Cronache di solario 1259
Paludi del Pianto,
Neenuvar
dal nono al decimo giorno della prima
decade di solario
1259
Le Paludi del Pianto
Le terre selvagge ed acquitrinose che dividono
Neenuvar da
Venalia sono chiamate Paludi del Pianto. L’origine di tale luogo dimenticato dagli uomini e dagli Dei si perde nella leggenda, una potente magia degli Elfi avrebbe infatti trasformato la terra in palude per fermare l’offensiva degli
Uomini del Mare alla conquista delle Terre Spezzate.
- Centinaia di anni sono passati da quando gli Uomini del Mare ci invasero e i nostri padri fecero appello alla loro potente ed antica magia per fermarne la violenta avanzata. Un tragico errore che colpì la vita stessa di quel luogo. La terra feconda venne trasformata in un tormento di fango e acqua, a formare una palude dove albergano orrori che solo i nostri peggiori incubi conoscono. Una terra maledetta dal sangue e dall’odio.
- Oggi, qui di fronte a voi, io Malwen Elensil, Nentari tra i figli di quegli stessi Elfi, mi impegno a fare ammenda per quell’errore e dichiaro che è mia intenzione bonificare le Paludi del Pianto!
- Saranno necessari gli sforzi di molti uomini per fermare gli orrori che vi abitano. Per questo è stata approntata una scorta armata che condurrà i nostri uomini d’ingegno in un’ottima zona per dare inizio alla bonifica. Un’antico palazzo elfico è stato riscoperto e le sue rovine sembrano essere un buon posto per iniziare gli studi sul lungo risanamento.
- Voglio quindi ringraziare il Principe Falcobrando e il Principe Edoardo II dei Castamanti per l’aiuto che ci hanno concesso in questa impresa. Una volta che i nostri e i vostri uomini insieme avranno collocato e messo in sicurezza il campo base, inviterò tutte le delegazioni a partecipare a quest’opera di rinascita. Non solo per il futuro di Neenuvar, ma per tutte le Terre Spezzate!
Con queste parole, in occasione del recente banchetto tenutosi a Valleterna, la Nentari Malwen Elensil ha proclamato l’intenzione di intraprendere la lunga e difficile opera di bonifica delle selvagge paludi. Nella terza decade di Fiorile 1259, la spedizione di Neenuvar è dunque partita, accompagnata da uomini di Altabrina e Valleterna, per cercare una zona sicura da cui iniziare l’esplorazione nonché l’onerosa e lunga opera di risanamento dell’inospitale territorio.
Sua Maestà Re
Aureliano dei Gastaldi primo del suo nome, impressionato dalla grandezza del progetto e dal benessere che tale impresa porterebbe al regno intero, ha stabilito che tutti i Principati abbiano il dovere di contribuire alla buona riuscita dell’opera di bonifica. Poco si sa infatti della zona acquitrinosa rimasta inesplorata per centinaia di anni, se non che creature spettrali e mostruose la infestano.
Sua Maestà ha così inviato dispacci alle corti di tutti i Principati, invitando gli uomini migliori a raggiungere la spedizione inviata dai Neenuvaren per stabilire il primo campo base, ed impegnarsi nello sterminare le empie creature al fine di poter iniziare i veri e propri lavori di bonifica nel prossimo futuro. Le lettere col sigillo reale sono giunte con gli araldi di un altro bando, proclamato nelle piazze delle Terre Spezzate. Il Re ha indetto una Caccia ad empie e pericolose creature dal volto avvizzito, pare che l'ira di Sua Maestà verso tali abomini sia grande e forse la Corona sospetta che si nascondano nelle paludi.
La zona individuata dai Neenuvaren quale punto di partenza per genieri ed esploratori pare sia un terreno collinare, su cui poggiano le rovine di un’antico palazzo elfico, risalente a prima dell’invasione degli Uomini del Mare.
Tale è la destinazione verso cui la prima spedizione, composta da neenuvaren, brinnici e valniani, si è diretta stabilendo il primo campo base. Tale è il luogo in cui Sua Maestà ha convocato l’adunata di uomini coraggiosi, bramosi di bottino o di gloria, per affrontare e sconfiggere gli oscuri pericoli delle Paludi del Pianto.
La festa sulla via del ritorno
A Neenuvar, nelle campagne a sud del Lago Elennen, lungo la via che conduce verso l’infido acquitrino, gli accoglienti e pacifici paesani offrono ospitalità a chiunque si incammini per dare manforte all’impresa. Presso l’ultimo villaggio abitato prima delle paludi la brava gente del popolo è in fermento: una festa con cibo, birra, vino e semplici giochi della tradizione contadina verrà infatti approntata per offrire conforto e riposo ai coraggiosi che si avventureranno nelle paludi, e che faranno ritorno.
Riassunto di quanto accadde
Le terre selvagge ed acquitrinose che dividono
Neenuvar da
Venalia sono chiamate
Paludi del Pianto. L’origine di tale luogo dimenticato dagli uomini e dagli Dei si perde nella leggenda, una potente magia degli Elfi avrebbe infatti trasformato la terra in palude per fermare l’offensiva degli Uomini del Mare alla
conquista delle Terre Spezzate.
Nella terza decade di Fiorile 1259, la Nentari
Malwen Elensil aveva proclamato l’intenzione di intraprendere la lunga e difficile opera di bonifica delle selvagge paludi. La spedizione di Neenuvar era dunque partita, accompagnata da uomini di
Altabrina e
Valleterna, per cercare una zona sicura da cui iniziare l’esplorazione nonché l’onerosa e lunga opera di risanamento dell’inospitale territorio. L’incarico si rivelò però ben più arduo del previsto, quando giunsero gli uomini delle corti delle delegazioni presso l’antico palazzo elfico da cui sarebbe partita l’opera di bonifica, gli uomini della spedizione erano morti tutti o quasi. Interrogando i pochi superstiti e raccogliendo indizi presso l’accampamento abbandonato fu possibile scoprire che la terra stessa era corrotta dalla antica maledizione degli elfi e che al calar delle tenebre, dalle stesse ombre della notte sorgevano scheletri e spiriti inquieti degli uomini del mare morti durante la conquista. Inoltre, gli acquitrini o forse l’antica magia degli elfi avevano generato delle
creature mostruose, abominevoli nell’aspetto, aggressive e portatrici di un morbo mortale capace di corrompere le carni.
Anche uno stregone
avvizzito venne avvistato durante la notte, ma lui e i seguaci che aveva ammaliato furono valorosamente sconfitti e giustiziati dagli uomini di Venalia. Il giorno seguente, abbandonate le paludi, lungo la via del ritorno gli eroi che avevano combattuto nelle paludi furono accolti dalla gente che vive, con difficoltà, nelle vicinanze degli acquitrini con la gentile ospitalità tipica dei Neenuvaren, ma anche con notizie sconfortanti: alcuni degli abomini avevano abbandonato quei luoghi nella notte, spargendosi in ogni direzione.
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