Produzione e Commerci di Corona del Re
Corona del Re è il più vasto e popoloso dei Principati, in cui il clima temperato e l'abbondanza di acqua rendono la terra fertile e produttiva. Nei territori della
Bassa Valle dell'Indaco, intorno a
Dimora, Litoranéa e
Capo d'Alba si estendono campagne coltivate a cereali (orzo, malto, segale e avena), ortaggi, frutta e legumi. Lungo la Costa Magna, da Dimora a
Porto Bianco, la
Via Adriana è costellata di fattorie che producono frutta e olio, mentre il territorio settentrionale di
Isola Verde che scema verso i
Monti Celèbei è sfruttato per l'allevamento di bestiame e produce carne, cuoio di eccezionale qualità e formaggi. Inoltre, lungo tutte le coste, fatta eccezione per la desertica
Costa Romita resa impervia dal vicino
Bosco Cervo, si pratica la pesca che fornisce di pesce, mitili e crostacei i mercati di
Dimora, Porto Bianco, Capo d'Alba e
Litoranèa.
Nonostante la produzione alimentare di Corona del Re sia ricca, varia ed abbondante, essa non riesce a coprire completamente il fabbisogno del Principato, che importa grano e frumento dai Principati del sud ma anche olio e frutta da
Meridia, vino da
Neenuvar e
Valleterna, spezie da
Venalia. Basti pensare che il consumo di beni nella sola città di Dimora coprirebbe per quasi due terzi la produzione dell’intero Principato. Lungo la Bassa Valle dell'Indaco, nei territori intorno alla città di
Sentinella che costeggiano i boschi, sorgono piccoli ma operosi centri di boscaioli che forniscono il Principato di legname da falegnameria e costruzione, i cui tronchi viaggiano sulle veloci acque del fiume.
I Monti Celèbei, nell'estremo nord di Corona del Re, sono ricchissimi di vene d'argento, che viene estratto in miniere e trasportato lungo la sorvegliatissima Strada Verde fino a
Roccamagna, o che da
Vento prende il mare alla volta di Porto d'Alba e
Dimora. I territori settentrionali, dal
Braccio del Sole fino ai Celèbei, si estendono nei vasti pascoli dell'Isola Verde in cui numerose mandrie forniscono carne, latte, formaggi e il miglior cuoio delle Terre Spezzate, conciato a
Vento dai sapienti
Pitti.
La caccia è considerata un'attività nobile e volta al divertimento, mai all'approvvigionamento. Il
Bosco d'Alba è di proprietà degli
Aloisi e il Bosco Cervo costituisce la Riserva Reale dei
Gastaldi, per questo il bracconaggio viene severamente punito; mentre la
Selva dei Lupi e il
Gran Querceto sono luoghi troppo pericolosi e costantemente sorvegliati dai Guardiacaccia Reali per evitare che le creature selvagge invadano la Valle dell'Indaco e minaccino gli insediamenti e le campagne. I commerci di Corona del Re con gli altri Principati sono ricchi e frequenti e Dimora ne è il centro nevralgico. Ecco perché tutte le strade, fatta eccezione per la
Via Lucinia che collega lungo la Costa Aurora le città di Capo d'Alba e Litoranèa, e la
Via Ombrosa da
Querciantica a Sentinella, conducono a Dimora.
La Via Adriana, fatta lastricare da
Adriano Gastaldi, unisce Dimora a Porto Bianco, mentre la
Strada Verde parte da Dimora per raggiungere Vento e le miniere dei Monti Celèbei; la
Via Marina congiunge Litoranèa alla
Strada del Re, salendo sempre verso Dimora. Da
Venalia giunge infine la superba
Strada del Re fatta costruire da
Alessandro, che attraversa la Valle dell'Indaco e giunge fino a Dimora per poi continuare verso
Valleterna passando per Roccamagna.