Cronache di brumaio 1260
Nassilia,
Venalia
Quarto giorno della seconda
decade di brumaio
1260
L'ultima speranza
Le Terre Spezzate sono in guerra.
In molti, troppi, temono che sia giunto al termine il tempo degli uomini.
Da
Altabrina le lucertole sono sciamate a sud.
Castelbruma è perduta. Sola, come isola in mezzo al mare in tempesta, resiste la Rocca dei d'Urso, ma il suo destino è segnato.
Le armate degli uomini gustano l'ingannevole sapore della vittoria a
Valleterna. L'impetuosa avanzata li ha spinti lontano ed ora non hanno più forze né tempo per salvare Dimora. Solo il Re si erge impavido tra l'orda e la sua Capitale. Non resisterà un giorno e lo sa bene.
Alle estremità del Regno la disperata resistenza di
Vinyamar e Piazza del Sole potrà soltanto rallentare l'inevitabile sconfitta. I Sette Principati sono perduti, resta loro solo una via per sfuggire al destino, non rimane che un'ultima oscura speranza...
Nel Settimo Giorno della Seconda Decade di Caduceo dell’anno
1260 dalla Conquista degli
Uomini del Mare, il Principe
Alarico d’Urso ha guidato gli implacabili brumiani e gli uomini migliori di ogni principato alla riconquista di
Montecastello e del
Passo del Silente.
Quella stessa notte, mentre il castello risuonava di bagordi e festeggiamenti, due figure mascherate sono giunte, emissarie di creature credute ormai sconfitte e scomparse dalle Terre Spezzate.
Gli stregoni “
avvizziti”, come erano stati chiamati nella primavera del
1259 quando
Sua Maestà emanò un
Bando di caccia contro di loro, non erano stati tutti sconfitti come si credeva... alcuni di questi potenti quanto mostruosi maghi sono sopravvissuti e nell’ora più buia della guerra hanno inviato un proposta di alleanza, persuasi che senza il loro aiuto le Terre Spezzate siano destinate a soccombere all’invasione
Ashai. Gli avvizziti hanno inoltre annunciato di aver preso il comando della città venale di
Nassilia, dove sono arroccati in attesa di conoscere la risposta degli uomini.
Nell’ultimo giorno dell’assedio di Montecastello, la Corte Errante di Sua Maestà, si è riunita per la prima volta, e a fronte dei rapporti militari presentati dagli strateghi di tutti i principati e della volontà unanime dei consiglieri stessi ha stabilito di perorare la proposta di alleanza degli avvizziti al Re.
In ogni città ancora libera delle Terre Spezzate giunge ora perentorio l’ordine di Sua Maestà Aureliano dei Gastaldi: che le corti ristrette dei Principi si muovano per raggiungere Nassilia entro il quarto giorno della seconda decade di Brumaio, gli Avvizziti hanno concesso una giornata di tempo agli uomini delle Terre Spezzate per siglare il patto, entro sera i nuovi Signori della città si pronunceranno a favore o contro l’alleanza, ultima speranza di vincere la guerra contro gli Ashai. Impervie sono le strade, i passi, la stessa navigazione, per giungere fino nel sud di Venalia dove sorge la fortificata Nassilia, ma le voci sulla cittadella sono scarse quanto confortanti. I territori nassiliensi sono sgombri di truppe nemiche e sparute carovane di profughi scampati alla caduta di
Vigezia sono stati accolti in città. Dall’interno delle mura della città non trapela però alcuna notizia, e solo un giorno sarà concesso alle corti ristrette dei principati per trattare l’alleanza con gli stregoni avvizziti, un giorno solo per stabilire il futuro delle Terre Spezzate, appese ad un’ultima, flebile, speranza.
Riassunto di quanto accadde
(
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