sono infine riusciti ad ottenere una grande vittoria per i seguaci dell’antica religione.
Per Volontà Reale, sacerdoti di ogni culto ora possono liberamente praticare le proprie cerimonie in tutti i Principati delle Terre Spezzate.
, un monastero verrà edificato nelle gelide terre di Altabrina. La prima chiesa della
che poggerà su suolo brinnico. Un Pellegrinaggio è stato indetto dalla
. Scenderanno così le benedizioni della
, sotto gli occhi di nobili e pellegrini.
E’ da poco iniziata la prima decade di Vignameno, e i canti da giullare assicurano che il mondo s’è capovolto perché è l’erba ad essere rossa invece che le foglie. Giungono brutte notizie da diversi principati, dove si combatte, e l’erba è rossa di sangue.
Fu così, durante il coraggioso pellegrinaggio indetto per edificare la prima cattedrale della Tetrade in terra di
Altabrina, che i terribili accadimenti occorsi alla spedizione del Re confermarono i timori che già dall’inizio del mese serpeggiavano presso la corte di
Dimora.
La brinnica Valle Argentèra, scelta come meta del pellegrinaggio, rivelò ai viaggiatori un nuovo capitolo della tragedia che si andava compiendo. Il territorio era invaso da orde di scheletri, creature implacabili che prima distrussero il villaggio locale, massacrando i suoi abitanti, quindi si riversarono nella valle. Il pellegrinaggio, indetto da Sua Maestà e guidato dalla
Tetrarca Beatrix, si trasformò in una missione di fede, benedetta dalla
Tetrade, per la distruzione dei non-morti. Il coraggio e la tenacia di tutti gli uomini presenti, emissari della Corona e di altri Principati, vinsero infine la cruenta battaglia di liberazione del villaggio di Argentèra e riuscirono a celebrare la cerimonia di edificazione della Cattedrale. In nome della nuova concordia religiosa e dello spirito di comunione che aveva unito uomini dell’Antico Culto e del Nuovo contro un’empia minaccia, la Tetrarca scelse una Roccia Sacra agli spiriti come prima pietra della Cattedrale, officiando il rito insieme ad uno sciamano brinnico della corte del Principe
Falcobrando.
Nonostante la sofferta vittoria contro
scheletri e
spettri, ottenuta dalle Corti, fu lo sconforto e non la gioia a regnare nelle sale della
Corona: l’invasione dei non-morti nella valle brinnica non era che l’ultima voce di un lungo e preoccupante elenco di battaglie. Già nei primi giorni di Vignameno si combatteva nella
Piana Scarlatta a
Valleterna, nelle
Paludi del Pianto tra
Neenuvar e
Venalia; a
Castelbruma gli scheletri sorgevano dalle terre paludose di
Elen Eressea e dalla
Valle dello Zaffiro, là dove sorge la Pietra dell’Approdo. Infine, proprio nel cuore delle Terre Spezzate, nel Principato della
Corona, scheletri e
nere ombre infestavano il Bosco Cervo. A Dimora, capitale del regno, gli studiosi avevano infine collegato la comparsa dei non-morti con il ritrovamento di un’antica e pericolosa pergamena scarlatta, un oggetto di arcano potere scritto nell’antica lingua degli Elfi. La minaccia apparve ormai tanto evidente da spingere Sua Maestà ad un
bando atto a raccogliere, nel minor tempo possibile, i frammenti della misteriosa pergamena.
Vignameno, mese della vendemmia, si chiuse in fretta e fu rosso del sangue di molte battaglie, come rossa era la pergamena tanto difficile da riunire e tradurre. Caduceo s’apprestava allora, ultima speranza che gli uomini della Corona e gli emissari di ogni Principato riuscissero ad adempiere agli ordini del Re e che nel Palazzo dei Crisostomi, ove era indetto il Bazar della Loggia, venisse riunita la Pergamena Scarlatta. Ancora oscuro era il disegno che la lontana maledizione riservava alle Terre Spezzate.
Ritratti e disegni: 1 - 2 - 3 - 4
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