Cronache dell'anno 1259

Sommario

L'anno 1259 in breve
Sferzato
Guerra!
Riassunto di quanto accadde
Germinale
L'incoronazione di Aureliano dei Gastaldi
Riassunto di quanto accadde
Bandi principali
Fiorile
L'annuncio di Edoardo
Riassunto di quanto accadde
Solario
Le Paludi del Pianto
Riassunto di quanto accadde
Messidoro
La Fiera delle Erbe
Riassunto di quanto accadde
Carminio
Il Ritorno della Magno Demone
La convocazione del Bando Reale
Riassunto di quanto accadde
Vignameno
Il Segreto della Fortezza
Riassunto di quanto accadde
La congiura
Caduceo
Il Castello dei Castamanti
Riassunto di quanto accadde
Brumaio
L'arrivo dei primi Ashai
Riassunto di quanto accadde
Nevoso
La Corte in Viaggio
Riassunto di quanto accadde
La nuova Regina
external image eruditi.png Vedi anche tutte le Cronache: 1256 - 1257 - 1258 - 1259 - 1260 - 1261 - 1262 - 1263
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La Seconda Guerra dei Tre Re
Nell’autunno dell’anno 1258 scoppiò la Seconda Guerra dei Tre Re. Per mesi il Patto del Sole e l'Alleanza del Nord attaccarono la Corona e i suoi alleati per terra e per mare, ma il giovane Re Aureliano infine prevalse e sconfisse definitivamente i Principi ribelli durante la Battaglia dei Campi Plachi dello sferzato 1259.

L'anno 1259 in breve

| Sferzato | Germinale | Bandi principali | Fiorile | Solario | Messidoro | Carminio | Vignameno | La congiura | Caduceo | Brumaio | Nevoso | La nuova Regina
La pace torna a regnare nelle Terre Spezzate, Re Aureliano dei Gastaldi, legittimo sovrano appoggiato da Venalia, Valleterna e Castelbruma, ha vinto la Guerra dei Tre Re e siede sul trono che fu di suo padre. Lo scorno nei confronti dei traditori è però grande, vengono quindi imposti pesanti tributi ai principati ribelli di Meridia, Neenuvar e Altabrina e revocata la concordia religiosa che il Sovrano aveva concesso ai seguaci dell'Antico Culto. Inizia una terribile repressione religiosa che si protrarrà per tutto l'anno. Una minaccia oscura si allunga però sul pacifico raduno indetto a Corona del Re: potenti stregoni dal volto putrefatto attaccano nella notte, alla ricerca di un magico artefatto. Viene così indetta una caccia agli Avvizziti, il Re promette denaro ed onori a chi sconfiggerà questi pericolosi ed empi nemici delle Terre Spezzate.
I principati di Venalia e Neenuvar si contendono le Paludi del Pianto, terre selvagge con cui entrambi confinano. E' Neenuvar a spuntarla, ma la bonifica delle paludi si rivela più difficile del previsto: l'antica magia che ha maledetto quei luoghi è ancora forte e ha corrotto, mutato, alcune delle sue creature trasformandole in mostri abominevoli e letali. Il fallimento della missione di riconquista causa la rapida diaspora degli abomini al di fuori delle paludi: i mostri presto infesteranno tutte le Terre Spezzate.
L'estate reca con se importanti novità: il Re, su pressione della Regina Madre e dei suoi consiglieri, sta cercando una fanciulla nobile per farne la sua sposa e le più leggiadre e nobili ragazze del regno si danno battaglia per diventare regina. Inoltre, con grande sorpresa di tutti, un vascello salpato alla volta dell'ovest due anni prima per trovare nuove isole fa finalmente ritorno. Esistono altre terre al di là del Mar del Vespero, un vasto continente abitato da lucertole umanoidi, chiamate Ashai. Seguendo la rotta del vascello venale, su lunghe canoe giungono i visitatori dal nuovo mondo, sono divisi in clan, diversi nell'aspetto e nei modi dagli uomini delle Terre Spezzate, ma desiderosi di imparare ed instaurare commerci. Solo alcuni dei loro clan sembrano bellicosi, e vengono combattuti, mentre chi si mostra pacifico viene accolto con benevolenza... iniziano così proficui scambi di merci esotiche e conoscenze. Grazie alla coraggiosa testimonianza di Dama Clizia dei Laertidi di Meridia, viene scoperta e sventata una congiura ai danni di Sua Maestà, che mira ad assassinare il sovrano e a far salire al trono il fratello bastardo del Re. Alcuni tra i più eminenti consiglieri dei principi vengono giustiziati, e persino Desdemona Alcestidi, principessa di Venalia, viene accusata e poi scagionata. Purtroppo i veri colpevoli, che hanno ideato il piano e arruolato i cospiratori, riescono a sfuggire alla giustizia, ma gli uomini della Corona giurano vendetta...
Nel frattempo, Re Aureliano autorizza la nascita di una nuova compagnia di mercenari, i Draghi di Ferro.
Con le prime nevi dell’inverno, le estenuanti ricerche sugli stregoni avvizziti proseguono. Molti dei mostri sono stati sconfitti, ma grazie ai loro oscuri poteri sono anche riusciti a corrompere alcuni tra i più potenti maghi del regno, compreso il Rettore de La Spina di Venalia, Brito Alcestidi. La volontà del mago pare aver però resistito alle lusinghe dei mostri, e grazie al suo aiuto viene individuato il capo occulto della confraternita di stregoni: il Re Nero.
Lungo la via per Capo d'Alba, dove il Re annuncerà il nome della sua futura sposa, viene catturato ed ucciso l’oscuro signore degli Avvizziti, la Caccia è dichiarata conclusa, i nemici sconfitti. Il Regno, finalmente al sicuro, trepida per le nozze di Sua Maestà.

