Cronache dell'anno 1259
La Seconda Guerra dei Tre Re
Nell’autunno dell’anno 1258 scoppiò la
Seconda Guerra dei Tre Re. Per mesi il Patto del Sole e l'Alleanza del Nord attaccarono la Corona e i suoi alleati per terra e per mare, ma il giovane Re Aureliano infine prevalse e sconfisse definitivamente i Principi ribelli durante la
Battaglia dei Campi Plachi dello
sferzato 1259.
L'anno 1259 in breve
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Sferzato |
Germinale |
Bandi principali |
Fiorile |
Solario |
Messidoro |
Carminio |
Vignameno |
La congiura |
Caduceo |
Brumaio |
Nevoso |
La nuova Regina
La pace torna a regnare nelle Terre Spezzate, Re Aureliano dei Gastaldi, legittimo sovrano appoggiato da Venalia, Valleterna e Castelbruma, ha vinto la Guerra dei Tre Re e siede sul trono che fu di suo padre. Lo scorno nei confronti dei traditori è però grande, vengono quindi imposti
pesanti tributi ai principati ribelli di Meridia, Neenuvar e Altabrina e
revocata la concordia religiosa che il Sovrano aveva concesso ai seguaci dell'Antico Culto. Inizia una terribile repressione religiosa che si protrarrà per tutto l'anno. Una minaccia oscura si allunga però sul pacifico raduno indetto a Corona del Re: potenti stregoni dal volto putrefatto attaccano nella notte, alla ricerca di un magico artefatto. Viene così indetta una
caccia agli Avvizziti, il Re promette denaro ed onori a chi sconfiggerà questi pericolosi ed empi nemici delle Terre Spezzate.
I principati di Venalia e Neenuvar si contendono le Paludi del Pianto, terre selvagge con cui entrambi confinano. E' Neenuvar a spuntarla, ma
la bonifica delle paludi si rivela più difficile del previsto: l'antica magia che ha maledetto quei luoghi è ancora forte e ha corrotto, mutato, alcune delle sue creature trasformandole in mostri abominevoli e letali. Il fallimento della missione di riconquista causa la rapida diaspora degli abomini al di fuori delle paludi: i mostri presto infesteranno tutte le Terre Spezzate.
L'estate reca con se importanti novità: il Re, su pressione della Regina Madre e dei suoi consiglieri, sta cercando una fanciulla nobile per farne la sua sposa e le più leggiadre e nobili ragazze del regno si danno battaglia per diventare regina. Inoltre, con grande sorpresa di tutti, un vascello salpato alla volta dell'ovest due anni prima per trovare nuove isole
fa finalmente ritorno. Esistono altre terre al di là del Mar del Vespero, un vasto continente abitato da lucertole umanoidi, chiamate Ashai. Seguendo la rotta del vascello venale, su lunghe canoe giungono i visitatori dal nuovo mondo, sono divisi in clan, diversi nell'aspetto e nei modi dagli uomini delle Terre Spezzate, ma desiderosi di imparare ed instaurare commerci. Solo alcuni dei loro clan sembrano bellicosi, e vengono combattuti, mentre chi si mostra pacifico viene accolto con benevolenza... iniziano così
proficui scambi di merci esotiche e conoscenze. Grazie alla coraggiosa testimonianza di Dama Clizia dei Laertidi di Meridia, viene scoperta e sventata una congiura ai danni di Sua Maestà, che mira ad assassinare il sovrano e a far salire al trono il fratello bastardo del Re. Alcuni tra i più eminenti consiglieri dei principi vengono giustiziati, e persino Desdemona Alcestidi, principessa di Venalia, viene accusata e poi scagionata. Purtroppo i veri colpevoli, che hanno ideato il piano e arruolato i cospiratori, riescono a sfuggire alla giustizia, ma gli uomini della Corona giurano vendetta...
Nel frattempo, Re Aureliano autorizza
la nascita di una nuova compagnia di mercenari, i Draghi di Ferro.
Con le prime nevi dell’inverno, le estenuanti ricerche sugli stregoni avvizziti proseguono. Molti dei mostri sono stati sconfitti, ma grazie ai loro oscuri poteri sono anche riusciti a corrompere alcuni tra i più potenti maghi del regno, compreso il Rettore de La Spina di Venalia, Brito Alcestidi. La volontà del mago pare aver però resistito alle lusinghe dei mostri, e grazie al suo aiuto viene individuato il capo occulto della confraternita di stregoni: il Re Nero.
Lungo la via per Capo d'Alba, dove il Re annuncerà il nome della sua futura sposa, viene catturato ed ucciso l’oscuro signore degli Avvizziti, la Caccia è dichiarata conclusa, i nemici sconfitti. Il Regno, finalmente al sicuro, trepida per le nozze di Sua Maestà.
Vedi il Calendario per i nomi dei mesi.
Sferzato
Guerra!
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Cronache di sferzato 1259
Riassunto di quanto accadde
Le forze dell'
Asse apparvero fin da subito superiori e riportarono una vittoria schiacciante. Così parla dell'accaduto l'armigero
Alarico Braganza, rivolto al suo Principe
Alarico D'Urso:
- Principe, vi porto notizia di una grande vittoria dai Campi Plachi!
- Le armate del Patto sono state schiacciate e in rotta, con un alto numero di morti e prigionieri.
- Lo stesso Principe Temistocle è stato abbattuto sul campo e si è dovuto inginocchiare dinnanzi al Re, sono riusciti a fuggire solo Falcobrando e un pugno di uomini che erano nostri prigionieri. Purtroppo la vittoria ha richiesto un alto tributo di sangue: i nostri Cacciatori, praticamente gli unici esploratori del nostro schieramento, hanno condotto una pressante azione di avanguardia per sorvegliare le nostre risorse e individuare quelle del nemico, ma ciò li ha esposti anche a grossi pericoli. Tre di loro infatti, incluso Branto, il Primo Cacciatore, sono morti per mano di alcune creature demoniache che infestavano la zona.
