Cronache dell'anno 1263

Sommario

L'anno 1263 in breve
Pluvioso
L'Isola dello Sperone
Riassunto di quanto accadde
Sferzato
Gran Ballo a Litoranèa
Riassunto di quanto accadde
Germinale
Il Nuovo Mondo
Riassunto di quanto accadde
Fiorile
Il Nuovo Mondo - Scacco alla Regina
Riassunto di quanto accadde
Solario
Il Nuovo Mondo - Il Trono di Pietra
Riassunto di quanto accadde
Messidoro
Per un Pugno di Grano
Riassunto di quanto accadde
Fruttidoro
Il Nuovo Mondo - La Città Proibita
Riassunto di quanto accadde
Brumaio
I Signori dell'Ovest
Riassunto di quanto accadde
Nevoso
Approdo a Calastea
Riassunto di quanto accadde
external image eruditi.png Vedi anche tutte le Cronache: 1256 - 1257 - 1258 - 1259 - 1260 - 1261 - 1262 - 1263
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L'anno 1263 in breve

| Pluvioso | Sferzato | Germinale | Fiorile | Solario | Messidoro | Fruttidoro | Brumaio | Nevoso
In seguito all'annuncio della scoperta di un Nuovo Mondo, patria degli antichi Niviani, l'anno 1263 dall'Incoronazione vede il costituirsi della Spedizione Palladiana, comandata dal nipote del Re, il Viceré Morgante dei Castamanti, con lo scopo di esplorare le sconosciute Terre d'Oltremare. Uomini e navi vengono assoldate tra i pirati dell'Isola dello Sperone e, guidate dal novello Ammiraglio Guadagno, le corti partono alla volta del Nuovo Mondo.
Una terribile tempesta coglie la flotta in vista della costa e molti sono i vascelli che fanno naufragio: è una spedizione stanca e appiedata quella che si inoltra nelle terre d'oltremare. Innumerevoli pericoli e sorprese li attendono: flora, fauna e razze sconosciute così come varianti locali di creature note, inclusi orchi stranamente civilizzati (e tetradici!) e i presunti antenati dei niviani, i misteriosi Nivicara.
Tra alterne fortune e inesauribili dissidi tra le fazioni, le corti riescono via via a conquistare o negoziare il dominio di alcuni territori, insediando baronie e cavalierati nel nuovo mondo, sinché, conclusa una prima esplorazione del continente, il grosso dei cortigiani fa ritorno nelle Terre Spezzate, lasciando alle spalle i coloni e i compagni che hanno preferito restare e rifarsi una vita oltremare.


Vedi il Calendario per i nomi dei mesi.

Pluvioso

L'Isola dello Sperone
Vedi più in dettaglio le Cronache di pluvioso 1263

Riassunto di quanto accadde

Ogni corte sbarcò con circospezione sull'isola semideserta e presto tutte si ritrovarono insieme nell'unico luogo minimamente civilizzato individuato dagli esploratori: un'ampia radura poco lontana dalla costa, seppur nascosta alla vista dal mare, che ospitava qualche costruzione e ben tre taverne, frequentate da diverse ciurme di pericolosi pirati. Era esattamente ciò che i cortigiani cercavano.
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Ritratto di Capitan Rodolfo

Tra i tre tavernieri incontrarono vecchie conoscenze: Caterina l'aracne e il mercante Guaccione, trasferitisi colà da poco in vista dei prevedibili lucrosi affari, oltre a un vecchio e burbero "bucaniere in pensione" che si faceva chiamare Capitan Rodolfo.

Le corti furono molestate per tutto il giorno da una misteriosa ciurma di pirati non-morti e da gruppi di Ashai (verosimilmente alcuni degli ultimi sbandati della grande invasione del 1260), ma ciò non impedì loro di competere furiosamente per accaparrarsi navi, armati e provviste per guadagnare una posizione di vantaggio nella prossima spedizione. Fra le altre cose, ebbero luogo diverse zuffe attorno alla persona di Dialdana da Capo d'Alba, probabilmente tese a prendere il controllo della sua flottiglia personale.