Vedi il Calendario per i nomi dei mesi.

Sferzato

Guerra!
Vedi più in dettaglio le Cronache di sferzato 1259

Riassunto di quanto accadde

Le forze dell'Asse apparvero fin da subito superiori e riportarono una vittoria schiacciante. Così parla dell'accaduto l'armigero Alarico Braganza, rivolto al suo Principe Alarico D'Urso:

vedi anche: Scontro finale ed Epilogo della Seconda Guerra dei Tre Re.

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Novità e Dicerie

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Germinale

L'incoronazione di Aureliano dei Gastaldi
Vedi più in dettaglio le Cronache di germinale 1259

Riassunto di quanto accadde

La primavera muoveva i suoi timidi passi e la pace era finalmente tornata a regnare sulle Terre Spezzate. Per sancire la rinnovata conciliazione dei Principati sotto la guida di Sua Maestà, le corti dei Principi erano state invitate nel cuore di Corona del Re, nel castello a nord di Dimora in cui i figli della casa Gastaldi hanno visto la luce. Alla mezzanotte del decimo giorno della seconda decade di Germinale, nel castello di Rocca Gastaldi, il giovane Aureliano primo del suo nome sarebbe stato incoronato Re delle Terre Spezzate dalla Tetrarca Beatrix, alla presenza dei suoi sudditi e dei suoi vassalli.

L'incontro era assai atteso non solo per l'importante cerimonia, ma anche perché né la Nentari di Neenuvar Malwen Elensil né il Primo Capoclan di Altabrina Falcobrando si erano ancora inginocchiati al cospetto di Sua Maestà dopo la sconfitta subita dall'esercito del Patto del Sole nella battaglia dei Campi Plachi. Inoltre, finita la guerra, numerose erano le questioni diplomatiche e commerciali che il Re desiderava discutere, in particolar modo la definizione di premi e privilegi che spettavano ai vincitori e delle spese di ricostruzione che avrebbero invece gravato sugli sconfitti. La spartizione di oneri ed onori fu, tutto sommato, equa, Meridia e Neenuvar furono costrette a grandi risarcimenti, Altabrina perse invece il diritto di caccia nel Bosco Nero e le terre oltre il Cristallo che aveva occupato a scapito di Castelbruma, Venalia ottenne l’intero riscatto del Principe Temistocle, catturato ai Campi Plachi. Infine, per premiare il valore in battaglia dimostrato dagli uomini di Alarico d’Urso, fu concesso il titolo di Dama del Regno a Brunilde da Roccaferrata, Dama di Ferro della famiglia Orsieri di Castelbruma.

Re Aureliano, non potendo più occuparsi di persona di amministrare le terre di Corona del Re, decise di nominare un Primo Cavaliere del Re. Di tale onore fu investito Ser Tancredi Roncaglia, integerrima Cappa Celeste che aveva dimostrato il suo valore nella recente guerra. L’editto di Sua Maestà che, in accordo con la Tetrarca Beatrix, revocava la libertà di culto nei principati tetradici, fu senza indugio messo in atto dagli uomini del Re, bastonando druidi e sciamani che osassero invocare i loro falsi Spiriti in terra coronense. Mentre il Druido Ginepro di Neenuvar venne battuto in pubblica piazza, reo di avere pregato la Madre su suolo Tetradico, alcuni pitti coronensi, fedeli ad Aureliano ma devoti agli Spiriti e alla Madre, chiesero asilo ai Neenuvaren per sfuggire alle persecuzioni religiose. Ma anche il Magnifico Principe di Valleterna, Arcivescovo dell’Ecclesia, manifestò il proprio scontento quando si apprese che la Tetrarca aveva nominato alcuni alti prelati, tra cui il Vescovo di Roccamagna Fausto Nicodemus Vermigliani, senza convocare il tradizionale concilio vescovile; questo non fu l’unico motivo di contrasto tra l’Ecclesia coronense e quella valniana: un nobile paladino di Castrum Fidei, Ser Riccardo Valiante, fu accusato di eresia e venne inquisito dalla Tetrarca stessa; il paladino però si sottrasse al verdetto e con l’aiuto di alcuni suoi compagni e amici fuggì da Rocca Gastaldi. Per mesi nessuno seppe più nulla di lui.
La notte dell’incoronazione di Re Aureliano tutti i principi pagarono omaggio, persino il riottoso Falcobrando di Altabrina che fino all’ultimo si era fatto arrogantemente aspettare; ma Rocca Gastaldi fu funestata dall’attacco di misteriosi e potenti stregoni, d’aspetto mostruoso, che intrufolatisi nel castello gettarono il panico tra gli astanti. La risposta dell’orgoglioso sovrano non avrebbe tardato a giungere.

