Città
Le Terre Spezzate non sono densamente popolate, neanche per gli standard medievali, e ad esclusione di
Dimora e
Vigezia, le città sono in effetti borghi con qualche migliaio di abitanti. Ciononostante, città, borghi e castelli hanno una grandissima importanza per i sovrani e per i commerci.
Innanzitutto le città, ospitando il Principe o il Barone e la sua corte, sono quasi sempre il centro del potere politico. Più che in ogni altro luogo è possibile trovarvi in abbondanza nobili, ricchi signori, vassalli e funzionari, ambasciatori, messaggeri, spie.
Inoltre solo nelle città si svolge frequentemente o tutti i giorni il mercato, un'occasione per reperire merci di ogni genere e incontrare viaggiatori provenienti da lontano. Trovandosi spesso in posizioni strategiche lungo le strade, le città sono nodi commerciali fondamentali, luogo di passaggio di ogni mercante che viaggi per terra.
Infine le mura rappresentano una protezione importantissima dai nemici e dai mostri. In tempo di guerra, tutti quelli che possono si rifugiano dentro le città, per aspettare al riparo delle mura che il pericolo passi. In caso di conquista, è impossibile controllare a lungo una regione se le città resistono all'invasore.

L'ambiente cittadino ha una serie di caratteristiche peculiari, diverse od opposte rispetto a quelle delle campagne. La città, borgo o castello che sia, è sempre affollata, ta
nto per il povero quanto per il ricco. Le vie sono anguste e tortuose, le case piccole e a più piani vengono condivise da diverse famiglie. Anche il mercante o il mastro artigiano deve vivere con i servi, gli apprendisti, i numerosi parenti. Il vociare dei venditori ambulanti e il rumore dei carri trainati dai buoi sono una continua compagnia per il cittadino. Solo i grandi sign
ori possono permettersi residenze eleganti e spaziose, tutti gli altri possono solo sognare la tranquillità e la riservatezza facilmente disponibili in campagna.
La città inoltre fornisce un certo anonimato: mentre in un villaggio o in un assembramento di fattorie ci si conosce tutti personalmente, e i forestieri sono pochi e rari, in una città anche piccola è normale incontrare mercanti e viaggiatori, e conoscere solo di vista le persone che abitano nel quartiere. Inutile dire che questo anonimato è l'occasione per persone di dubbia moralità di svolgere i loro traffici relativamente indisturbati.
Non mancano però i pregi: in una città è possibile trovare una varietà di merci e di professioni impensabile per le campagne. Anche il borgo più piccolo avrà un taverniere, un prete, un cerusico, un fabbro, un mago, un mastro falegname, un vasaio, oltre che, naturalmente, persone addestrate nelle arti guerresche. Un campagnolo, invece, può dover viaggiare alcuni giorni per trovare uno stagnino o un cavadenti. Questa varietà di mestieri e conoscenze favorisce gli scambi e il progresso: le città sono il centro della cultura e delle arti.
D'altro canto l'affollamento è origine di sporcizia: le fognature, se esistono, sono carenti; i rifiuti e gli escrementi si accumulano nelle strade. Le scarse condizioni igieniche combinate con l'abbondanza di contatti con l'esterno sono facile veicolo per malattie ed epidemie, che regolarmente mettono in ginocchio le città e i suoi abitanti. Inoltre i piccoli orti dentro e fuori le mura non sono sufficienti a mantenere i numerosi cittadini, che devono quindi dipendere dalle estese coltivazioni delle campagne. In generale per ogni cittadino ci sono almeno quattro o cinque campagnoli nella regione circostante che lavorano la terra, cacciano e allevano il bestiame.
Tutti questi problemi raggiungono il culmine quando la città è sotto assedio, e sono un nemico talvolta peggiore delle armi degli assedianti. Più spesso che con la forza, città e castelli vengono presi per fame o per disperazione, quando gli abitanti sono troppo deboli o malati per fornire una valida difesa.
Infine le città sono l'unica speranza di salvezza, spesso vana, per derelitti e miserabili che in seguito a guerre o carestie non riescono più a mantenersi nelle campagne. Si formano così quartieri malfamati, o veri e propri ghetti, i cui abitanti vivono ai margini della società e spesso, dati gli altri prezzi della città, non riescono neppure a comprare il pane. In queste zone, all'ombra delle imponenti cattedrali e dei palazzi sfarzosi, abbondano mendicanti e banditi, disperati e pronti a tutto per qualche soldo o un po' di cibo.
Vedi anche: Popolazione, Campagne , Terre Selvagge.
Le città delle Terre Spezzate