Uomini del Mare
Gli Uomini del mare sono una razza umana che discende dagli antichi conquistatori giunti da oltremare ad ovest e che è dominante nel nord delle Terre Spezzate. E' una razza fiera, onorevole ed aggressiva.
 |
Torio da Castrum fidei, un tipico Uomo del mare |
Gli uomini del mare si trovano a
Altabrina,
Castelbruma,
Valleterna e
Corona del Re.
Descrizione
Gli Uomini del Mare sono la razza più popolosa delle Terre Spezzate. Sono predominanti in tutto il nord, da Altabrina a Castelbruma a Valleterna, e dividono Corona del Re con gli Uomini della Sabbia. Sua Maestà Cornelio dei
Gastaldi fu un Uomo del Mare. Molti secoli sono passati da quando gli Uomini del Mare erano feroci predoni giunti dal nord, il cui solo nome ispirava terrore nei popoli civilizzati delle Terre Spezzate. Le antiche leggende di questa stirpe fiera e aggressiva parlano infatti di un Regno Perduto, oltre il Mar Disgelo, persino oltre l'alba, in cui la caccia dava ricche prede e le botti traboccavano di birra. Non si sa esattamente come e perchè avvenne la traversata; le cronache degli
Elfi e degli antichi
Pitti raccontano però che alcuni inverni eccezionalmente gelidi si susseguirono, in cui il mare stesso divenne di ghiaccio ed era possibile raggiungere a piedi le Isole del Nord.
Dall'immane distesa di ghiaccio giunsero uomini coperti di pellicce e pesanti armature, che brandivano armi d'acciaio, le più affilate e robuste che si fossero mai viste nelle Terre Spezzate. Dapprima piccoli gruppi di guerrieri e cacciatori, poi famiglie e interi clan, sempre più numerosi, si stabilirono a Castelbruma e Altabrina. Nell'arco di tre inverni la parte occidentale di Castelbruma era sotto il loro controllo, e né la magia degli
Elfi né il coraggio dei
Pitti poteva arrestare l'implacabile orda. In meno di dieci anni avvenne quella che i sapienti chiamano l'Invasione, e i guerrieri del nord divennero signori di ogni terra conosciuta. “Il tempo degli antichi Re è finito. Mai più un Elfo o un Eliarca governeranno le Terre Spezzate. Oggi inizia l'era degli Uomini” , queste le parole attribuite al primo Re del Mare, dimentico del fatto che anche la maggior parte dei popoli soggiogati erano umani. Un autunno il mare non si congelò più, impedendo viaggi e comunicazioni tra le Terre Spezzate e il misterioso Regno Perduto. Le nuove, ricche colonie degli uomini venuti dal freddo erano diventate anche la loro prigione, e la loro unica dimora. Nei secoli successivi, a causa del nuovo stile di vita sedentario e dell'influenza degli Elfi e degli
Uomini della Sabbia, il popolo dei Re del Mare attenuò ferocia e spirito predatorio in una progressiva civilizzazione. Oggi negli Uomini del Mare si contano persone di ogni genere, spietati guerrieri come pii sacerdoti, ma soprattutto pacifici contadini e artigiani, che sembra difficile possano discendere dai terribili invasori. I tratti culturali, retaggio dell'antico popolo, che sono rimasti compaiono in misura diversa nei singoli individui e nelle varie regioni, ma è comunque possibile individuare caratteristiche comuni. Gli
Uomini della Sabbia, del tutto simili per aspetto fisico, ma profondamente diversi per quanto riguarda cultura e attitudini, non hanno perdonato agli umani del nord l'Invasione, e non riescono a non considerarli rozzi, volgari e facili all'ira. La loro scarsa propensione per i bagni caldi, poi, è costante motivo di scherno da parte dei raffinati cugini del sud. Gli Uomini del Mare tengono in alta considerazione l'onestà e l'onorabilità, intese soprattutto come il rispetto della parola data. Si narra di eroi del passato e del presente disposti a sacrificare prestigio e ricchezze, o addirittura la propria vita pur di non mancare a una promessa. Nella realtà dei fatti di rado si giunge a questo punto; di certo però un uomo la cui parola vale poco, vale poco egli stesso, e difficilmente troverà amicizia e rispetto. La prodezza guerriera è più importante che presso qualunque altra razza, esclusi forse i
Bruti. L'accusa di codardia è tra le più gravi che si possa rivolgere a un uomo, e ci si aspetta che tutti quelli in grado di portare le armi siano pronti a difendere la terra o obbedire al signore in caso di guerra. L'obbedienza e la lealtà alla propria famiglia, e quindi al Barone e al Principe, sono valori centrali per gli Uomini del Mare. Chi è senza legami e senza obblighi viene malvisto, poiché solo un traditore, un pazzo o un reietto possono aver voltato le spalle alla propria terra e alle proprie origini. Stranieri e viaggiatori vengono tollerati o accolti, ma godono comunque di scarsa considerazione. Con queste premesse è naturale che gli Uomini del Mare non rispettino particolarmente il commercio e i mercanti; un popolo così diretto e fiero non vede di buon occhio chi non lavora la terra con la zappa o la difende con la spada. Questa loro apparente intolleranza e chiusura verso il mondo esterno viene però fortemente mitigata dal principio dell'ospitalità, considerato sacro e inviolabile da tutti gli uomini di questa stirpe. Molte popolari saghe e ballate raccontano di nemici giurati che, per necessità o per equivoco, si trovarono l'uno ospite dell'altro. Avendo condiviso il giaciglio e il pane, non estrassero le armi ma anzi si comportarono con cortesia impeccabile, in attesa di una situazione che permettesse loro di scontrarsi senza disonorarsi. Nobili e plebei sono in effetti prodighi e disponibili nei confronti degli ospiti loro pari; ci si aspetta che l'ospite, dal canto suo, non sia inopportuno, fastidioso o approfittatore. L'inviolabilità dell'ospite è, anche tra nobili e Principi in guerra, una forte garanzia di sicurezza, frequentemente utilizzata per iniziare trattative diplomatiche o siglare una tregua. Gli Uomini del Mare possiedono uno spiccato senso della spiritualità e della religione come collante della società, che si tratti del Vecchio Culto o di quello Tetradico. Questa spiritualità si traduce talvolta in sincera fede, talvolta in devozione e rispetto di Dèi e Spiriti, talvolta in superstizione, soprattutto presso il popolino. In generale comunque i sacerdoti e gli uomini devoti sono benvoluti e rispettati, mentre, salvo poche eccezioni, la magia e gli stregoni sono guardati con timore e diffidenza.