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Bandi principali

Revoca della Concordia Religiosa
(leggi il bando integrale di germinale 1259). Severo fu il castigo stabilito dal sovrano e dalla Tetrarca per punire coloro che più di ogni altro avevano osato ribellarsi al Trono del Sole e al suo legittimo Re. La Concordia Religiosa stabilita dalla Tetrarca Beatrix solo qualche anno prima fu revocata e la professione dell’Antico Culto severamente bandita.

La Caccia agli Avvizziti
(leggi il bando integrale di fiorile 1259)

La bonifica delle Paludi del Pianto
(leggi il bando integrale di solario 1259)

Disfida di Riparossa
(leggi il bando integrale di carminio 1259)

Convocazione del Bando Reale
(leggi il bando integrale di carminio 1259)

Nascita dei Draghi di Ferro
(leggi il bando integrale di vignameno 1259)


Fiorile

L'annuncio di Edoardo
Vedi più in dettaglio le Cronache di fiorile 1259

Riassunto di quanto accadde

Poco più di un mese era trascorso dall'incoronazione di Re Aureliano dei Gastaldi, primo del Suo nome, ed i Principi delle Terre Spezzate erano nuovamente in viaggio con le proprie corti verso Valleterna, invitati da Edoardo II dei Castamanti per un grande annuncio ed accolti dai Vescovi Sestesi, fedelissimi vassalli del Magnifico, con un sontuoso banchetto. Le libagioni, come la tradizione valniana impone, furono seguite da un torneo all’armatura aperto a nobili e plebei, il cui premio, offerto da Guglielmo dei Sestesi in onore del Principe Edoardo, fu però vinto da Caio Marzio, Guardia Reale.
L’annuncio tanto atteso, come molti si aspettavano, sanciva il matrimonio tra il Principe Edoardo e la Baronessa venale Artemisia Sofia Zenaidi, che avrebbe avuto luogo a Vesta il mese successivo. Oltre che per queste importanti nozze, gli uomini di Venalia festeggiarono, più discretamente, per il Teatro della Magia Filosofica: i Maghi della Spina riuscirono a decifrare il potente tomo arcano, che venne tenuto al sicuro anche durante l’imboscata, tesa da maghi meridi e brinnici proprio per impossessarsi del libro.

Nel mentre il Magnifico, Arcivescovo di Valleterna e discendente del Profeta Castamante, approfittò del nobile consesso per pronunciarsi duramente contro la Tetrarca, difendendo i diritti ecclesiastici dei vescovi tetradici, tradizionalmente chiamati a consiglio dai Tetrarchi prima di scegliere e nominare nuovi prelati al soglio vescovile. L’ecclesia coronense, schierata a difesa della Tetrarca Beatrix, rispose immediatamente che non v’erano appigli dottrinali per contestare la nomina dei nuovi vescovi. Fu così che si aprì una spaccatura nell’Ecclesia Tetradica che vide la Corona, appoggiata dalla tetrade brumiana e dal neo-convertito Principe Alarico d’Urso, scontrarsi contro Valleterna e Meridia, intenzionate a difendere l’autonomia vescovile e il suo ruolo di consiglio nelle decisioni del Tetrarca. Fu così stabilito dalla Tetrarca che la diatriba sarebbe stata risolta durante un Concilio, convocato per la fine dell’anno. Per i mesi a venire, l’Ecclesia delle Terre Spezzate si sarebbe sfidata nella disputa dottrinale sull’ordinamento dei vescovi.

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Solario

Le Paludi del Pianto
Vedi più in dettaglio le Cronache di solario 1259

Riassunto di quanto accadde

Le terre selvagge ed acquitrinose che dividono Neenuvar da Venalia sono chiamate Paludi del Pianto. L’origine di tale luogo dimenticato dagli uomini e dagli Dei si perde nella leggenda, una potente magia degli Elfi avrebbe infatti trasformato la terra in palude per fermare l’offensiva degli Uomini del Mare alla conquista delle Terre Spezzate.
Nella terza decade di Fiorile 1259, la Nentari Malwen Elensil aveva proclamato l’intenzione di intraprendere la lunga e difficile opera di bonifica delle selvagge paludi. La spedizione di Neenuvar era dunque partita, accompagnata da uomini di Altabrina e Valleterna, per cercare una zona sicura da cui iniziare l’esplorazione nonché l’onerosa e lunga opera di risanamento dell’inospitale territorio. L’incarico si rivelò però ben più arduo del previsto, quando giunsero gli uomini delle corti delle delegazioni presso l’antico palazzo elfico da cui sarebbe partita l’opera di bonifica, gli uomini della spedizione erano morti tutti o quasi. Interrogando i pochi superstiti e raccogliendo indizi presso l’accampamento abbandonato fu possibile scoprire che la terra stessa era corrotta dalla antica maledizione degli elfi e che al calar delle tenebre, dalle stesse ombre della notte sorgevano scheletri e spiriti inquieti degli uomini del mare morti durante la conquista. Inoltre, gli acquitrini o forse l’antica magia degli elfi avevano generato delle creature mostruose, abominevoli nell’aspetto, aggressive e portatrici di un morbo mortale capace di corrompere le carni.
Anche uno stregone avvizzito venne avvistato durante la notte, ma lui e i seguaci che aveva ammaliato furono valorosamente sconfitti e giustiziati dagli uomini di Venalia. Il giorno seguente, abbandonate le paludi, lungo la via del ritorno gli eroi che avevano combattuto nelle paludi furono accolti dalla gente che vive, con difficoltà, nelle vicinanze degli acquitrini con la gentile ospitalità tipica dei Neenuvaren, ma anche con notizie sconfortanti: alcuni degli abomini avevano abbandonato quei luoghi nella notte, spargendosi in ogni direzione.

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Messidoro

La Fiera delle Erbe
Vedi più in dettaglio le Cronache di messidoro 1259

Riassunto di quanto accadde

L’unica strada che collega Riparossa al resto di Altabrina si snoda per leghe e leghe all’interno della misteriosa Selva Fatata; il Clan della Volpe combatte un’eterna battaglia contro la natura per tenerla aperta. Nei boschi intorno alla strada ogni anno gli sciamani del Clan della Volpe organizzano la rinomata Fiera delle Erbe. Il mercato si snoda nella foresta e ogni venditore si accampa in una radura sicura esponendo mercanzie di ogni genere: erbe, bacche, fiori e radici rari, reagenti grezzi, pelli, monili, rimedi erboristici e naturalmente i potenti distillati di Riparossa.
Nell’anno 1259, la Fiera delle Erbe ebbe luogo il secondo giorno della seconda decade di messidoro, accogliendo i ricchi e i nobili provenienti da tutte le terre, tutti ansiosi di comprare qualche rara merce per compiacere il loro Principe. Pare che ben due Corone d’Oro vennero pagate per acquistare un carico di ferrolegno destinato ai lavori di bonifica delle Paludi del Pianto. Anche un Messo di Sua Maestà fu inviato da Dimora nei territori della Volpe, affinché appurasse la condizione delle famose “cento vergini di Albaridia”, donne valniane portate ad Altabrina dagli uomini dei clan durante la guerra, e mai tornate. Il seguito di Falcobrando sostenne che le donne ormai avevano figli e mariti e si erano felicemente convertiti agli antichi culti. Secondo gli uomini di Valleterna, invece, le donne catturate avevano portato a Riparossa la parola della Tetrade, convertendo decine di brinnici alla vera fede, nonostante le umiliazioni e persecuzioni inflitte dagli altri abitanti di Riparossa, rimasti fedeli agli Spiriti. La situazione tra i due Principati era molto tesa e qualcuno tentò anche di catturare Crindiluce la Saggia, potente sciamana.
L’inviato del Re ascoltò tutte le parti in causa ma non poteva emettere alcun verdetto; Sua Maestà avrebbe preso una decisione sull’argomento nel mese successivo. Nel frattempo, i nobili inviati da Temistocle alla fiera furono barbaramente aggrediti da Ser Agamennone delle Bande Rosse, un mercenario dagli empi trascorsi, recentemente distintosi durante la guerra e per questo investito Cavaliere da Sua Maestà. Ser Agamennone ebbe l’aiuto di alcuni sgherri mascherati, pare inviati da Principi, nonchè la complice indifferenza delle Guardie Reali, che non opposero resistenza alcuna al suo agire. Ma questa sarebbe stata solo la prima delle molte barbarie commesse dal demone noto come Agamennone.
La Fiera delle Erbe venne funestata anche dalle oscure azioni di Corvomanto, potente Maestro Cantore delle Nevi di Altabrina, già pretendente alla carica di mago di corte del Re. Il rispettato Cantore, con grande sorpresa di tutti i presenti, tentò di assassinare Clizia Laertidi, Sapiente della Loggia. Solo in seguito si sarebbe appreso che Corvomanto era caduto vittima degli Stregoni Avvizziti, che avevano piegato il suo volere...
Si parlò anche di un altro mago in quel giorno, o meglio, si parlò della sua assenza: Davide Diamanti, che un tempo si contese con Corvomanto e Soron Biancospino la carica di Mago di Corte, non aveva più fatto ritorno alla sua natale Meridia. Gli ultimi ad averlo visto vivo erano stati i Baroni di Roccamagna e questo fatto provocò sospetti e irritazione presso la corte di Temistocle.

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Carminio

Il Ritorno della Magno Demone
La convocazione del Bando Reale
Vedi più in dettaglio le Cronache di carminio 1259

Riassunto di quanto accadde

Il Ritorno della Magno Demone
Nell'estate del 1257 un temerario capitano di nave originario di Venalia, Creone Boezio di Calastea, si presentò alle corti dei Principi con un ambizioso quanto incerto progetto: partire verso ovest solcando il mare aperto alla ricerca di nuove terre. L'intraprendente Niviano aveva bisogno di un mecenate per la costruzione della nave ammiraglia della spedizione, che trovò nel munifico Barone Magno Demone Cipridi in accordo con gli uomini dei clan di Altabrina che fornirono legname e scorte di cibo per il viaggio.
Il vascello in testa alla spedizione fu così battezzato "Magno Demone Falco dei Mari" e partì da Vigezia sul finire del Carminio del 1257. Da allora nessuno aveva più avuto notizie del capitano e della sua spedizione e, passati ormai due anni, si disperava che il viaggio esplorativo potesse aver avuto successo. Era una limpida mattina d’inizio estate quando, nello stupore generale, il vascello di Creone Boezio fece il suo ingresso nel porto di Vigezia e fu accolto con sorpresa e meraviglia. La Basilissa Desdemona Alcestidi non tardò ad indire una grande festa nell’Oltremura in cui il capitano tornato dal “nuovo mondo” avrebbe mostrato e messo all’asta alcune delle rare e misteriose merci raccolte durante la spedizione: piante esotiche e sconosciute, minerali e gemme, esemplari di insetti e piccoli animali e, con grande sorpresa degli astanti, incisioni su pietra nell’antica lingua degli uomini del mare. Nella frescura dell’Oltremura i principati si sfidarono in un’asta all’ultimo scudo pur di assicurarsi semi, piante e gemme preziose provenienti dalle terre oltre il Mar del Vespro. Allora nessuno immaginava che, oltre all’ardito capitano, qualcun altro fosse tornato dal “nuovo mondo”...
Gli uomini di Meridia festeggiarono anche l’arrivo del mago Davide Diamanti che disse di essere fuggito dai briganti che l’avevano catturato lungo la strada che da Roccamagna porta a Piazza del Sole; passarono però solo pochi minuti prima che i presenti capissero che il Merida era diventato un Avvizzito e che questi spargesse caos e devastazione, per poi fuggire dalle terre di Venalia.

La convocazione del Bando Reale
Fin dai tempi del dominio di Valleterna sulle Terre Spezzate, ogni anno il Re con un bando convocava l'esercito, e tutti i Principi accorrevano nella capitale, con Baroni, Cavalieri e i loro armati. Era una dimostrazione di forza per il Re e un'occasione per i vassalli fedeli di rinnovare l'omaggio alla Corona. Nel 1259 il Re rinnovò la tradizione e tutti i Principi giunsero, insieme alle loro corti, nei dintorni della città di Ambra.
I valorosi qui giunti si trovarono di fronte a molte e inattese avversità. Gli antichi spettri degli Adusti, che da secoli infestavano le vicine rovine di Salamandra, si erano risvegliati causando terribile agitazione tra le creature della foresta di Altorovo che, rese folli dalla paura, minacciavano la stessa città di Ambra. Gli uomini che avevano risposto alla chiamata del Re furono costretti a un’eroica resistenza contro gibboni e uomini bestia che continuarono ad assaltare per l’intera notte. Tutti uscirono provati e malconci dai durissimi scontri, tranne gli uomini dell’accampamento di Neenuvar e Venalia che, forse grazie all’aiuto degli Scudi d’Argento, forse grazie al loro proprio valore, respinsero le orde della foresta senza colpo ferire.
Per debellare gli antichi spettri, l’indomani alcuni valorosi intrapresero una marcia; così ne parla il Bruto Cerbero, di Meridia:

Inoltre da lungo tempo almeno tre Principi erano all’affannosa ricerca del leggendario Tesoro del Lago e sapevano che nei pressi di Ambra era sepolto Ezra il Cercatore, l’uomo che più di ogni altro aveva cercato, invano, il mitico tesoro. La tomba di Ezra si rivelò essere un vasto complesso di gallerie, protetto da trappole ed enigmi: addirittura, il colosso di roccia che ne bloccava l’ingresso prese vita e assalì gli intrusi con inaudita violenza prima di essere finalmente distrutto. Gli uomini di Venalia, Neenuvar, Corona e Meridia, tra cui si annoverano Bacco detto il Fortunato, Ahren Quel'Zaress Hyarin, Persefone di Candia, Talia e Dama Dulcinia Vizzamano, che ebbero la tenacia di proseguire fino in fondo, non solo trovarono gli scritti di Ezra sul Tesoro del Lago, ma anche il ricco bottino accumulato in vita dal Cercatore.
Un altro evento importante durante il Bando Reale fu la Disfida combattuta tra gli uomini di Altabrina e di Valleterna per risolvere la disputa di Riparossa. Nonostante il grande impegno e il molto argento profusi dai Valniani nel disperato tentativo di prevalere, i fieri guerrieri del nord si batterono con coraggio e conquistarono il campo.

Infine, il Guardiacaccia Giustino riferì quanto segue:

I suoi superiori non potevano immaginare che la strana lucertola era la prima di un’intera razza che, incuriosita dalle navi di Creone Boezio, stava giungendo dal “Nuovo Mondo”...

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Vignameno

Il Segreto della Fortezza
Vedi più in dettaglio le Cronache di vignameno 1259

Riassunto di quanto accadde

Il Duca Teodorico D'Urso, cugino del Principe Alarico, era recentemente succeduto all’amatissimo Clodoveo, suo padre e signore della fortezza di Portoferro per oltre trent'anni. Il Principe D'Urso e numerosi ospiti di terre straniere erano attesi nel sesto giorno della prima decade di Vignameno per acclamare Teodorico quale nuovo signore della città. Il dominio del nuovo Duca tuttavia si rivelò oscuro ed eccezionalmente breve: la sera stessa Alarico gli avrebbe spiccato la testa per tradimento. Pareva infatti che il castello fosse infestato: il popolino sosteneva con timore che rumori terrificanti si odevano durante la notte, lugubri lamenti che rimbombavano nelle viscere della fortezza.
Durante la giornata si scoprì invece che Teodorico, con l’aiuto di un mago straniero, un Erede di nome Hoseldon, stava forgiando un’armata di colossi di roccia allo scopo di usurpare il trono dei D’Urso. Queste terribili statue animate obbedivano ciecamente al Duca che li aveva forgiati, ma l’Iniziata Persefone si dimostrò più astuta, piegando al suo Volere Teodorico e, con lui, il colosso di roccia che lo seguiva. La maga venale consegnò il traditore nelle mani del Principe di Castelbruma che lo giustiziò seduta stante.

Infine si scoprì che gli empi simboli rinvenuti sulle mura, che la plebe attribuiva ai misteriosi spettri, erano stati tracciati da fedeli del proibito culto del Corvo, che pure furono catturati solo in parte. Ciononostante nella fortezza si trovava davvero uno spettro, benché non fosse responsabile né del rimbombo né dei simboli... lo spettro del defunto Duca Clodoveo, che per primo accusò il figlio di tradimento, dando inizio ai sospetti nei confronti di Teodorico.
Non fu quella del tradimento l’unica ombra che offuscò la giornata: già nel 1258 una profezia oscura aveva presagito grandi cambiamenti per l’antico culto: seguendo le sue parole alcuni uomini, desiderosi di rivincita nei confronti del Bando Reale che li aveva così limitati, erano riusciti ad evocare un demone dalle sembianze corvine grazie ad una reliquia chiamata la Zampa del Corvo. Lo Spirito del Corvo era in grado di sottomettere la volontà dei suoi seguaci, o almeno così si vociferava. Tra coloro i quali cedettero alle lusinghe del demone corvino si annoverano il guerriero del clan Nibbio, Ranyare di Neenuvar, che in seguito fu eletta guida del clan del Corvo, Ludovico dal Pozzo, veterano tra gli armigeri, Astolfo, primo cacciatore di Castelbruma e Ginepro, kyermen che in seguito riuscì a pentirsi, redimersi e a ricevere addirittura il perdono reale.
Durante il raduno a Portoferro i seguaci del Culto, fino a quel momento latenti, diedero prova della propria forza, creando non pochi problemi ai Tetradici, che tentarono invano di arginarne gli eccessi: fu sfregiato con il simbolo del Corvo persino un Vicario dell’Ecclesia, Ser Augusto Laurenti, su ordine di Barduccio, detto il gentile, campione del Clan reso folle e violento dalla repressione scattata contro i seguaci del culto.

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Novità e Dicerie

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La congiura

Durante il 1259, Marco Ottavio Clementi e Lavinia Sartori complottarono insieme ad alcuni componenti delle Corti di Venalia e Altabrina per assassinare Re Aureliano e mettere al suo posto il suo fratello bastardo.


Personaggi Coinvolti

Marco Ottavio Clementi, Lavinia Sartori, Ettore Cassio da Vigezia, Niobe da Venalia, Nibbio da Altabrina

Novità e Dicerie

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  1. Così ne parla Ser Augusto Galileo Laurenti, Gran Camerlengo


Caduceo

Il Castello dei Castamanti
Vedi più in dettaglio le Cronache di caduceo 1259

Riassunto di quanto accadde

Più di mezzo anno era ormai trascorso da quando l’Alleanza Tetradica che difendeva Re Aureliano rovesciò le sorti della guerra, sconfiggendo nei Campi Plachi le armate del Patto del Sole e riportando la pace nelle Terre Spezzate. Il Principe Alarico d’Urso, uno dei ribelli che aveva osato sfidare il Re, dovette pagare il prezzo più alto per il perdono reale. Il suo unico figlio ed erede Goffredo d'Urso venne consegnato quale ostaggio ad Edoardo dei Castamanti, Principe di Valleterna e nemico di sempre, affinché fosse cresciuto ed educato a Vesta. Quando il principino si apprestava a compiere il primo anno d’età, il Magnifico diede grandi festeggiamenti a Vesta, invitando dignitari da tutto il Regno. Il Principe Alarico, ansioso di celebrare suo figlio alla maniera brumiana, convocò il Baldo Ivaldo che intrattenne i presenti con la sua pittoresca arena di creature mostruose.

