Investitura cavalleresca

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Il titolo di Cavaliere, contrariamente a quello di Barone, non è ereditario; ma molto spesso i figli di un Cavaliere lo diventano a propria volta. Fin da bambini compiono un lungo percorso: dapprima vengono inviati a servire in una famiglia nobile come Paggi, per apprendere l'umiltà e le maniere cortesi. Dopo qualche anno, da ragazzini, vengono presi al seguito di un Cavaliere, e come Scudieri si addestrano nell'uso di armi ed armature e perfezionano la loro istruzione. Alla fine, nel corso di una solenne cerimonia, preceduta da abluzioni rituali e alcune ore di meditazione o una notte di veglia, vengono investiti dal Barone loro signore, dal Vescovo se si tratta di un ordine ecclesiastico, da un inviato del Principe o più raramente dal Principestesso. Costoro sono detti “Cavalieri di Sangue”, poiché sono entrati a far parte della cavalleria seguendo le orme paterne o la tradizione di famiglia.

Più rari sono invece i “Cavalieri di Ferro”, chiamati così perchè hanno conquistato il titolo sul campo, con il valore delle armi. Si tratta di uomini liberi, che hanno appreso l'uso delle armi come mercenari, miliziani o guardiacaccia, e che si sono distinti per coraggio, prodezza e spirito di sacrificio. Inutile dire che essere investito Cavaliere è un grandissimo onore per un libero.

Nei principati Tetradici l'investitura cavalleresca è accompagnata da un preciso cerimoniale religioso.