Storia di Altabrina

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La corte del Principe

logo-terre-spezzate-icona.pngVedi anche Storia delle Terre Spezzate - Racconti e Canzoni, periodi storici:
Re della Primavera, Invasione degli Uomini del Mare, Dominio del Sole, Secoli bui, Dominio di Vesta, Egemonia di Castelbruma, Ascesa dei Gastaldi
Cronologia Sintetica - Personaggi storici - Storia di Altabrina - di Castelbruma - di Valleterna - di Corona del Re - di Neenuvar - di Venalia - di Meridia


Quando gli Elfi erano ancora una razza vitale e potente colonizzarono tutte le regioni più ricche e temperate delle Terre spezzate. Ma, mentre a sud giunsero sino ai margini del deserto, nel nord non si spinsero mai oltre la costa meridionale dell’attuale Castelbruma, lasciando ai Bruti le terre più inospitali ed estreme. Tra queste la vasta regione a Nord del fiume Cristallo vide per secoli una titanica e interminabile lotta tra le razze più feroci e astute del continente: i Bruti e i Diurni, o Diavoli dei ghiacci. Poi i Pitti si spinsero a nord nelle terre concesse loro dagli Elfi incontrarono i Bruti, e si allearono ad essi nella lotta contro i terribili ed enigmatici Diurni. Si sviluppò così una guerra spietata per scacciare le orrende creature dalla terra promessa. Ma nella lotta accanita e senza esito, i più forti guerrieri Pitti e Bruti non riuscivano a prevalere contro i demoni bianchi.
Fu allora che il giovane guerriero Cane Rosso strinse un patto con gli spiriti dei boschi: Cane Rosso e il suo clan avrebbero scacciato i Diavoli a nord dei Monti Arcigni con l’aiuto della magia degli spiriti dei boschi. Le sfuggenti entità silvane avrebbero infuso in loro il potere delle belve della foresta. Il patto fu siglato nel sangue e i guerrieri mutarono d’aspetto, diventando Lupi su due zampe, Orsi con sembianze umanoidi ed altri innumerevoli esseri ibridi. Forti di questo potere, questi eroi scacciarono i Diurni oltre le montagne e gli spiriti chiesero loro di restituire i Doni, poiché non è saggio per un semplice uomo vivere con sembianze ferine troppo a lungo. Ma i guerrieri anelavano alla vittoria totale e inseguirono i diavoli oltre le montagne, facendone immensa strage. Gettarono i loro nemici nell’abisso ed altri li cacciarono sin sul mare gelato oltre le Isole del nord. Poi quando tutti i diavoli furono respinti nella terra dove non sorge mai il sole i Guerrieri tornarono indietro felici di rivedere i loro parenti e compagni. Tuttavia quando giunsero ai loro villaggi i loro vecchi amici non li riconobbero e li scacciarono credendoli delle bestie selvagge e pericolose. Così i guerrieri si rifugiarono nel folto della foresta e chiesero aiuto agli spiriti. Le magiche creature risposero ai loro appelli e liberarono coloro che lo desideravano dalla forma animale. Alcune leggende raccontano però che Cane Rosso ed alcuni guerrieri non si siano mai liberati della pelle di animale che avevano indossato, e proteggano Altabrina dai Diavoli dei ghiacci per l'eternità.
Dall’arrivo dei Pitti le terre di Altabrina e Castelbruma vissero unite e in pace. Tribù di Pitti e di Bruti scorazzarono per secoli indisturbate nelle terre donate loro dagli Elfi. A Castelbruma risiedevano i Clan del Cervo, della Volpe, dell’Orso e del Corvo, nelle terre di Altabrina i Figli del Lupo, del Falco, della Lince e del Gufo vagavano liberamente per le sconfinate distese boschive. Poi un inverno gelido e terribile come mai se n’erano visti trasformò il mare ad ovest in una distesa di ghiaccio e un cataclisma peggiore della guerra coi Diurni si abbatté sulle terre del nord. Nerofiume, sciamano del clan del Corvo, vide in sogno uomini coperti di ferro sciamare a migliaia sulle coste brumiane conquistando e saccheggiando. Egli comunicò ai compagni la sua visione ed essi gli credettero e si armarono fiduciosi di respingere gli invasori. Sulla sponda dello Zaffiro si accalcavano i guerrieri del clan e intonavano canti di guerra smaniosi di battersi. Solo gli sciamani tremavano presagendo l’orrore e l’oblio. Sulle masse fiduciose si abbatté un turbine di acciaio e morte, silenziosi guerrieri uscirono dalle nebbie e avanzarono incuranti delle frecce e delle lance, e massacrarono coloro che osarono resistere; chi cercò scampo nella fuga morì congelato nelle acque dello Zaffiro.
