Territorio di Neenuvar

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La corte del Nentar


L’accogliente territorio di Neenuvar, il più piccolo dei principati, è incastonato al centro delle Terre Spezzate, ad Ovest del Mar Bianco. Caratteristica peculiare della geografia del Principato è la massiccia presenza di corsi e specchi d’acqua, che gli danno l’aspetto luccicante di una valle incantata. I due fiumi maggiori sono il Tèlpehtel, che sgorga dal monte Fànyati, e il Firinnen, che dal lago dell’Elennen si riversa nelle acque dell’Hentar, formalmente situato in territorio Venale. Nei dintorni di questi, una miriade di torrenti, ruscelli, laghetti e stagni adornano il paesaggio di Neenuvar. Grazie alla grande quantità di acque dolci, gran parte del Principato è ricoperto di boschi, tra cui spicca la densa foresta dell’Ainatur.
Circondata dal mare, a Est è lambita dalle acque tranquille del Mar Bianco, che i Neenuvaren chiamano con l’antico nome elfico di Fànearen, mentre per tutta la costa Nord-Ovest scrosciano le onde del Mar del Vespero, noto presso gli Eredi come Raumo.
Unico suo confine di terra è a Sud, dove oltre le Paludi del Pianto si estende la terra di Venalia.

Mappa dettagliata di Neenuvar

Terre Selvagge

Neenuvar, la terra del crepuscolo, dove gli Elfi consegnavano i loro morti all'acqua perché scivolassero nell'oblio, è ancora oggi uno dei luoghi più misteriosi di tutti i sette principati. I viaggiatori restano forse suggestionati attraversando foreste antiche e profonde che circondano laghi ammantati da un freddo silenzio, o dal camminare su verdi radure dove riposano i caduti di tante battaglie, o magari è per la vista dei circoli di pietra in cui i Druidi compiono gesti immutabili come il giungere dell'inverno, eppure tutti sono concordi nel giurare che a Neenuvar vi sia qualcosa di diverso, impalpabile e sfuggente, come se il velo che separa i due mondi fosse più sottile.
Una leggenda, diffusa in tutto il principato, parla dei Perduti e di spettrali processioni notturne. Alcuni sussurrano che siano Elfi caduti vittima di antiche maledizioni, mentre per altri si tratta di spiriti accompagnati dai segreti del buio. Quale che sia la verità, Pitti ed Eredi sanno che è bene fuggire se si scorgono luci fatue danzare nella notte.
L'Elennen, conosciuto come Lago delle Anime, è probabilmente il più famoso tra i luoghi selvaggi di Neenuvar. È ricoperto di piante di loto, che danno il nome al Principato stesso (Neenuvar significa “Lago dei Loti”) e che durante l’estate lo rendono una meravigliosa distesa di fiori bianchi.
Ritenuto un luogo sacro, è da sempre il tradizionale luogo di sepoltura di Elfi ed Eredi. Tale consuetudine ha conferito a questo luogo un’aura incantata ancora più forte che nel resto di Neenuvar, e tra gli Eredi corre voce che durante alcune notti le sue rive vengano popolate dalle fate.
Nei pressi del lago è possibile scorgere una macchia scura in cui, sulla terra bruciata, non vi è segno nemmeno del più sottile filo d'erba. E' questo il luogo del rogo di Dàelin, dove la salma del grande eroe, rifiutata dalle acque, fu arsa. Da allora nulla cresce nella macabra radura, considerata maledetta dagli Elfi ma luogo di pellegrinaggio per molti Eredi, sopratutto se fedeli alla casa Elensil.
Immissario dell’Elennen è il Tèlpehtel, il cui nome significa “Rivo d’Argento”. Si tratta di un fiume che nel suo tratto montano e collinare ha un corso accidentato e vigoroso, formato dall’insieme degli innumerevoli torrenti che sgorgano dal Fànyati, la “Bianca Montagna”. Sulle sue rive, durante i Secoli Bui, furono combattute molte sanguinose battaglie e molti Pitti restarono uccisi mentre difendevano Neenuvar dai razziatori. In loro ricordo si possono scorgere, disseminati lungo tutto il corso del fiume, molti tumuli formati da pietre accatastate, dove i membri dei Clan sono soliti lasciare, come omaggio, dei pugnali che consegnano ai morti maledicendo i nemici di Neenuvar. Spesso sulla lama di queste armi è inciso un nome, forse dell’assassino per il quale si chiede vendetta.
Molto frequentate sono le sponde del Firinnen, che esce dall’Elennen per sfociare nell’Hentar: il corso di questo fiume lento e maestoso, infatti, è costellato di piccoli e incantevoli spazi sotto i salici, tradizionale luogo di contemplazione per Elfi ed Eredi. Lungo le sponde del Firinnen, sono state scritte alcune tra le più belle canzoni e poesie che il Principato abbia mai prodotto e molto spesso qui vengono celebrati i matrimoni ed i giorni di festa.
Al di sotto del grande fiume, si estende l’immensa foresta dell’Ainatur: qui si trova la quasi totalità dei Pitti che risiedono a Neenuvar. L’Ainatur è disseminato di piccoli corsi d’acqua e pozze, spesso situate al centro di minuscole radure, che costituiscono altrettanti luoghi di culto per i fedeli della Terra.
Si dice che uno di questi specchi d'acqua, lo stagno proibito, custodisca un grande segreto. Purtroppo esso è sorvegliato dal selvaggio clan Della Selva ed i suoi guerrieri non permettono a nessuno, nemmeno agli Elfi, di avvicinarsi.
Nonostante la presenza costante di Guardiavia e Mahtaren che pattugliano la foresta, questi vasti e fitti territori sono abitati anche da bande di Orchi, Goblin e creature selvagge. L’Ainatur è una foresta antica, già vecchia quando il regno degli Elfi ancora portava luce in questo mondo, e nei suoi recessi pare sopravvivano ancora creature dei giorni leggendari. Certa è la presenza di Driadi ma nemmeno i più saggi tra i Druidi sanno cosa si celi ancora più in profondità.
La presenza di creature sgradite è invece certa nei boschi intorno al Fànyati, ove si annida la maggior parte degli Orchi di Neenuvar: gli antichi nemici degli Elfi sono ancora presenti sui loro territori, ma l’organizzazione e la coesione di questa razza sono nulle se paragonate a quella dei tempi di Dàelin. Inoltre il monte e le basse colline che lo circondano contano una forte presenza di Goblin, che vivono in piccoli villaggi e grotte e che non di rado si spingono ad infastidire la popolazione con ruberie e persino rapimenti. Si dice che in questi boschi si celi anche il nascondiglio di Falce della Luna e dei suoi briganti. Molti mercanti stranieri e dignitari del Re sono stati infatti vittime di rapine, violenze o minacce lungo le vie che costeggiano la foresta ma né i Mahtaren né le Guardie Reali sono ancora riusciti a catturare i fuorilegge, che pare godano delle protezione di qualche Lassilantar.
Le Paludi del Pianto sono una vasta fascia acquitrinosa che divide Neenuvar da Venalia e che si estende dal Mar del Vespero al Mar d’Alba. L’origine di tale luogo si dice risalga all’invasione degli Uomini del Mare, quando gli Elfi in fuga da Altamar, per proteggersi dai violenti aggressori e fermare la loro avanzata, fecero appello alla magia. Nessuno sa di preciso cosa davvero accade e gli Elfi non tramandano questa storia, ma per certo l’acquitrino è pericoloso ed infestato da spettri e creature maligne e mostruose che sembrano fatte dello stesso infido fango delle paludi.

Quella della città maledetta di Lòmeanor è una leggenda piuttosto diffusa, ma gli Elfi sono restii a parlarne e nessuno ne ha mai davvero documentato l’esistenza. Ciononostante sono numerosi gli avventurieri che tentano la fortuna mettendosi alla ricerca di questo posto, la maggior parte di loro torna a mani vuote, ingrossando le file degli scettici, gli altri non tornano affatto.

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