Cosa pensano gli uomini del mare delle altre razze:
Simili nell'aspetto, non sono però veri uomini a tutti gli effetti. Con l'eccezione di Corona del Re, in cui le due stirpi convivono pacificamente, vengono considerati pigri e viziosi. Affascinati da troppo lusso e viziati dall'abbondanza di frutti delle loro calde terre, hanno dimenticato gli autentici valori della vita. I loro modi melliflui e la loro ben nota lingua biforcuta rende difficile fidarsi davvero di loro. Sono troppo molli, per nulla virili, e la loro naturale apertura al dialogo e al compromesso fa dubitare che abbiano davvero il coraggio per affrontare a viso aperto le sfide.
Nonostante i suoi evidenti limiti, la razza dei Bruti è in generale rispettata per la sua fierezza. È vero che sono molto rozzi e altrettanto primitivi, ma dimostrano molti pregi come coraggio, senso dell'onore, e attitudine alla battaglia. Facendo l'abitudine ai loro costumi selvaggi è possibile una pacifica convivenza, e un Bruto non ti tradirà più di quanto lo farebbe un uomo. Nei territori in cui sono presenti, i Bruti sono tra i guerrieri migliori e i comandanti più arditi, il che ovviamente giova alla loro reputazione.
Sono una stirpe strana, di aspetto e di costumi. La convivenza con loro è tutt'altro che impossibile, ma le loro antiche usanze tribali non sono sempre facili da comprendere. I Pitti sanno essere scaltri ma sono sicuramente molto primitivi, talvolta animaleschi rispetto agli umani civilizzati. Non sono comunque una minaccia, e spesso sono buoni d'animo; da rimarcare il loro tradizionale attaccamento al mondo degli Spiriti. In verità non tutti i Pitti sono seguaci del Vecchio Culto, ma sono passati alla storia come tali: molti dei più potenti sciamani ricordati nelle saghe appartengono a questa razza. Ecco quindi che la maggior parte degli Uomini del Mare tende a presumere che un Pitto veneri i Vecchi Spiriti, magari chiedendo in cambio fortuna per la caccia o la salute per passare l'inverno; o almeno che difficilmente un Pitto possa abbracciare il Culto Tetradico.
Gli Elfi, come i Bruti, appartengono profondamente alla natura più antica e intima delle Terre Spezzate, mentre le stirpi degli uomini, pur sentendo di non aver mai avuto altra dimora, sono giunti successivamente in questa regione. Gli Uomini del Mare, ultimi arrivati se escludiamo i Niviani, sono stati meno influenzati dagli Elfi nello sviluppo della loro cultura, e per contro non hanno mai veramente compreso il popolo dalle orecchie a punta. Pur riconoscendone la saggezza e il potere non hanno mai accordato loro eccessiva fiducia, forse a causa di questa congenita diversità di cultura e origini, forse stupiti dal fatto che gli Elfi ormai al tramonto reagissero debolmente alla conquista delle loro città e
alla distruzione del loro regno. Per gli Eredi vale un discorso simile, difatti hanno ereditato il rispetto ma anche il sospetto nutrito nei confronti dei loro antenati.
Non scorre buon sangue tra queste due razze e, benché la Pace del Re le riunisca e costringa a trattare con i “Pallidi”, di rado c'è autentica amicizia o stima tra un Uomo del Mare e un Niviano. Sono considerati infidi, meschini e ossessionati dal profitto, incapaci di comprendere concetti come l'onore o la lealtà. La loro innegabile ricchezza è vista con invidia e disprezzo più che ammirazione, e sono temuti più che rispettati per le posizioni di influenza che ricoprono. Il malvagio mercante Niviano, che imbroglia e deruba il bravo falegname Umano, magari con l'aiuto di subdoli poteri magici o dopo averlo tentato con le lusinghe dell'usura, è un personaggio tipico delle ballate. In realtà ogni uomo di mondo sa che i Niviani non sono veramente ostili, e comunque sono troppo ricchi e troppo potenti perchè ci si possa permettere di non avere a che fare con loro; ma nel dubbio, si muoverà comunque con cautela.
Gli Uomini del mare di Terre Spezzate
Novità e Dicerie
(inserisci liberamente aggiornamenti, commenti, approfondimenti, millanterie. Ricorda le
Regole per contribuire e inserisci sempre il nome del tuo PG come 'autore' della diceria, inserendolo tra <ref>e</ref> . Otterrai un risultato simile a questo: "Si dice che in quell'occasione Alarico D'Urso mangiò dei bambini
[1] "
- ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano