Famiglia e Matrimonio
Com’è naturale pensare, l’istituzione familiare nelle
Terre Spezzate varia da
Principato a
Principato, spesso anche da
razza a
razza, seguendo le antiche tradizioni popolari e religiose. Ciò che invece accomuna le
Terre Spezzate è la grandissima importanza sociale riposta nel matrimonio, solida base per la crescita demografica necessaria a contrastare l’avanzata delle numerose e temibili
zone selvagge del Regno.
Nella maggior parte dei Principati il rito matrimoniale più diffuso è quello tetradico, nei territori di
Altabrina e
Neenuvar gli sposalizi sono celebrati secondo il
culto degli Antichi Spiriti, e solo a
Castelbruma vengono officiati riti di entrambe le religioni. L’unione matrimoniale è sempre monogama, ed anzi la poligamia viene considerata un pesante tabù sociale al pari dell’incesto. In ottemperanza a questa tradizione anche
Principi e
nobili meridi prendono una sola moglie per la vita, mentre spesso sono innumerevoli le loro concubine.
Dal punto di vista sociale, ma anche giuridico, la famiglia è l’entità minimamente composta da una coppia di sesso opposto unita dal vincolo del matrimonio. La moglie e il marito godono degli stessi privilegi, diritti e doveri che gli erano propri prima del matrimonio, mentre è solo appannaggio del padre la responsabilità sui figli di età inferiore a quattordici anni, e dunque non ancora adulti. Fa naturalmente eccezione il
Principato di
Neenuvar, in cui entrambi i coniugi sono parimenti responsabili della prole.
Matrimoni Misti
I matrimoni tra nobili e plebei sono decisamente rari ed è considerato disonorevole per un titolato accogliere come coniuge un popolano. In tali casi, ammesso che la famiglia del nobile sia d’accordo, è uso elevare i futuri marito o moglie al rango di Cavaliere o Dama per evitare di depauperare il lignaggio.
Soltanto i nobili con terre, hanno il potere di concedere titoli nobiliari.
Nel caso in cui un personaggio nobile intendesse sposare un personaggio plebeo è dunque necessario ottenere l’approvazione del proprio capo
famiglia o del
Principe ed il consenso ad un’eventuale
investitura cavalleresca.
Successione
Per quanto riguarda la successione di beni e titoli, è uso nelle Terre Spezzate passare gli interi propri possedimenti al primo figlio, femmina o maschio, del defunto, il quale è tenuto a provvedere al sostentamento di altri eventuali fratelli e dell’eventuale genitore ancora in vita. Nel caso in cui il vi siano discendenti diretti, la successione spetta al parente più stretto, a partire dal più anziano dei fratelli, maschio o femmina (il coniuge è successivo ai fratelli per evitare matrimoni di interesse che sfocino nel bagno di sangue). Per quanto riguarda invece i titoli nobiliari, secondo una tradizione risalente ai tempi di Alessandro, questi vengono invece passati al primogenito maschio, e in assenza di figli maschi, alla primogenita femmina. Il titolo di Cavaliere formalmente non viene ereditato, ma viene riconfermato quasi sempre, al termine della formazione cavallerresca, al successore di chi lo detiene.
Unica eccezione notevole a tali consuetudini è rappresentata dal Principato di Neenuvar. Qui, seguendo le antiche linee di successione matrilineare, il titolo viene passato di preferenza alla primogenita femmina. Nel caso in cui non vi sia discendenza femminile diretta, il titolo passerà al primogenito maschio.
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[1] "
- ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano