Giubileo
Durante il Giubileo i pellegrini viaggiarono verso mete religiose in tutti i principati di fede tetradica,
Valleterna,
Corona del Re,
Venalia e
Meridia.
Il Giubileo ebbe inizio nel
pluvioso 1262 per terminare nel mese di
caduceo 1262.
Descrizione
L'anno 1262 iniziò con l'incombere di una guerra di successione alle porte, ma per l'Ecclesia Tetradica il 1262 fu principalmente l'anno in cui cadde il
550enario della nascita del Profeta Castamante e in cui venne proclamato il Giubileo.
Fu così che il Tetrarca Gregorius, agli albori del rigido mese di
Pluvioso 1262, inviò il Camerlengo Ser
Augusto Laurenti e il vescovo
Derora da Piazza del Sole in viaggio pastorale nelle terre del nord per annunciare a tutte le genti l'inizio dell'anno santo.

In un tempo tanto difficile e teso quale fu la
Terza Guerra dei Tre Re, la
Tetrade cercò di contrapporsi alle ambizioni mondane dei princinci mostrandosi quale forza unificatrice del regno: promosse infatti visite pastorali di importanti vescovi e del Tetrarca Gregorius stesso, che a dispetto dell'età viaggiò in lungo e in largo per le Terre Spezzate, pellegrinaggi di fedeli verso luoghi cari al culto tetradico,
lectio e preghiere. Ma l'evento culminante dell'anno si sarebbe tenuto in autunno: il Giubileo, una grande festa religiosa, meta finale dei pellegrinaggi e momento di incontro, comunione e redenzione per tutti i fedeli della Tetrade.
Fin dal principio, il Tetrarca Gregorius, intenzionato a non mancare di rispetto a nessun principato, convocò un Concilio di Vescovi al fine di stabilire in quale città si sarebbe svolto il Giubileo autunnale. Nel consiglio furono convocati: il vescovo di Porto Bianco
Sagremore Sestesi, vicino alla corte di Re
Edoardo dei Castamanti, il vescovo
Derora da Piazza del Sole, consigliera di Sua Altezza Solare
Temistocle degli Alessandridi, il vescovo
Procopio da Capo d'Alba, alto esponente dell'ecclesia coronense, ed infine il vescovo di Calastea
Andremone Edipo, vicino alla corte della Basilissa
Desdemona Alcestidi di Venalia.
Il Tetrarca, seppur coadiuvato da consiglieri, non seppe però giungere ad una decisione conclusiva e stabilì pertanto che ciascun principato avrebbe scelto una città da proporre al consiglio e l'avrebbe promossa tramite la presentazione di un progetto, che l'ecclesia avrebbe valutato entro la fine del mese di Vignameno.
La corte del Principe Temistocle fu la prima a mostrare ai vescovi una bozza del progetto che vedeva la città di
Elianto ospitare il Giubileo e a ricevere una calorosa approvazione, ma nel corso dei mesi in cui i fedeli tetradici si misero in cammino per visitare luoghi di fede, furono le corti di Corona del Re e di Valleterna a distinguersi nella protezione delle carovane di pellegrini, suscitando ammirazione e gratitudine da parte di nobili, plebei e prelati di tutto il regno. Non di meno, Venalia fu invece più abile nel distinguersi negli aspetti logistici e commerciali di un evento tanto importante, finanziando generosamente i pellegrinaggi ecclesiastici ed ottenendo lettere di finanziamento.

Nel
carminio 1262, il Tetrarca Gregorius si spinse fino alle pericolose terre di Altabrina per portare il conforto della Tetrade alle corti e sincerarsi dei progressi compiuti nei progetti per il Giubileo. L'anziano Tetrarca ebbe modo di lodare e consigliare, oltre che di visionare le reliquie dei
Devoti che i principati avrebbero esposto durante le solenni celebrazioni. Sul finire dell'estate, le città candidate ad ospitare il Giubileo erano ormai stabilite e palesi:
- Castamante (città), villaggio costiero che diede i natali al Profeta ed in seguito ne trasse il nome
- Capo d'Alba, città fortificata che domina il Mar d'Alba
- Vigezia, capitale di Venalia e seconda città delle Terre Spezzate
- Elianto, ricca e florida città sorta sulle sponde del fiume Patrio, nota anche come "città delle fonti"
Regnava però ancora l'incertezza su quale sarebbe stata l'ultima meta di ogni pellegrinaggio, la città che avrebbe accolto i fedeli tetradici provenienti da tutte le Terre Spezzate durante il Giubileo, nella magnificente celebrazione del Profeta Castamante e dei Quattro.
Fu solo nel successivo mese di
vignameno che, con l'esame formale dei progetti definitivi, stante tutto quanto compiuto nei mesi precedenti, il concilio dei Vescovi stabilì di affidare l'onore di ospitare l'evento alla città di Capo d'Alba, premiando infine il lavoro del principato di
Corona del Re.
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