Negli anni che seguirono l’invasione proseguì spedita e molti Bruti si unirono alle schiere degli Uomini del Mare, il Clan dell’Orso e del Corvo che vivevano ad ovest dei Monti delle Nuvole furono sterminati e i Figli del Cervo e della Volpe si rifugiarono nelle terre dell’odierna Altabrina. L’arrivo di tali masse di profughi provocò uno spostamento ad est dei Clan. I Figli del Falco superarono il Gargio e si stabilirono sulla Gargiarocca, i Lupi spinsero il Clan del Gufo verso nord est e si stabilirono essi stessi ad Altea, lasciando alla Tribù del Cervo la bassa valle dell’Orso. Il Clan della Volpe vagò per anni nella Selva Fatata prima d’insediarsi a Riparossa. Mentre le terre calde erano sotto il giogo degli Uomini del Mare, Altabrina prosperava e cominciò ad accogliere nei suoi confini anche i nuovi arrivati che parevano ansiosi di conoscere ed espandersi in ogni dove. Sulla Gargiarocca i Brinnici impararono a costruire lunghe navi da guerra e a condurle per mare. Nei secoli che succedettero alla caduta di Altamar, Altabrina prosperò e, quando Alessandro Difensore degli Uomini mosse i primi passi verso la gloria, nessuno nell’estremo nord sapeva della sua esistenza.
Avvenne dunque nell’anno 361 che i sonni degli sciamani furono funestati da incubi di morte, e un vento gelido scese dal mar di Brina: dalle distese ghiacciate calarono i Diurni ricomparendo dopo un sonno di molti secoli. La gelida costa sul Mar di Brina cadde rapidamente nelle mani dei Diavoli dei Ghiacci e la marea bianca scavalcò le vette insensibile al gelo. Altorivo venne saccheggiata e alla confluenza del Riograsso e dell’Orso le tribù riunite affrontarono l’orda. Infuriò la battaglia per due notti e un giorno e all’alba del secondo giorno parve ai guerrieri brinnici che i Diavoli non dovessero finire mai. Poi quando l’immenso sciame dei Diurni prese ad avanzare per schiacciare definitivamente i difensori di Altabrina un raggio di sole fendette l’orda e questa tremò poiché un sole era sorto ad ovest. Alessandro alla testa dei suoi guerrieri piombò sui demoni e li travolse. La sola vista del Conquistatore soggiogò i Clan ed essi lo seguirono nella caccia che mise in fuga i Diurni alla volta del Mar di Brina.
Le tribù giurarono fedeltà ad Alessandro ed egli con la lungimiranza che lo contraddistinse sempre prese cento guerrieri da ogni Clan è ricreò i Figli dell’Orso ponendoli a nord delle montagne e affidandogli il sacro compito di proteggere Altabrina e tutte le Terre Spezzate dalla minaccia dei Diavoli dei Ghiacci. Si disse allora che lo splendido Alessandro eguagliasse la gloria di Cane Rosso, e che come lui avesse stretto un patto con gli spiriti perché concedessero al nuovo Clan dell’Orso la loro protezione.