Alfine emersero due grandi candidati al ruolo di nocchiero per il viaggio attraverso il grande mare, il bruto Capitan Libeccio e il niviano Capitan Guadagno. Il viceré designato, Morgante dei Castamanti, annunciò a sera che, sentite le parti, la sua scelta era caduta su quest'ultimo (non senza cogliere l'occasione di lamentarsi per l'inaccettabile livello di bisticcio e malizia espresso dai membri delle corti in tutta la faccenda).

Sullo sfondo, si snodavano gli usuali confronti e regolamenti di conti intra e inter principato: per citare solo i più visibili, i valniani si vedevano rapire da Bruma il vescovo Baldovino Sestesi, per rappresaglia contro il suo recente bando, per poi subire il contro-rapimento dell'armigero Vacone, mentre il braccio di ferro politico interno a Neenuvar costava la vita a Luthien da Rilmeren, consegnatasi spontanemente ai suoi aguzzini e giustiziata per volere di Echtelion Elensil.

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Novità e Dicerie

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Sferzato

Gran Ballo a Litoranèa
Vedi più in dettaglio le Cronache di sferzato 1263

Riassunto di quanto accadde

Una sfarzosa villa ha accolto le corti a Litoranéa e ogni lusso promesso è stato erogato. Per ore dame e cavalieri hanno danzato sulle note suonate dai musici, mentre i meno cortesi, mai smesse armi e armature, ingannavano il tempo in qualche lazzo, in un torneo d'arme allestito appositamente a loro diletto e nella usuale dose di prove di forza e confronti armati per questo o quell'obiettivo di fazione. La politica, in effetti, non si è ritirata del tutto dalla scena (lo fa mai?) e alcuni eventi significativi hanno avuto luogo durante il ballo.

Per esempio, continuando l'iniziativa già promossa in occasione del Giubileo, la baronessa Vignalba ha chiamato a raccolta i nobili delle Terre Spezzate per discutere dell'intollerabile andazzo per cui da tempo i membri plebei delle corti tendono a trascurare il rispetto dovuto ai nobili e trattarli quasi da pari, con la proposta di firmare una lettera di intenti in cui tutti gli aristocratici si impegnavano a imporre i dovuti modi ai propri sottoposti; non sorprendemente i maggiori indiziati, i cortigiani Brinnici e Brumiani, hanno recalcitrato e polemizzato, lasciando intendere d'esser ben poco inclini a cambiare costumi.

Con grande sorpresa poi, i Cavalieri dell'Antico codice, ordine cavalleresco da poco riscoperto e rifondato, sono stati messi al bando e condannati a morte per volere di Re Edoardo in persona, con compresibile sconcerto da parte di coloro che vi avevano aderito mossi dagl'ideali e dall'onore. Vi è stato un confronto teso mentre si decideva il da farsi, sinché essi stessi hanno deciso di dare battaglia per ripicca e solo la chiamata a raccolta di numerosi armati guidati dal principe Alarico d'Urso ha potuto averne ragione, sicché sono stati infine battuti e disarmati. Per intercessione del Vicerè stesso, il loro fato è stato infine commutato in esilio nel nuovo mondo, dunque tutti coloro che abbiano fatto parte dell'ordine dovranno partire con la spedizione Palladiana senza più fare ritorno.

Fra coloro che più si sono messi in luce nel torneo d'arme Sua Altezza Reale Morgante dei Castamanti ha scelto due nuove Cappe Celesti per la protezione della sua persona in vista della conquista del Nuovo Mondo. Il Vicerè ha altresì designato il nuovo Maestro del Conio ed il nuovo Maestro di Caccia, cariche che erano rimaste da tempo vacanti.

Rimarrà agli atti anche una faccenducola che strapperebbe un sorriso, se non fosse dannatamente seria: i brinnici hanno tentato di rapire le spose e goderne della prima notte, asserendo essere ciò loro costume. L'alfiere Bue grasso ci ha povato con la baronessa Lucilla, venendo fermato in tempo, ma il capoclan Cuordicorvo è riuscito a portar via dalla villa la baronessa Aurora della Torre, attentandone alla virtù. Solo più tardi è stato acciuffato, malmenato e catturato, sfuggendo poi appena in tempo al sequestro prima che un gruppo di dame indignate desse luogo al proposito di privarlo una volta per tutte della virilità.

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Novità e Dicerie

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Germinale

Il Nuovo Mondo
Vedi più in dettaglio le Cronache di germinale 1263

Riassunto di quanto accadde

Il mattino seguente al naufragio sulle coste del Nuovo Mondo molti uomini e donne della Spedizione Palladiana si risvegliano, chi da solo, chi in sparuti gruppetti, con la gioia di scoprire salva la propria vita ben presto soppiantata dalla terribile consapevolezza che tutto il resto è perduto. La flotta deve essersi schiantata sugli scogli. Il mare ha strappato di dosso ogni cosa e i coloni sono disarmati, stanchi, fradici, affamati e soprattutto pochi, troppo pochi.
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Mirmidoni irrompono nell'improvvisato campo dei naufraghi
Ben presto i sopravvissuti al naufragio si rendono conto che i boschi che lambiscono le coste pietrose su cui sono stati miracolosamente spinti dal mare sono brulicanti di vita e molto pericolosi: goblin e gibboni... e delle creature mai viste prima, alte, con pelle spessa, volto che ricorda una seppia e chele al posto delle mani.
Qualche ramo per difendersi, il coraggioso assaggio di grossi frutti locali per placare la fame e la stanchezza, e il terrore che la Spedizione Palladiana sia finita ancor prima di iniziare, e con essa la propria vita...
Ciononostante i naufraghi tentano di sopravvivere e di riorganizzarsi: la giornata trascorre nella ricerca dei compagni e delle risorse perdute e poi nell'allestimento di un misero campo, sotto la guida ferrea del Baldo Ivaldo... qualcuno tenta di procurarsi armi sottraendole alle creature ostili, altri ricorrono ad àncore o zappe o quant'altro il mare ha restituito.

E poi l'incontro con alcuni autoctoni che paiono decisamente meno bellicosi, bensì curiosi verso i nuovi arrivati: uno pare un Niviano dall'aspetto, per quanto la lingua e le usanze risultino invece aliene, un altro sembra essere un mistero persino per gli abitanti del luogo, e viene chiamato Giriki. Costoro non negano ai sopravvissuti consigli, qualche notizia, persino piccoli doni.. li informano anche di aver messo piede in una landa chiamata Mirmidia, in quanto dominata dai Mirmidoni, quelle orrende creature con le chele che tanto filo da torcere stavano dando agli armati.
Un primo abbozzo di mappa dell'area del naufragio
Un primo abbozzo di mappa dell'area del naufragio
Nonostante questi piccoli aiuti inattesi, con la pioggia incessante e la sera che cala, i naufraghi cominciano ben presto a disperare di potersela cavare in simili condizioni. Gli attacchi delle fiere e degli strani Mirmidoni si fanno più incessanti, e questi ultimi paiono anche tentare di rapire i cortigiani imbozzolandoli come in una tela di ragno, per farne cosa non si sa.

Quando i superstiti sono allo stremo, un rumore nella boscaglia ed emerge dagli alberi -indovina chi?- proprio Capitan Guadagno, che a quanto pare è approdato sano e salvo (lui) ed è in giro insieme a diverse pattuglie per racimolare gli sbandati. Prende la guida del drappello e lo conduce attraverso i boschi verso l'accampamento lungo la spiaggia in cui ha guidato le navi della flotta che sono riuscite a scampare alla tempesta, non senza dover affrontare ancora numerosi agguati da parte delle creature di quelle lande.

A quanto pare, i vascelli salpati da Vigezia sono stati almeno dimezzati e d'ora innanzi la spedizione dovrà spostarsi principalmente via terra. Sperabilmente nella notte altri naufraghi affluiranno insieme alle altre squadre di soccorso e, finalmente tutti insieme, si confronteranno le esperienze e si pianificherà il futuro della Spedizione Palladiana. Ma ancora molti, putroppo, sono dispersi, tra cui niente di meno che la Basilissa Desdemona Alcestidi.

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Fiorile

Il Nuovo Mondo - Scacco alla Regina
Vedi più in dettaglio le Cronache di fiorile 1263

Riassunto di quanto accadde

Senza ombra di tregua dalla pioggia e dagli stenti, il grosso dei superstiti della spedizione seguì la guida di Sitara fino alle terre della "Regina delle Regine" mirmidoni, dove -non senza sorpresa- gli si parò di fronte un accampamento dei riottosi Brumiani, che forti dell'alleanza con un "nido" minore di Mirmidoni avevano avuto la strada spianata sin lì. Dopo un breve bisticcio e con molti mugugni gli uomini del Nord acconsentirono ad accogliere la caronava stremata e presto si prese contatto anche con i Brinnici e i Neenuvaren, giunti anch'essi in anticipo grazie ai loro esploratori.

(continua)

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IL TESTO CHE SEGUE QUESTO CODICE RIMANE NASCOSTO!

Solario

Il Nuovo Mondo - Il Trono di Pietra
Vedi più in dettaglio le Cronache di solario 1263

Riassunto di quanto accadde

Nelle Terre Alte degli orchi è un grande torneo a decidere, ogni anno, chi sarà il Re per i dodici mesi successivi.

(continua)

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Messidoro

Per un Pugno di Grano
Vedi più in dettaglio le Cronache di messidoro 1263

Riassunto di quanto accadde

La marcia verso le terre del Sud si rivela lunga e faticosa. Gli orchi al seguito della Bruma non sembrano accorgersene e avanzano inesorabili aprendo la strada e vincendo la resistenza di quei Nivicara che cercano di opporsi ma il cuore della carovana è fatto di semplici coloni che, stanchi e affamati, segnano il passo. Un drappello di cortigiani parte in missione per recuperare acqua e cibo e solo sopravvivendo a innumerevoli agguati e scontri con le fiere del luogo riescono a tornare all'ovile con le preziose provviste.

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Fruttidoro

Il Nuovo Mondo - La Città Proibita
Vedi più in dettaglio le Cronache di fruttidoro 1263

Riassunto di quanto accadde

Raggiunte finalmente le rovine della città, non par vero ai coloni di poter finalmente stabilirsi in un luogo accogliente, giacché le terre conquistate sinora potevano ospitare solo una parte di coloro che erano partiti in cerca di una nuova vita. In poco tempo le case vengono ricostruite, i campi dissodati, costruite stalle per gli animali.

(continua)

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Brumaio

I Signori dell'Ovest
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Riassunto di quanto accadde

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Nevoso

Approdo a Calastea
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Riassunto di quanto accadde

Tutti si attendevano che i mirabolanti racconti delle imprese oltremare avrebbero monopolizzato il banchetto. Gli eroici esploratori avevano pure riportato ricchezze, piante e frutti della terra dal Nuovo Mondo, persino un nativo Nivicara, preso al suo seguito dalla Basilissa Desdemona Alcestidi. In realtà, dopo un piccola euforia iniziale, tanto i reduci quanto i locali dovettere ammettere a sé stessi che avevano ben altro per la testa e le suggestive storie delle terre lontane non scaldavano il cuore degli uni, né facevano breccia in quello degli altri.

No, era il presente, e il futuro, delle Terre Spezzate a tenere banco. I reduci poterono aver conferma delle voci giunte nel nuovo continente, e udirne il seguito: venti di rivolta soffiavano su tutto il vecchio mondo!

I bruti del deserto si erano radunati alla guida di Esone degli Agoni e stavano prendendo il controllo, lega dopo lega, di una porzione crescente delle terre di Meridia e ci si attendeva che presto avrebbero contestato il potere di Temistocle.

Il Regno delle Acque viveva un lacerante dissidio interno tra i fieri Pitti, pronti a sfidare l'alleato Re Edoardo per le sue pressioni religiose, e i più moderati Eredi e pare che solo la mediazione di sire Galdor, uscito dall'ombra in cui si era ritirato da tempo, stesse evitando il peggio.

Il Re, in realtà, aveva già i suoi grattacapi con Alarico d'Urso, che si era giocato il tutto per tutto approfittando della dipartita oltremare di molti armati e dignitari per sferrare un colpo disperato all'eterno nemico... senza successo, per fortuna della Rosa (si dice, grazie al coraggio degli abitanti di un piccolo baluardo di campagna sulla Strada del Re, che respinsero un cruciale colpo di mano brumiano volto a tagliare i rifornimenti all'armata reale). A quanto pareva, proprio in quei giorni i Paladini del Re stavano ricacciando le schiere ribelli oltre Passo Tempesta.

E Venalia? La placida e ricca Venalia? A prima vista poteva sembrare rimasta indenne dalle turbolenze che affliggevano il vecchio mondo.. ma fu proprio il destino di Venalia al centro degli eventi che i partecipanti al banchetto poterono testimoniare. Mentre ai margini si consumavano piccoli e grandi drammi personali, affari loschi e regolamenti di conti, le personalità più importanti e i loro seguiti giocarono una sottile partita a scacchi per il controllo del trono della Vela. Il triumvirato di baroni che aveva preso il potere in assenza della Basilissa non sembrava affatto intenzionato a cederlo e puntava a soggiogare la principessa con il ricatto, se non fosse bastata la persuasione. I numeri sembravano a loro favore: il controllo dell'esercito e della flotta, una truppa mercenaria, persino i maghi de La Spina. Ma la Vipera Bianca giocò al meglio le sue carte e con l'aiuto dei suoi fedelissimi disinnescò tutte le trappole che i tre avevano steso sul suo cammino e portò molti dei loro dalla sua parte.

A quel punto, con grande sorpresa di tutti, il Re in persona fece la sua comparsa! Con la scusa di dare il benvenuto ai reduci, era chiaro che volesse dare un segnale di forza, di avere la situazione sotto controllo. Beh, i presenti non mostrarono particolare soggezione: tutta gente che ne aveva viste di cotte e di crude, i dignitari piuttosto lo "assalirono" presentandogli il conto di tutte le contraddizioni e i rancori cresciuti negli ultimi mesi. Che si fosse autoproclamato Tetrarca, che si vociferasse che voleva allungare le mani sul seggio di Corona del Re, che stesse eccedendo nel punire i popoli del Nord estremo per la loro riottosità. Cocciuto e fiero, Edoardo tenne botta, ma di fronte all'evidenza di aver scontentato così tanti suoi vassalli, il vecchio guerriero cedette terreno per non andare incontro ad altre rivolte. Promise di indire un concilio per l'elezione del nuovo Tetrarca e rassicurò, sulla parola, di non avere pretese su Corona. Desdemona fiutando la belva all'angolo colse la palla al balzo e presentò il suo caso. Il Re, che in realtà contava sul triumvirato come un interlocutore più benevolo, non si sentì di affrontare anche questa battaglia e concesse che lo status quo doveva essere ripristinato.

E così, mentre i convitati si allontanavano verso le proprie case, chi mestamente guardando a una ridda di problemi ad attenderlo, chi trionfante e con le tasche piene d'oro, gli ex triumviri venivano congedati e ringraziati per i loro servigi con la nomina ad ambasciatori nelle terre più lontane e ferali da una raggiante Basilissa, che poteva, infine, riaccarezzare il suo scettro.



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Novità e Dicerie

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