- Il comando di Re Aureliano è stato forse fin troppo prudente, tenendoci a lungo sulla difensiva, ma siamo riusciti fin da subito a metterci in una posizione di vantaggio catturando più di una decina di prigionieri, incluso il Principe Falcobrando. Solo mentre ci stavamo recando al campo di battaglia le forze del Patto hanno colto di sorpresa la nostra retroguardia, catturando tra gli altri il Duca Alanera e Dagoberto. Hanno inoltre ferito a morte e lasciato morire Ser Teobaldo, prode Paladino valniano. Valleterna ha ottenuto dal Re di poter esigere giusta vendetta.
- Lo scontro è stato rapido e violento e la nostra superiorità indiscussa, ma proprio durante lo scontro qualche nemico è riuscito ad avvicinarsi ai nostri prigionieri e a farli scappare, incluso Falcobrando. Al termine della battaglia il Re si è poi dimostrato magnanimo con Valniani e Venali, quindi siamo andati anche noi a battere cassa: alla richiesta di avere l'Oltrespina il Re mi ha risposto che, quando sarà il momento di sedersi ad un tavolo con i vincitori, non dimenticherà ciò che Castelbruma ha fatto. Mio Signore, spero che il sangue speso non sia stato vano.
vedi anche: Scontro finale ed
Epilogo della Seconda Guerra dei Tre Re.
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Novità e Dicerie
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Germinale
L'incoronazione di Aureliano dei Gastaldi
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Cronache di germinale 1259
Riassunto di quanto accadde
La primavera muoveva i suoi timidi passi e la pace era finalmente tornata a regnare sulle Terre Spezzate. Per sancire la rinnovata conciliazione dei Principati sotto la guida di
Sua Maestà, le
corti dei Principi erano state invitate nel cuore di Corona del Re, nel castello a nord di
Dimora in cui i figli della casa Gastaldi hanno visto la luce. Alla mezzanotte del decimo giorno della seconda decade di Germinale, nel castello di Rocca Gastaldi, il giovane Aureliano primo del suo nome sarebbe stato incoronato Re delle Terre Spezzate dalla
Tetrarca Beatrix, alla presenza dei suoi sudditi e dei suoi vassalli.
L'incontro era assai atteso non solo per l'importante cerimonia, ma anche perché né la Nentari di Neenuvar
Malwen Elensil né il Primo Capoclan di Altabrina
Falcobrando si erano ancora inginocchiati al cospetto di Sua Maestà dopo la sconfitta subita dall'esercito del Patto del Sole nella battaglia dei Campi Plachi. Inoltre, finita la guerra, numerose erano le questioni diplomatiche e commerciali che il Re desiderava discutere, in particolar modo la definizione di premi e privilegi che spettavano ai vincitori e delle spese di ricostruzione che avrebbero invece gravato sugli sconfitti. La spartizione di oneri ed onori fu, tutto sommato, equa, Meridia e Neenuvar furono costrette a grandi risarcimenti, Altabrina perse invece il diritto di caccia nel Bosco Nero e le terre oltre il Cristallo che aveva occupato a scapito di Castelbruma, Venalia ottenne l’intero riscatto del Principe Temistocle, catturato ai Campi Plachi. Infine, per premiare il valore in battaglia dimostrato dagli uomini di Alarico d’Urso, fu concesso il titolo di Dama del Regno a
Brunilde da Roccaferrata, Dama di Ferro della famiglia Orsieri di Castelbruma.
Re Aureliano, non potendo più occuparsi di persona di amministrare le terre di Corona del Re, decise di nominare un Primo Cavaliere del Re. Di tale onore fu investito Ser
Tancredi Roncaglia, integerrima
Cappa Celeste che aveva dimostrato il suo valore nella recente
guerra. L’editto di Sua Maestà che, in accordo con la Tetrarca Beatrix, revocava la libertà di culto nei principati tetradici, fu senza indugio messo in atto dagli uomini del Re, bastonando druidi e sciamani che osassero invocare i loro falsi Spiriti in terra coronense. Mentre il Druido Ginepro di Neenuvar venne battuto in pubblica piazza, reo di avere pregato la
Madre su suolo Tetradico, alcuni pitti coronensi, fedeli ad Aureliano ma devoti agli Spiriti e alla Madre, chiesero asilo ai Neenuvaren per sfuggire alle persecuzioni religiose. Ma anche il Magnifico Principe di Valleterna, Arcivescovo dell’Ecclesia, manifestò il proprio scontento quando si apprese che la Tetrarca aveva nominato alcuni alti prelati, tra cui il Vescovo di Roccamagna Fausto
Nicodemus Vermigliani, senza convocare il tradizionale concilio vescovile; questo non fu l’unico motivo di contrasto tra l’Ecclesia coronense e quella valniana: un nobile paladino di Castrum Fidei, Ser
Riccardo Valiante, fu accusato di
eresia e venne inquisito dalla Tetrarca stessa; il paladino però si sottrasse al verdetto e con l’aiuto di alcuni suoi compagni e amici fuggì da Rocca Gastaldi. Per mesi nessuno seppe più nulla di lui.
La notte dell’incoronazione di Re Aureliano tutti i principi pagarono omaggio, persino il riottoso Falcobrando di Altabrina che fino all’ultimo si era fatto arrogantemente aspettare; ma Rocca Gastaldi fu funestata dall’attacco di
misteriosi e potenti stregoni, d’aspetto mostruoso, che intrufolatisi nel castello gettarono il panico tra gli astanti. La risposta dell’orgoglioso sovrano non avrebbe tardato a giungere.
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Novità e Dicerie
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Bandi principali
Revoca della Concordia Religiosa
(leggi il
bando integrale di
germinale 1259). Severo fu il castigo stabilito dal sovrano e dalla Tetrarca per punire coloro che più di ogni altro avevano osato ribellarsi al Trono del Sole e al suo legittimo Re. La
Concordia Religiosa stabilita dalla Tetrarca Beatrix solo qualche anno prima fu revocata e la professione dell’Antico Culto severamente bandita.
- ... Pertanto chiunque venisse sorpreso ad adorare gli Spiriti od officiare Cerimonie dell'Antico Culto verrà accusato di Empietà e subirà le pene previste dalla Giustizia del Re. L’espiazione di tali atti da parte dell’incriminato avverrà mediante bastonatura pubblica e arresto. Se il soggetto fosse recidivo, in aggiunta alle pene menzionate, esso verrà incarcerato da 1 a 3 mesi con la visita costante di un sacerdote che gli insegni o rimembri i precetti della tetrade ed esorcizzi il suo grave peccato. Decorso tale periodo egli verrà dichiarato infame tra gli uomini tramite apposito bando, fino al momento in cui verrà giudicato dagli Dei.
La Caccia agli Avvizziti
(leggi il
bando integrale di
fiorile 1259)
- Per volontà di Sua Maestà il Re Aureliano dei Gastaldi, Signore di Dimora e sovrano delle Terre Spezzate.
- Viene indetta la caccia ai mostruosi stregoni che hanno osato attaccare la rocca di Sua Maestà in occasione della Sua incoronazione. Queste pericolose creature hanno sembianze umane ma la loro pelle è grigiastra e orribilmente avvizzita. Poco si conosce di tali abomini, se non che i loro diabolici poteri rappresentano una grave minaccia per la pace delle Terre Spezzate.
- La Corona, nella persona del Primo Cavaliere Ser Tancredi Roncaglia, ricompenserà con 7 scudi ogni stregone avvizzito ucciso nel nome della Pace del Re dai coraggiosi armati delle Terre Spezzate. La testa del mostro varrà come prova...
La bonifica delle Paludi del Pianto
(leggi il
bando integrale di
solario 1259)
- Centinaia di anni sono passati da quando gli Uomini del Mare ci invasero e i nostri padri fecero appello alla loro potente ed antica magia per fermarne la violenta avanzata. Un tragico errore che colpì la vita stessa di quel luogo. La terra feconda venne trasformata in un tormento di fango e acqua, a formare una palude dove albergano orrori che solo i nostri peggiori incubi conoscono. Una terra maledetta dal sangue e dall’odio.
- Oggi, qui di fronte a voi, io Malwen Elensil, Nentari tra i figli di quegli stessi Elfi, mi impegno a fare ammenda per quell’errore e dichiaro che è mia intenzione bonificare le Paludi del Pianto!
Disfida di Riparossa
(leggi il
bando integrale di
carminio 1259)
- ...dati i continui e ripetuti attriti presenti tra i Principati di Valleterna ed Altabrina legati alle persecuzioni dei fedeli della Tetrade nelle terre del Nord presso il porto di Riparossa...
- Sua Maestà il Re dispone che tale contesa sia risolta in modo definitivo ed incontestabile nella città di Ambra tramite una disfida ufficiale… otto campioni per ognuno dei due Principati interessati si sfideranno in una lotta per la supremazia. Questo è il volere del Re.
Convocazione del Bando Reale
(leggi il
bando integrale di
carminio 1259)
- Fedeli sudditi di Sua Maestà Aureliano dei Gastaldi, primo del suo nome;
- Il Re delle Terre Spezzate intende onorare l’usanza che aveva reso forte e unito il Regno di Caio Magno dei Gastaldi. Per Volontà di Re Aureliano dei Gastaldi viene indetto il Bando Reale, per la terza Decade di Carminio nella città di Ambra. Le terre degli Arconti Crisostomi abbisognano della protezione della Corona e delle Terre Spezzate tutte e Sua Maestà non lascia le suppliche dei suoi sudditi inascoltate. Ogni Principe è convocato dinanzi al Re per rinnovare a Sua Maestà l’omaggio che gli è dovuto, portando seco armati e cortigiani a dimostrazione della propria fedeltà.
Nascita dei Draghi di Ferro
(leggi il
bando integrale di
vignameno 1259)
- ...che una nuova compagnia di onorevoli mercenari sia fatta nascere.
- Essi si chiameranno Draghi di Ferro ed il loro comando sarà dato a Bartolomeo da Capo d’Alba per i suoi meriti e le sue capacità. Essi saranno liberi combattenti e liberamente serviranno i padroni che si sceglieranno, per soldo od altro, secondo la loro volontà.
Fiorile
L'annuncio di Edoardo
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Cronache di fiorile 1259
Riassunto di quanto accadde
Poco più di un mese era trascorso dall'incoronazione di Re
Aureliano dei Gastaldi, primo del Suo nome, ed i Principi delle Terre Spezzate erano nuovamente in viaggio con le proprie corti verso
Valleterna, invitati da
Edoardo II dei Castamanti per un grande annuncio ed accolti dai Vescovi
Sestesi, fedelissimi vassalli del Magnifico, con un sontuoso banchetto. Le libagioni, come la tradizione valniana impone, furono seguite da un torneo all’armatura aperto a nobili e plebei, il cui premio, offerto da
Guglielmo dei Sestesi in onore del Principe Edoardo, fu però vinto da
Caio Marzio, Guardia Reale.
L’annuncio tanto atteso, come molti si aspettavano, sanciva il matrimonio tra il Principe Edoardo e la Baronessa venale
Artemisia Sofia Zenaidi, che avrebbe avuto luogo a Vesta il mese successivo. Oltre che per queste importanti nozze, gli uomini di Venalia festeggiarono, più discretamente, per il
Teatro della Magia Filosofica: i
Maghi della Spina riuscirono a decifrare il potente tomo arcano, che venne tenuto al sicuro anche durante l’imboscata, tesa da maghi meridi e brinnici proprio per impossessarsi del libro.
Nel mentre il Magnifico, Arcivescovo di Valleterna e discendente del
Profeta Castamante, approfittò del nobile consesso per pronunciarsi duramente contro la
Tetrarca, difendendo i diritti ecclesiastici dei vescovi tetradici, tradizionalmente chiamati a consiglio dai Tetrarchi prima di scegliere e nominare nuovi prelati al soglio vescovile. L’ecclesia coronense, schierata a difesa della
Tetrarca Beatrix, rispose immediatamente che non v’erano appigli dottrinali per contestare la nomina dei nuovi vescovi. Fu così che si aprì una spaccatura nell’Ecclesia Tetradica che vide la Corona, appoggiata dalla tetrade brumiana e dal neo-convertito Principe Alarico d’Urso, scontrarsi contro Valleterna e Meridia, intenzionate a difendere l’autonomia vescovile e il suo ruolo di consiglio nelle decisioni del Tetrarca. Fu così stabilito dalla Tetrarca che la diatriba sarebbe stata risolta durante un Concilio, convocato per la fine dell’anno. Per i mesi a venire, l’
Ecclesia delle Terre Spezzate si sarebbe sfidata nella disputa dottrinale sull’ordinamento dei vescovi.
Ritratti e disegni - 1 - 2
Novità e Dicerie
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Solario
Le Paludi del Pianto
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Cronache di solario 1259
Riassunto di quanto accadde
Le terre selvagge ed acquitrinose che dividono
Neenuvar da
Venalia sono chiamate
Paludi del Pianto. L’origine di tale luogo dimenticato dagli uomini e dagli Dei si perde nella leggenda, una potente magia degli Elfi avrebbe infatti trasformato la terra in palude per fermare l’offensiva degli Uomini del Mare alla
conquista delle Terre Spezzate.
Nella terza decade di Fiorile 1259, la Nentari
Malwen Elensil aveva proclamato l’intenzione di intraprendere la lunga e difficile opera di bonifica delle selvagge paludi. La spedizione di Neenuvar era dunque partita, accompagnata da uomini di
Altabrina e
Valleterna, per cercare una zona sicura da cui iniziare l’esplorazione nonché l’onerosa e lunga opera di risanamento dell’inospitale territorio. L’incarico si rivelò però ben più arduo del previsto, quando giunsero gli uomini delle corti delle delegazioni presso l’antico palazzo elfico da cui sarebbe partita l’opera di bonifica, gli uomini della spedizione erano morti tutti o quasi. Interrogando i pochi superstiti e raccogliendo indizi presso l’accampamento abbandonato fu possibile scoprire che la terra stessa era corrotta dalla antica maledizione degli elfi e che al calar delle tenebre, dalle stesse ombre della notte sorgevano scheletri e spiriti inquieti degli uomini del mare morti durante la conquista. Inoltre, gli acquitrini o forse l’antica magia degli elfi avevano generato delle
creature mostruose, abominevoli nell’aspetto, aggressive e portatrici di un morbo mortale capace di corrompere le carni.
Anche uno stregone
avvizzito venne avvistato durante la notte, ma lui e i seguaci che aveva ammaliato furono valorosamente sconfitti e giustiziati dagli uomini di Venalia. Il giorno seguente, abbandonate le paludi, lungo la via del ritorno gli eroi che avevano combattuto nelle paludi furono accolti dalla gente che vive, con difficoltà, nelle vicinanze degli acquitrini con la gentile ospitalità tipica dei Neenuvaren, ma anche con notizie sconfortanti: alcuni degli abomini avevano abbandonato quei luoghi nella notte, spargendosi in ogni direzione.
Ritratti e disegni - (non vi sono ritratti di questo raduno)
Novità e Dicerie
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Messidoro
La Fiera delle Erbe
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Cronache di messidoro 1259
Riassunto di quanto accadde
L’unica strada che collega
Riparossa al resto di
Altabrina si snoda per leghe e leghe all’interno della misteriosa
Selva Fatata; il
Clan della Volpe combatte un’eterna battaglia contro la natura per tenerla aperta. Nei boschi intorno alla strada ogni anno gli
sciamani del Clan della Volpe organizzano la rinomata
Fiera delle Erbe. Il mercato si snoda nella foresta e ogni venditore si accampa in una radura sicura esponendo mercanzie di ogni genere: erbe, bacche, fiori e radici rari, reagenti grezzi, pelli, monili, rimedi erboristici e naturalmente i potenti distillati di Riparossa.
Nell’anno
1259, la Fiera delle Erbe ebbe luogo il secondo giorno della seconda decade di messidoro, accogliendo i ricchi e i nobili provenienti da tutte le terre, tutti ansiosi di comprare qualche rara merce per compiacere il loro Principe. Pare che ben due
Corone d’Oro vennero pagate per acquistare un carico di
ferrolegno destinato ai lavori di bonifica delle
Paludi del Pianto. Anche un Messo di Sua Maestà fu inviato da Dimora nei territori della Volpe, affinché appurasse la condizione delle famose “
cento vergini di Albaridia”, donne valniane portate ad Altabrina dagli uomini dei clan durante la guerra, e mai tornate. Il seguito di Falcobrando sostenne che le donne ormai avevano figli e mariti e si erano felicemente convertiti agli antichi culti. Secondo gli uomini di Valleterna, invece, le donne catturate avevano portato a Riparossa la parola della Tetrade, convertendo decine di brinnici alla vera fede, nonostante le umiliazioni e persecuzioni inflitte dagli altri abitanti di Riparossa, rimasti fedeli agli Spiriti. La situazione tra i due Principati era molto tesa e qualcuno tentò anche di catturare
Crindiluce la Saggia, potente sciamana.
L’inviato del Re ascoltò tutte le parti in causa ma non poteva emettere alcun verdetto; Sua Maestà avrebbe preso una decisione sull’argomento nel mese successivo. Nel frattempo, i nobili inviati da Temistocle alla fiera furono barbaramente aggrediti da Ser
Agamennone delle Bande Rosse, un mercenario dagli empi trascorsi, recentemente distintosi durante la guerra e per questo investito Cavaliere da Sua Maestà. Ser Agamennone ebbe l’aiuto di alcuni sgherri mascherati, pare inviati da Principi, nonchè la complice indifferenza delle Guardie Reali, che non opposero resistenza alcuna al suo agire. Ma questa sarebbe stata solo la prima delle molte barbarie commesse dal demone noto come Agamennone.
La Fiera delle Erbe venne funestata anche dalle oscure azioni di
Corvomanto, potente Maestro
Cantore delle Nevi di Altabrina, già pretendente alla carica di
mago di corte del Re. Il rispettato Cantore, con grande sorpresa di tutti i presenti, tentò di assassinare
Clizia Laertidi, Sapiente della Loggia. Solo in seguito si sarebbe appreso che Corvomanto era caduto vittima degli Stregoni
Avvizziti, che avevano piegato il suo volere...
Si parlò anche di un altro mago in quel giorno, o meglio, si parlò della sua assenza:
Davide Diamanti, che un tempo si contese con Corvomanto e
Soron Biancospino la carica di Mago di Corte, non aveva più fatto ritorno alla sua natale Meridia. Gli ultimi ad averlo visto vivo erano stati i Baroni di
Roccamagna e questo fatto provocò sospetti e irritazione presso la corte di Temistocle.
Ritratti e disegni - 1
Novità e Dicerie
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Carminio
Il Ritorno della Magno Demone
La convocazione del Bando Reale
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Cronache di carminio 1259
Riassunto di quanto accadde
Il Ritorno della Magno Demone
Nell'
estate del 1257 un temerario capitano di nave originario di
Venalia,
Creone Boezio di Calastea, si presentò alle corti dei Principi con un ambizioso quanto incerto progetto: partire verso ovest solcando il mare aperto alla ricerca di nuove terre. L'intraprendente
Niviano aveva bisogno di un mecenate per la costruzione della nave ammiraglia della spedizione, che trovò nel munifico Barone
Magno Demone Cipridi in accordo con gli uomini dei clan di Altabrina che fornirono legname e scorte di cibo per il viaggio.
Il vascello in testa alla spedizione fu così battezzato "Magno Demone Falco dei Mari" e partì da
Vigezia sul finire del Carminio del 1257. Da allora nessuno aveva più avuto notizie del capitano e della sua spedizione e, passati ormai due anni, si disperava che il viaggio esplorativo potesse aver avuto successo. Era una limpida mattina d’inizio estate quando, nello stupore generale, il vascello di Creone Boezio fece il suo ingresso nel porto di Vigezia e fu accolto con sorpresa e meraviglia. La Basilissa
Desdemona Alcestidi non tardò ad indire una grande festa nell’Oltremura in cui il capitano tornato dal “nuovo mondo” avrebbe mostrato e messo all’asta alcune delle rare e misteriose merci raccolte durante la spedizione: piante esotiche e sconosciute, minerali e gemme, esemplari di insetti e piccoli animali e, con grande sorpresa degli astanti, incisioni su pietra nell’
antica lingua degli uomini del mare. Nella frescura dell’Oltremura i principati si sfidarono in un’asta all’ultimo scudo pur di assicurarsi semi, piante e gemme preziose provenienti dalle terre oltre il Mar del Vespro. Allora nessuno immaginava che, oltre all’ardito capitano,
qualcun altro fosse tornato dal “nuovo mondo”...
Gli uomini di Meridia festeggiarono anche l’arrivo del mago
Davide Diamanti che disse di essere fuggito dai briganti che l’avevano catturato lungo la strada che da Roccamagna porta a Piazza del Sole; passarono però solo pochi minuti prima che i presenti capissero che il Merida era diventato un
Avvizzito e che questi spargesse caos e devastazione, per poi fuggire dalle terre di Venalia.
La convocazione del Bando Reale
Fin dai tempi del dominio di Valleterna sulle Terre Spezzate, ogni anno il Re con un bando convocava l'esercito, e tutti i Principi accorrevano nella capitale, con Baroni, Cavalieri e i loro armati. Era una dimostrazione di forza per il Re e un'occasione per i vassalli fedeli di rinnovare l'omaggio alla Corona. Nel 1259 il Re rinnovò la tradizione e tutti i Principi giunsero, insieme alle loro corti, nei dintorni della città di
Ambra.
I valorosi qui giunti si trovarono di fronte a molte e inattese avversità. Gli antichi spettri degli
Adusti, che da secoli infestavano le vicine rovine di
Salamandra, si erano risvegliati causando terribile agitazione tra le creature della
foresta di Altorovo che, rese folli dalla paura, minacciavano la stessa città di Ambra. Gli uomini che avevano risposto alla chiamata del Re furono costretti a un’eroica resistenza contro
gibboni e
uomini bestia che continuarono ad assaltare per l’intera notte. Tutti uscirono provati e malconci dai durissimi scontri, tranne gli uomini dell’accampamento di Neenuvar e Venalia che, forse grazie all’aiuto degli Scudi d’Argento, forse grazie al loro proprio valore, respinsero le orde della foresta senza colpo ferire.
Per debellare gli antichi spettri, l’indomani alcuni valorosi intrapresero una marcia; così ne parla il
Bruto Cerbero, di Meridia:
- “La città di Ambra è stata difesa durante la notte, e di ciò dobbiamo essere grati a tutti i Principati Inoltre ho partecipato alla marcia nelle foreste di Altorovo per capire quale fosse il motivo di tante bestie e tanti attacchi ad Ambra.
- Lungo la strada abbiamo incontrato uno Spettro con la Corona, di cui subito ho avuto il sospetto che fosse stato un Eliarca, e grazie ai racconti di mia madre (che i Quattro l'abbiano in gloria), mi sono ricordato della caduta di Salamandra, e con un po’ di fortuna e andando a tentativi sono riuscito a ricordarmi il nome dell'Eliarca: Crisostomo!
- Quando gliel’ho rimembrato lui ci ha spiegato che la foresta non sarebbe mai stata pacificata se non si fosse pacificato l'anima di Arolfo, figlio del capo degli uomini del Mare che volevano conquistare la città, ucciso con l'inganno prima della resa della città. Esso sarebbe potuto essere richiamato solo con il suo Corno. Lo abbiamo ritrovato e lo abbiamo sconfitto.”
Inoltre da lungo tempo almeno tre Principi erano all’affannosa ricerca del leggendario
Tesoro del Lago e sapevano che nei pressi di Ambra era sepolto
Ezra il Cercatore, l’uomo che più di ogni altro aveva cercato, invano, il mitico tesoro. La tomba di Ezra si rivelò essere un vasto complesso di gallerie, protetto da trappole ed enigmi: addirittura, il
colosso di roccia che ne bloccava l’ingresso prese vita e assalì gli intrusi con inaudita violenza prima di essere finalmente distrutto. Gli uomini di Venalia, Neenuvar, Corona e Meridia, tra cui si annoverano
Bacco detto il Fortunato,
Ahren Quel'Zaress Hyarin,
Persefone di Candia, Talia e Dama
Dulcinia Vizzamano, che ebbero la tenacia di proseguire fino in fondo, non solo trovarono gli scritti di Ezra sul Tesoro del Lago, ma anche il ricco bottino accumulato in vita dal Cercatore.
Un altro evento importante durante il Bando Reale fu la
Disfida combattuta tra gli uomini di
Altabrina e di
Valleterna per risolvere la disputa di
Riparossa. Nonostante il grande impegno e il molto argento profusi dai Valniani nel disperato tentativo di prevalere, i fieri guerrieri del nord si batterono con coraggio e conquistarono il campo.
Infine, il Guardiacaccia
Giustino riferì quanto segue:
- “Inoltre è stata avvistata una strana creatura simile a una lucertola, di colore verde, che sembra appartenere ad una razza di bestie non ancora conosciute (anche perché molto abili a nascondersi). Ho partecipato personalmente alla battuta di caccia nei dintorni del campo di Meridia e Altabrina alla ricerca di questa creatura, ma nonostante il mio aiuto se ne sono perse le tracce”
I suoi superiori non potevano immaginare che la strana lucertola era la prima di
un’intera razza che, incuriosita dalle navi di Creone Boezio, stava giungendo dal “Nuovo Mondo”...
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Novità e Dicerie
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Vignameno
Il Segreto della Fortezza
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Cronache di vignameno 1259
Riassunto di quanto accadde
Il Duca
Teodorico D'Urso, cugino del Principe Alarico, era recentemente succeduto all’amatissimo Clodoveo, suo padre e signore della fortezza di
Portoferro per oltre trent'anni. Il Principe D'Urso e numerosi ospiti di terre straniere erano attesi nel sesto giorno della prima decade di Vignameno per acclamare Teodorico quale nuovo signore della città. Il dominio del nuovo Duca tuttavia si rivelò oscuro ed eccezionalmente breve: la sera stessa Alarico gli avrebbe spiccato la testa per tradimento. Pareva infatti che il castello fosse infestato: il popolino sosteneva con timore che rumori terrificanti si odevano durante la notte, lugubri lamenti che rimbombavano nelle viscere della fortezza.
Durante la giornata si scoprì invece che Teodorico, con l’aiuto di un mago straniero, un Erede di nome
Hoseldon, stava forgiando un’armata di
colossi di roccia allo scopo di usurpare il trono dei D’Urso. Queste terribili statue animate obbedivano ciecamente al Duca che li aveva forgiati, ma l’Iniziata Persefone si dimostrò più astuta, piegando al suo Volere Teodorico e, con lui, il colosso di roccia che lo seguiva. La maga venale consegnò il traditore nelle mani del Principe di Castelbruma che lo giustiziò seduta stante.
Infine si scoprì che gli empi simboli rinvenuti sulle mura, che la plebe attribuiva ai misteriosi spettri, erano stati tracciati da fedeli del proibito culto del Corvo, che pure furono catturati solo in parte. Ciononostante nella fortezza si trovava davvero uno spettro, benché non fosse responsabile né del rimbombo né dei simboli... lo spettro del defunto Duca Clodoveo, che per primo accusò il figlio di tradimento, dando inizio ai sospetti nei confronti di Teodorico.
Non fu quella del tradimento l’unica ombra che offuscò la giornata: già nel 1258 una profezia oscura aveva presagito grandi cambiamenti per l’antico culto: seguendo le sue parole alcuni uomini, desiderosi di rivincita nei confronti del Bando Reale che li aveva così limitati, erano riusciti ad evocare un
demone dalle sembianze corvine grazie ad una reliquia chiamata la Zampa del Corvo. Lo Spirito del Corvo era in grado di sottomettere la volontà dei suoi seguaci, o almeno così si vociferava. Tra coloro i quali cedettero alle lusinghe del demone corvino si annoverano il guerriero del clan Nibbio, Ranyare di Neenuvar, che in seguito fu eletta guida del clan del Corvo,
Ludovico dal Pozzo, veterano tra gli armigeri, Astolfo, primo cacciatore di Castelbruma e
Ginepro, kyermen che in seguito riuscì a pentirsi, redimersi e a ricevere addirittura il perdono reale.
Durante il raduno a Portoferro i seguaci del Culto, fino a quel momento latenti, diedero prova della propria forza, creando non pochi problemi ai Tetradici, che tentarono invano di arginarne gli eccessi: fu sfregiato con il simbolo del Corvo persino un Vicario dell’Ecclesia, Ser
Augusto Laurenti, su ordine di
Barduccio, detto il gentile, campione del Clan reso folle e violento dalla repressione scattata contro i seguaci del culto.
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La congiura
Durante il
1259,
Marco Ottavio Clementi e
Lavinia Sartori complottarono insieme ad alcuni componenti delle Corti di
Venalia e
Altabrina per assassinare
Re Aureliano e mettere al suo posto il suo fratello bastardo.
- "Innanzitutto illustro a coloro che non erano presenti il primo giorno cosa accadde: tramite Ser Lisimaco e Dama Clizia da Meridia, il Primo Cavaliere è stato informato di un complotto atto ad dominare tramite veleni la Regina Madre, Falco Frecciarossa, l’amico del Re, Ser Tancredi stesso e il Gran Ciambellano Ser Teodoro Cacciaguida per poi uccidere Sua Maestà al fine di sostituirlo col fratello bastardo. Corona, Castelbruma, Valleterna e Meridia sono intervenute contro i colpevoli, Niobe da Venalia e Nibbio da Altabrina, che sono stati presi e giustiziati. Pare che comunque non furono loro ad organizzare il tutto, ma una misteriosa figura che sospetto essere relazionata a Marco Ottavio Clementi. Ettore Cassio da Vigezia è riuscito a fuggire alla cattura e la sciamana Crindiluce, la Cantrice Fiordigelo e Barduccio sono stati marchiati per avere interferito.
- Il terzo giorno rincontrammo il mago della Spina Caligola, che lasciai andare per mio errore, non avendo compreso appieno le accuse cadute su di lui dato che nel momento in cui fu emanato il bando contro di lui ero altrove. Caligola si presenterà tra due mesi a Corona per parlare con voi della vicenda.[1]
Personaggi Coinvolti
Marco Ottavio Clementi,
Lavinia Sartori,
Ettore Cassio da Vigezia,
Niobe da Venalia,
Nibbio da Altabrina
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- Così ne parla Ser Augusto Galileo Laurenti, Gran Camerlengo
Caduceo
Il Castello dei Castamanti
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Cronache di caduceo 1259
Riassunto di quanto accadde
Più di mezzo anno era ormai trascorso da quando l’
Alleanza Tetradica che difendeva
Re Aureliano rovesciò le sorti della guerra, sconfiggendo nei
Campi Plachi le armate del
Patto del Sole e riportando la pace nelle Terre Spezzate. Il Principe
Alarico d’Urso, uno dei ribelli che aveva osato sfidare il Re, dovette pagare il prezzo più alto per il perdono reale. Il suo unico figlio ed erede
Goffredo d'Urso venne consegnato quale ostaggio ad Edoardo dei Castamanti, Principe di Valleterna e nemico di sempre, affinché fosse cresciuto ed educato a Vesta. Quando il principino si apprestava a compiere il primo anno d’età, il Magnifico diede grandi festeggiamenti a Vesta, invitando dignitari da tutto il Regno. Il Principe Alarico, ansioso di celebrare suo figlio alla maniera brumiana, convocò il
Baldo Ivaldo che intrattenne i presenti con la sua pittoresca arena di creature mostruose.
I festeggiamenti per l’erede brumiano non furono però l’unica ragione che mosse le corti dei principati verso il
Castello dei Castamanti. Già dai giorni dell’incoronazione di Re Aureliano, l’ecclesia valniana e quella coronense dibattevano animatamente su questioni dottrinali in seno all’
Ecclesia. Per mesi i dotti ricercarono scritti e testimonianze che avvalorassero le proprie tesi e che furono infine declamati durante il Concilio dei Vescovi dell’Ecclesia Tetradica, tenutosi il giorno ottavo della seconda decade di caduceo. Dama
Ginevra Della Rovere e Ser
Lisimaco Ariele portarono al Concilio argomentazioni convincenti, ma non quanto quelle di Ser
Augusto Laurenti e Dama
Dulcinia Vesta Vizzamano: alla fine fu decretato che il
Tetrarca aveva il potere di nominare i
Vescovi autonomamente, senza bisogno dell’approvazione del Concilio, con grande scorno dell’Ecclesia valniana.
Mentre i Tetradici disquisivano di fede e dell’infallibilità della guida dell’Ecclesia, i seguaci del
Corvo organizzavano un festino proprio fuori dalle mura, facendosi beffe del severo Edoardo e dell’editto reale, durante il quale fu scelta una guida per il novello clan. Raccontano i pii contadini valniani che i depravati barbari salutarono l’evocazione dell’empio demone corvino godendo tutti insieme di sfrenate libagioni e chissà quali altre perversioni della carne.
Sullo stesso terreno del festino, tornata la luce del giorno, ebbe luogo il prestigioso, quanto atteso, Torneo delle Dame, indetto dalla Regina Madre
Adelaide. Come da tradizione, le fanciulle di nobile lignaggio scelsero i propri campioni, d’armi e cortesia, che si batterono l’uno contro l’altro portando i colori delle rispettive dame. Alla fine rimasero due combattenti, il Duca
Odoacre Alanera e il suo vassallo Ser Frederigo Tagliabruma. Il cavaliere Tagliabruma sembrava il più abile con le armi e indubbiamente sopravanzava il suo signore in cortesia. Eppure, non osando forse sfidare l’ira dello spietato Duca, Frederigo si battè pigramente nel duello finale lasciando facile vittoria ad Odoacre. La dama di cui portava i colori, la Baronessa Olimpia Zenaidi, ricevette in premio un prezioso gioiello fatto cesellare appositamente dalla Regina Madre. Pare che l’anziana Adelaide avesse molto peso a corte e che il suo parere sarebbe stato determinante per la scelta della moglie di Aureliano, la nuova Regina... questo è quanto ebbe a dire di lei un’Iniziata della Spina:
“Ho parlato con la Regina Madre. Che palle. E' noiosa come le patate lesse e rigida come un palo. Ma vabbe'.”
Altri eventi meno mondani richiesero tuttavia l’attenzione delle corti. A Vesta si svolse il
Simposio sugli Avvizziti, in cui tutti i Principati testimoniarono quanto avevano scoperto sui pericolosi stregoni e il Primo Cavaliere Tancredi fece il punto della situazione sulla Caccia. Nei mesi precedenti, gli
Avvizziti erano stati massacrati senza quartiere, soprattutto dai valorosi armati al servizio di Venalia e di Neenuvar, ma molto restava ancora da fare.
Gli stregoni cercarono di distruggere la ricetta di una pozione in grado di proteggere dalla cosiddetta “Sublimazione”, il terribile rituale tramite il quale i mortali vengono tramutati in Avvizziti. Solo il tempestivo intervento degli uomini di Meridia permise che la ricetta giungesse intatta nelle mani del Re. Nel mentre
Brito Alcestidi, Rettore della Spina di Venalia e cugino di Basilio X, si faceva beffe degli uomini delle Corti. Brito finse di essere stato catturato dagli stregoni e tramutato in Avvizzito contro la sua volontà; solo in seguito si sarebbe appreso che si trattava solo di un elaborato stratagemma e che il Rettore da sempre desiderava servire gli stregoni. Questo ed altri eventi avrebbero avuto una portata catastrofica per il Regno; ma ciò sarebbe emerso chiaramente solo un anno più tardi.
I principati non riuscirono a fare fronte compatto contro gli Avvizziti anche a causa dei grandi screzi fra la Corona, Neenuvar e Venalia: col primo si stava quasi giungendo allo scontro aperto per questioni di fede mentre due maghi de La Spina vennero accusati di avere ordito un complotto atto ad uccidere Sua Maestà; la maga Niobe venne torturata ed impiccata mentre Ettore Cassio riuscì a fuggire. Massenzio Vulcano, uomo d’armi della Basilissa ed amico sia di Ettore che di Niobe nonché cugino di Leone Allegro, venale impiccato mesi prima per ordine della Corona, decise di vendicarsi e uccise
Caio Marzio, Veterano della Guardia e simbolo della Corona. Fu grazie al Magnifico Principe di Valleterna che il miliziano venale venne catturato e giustiziato.
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Brumaio
L'arrivo dei primi Ashai
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Cronache di brumaio 1259
Riassunto di quanto accadde
- ...Voci insistenti riferiscono che un villaggio è stato distrutto e i Guardiavia dell'Ainatur inviati in perlustrazione non hanno più fatto ritorno...
Così dicevano i Principi alle loro corti, prima di inviarle nell’Ainatur nell’ottavo giorno della prima decade di Brumaio. I cronisti hanno poco altro da riferire su quella giornata, in cui le forti piogge e il freddo fiaccarono lo spirito dei convenuti più di qualsiasi altra avversità. Tuttavia è bene ricordare che fu proprio quel giorno che gli uomini delle Terre Spezzate scoprirono che le strane lucertole giunte dal nuovo mondo erano più intelligenti di quanto sembrassero. Le lucertole chiamavano se stesse
Ashai, erano divise in caste e in tribù, potevano parlare un linguaggio sibilante e addirittura padroneggiare la
magia e la scrittura. Alcune tribù si dimostrarono pacifiche e fu addirittura possibile parlare con loro e trattare scambi di merci e informazioni.
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Nevoso
La Corte in Viaggio
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Cronache di nevoso 1259
Riassunto di quanto accadde
L’anno 1259 si avviava verso la sua conclusione, e con esso molte importanti questioni che avevano coinvolto i principati del regno nei mesi successivi alla
Guerra dei Tre Re. Sua Maestà
Aureliano dei Gastaldi aveva infine scelto la nobile fanciulla che sarebbe diventata sua sposa, nuova Regina delle Terre Spezzate. Tutti i Principi e le loro corti furono quindi invitati nella città di
Capo d’Alba, dove Re Aureliano desiderava annunciare il matrimonio, trascorrere festosamente l’inverno e celebrare le nozze all’inizio dell’anno venturo.
Fu così che la Corte del Re si mise in viaggio per giungere a Capo d’Alba lungo la
Strada Lucinia, che costeggia il Bosco d’Alba e la Costa Aurora conducendo a nord nelle terre dei
Vignalba. Dignitari e nobili di tutte le Terre Spezzate si unirono alla carovana in quest’ultimo tratto di viaggio, con le corti ristrette dei Principi in avanguardia per proteggere Sua Maestà.
Vi erano però altri motivi per intraprendere il viaggio: era infatti giunta presso ogni Principe da parte del
Mago di Corte,
Soron Biancospino, una missiva di convocazione per fronteggiare colui che a ragione era ritenuto la più grave minaccia alla pace nelle Terre Spezzate: il famigerato Re Nero, capo e guida degli abomini noti con il nome di
Avvizziti.
Nel corso dell’anno Sua Maestà, preoccupato dall’empietà e dal crescente potere di tali creature, aveva infatti
indetto una Caccia tramite Bando Reale per stanarle ed ucciderle, riducendole infine all’impotenza. Grazie all’impegno profuso da ogni principato nel corso dei mesi, e culminato con un
simposio tenutosi a Valleterna
nell’autunno per condividere ogni scoperta e tracciare le linee di una strategia comune per sconfiggere gli odiosi stregoni, era infine emerso il suo nome. Il “Re Nero” viveva nascosto nei territori di Corona del Re ed ora finalmente era stato scovato il luogo del suo rifugio.
Egli fu sconfitto dal Duca
Odoacre Alanera, ma durante la caccia al Re Nero ricomparve anche
Corvomanto, il
cantore delle nevi, che mostrava segni di decomposizione sul volto, tanto che alcuni testimoni lo definirono “marcito”.
Inoltre, sulla Strada Lucinia veniva anche segretamente scortato un pericoloso criminale catturato qualche mese prima, dopo anni di infruttuose ricerche. Il famigerato
Re dei Goblin altri non era che
Talia la Cantastorie, astuta pitta girovaga che in innumerevoli occasioni era stata ospite di nobili signori e Principi. Sua Maestà Aureliano dei Gastaldi aveva ordinato che fosse condotta a Capo d’Alba per essere impiccata nei giorni del suo matrimonio, ma gli uomini fedeli alla criminale erano pronti ad entrare in azione. Il Re dei Goblin non solo riuscì a scappare ma si prese anche gioco dei coronensi, porgendo loro i saluti di “Sua Maestà”.
Ci furono nuovi scontri tra
Tetradici e fedeli del
Corvo, culminati con la morte del Campione del Clan del Corvo, il Mahtaren
Barduccio Gentile; fu però una scoperta della giovane coronense
Ania da Querciantica più che lo scontro armato a segnare la caduta del demone corvino: ella riferì che lo spirito ammaliava le menti dei suoi adepti e che grazie alle preghiere era possibile liberarsi dal maleficio. Molti furono i seguaci del Corvo che, liberati da questa soggezione, rinnegarono lo spirito. Ser
Tancredi Roncaglia,
Primo Cavaliere del Re, annunciò quindi una nuova
Concordia Religiosa che garantiva la possibilità a Brinnici e Neenuvaren di officiare le loro preghiere in terra Tetradica, eccetto che a
Valleterna. Il culto del Corvo e l’eresia dell’Umbra furono confermati fuorilegge.
Non fu quello il solo annuncio della giornata: l’attesa era finita, e sul fare delle tenebre il Primo Cavaliere annunciò il nome della futura Regina delle Terre Spezzate:
Ginevra Viviana, nata
Della Rovere.
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La nuova Regina
Vedi il
Torneo delle Dame e
Ginevra della Rovere