I festeggiamenti per l’erede brumiano non furono però l’unica ragione che mosse le corti dei principati verso il Castello dei Castamanti. Già dai giorni dell’incoronazione di Re Aureliano, l’ecclesia valniana e quella coronense dibattevano animatamente su questioni dottrinali in seno all’Ecclesia. Per mesi i dotti ricercarono scritti e testimonianze che avvalorassero le proprie tesi e che furono infine declamati durante il Concilio dei Vescovi dell’Ecclesia Tetradica, tenutosi il giorno ottavo della seconda decade di caduceo. Dama Ginevra Della Rovere e Ser Lisimaco Ariele portarono al Concilio argomentazioni convincenti, ma non quanto quelle di Ser Augusto Laurenti e Dama Dulcinia Vesta Vizzamano: alla fine fu decretato che il Tetrarca aveva il potere di nominare i Vescovi autonomamente, senza bisogno dell’approvazione del Concilio, con grande scorno dell’Ecclesia valniana.
Mentre i Tetradici disquisivano di fede e dell’infallibilità della guida dell’Ecclesia, i seguaci del Corvo organizzavano un festino proprio fuori dalle mura, facendosi beffe del severo Edoardo e dell’editto reale, durante il quale fu scelta una guida per il novello clan. Raccontano i pii contadini valniani che i depravati barbari salutarono l’evocazione dell’empio demone corvino godendo tutti insieme di sfrenate libagioni e chissà quali altre perversioni della carne.
Sullo stesso terreno del festino, tornata la luce del giorno, ebbe luogo il prestigioso, quanto atteso, Torneo delle Dame, indetto dalla Regina Madre Adelaide. Come da tradizione, le fanciulle di nobile lignaggio scelsero i propri campioni, d’armi e cortesia, che si batterono l’uno contro l’altro portando i colori delle rispettive dame. Alla fine rimasero due combattenti, il Duca Odoacre Alanera e il suo vassallo Ser Frederigo Tagliabruma. Il cavaliere Tagliabruma sembrava il più abile con le armi e indubbiamente sopravanzava il suo signore in cortesia. Eppure, non osando forse sfidare l’ira dello spietato Duca, Frederigo si battè pigramente nel duello finale lasciando facile vittoria ad Odoacre. La dama di cui portava i colori, la Baronessa Olimpia Zenaidi, ricevette in premio un prezioso gioiello fatto cesellare appositamente dalla Regina Madre. Pare che l’anziana Adelaide avesse molto peso a corte e che il suo parere sarebbe stato determinante per la scelta della moglie di Aureliano, la nuova Regina... questo è quanto ebbe a dire di lei un’Iniziata della Spina:
“Ho parlato con la Regina Madre. Che palle. E' noiosa come le patate lesse e rigida come un palo. Ma vabbe'.”

Altri eventi meno mondani richiesero tuttavia l’attenzione delle corti. A Vesta si svolse il Simposio sugli Avvizziti, in cui tutti i Principati testimoniarono quanto avevano scoperto sui pericolosi stregoni e il Primo Cavaliere Tancredi fece il punto della situazione sulla Caccia. Nei mesi precedenti, gli Avvizziti erano stati massacrati senza quartiere, soprattutto dai valorosi armati al servizio di Venalia e di Neenuvar, ma molto restava ancora da fare.
Gli stregoni cercarono di distruggere la ricetta di una pozione in grado di proteggere dalla cosiddetta “Sublimazione”, il terribile rituale tramite il quale i mortali vengono tramutati in Avvizziti. Solo il tempestivo intervento degli uomini di Meridia permise che la ricetta giungesse intatta nelle mani del Re. Nel mentre Brito Alcestidi, Rettore della Spina di Venalia e cugino di Basilio X, si faceva beffe degli uomini delle Corti. Brito finse di essere stato catturato dagli stregoni e tramutato in Avvizzito contro la sua volontà; solo in seguito si sarebbe appreso che si trattava solo di un elaborato stratagemma e che il Rettore da sempre desiderava servire gli stregoni. Questo ed altri eventi avrebbero avuto una portata catastrofica per il Regno; ma ciò sarebbe emerso chiaramente solo un anno più tardi.
I principati non riuscirono a fare fronte compatto contro gli Avvizziti anche a causa dei grandi screzi fra la Corona, Neenuvar e Venalia: col primo si stava quasi giungendo allo scontro aperto per questioni di fede mentre due maghi de La Spina vennero accusati di avere ordito un complotto atto ad uccidere Sua Maestà; la maga Niobe venne torturata ed impiccata mentre Ettore Cassio riuscì a fuggire. Massenzio Vulcano, uomo d’armi della Basilissa ed amico sia di Ettore che di Niobe nonché cugino di Leone Allegro, venale impiccato mesi prima per ordine della Corona, decise di vendicarsi e uccise Caio Marzio, Veterano della Guardia e simbolo della Corona. Fu grazie al Magnifico Principe di Valleterna che il miliziano venale venne catturato e giustiziato.

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Brumaio

L'arrivo dei primi Ashai
Vedi più in dettaglio le Cronache di brumaio 1259

Riassunto di quanto accadde

Così dicevano i Principi alle loro corti, prima di inviarle nell’Ainatur nell’ottavo giorno della prima decade di Brumaio. I cronisti hanno poco altro da riferire su quella giornata, in cui le forti piogge e il freddo fiaccarono lo spirito dei convenuti più di qualsiasi altra avversità. Tuttavia è bene ricordare che fu proprio quel giorno che gli uomini delle Terre Spezzate scoprirono che le strane lucertole giunte dal nuovo mondo erano più intelligenti di quanto sembrassero. Le lucertole chiamavano se stesse Ashai, erano divise in caste e in tribù, potevano parlare un linguaggio sibilante e addirittura padroneggiare la magia e la scrittura. Alcune tribù si dimostrarono pacifiche e fu addirittura possibile parlare con loro e trattare scambi di merci e informazioni.

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Nevoso

La Corte in Viaggio
Vedi più in dettaglio le Cronache di nevoso 1259

Riassunto di quanto accadde

L’anno 1259 si avviava verso la sua conclusione, e con esso molte importanti questioni che avevano coinvolto i principati del regno nei mesi successivi alla Guerra dei Tre Re. Sua Maestà Aureliano dei Gastaldi aveva infine scelto la nobile fanciulla che sarebbe diventata sua sposa, nuova Regina delle Terre Spezzate. Tutti i Principi e le loro corti furono quindi invitati nella città di Capo d’Alba, dove Re Aureliano desiderava annunciare il matrimonio, trascorrere festosamente l’inverno e celebrare le nozze all’inizio dell’anno venturo.
Fu così che la Corte del Re si mise in viaggio per giungere a Capo d’Alba lungo la Strada Lucinia, che costeggia il Bosco d’Alba e la Costa Aurora conducendo a nord nelle terre dei Vignalba. Dignitari e nobili di tutte le Terre Spezzate si unirono alla carovana in quest’ultimo tratto di viaggio, con le corti ristrette dei Principi in avanguardia per proteggere Sua Maestà.

Vi erano però altri motivi per intraprendere il viaggio: era infatti giunta presso ogni Principe da parte del Mago di Corte, Soron Biancospino, una missiva di convocazione per fronteggiare colui che a ragione era ritenuto la più grave minaccia alla pace nelle Terre Spezzate: il famigerato Re Nero, capo e guida degli abomini noti con il nome di Avvizziti.
Nel corso dell’anno Sua Maestà, preoccupato dall’empietà e dal crescente potere di tali creature, aveva infatti indetto una Caccia tramite Bando Reale per stanarle ed ucciderle, riducendole infine all’impotenza. Grazie all’impegno profuso da ogni principato nel corso dei mesi, e culminato con un simposio tenutosi a Valleterna nell’autunno per condividere ogni scoperta e tracciare le linee di una strategia comune per sconfiggere gli odiosi stregoni, era infine emerso il suo nome. Il “Re Nero” viveva nascosto nei territori di Corona del Re ed ora finalmente era stato scovato il luogo del suo rifugio.
Egli fu sconfitto dal Duca Odoacre Alanera, ma durante la caccia al Re Nero ricomparve anche Corvomanto, il cantore delle nevi, che mostrava segni di decomposizione sul volto, tanto che alcuni testimoni lo definirono “marcito”.

Inoltre, sulla Strada Lucinia veniva anche segretamente scortato un pericoloso criminale catturato qualche mese prima, dopo anni di infruttuose ricerche. Il famigerato Re dei Goblin altri non era che Talia la Cantastorie, astuta pitta girovaga che in innumerevoli occasioni era stata ospite di nobili signori e Principi. Sua Maestà Aureliano dei Gastaldi aveva ordinato che fosse condotta a Capo d’Alba per essere impiccata nei giorni del suo matrimonio, ma gli uomini fedeli alla criminale erano pronti ad entrare in azione. Il Re dei Goblin non solo riuscì a scappare ma si prese anche gioco dei coronensi, porgendo loro i saluti di “Sua Maestà”.
Ci furono nuovi scontri tra Tetradici e fedeli del Corvo, culminati con la morte del Campione del Clan del Corvo, il Mahtaren Barduccio Gentile; fu però una scoperta della giovane coronense Ania da Querciantica più che lo scontro armato a segnare la caduta del demone corvino: ella riferì che lo spirito ammaliava le menti dei suoi adepti e che grazie alle preghiere era possibile liberarsi dal maleficio. Molti furono i seguaci del Corvo che, liberati da questa soggezione, rinnegarono lo spirito. Ser Tancredi Roncaglia, Primo Cavaliere del Re, annunciò quindi una nuova Concordia Religiosa che garantiva la possibilità a Brinnici e Neenuvaren di officiare le loro preghiere in terra Tetradica, eccetto che a Valleterna. Il culto del Corvo e l’eresia dell’Umbra furono confermati fuorilegge.
Non fu quello il solo annuncio della giornata: l’attesa era finita, e sul fare delle tenebre il Primo Cavaliere annunciò il nome della futura Regina delle Terre Spezzate: Ginevra Viviana, nata Della Rovere.

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La nuova Regina

Vedi il Torneo delle Dame e Ginevra della Rovere