Cronache di messidoro 1259

Sommario

Principato
Data
La Fiera delle Erbe
Riassunto di quanto accadde
Eventi del mese
Bandi del mese
Principato
Riparossa, Altabrina

Data
quarto giorno della seconda decade di messidoro 1259

La Fiera delle Erbe

Nella larga baia davanti allo scoglio della Zanna, si distende il piccolo porto di Riparossa. Si tratta di un villaggio di pescatori e cacciatori immerso nella Selva Fatata. L’unica strada che la collega al resto di Altabrina si snoda per leghe e leghe all’interno della foresta e il Clan della Volpe combatte un’eterna battaglia contro la natura per tenerla aperta.

Il porto concede al villaggio uno dei più forniti mercati del Principato e il bosco circostante è uno dei più ricchi di elementi grezzi erboristici della regione. Forse per questo i distillati di erbe e radici di Riparossa sono rinomati in tutto il nord delle Terre Spezzate, benché si dica che solo i figli del Clan della Volpe riescano a berne più di qualche bicchierino senza subirne l’altissimo grado alcolico.
Nei boschi intorno alla Strada Fronda che attraversa la misteriosa Selva Fatata, ogni anno nel mese di Messidoro gli sciamani del Clan della Volpe organizzano la rinomata Fiera delle Erbe. Il mercato si snoda nella foresta e ogni venditore si accampa in una radura sicura esponendo mercanzie di ogni genere: erbe, bacche, fiori e radici rari, reagenti grezzi, pelli, monili, preparati erboristici e naturalmente i potenti distillati di Riparossa.

Genti di tutti i clan di Altabrina si recano alla Fiera delle Erbe per scambiare ogni genere di rarità, ma anche mercanti e viaggiatori dal sud delle Terre Spezzate e spesso lo stesso Falcobrando, voce dell'Inverno e capoclan del Falco.
Quest'anno pare addirittura che un Messo di Sua Maestà sia in viaggio da Dimora per recarsi nei territori della Volpe, inviato a sincerarsi della condizione delle famose "cento vergini di Albaridia", donne valniane portate ad Altabrinadagli uomini dei clan durante la guerra, e mai tornate.

Riassunto di quanto accadde

L’unica strada che collega Riparossa al resto di Altabrina si snoda per leghe e leghe all’interno della misteriosa Selva Fatata; il Clan della Volpe combatte un’eterna battaglia contro la natura per tenerla aperta. Nei boschi intorno alla strada ogni anno gli sciamani del Clan della Volpe organizzano la rinomata Fiera delle Erbe. Il mercato si snoda nella foresta e ogni venditore si accampa in una radura sicura esponendo mercanzie di ogni genere: erbe, bacche, fiori e radici rari, reagenti grezzi, pelli, monili, rimedi erboristici e naturalmente i potenti distillati di Riparossa.
Nell’anno 1259, la Fiera delle Erbe ebbe luogo il secondo giorno della seconda decade di messidoro, accogliendo i ricchi e i nobili provenienti da tutte le terre, tutti ansiosi di comprare qualche rara merce per compiacere il loro Principe. Pare che ben due Corone d’Oro vennero pagate per acquistare un carico di ferrolegno destinato ai lavori di bonifica delle Paludi del Pianto. Anche un Messo di Sua Maestà fu inviato da Dimora nei territori della Volpe, affinché appurasse la condizione delle famose “cento vergini di Albaridia”, donne valniane portate ad Altabrina dagli uomini dei clan durante la guerra, e mai tornate. Il seguito di Falcobrando sostenne che le donne ormai avevano figli e mariti e si erano felicemente convertiti agli antichi culti. Secondo gli uomini di Valleterna, invece, le donne catturate avevano portato a Riparossa la parola della Tetrade, convertendo decine di brinnici alla vera fede, nonostante le umiliazioni e persecuzioni inflitte dagli altri abitanti di Riparossa, rimasti fedeli agli Spiriti. La situazione tra i due Principati era molto tesa e qualcuno tentò anche di catturare Crindiluce la Saggia, potente sciamana.
L’inviato del Re ascoltò tutte le parti in causa ma non poteva emettere alcun verdetto; Sua Maestà avrebbe preso una decisione sull’argomento nel mese successivo. Nel frattempo, i nobili inviati da Temistocle alla fiera furono barbaramente aggrediti da Ser Agamennone delle Bande Rosse, un mercenario dagli empi trascorsi, recentemente distintosi durante la guerra e per questo investito Cavaliere da Sua Maestà. Ser Agamennone ebbe l’aiuto di alcuni sgherri mascherati, pare inviati da Principi, nonchè la complice indifferenza delle Guardie Reali, che non opposero resistenza alcuna al suo agire. Ma questa sarebbe stata solo la prima delle molte barbarie commesse dal demone noto come Agamennone.
La Fiera delle Erbe venne funestata anche dalle oscure azioni di Corvomanto, potente Maestro Cantore delle Nevi di Altabrina, già pretendente alla carica di mago di corte del Re. Il rispettato Cantore, con grande sorpresa di tutti i presenti, tentò di assassinare Clizia Laertidi, Sapiente della Loggia. Solo in seguito si sarebbe appreso che Corvomanto era caduto vittima degli Stregoni Avvizziti, che avevano piegato il suo volere...
Si parlò anche di un altro mago in quel giorno, o meglio, si parlò della sua assenza: Davide Diamanti, che un tempo si contese con Corvomanto e Soron Biancospino la carica di Mago di Corte, non aveva più fatto ritorno alla sua natale Meridia. Gli ultimi ad averlo visto vivo erano stati i Baroni di Roccamagna e questo fatto provocò sospetti e irritazione presso la corte di Temistocle.

Ritratti e disegni - 1

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