Alla morte del Difensore degli Uomini Altabrina scivolò come il resto delle Terre Spezzate nei Secoli Bui, passò il tempo e le terre del nord vennero funestate da aspre guerre tra i Clan. L’infuriare delle lotte intestine per territori e predominio impedì ai brinnici di scorgere la minaccia che cresceva a sud. Nelle terre di Valleterna il culto della Tetrade acquistava forza e i potenti Cavalieri-sacerdoti valniani accrescevano il loro numero. Quando alfine Valleterna si mosse lo fece con rapidità e decisione, sconfisse i Brumiani sul campo e li scacciò ad ovest dei Monti delle Nuvole, poi volse lo sguardo ad est. I Clan si accorsero del pericolo quando molti bruti fedeli del vecchio culto portarono la notizia delle persecuzioni perpetrate dai seguaci della Tetrade a Castelbruma. Sdegnati gli sciamani di Altabrina convocarono un grande consiglio di guerra e convinsero il popolo della necessità di affrontare i fanatici Valniani. Un grande esercito mosse a sud e affrontò la cavalleria valniana a sud del Cristallo. Mai scelta si rivelò peggiore, le tribù furono sconfitte dal loro stesso impeto e dalla loro folle disorganizzazione. Cercando di superarsi in valore i Clan si battevano ciascuno per proprio conto e ad uno ad uno furono facile preda degli uomini delle terre calde. Quando gli Sciamani videro ciò ammantarono di nebbia il campo di battaglia e fecero ritirare i loro compagni. Quando i superstiti si riunirono decisero che i Clan avrebbero dovuto avere una guida più salda, così lo sciamano Ombrasera propose che uno di loro dovesse essere nominato Primo tra gli altri e così fu. Il Clan del Lupo, il più numeroso, fu insignito del Titolo di “Primo tra i Clan” e quando i Valniani tornarono Altabrina li respinse salvandosi dal giogo della Tetrade. I Figli del Lupo, forti della loro autorità, mantennero il Principato fedele alle proprie tradizioni e chiuso ai rapporti con le altre terre. I contatti con le terre calde si limitarono per lungo tempo alle razzie compiute a bordo delle agili navi dalla forma allungata, tipiche dei popoli del nord.
Ad Altabrina non ci sono mai stati molti cavalli, e probabilmente per questo la Peste Equina non ha fatto terribili stragi come nelle terre del sud. Sicuramente anche qui ci furono contagiati, ma non più di quanti ogni inverno muoiano di polmonite, per cui l'episodio non fece scalpore e non venne ricordato.
Con lo scemare del potere di Valleterna, nella vicina Castelbruma gli ambiziosi nobili di un tempo riconquistarono il potere e scacciarono i profeti del nuovo culto. Il Clan del Lupo si lasciò tentare dalle proposte di alleanza brumiane: la possibilità di ristabilire l’Antica e vera Religione convinse il clan più tradizionalista di Altabrina, e gli altri al seguito, a muovere guerra alle terre calde. I guerrieri del nord travolsero ogni resistenza e ottennero grandi bottini e molti di essi s’insediarono nelle terre del sud. Parve allora che stesse nascendo una nuova era e che l’Antico Culto dovesse nuovamente guidare le genti verso la saggezza. Ma il governo di Castelbruma era brutale e i Cantori delle Nevi presero a condannare le feroci repressioni dei fedeli della Tetrade nel nome dell’adorazione degli spiriti di tutte le cose. Passati cinquant’anni dalla presa di Dimora, soltanto il Clan del Lupo sosteneva ancora attivamente i Re del Nord. Tutte le altre tribù se ne erano tornate alle loro case, e solo i Figli del Falco e quelli del Lupo parevano ancora interessati alle vicende delle Terre Spezzate.
Quando i Gastaldi, forti di molte e varie alleanze, guidarono la ribellione, i nordici guerrieri abbandonarono le terre calde e fuggirono dietro Passo Tempesta. Sembrava che le Terre Spezzate dovessero rimanere divise, era impossibile ai Gastaldi forzare il passo e la flotta del Falco rendeva impossibile uno sbarco. Ma i Signori della Gargiarocca non avevano frequentato invano i porti di Corona del Re, e trattarono la resa di Altabrina col titolo di Principi e Capi del Primo tra i Clan. I Figli del Falco divennero dunque il Clan più potente di Altabrina e s’insediarono nelle mura della tradizionale casa del Lupo, la Capitale Altea.
La situazione di conflitto venutasi a creare a causa di questa intrusione sfociò anni dopo in una violenta ribellione: i Figli del Lupo insorsero in occasione di una visita di Re Caio Magno dei Gastaldi e le Guardie Reali con il beneplacito dell’allora Principe Ventogelo soffocarono la rivolta nel sangue. Da allora sono passati molti anni, ma il popolo brinnico non dimentica facilmente i torti subiti. L’attuale Capo del Primo tra i Clan, il Principe Falcobrando è d’indole ben diversa dal suo arrendevole predecessore, amato dal popolo e ispirato dagli spiriti nelle sue sagge decisioni. Appare quindi difficile stabilire chi appoggerebbero i suoi alfieri, se il Re o i figli della sua amata terra.

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  1. ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano