Corvo

Sommario

Principato
Razza
Carriera
Famiglia Nobiliare
Storia recente
La Profezia del Corvo
Dicono di lui
Si dice che il Corvo sia uno di quegli spiriti venerati dai brinnici sin dall'antichità, che sarebbe "scomparso" nella notte dei tempi a causa della distruzione del Clan di cui era spirito-guida. La posizione dell'Ecclesia Tetradica a riguardo è, non sorprendentemente, ben diversa: per essa il Corvo è solo un malvagio Demone.

Ritratto dello Spirito del Corvo

Principato
Non applicabile, seppur legato alle tradizioni di Altabrina.

Razza
Non applicabile, è un non meglio precisato "spirito".

Carriera
Non applicabile

Famiglia Nobiliare
Non applicabile, si narra fosse l'ispiratore di uno scomparso Clan del Corvo.

Storia recente

A partire dall'anno 1258 molti Druidi e Sciamani ricevettero inquietanti visioni legate al possibile ritorno dello spirito e, un'oscura profezia come unica traccia, cominciò tra le genti dell'Antica Religione una caccia alle reliquie necessarie per evocare tale misteriosa creatura. La più preziosa tra esse è nota come Zampa del Corvo.
Lo Spirito del Corvo riapparve nelle Terre Spezzate per opera dell'Alleanza del Nord e manifestò ben presto la volontà di rifondare il suo perduto Clan.
corvo_clan_zampa.jpg
il guerriero del Clan Nibbio reca su di sé il tatuaggio del Corvo

A causa della revoca della concordia religiosa, il culto del Corvo rimase sopito, ma comunque raccolse adepti tra le genti di Altabrina, Neenuvar e Castelbruma: essi si contraddistinguevano per il marchio nero a forma di zampa di corvo sulla guancia sinistra. Persino alcuni membri delle Corti dei Principi si unirono al Clan: tra di essi si annoverano il guerriero del clan Nibbio, Ludovico del Pozzo, veterano tra gli armigeri, e Astolfo, primo cacciatore di Castelbruma, e Ranyare e Ginepro, due druidi di Neenuvar dei quali la prima fu eletta guida del Clan, mentre il secondo in seguito riuscì a redimersi e a ricevere addirittura il perdono reale.

Tuttavia, durante un raduno delle Corti dei Principi a Portoferro, nel Vignameno 1259, i seguaci del Corvo si manifestarono apertamente e sfidarono apertamente l'Ecclesia sfregiando con il simbolo del Corvo un Vicario della Tetrade, Ser Augusto Laurenti, su ordine di Barduccio, campione del Clan accecato dalla repressione scattata contro i seguaci del culto.

La diffusione del Culto subì un brusco arresto con l'annuncio della Nuova Concordia Religiosa, all'inizio del 1260, in cui sua Maestà Aureliano dei Gastaldi definì il Corvo un Demone, che ogni fedele suddito aveva il dovere di uccidere. Inoltre si sparse la voce che il Corvo sottomettesse la volontà dei suoi seguaci e molti di loro, per paura o per rabbia, abbandonarono il culto. Sembra che coloro che sono rimasti fedeli al Clan abbiano trovato rifugio nelle impervie Paludi del Pianto di Neenuvar.
Spirito del Corvo.jpg
Spirito del Corvo

La Profezia del Corvo
Tamburi suono di tamburi la notte risuona del rombo di tamburi urlano senza sosta acque di un fiume s’ingrossano a dismisura rosse come il sangue degli uomini i tamburi non possono coprire le urla maschere d’acciaio coperte di sangue e pelle e capelli fuoco tra le capanne tra gli alberi piume di uccelli sparse al vento gli alberi si piegano ululando... ...trasportato da grandi artigli tra i venti e le nuvole signore dell’aria la terra è lontana cadi tra le spire dell’aria stringendo in pugno una zampa di corvo precipiti al suolo tutto è distrutto ma stringi sempre la zampa del corvo figure incappucciate corrono nella notte buia una grotta buia nera pesante accoglie uomini in fuga tutti escono tranne uno... Morte nella grotta vita nel sangue rosso ribolle nelle gole e nei bacili pieno di sangue è il bacile scorre nella gola un liquido caldo e denso cola sulle vesti il sangue dei guerrieri scivola sulle armature d’acciaio e non si ferma una freccia impiumata nera perfora le corazze un arco nero l’ha scagliata l’arco nero giace tra i morti un orso squartato giace tra i cani non è più tempo per la caccia brandi pietre incombono tra figure incappucciate spezzato è l’arco colmo il bacile stretta la zampa la zampa il bacile l’arco nero...

Dicono di lui

I preti delle terre calde non capiscono nulla di spiriti. Anzi non capiscono nulla in generale... non saprebbero distinguere un corvo da un merlo, figuriamoci uno spirito da un demone. Quel che è certo, però, è che il Corvo è uno spirito potente e sa essere infido e pericoloso. In passato, alcuni figli di Altabrina sono stati irretiti dalle sue parole e lo hanno seguito, ma mai nulla di buono ci è venuto da questo: il Corvo si è preso gioco dei nostri doni e sacrifici e ha abbandonato la brina per unirsi agli uomini di Neenuvar. Mi sono sempre chiesto cosa gli avessero promesso... [1]
  1. ^ racconta Falcobrando, Voce dell'Inverno