillati in grado di esaltare le capacità dell’officiante. Tipici dell’appariscente religiosità pitta sono pure le frastornanti musiche tribali e il macabro sacrificio di animali e, talvolta, di prigionieri o reietti della società.
Le usanze del Popolo Dipinto sono varie e spesso incomprensibili a chi non ne fa parte. La più appariscente è senz’altro quella dei tatuaggi: sin dalla nascita, attorno agli occhi del nuovo arrivato, viene tatuata una striscia di colore blu a eterno ricordo della scelta che l’intero popolo effettuò millenni or sono proteggendo i propri occhi dalla furia del sole. Con il passare degli anni, i Pitti ricoprono il proprio volto e spesso anche il resto del corpo, di nuovi tatuaggi, ad indicare le imprese compiute o il rispetto sociale di cui godono.
La cultura dei Pitti e la loro storia sono pressoché sconosciute anche perché questo popolo non ha mai sviluppato né accettato la scrittura, preferendole una vasta e profonda tradizione orale. Rara-mente un Pitto sa scrivere il proprio nome, e ancor più raramente sa leggere anche solo poche, elementari parole. I saggi e gli anziani tramandano storia e leggende del passato, e l’arte di intonare la voce e di parlare destando interesse sono estremamente apprezzate, tanto che si dice che un Pitto, vinti diffidenza e silenzio, sia difficile da far stare zitto. La stessa magia brinnica, secondo la tradizione pitta, altro non è che un antico patto stipulato con lo Spirito del Vento, che consente agli sciamani di rendere invincibile la potenza della loro voce.
Nonostante possano apparire come dei selvaggi, i Pitti coltivano, a modo loro, un forte senso dell’onore. Difficilmente uno di loro userà l’arma della menzogna per cavarsi d’impaccio, piuttosto il loro incredibile coraggio, che altri definirebbero temerarietà, li porterà a tentare imprese disperate senza batter ciglio e senza tener conto di ordini, ai quali il Popolo Dipinto è particolarmente refrattario. Con questo non si vuol dire che i Pitti cerchino la morte in ogni occasione, il guerriero saggio sa tener conto dei consigli degli anziani e sa che, nel momento del bisogno, gli spiriti gli indicheranno la giusta via.

Cosa pensano i Pitti delle altre razze:

Uomini del Mare
Che gli Uomini giunti dal mare ghiacciato siano un popolo un po’ strano è opinione diffusa presso i Pitti. Per quel che riguarda il Popolo Dipinto gli uomini troppo spesso hanno progetti tanto ambiziosi quanto inutili, come le imponenti città in cui si chiudono. Non riescono a cogliere davvero l’essenza del vivere, si rendono prigionieri di mille vincoli: mura, armature, convenzioni che difficilmente vengono comprese da un Pitti. Gli Uomini inoltre venerano dei falsi dei, la loro cecità di fronte al mondo che li circonda li ha fuorviati, spingendoli ad inventarsi di sana pianta degli spiriti che chiaramente non esistono. Ecco perché per un Pitto è punto d’onore mostrare agli Uomini quale sia il giusto stile di vita, cantando delle antiche gesta, danzando e godendo dei doni, oltre che combattendo fieramente.

Uomini della Sabbia
Non vi sono mai stati grandi contatti tra i Pitti e gli Uomini della Sabbia se si esclude la comune convivenza nei territori di Neenuvar. Non stupisce dunque come questi godano della medesima considerazione di quelli del Mare presso il Popolo Dipinto. Le antiche leggende sulla comune origine sono difficili da credere, gli usi e costumi degli Uomini della Sabbia sono troppo diversi per crederli davvero antichi cugini. Inoltre anche questi uomini sono associati al culto della Tetrade, anche se, forse per il caldo delle loro terre, gli Uomini della Sabbia hanno almeno il buon senso di non chiudersi nel ferro per combattere.

Bruti
È opinione comune che i Bruti siano costantemente in cerca di rogne, e che si prendano eccessivamente sul serio, quasi quanto gli uomini, ma “fai in modo che un bruto ti guardi le spalle e gli Spiriti non ti chiameranno a loro quel giorno”. Il loro fisico massiccio li rende temibili e il loro valore è fuori discussione, la fede negli spiriti è salda, ma è senza dubbio un popolo che non ha capito come ci si diverte. Senza contare che alcuni di loro sembrano davvero poco svegli. Il rapporto con i Bruti è comunque generalmente cordiale, forse a causa della storica convivenza nei medesimi territori, forse perché sono le due razze più selvagge delle Terre Spezzate.

Eredi
La nobile stirpe degli Elfi ha sempre affascinato il Popolo Dipinto, la loro saggezza li ha guidati verso il loro destino e gli ha svelato la vera natura delle cose. Dagli immortali discendono gli Eredi che, come i loro padri, paiono infusi di magica sapienza. La loro moderazione e la loro mi-tezza suscitano nei Pitti un grande rispetto e una profonda ammirazione tanto da farli apparire ai loro occhi come degli esseri superiori.

Niviani
Se dal mare fossero arrivati dei demoni, sarebbe stato meglio. Agli occhi dei Pitti si tratta di una razza dannata e la scarsa opinione che ne hanno gli Eredi non aiuta certo ad averne una buona considerazione. Si dice che questi “Pallidi” pratichino la magia nera, cosa non difficile da credere vista la disgustosa opulenza nella quale vivono e la pelle bianca come un sudario di morte, chiaro segno di perdizione. La loro terribile blasfemia è tanto sfrontata che si racconta si credano essi stessi degli dei in terra e che neghino l’esistenza degli spiriti.

I Pitti di Terre Spezzate

  1. Airemir della Luna
  2. Altocorno il taverniere
  3. Ania da Querciantica
  4. Arimanno Famedoro
  5. Civetta Selvaggia
  6. Crindiluce del Clan della Volpe
  7. Crindisole del Clan del Lupo
  8. Erucalle della Selva
  9. Falcobrando del Clan del Falco
  10. Fioralba Frecciarossa
  11. Fuoco nel Ghiaccio
  12. Ginepro da Andunelen
  13. Luporosso del Clan della Volpe
  14. Nibbio della Foschia
  15. Primaluna del Clan della Lince
  16. Rapace Sagace
  17. Rolando Frecciarossa
  18. Zannafiera del Clan della Volpe


Novità e Dicerie

''Quando c'è un Pitto nei dintorni, il suo arrivo è preannunciato dal fetore che egli emana... o dalle pulci che gli battono la strada...'' [1]

"La mia gente si è mischiata troppo con bruti e uomini la nostra progenie non avrà lo splendore dei suoi padri se le nostre donne si concedono a chiunque non sia uno di noi! Bisogna rafforzare la razza a costo di fecondare io stesso ogni Pitta in circolazione"[2]




Zannafiera, fu Sciamana di Altabrina
Are, Druido di Neenuvar

  1. ^ Nereo da Elianto
  2. ^ Teoria di Nibbio 'della foschia', Alfiere tra gli Sciamani