Elen Eressea
Vedi anche i territori dei principati: Altabrina - Castelbruma - Valleterna - Neenuvar - Cornona del Re - Venalia - Meridia
e i luoghi geografici per tipo: Mari - Monti - Laghi - Pianure - Passi - Strade - Foreste - Isole - Coste - Ville, Monasteri ed edifici
Principato
Castelbruma -
vedi Territorio di Castelbruma
Famiglie nobili
NomeFamigliaNobileConLink (FACOLTATIVO - se non sai quale famiglia di preciso possiede il territorio, o magari è luogo impervio e disabitato, elimina il paragrafo!)
Descrizione
A sud della
città di Castelbruma, intorno all'estuario del fiume
Silente si è sviluppata una vasta zona paludosa e completamente disabitata. Qui si trovano i resti di un antico insediamento elfico,
Elen Eressea, e si dice che in questo luogo si sia consumato un terribile massacro. La zona è infatti nota per essere funestata da antichi spettri che si aggirano tra le fronde e le acque stagnanti e da creature di ogni tipo rese inquiete dall’antica tragedia. Della città non restano che ruderi, e oggi il nome viene usato dai locali per riferirsi sia alle rovine che alla palude circostante.
Storia
Le creature mortali si riproducevano molto più in fretta rispetto ai millenari Elfi e, con il passare delle generazioni, esse cercarono nuove terre da abitare, spingendosi sempre più lontano da Altamar, (...) fino al limite estremo delle terre selvagge e qui strinsero un'alleanza con i primitivi Bruti, genti rozze ma feroci in battaglia. Infine giunse il momento in cui Saviogufo, il più saggio e rispettato tra tutti gli sciamani, chiamò a raccolta la sua gente. Egli aveva ricevuto in sogno un presagio dagli spiriti, ed era convinto che fosse ormai giunto il momento in cui i Clan si sarebbero conquistati la propria libertà. Tra i pitti del Nord, ormai distanti dagli Elfi a differenza delle tribù che abitavano le foreste del Sud,una sola famiglia rifiutò di seguire Saviogufo e fuggì nei boschi, sperando di raggiungere Elen Eressea in tempo per avvertire gli amati Elfi. Tuttavia, quando i pitti fedeli giunsero in città, la trovarono già assediata da Bruti e seguaci degli spiriti e, non sapendo che altro fare, si diressero verso Altamar, per chiedere l'aiuto della Regina e del suo sposo. Nell'apprendere della caduta di Elen Eressea, Dàelin reagì con furia, e volle guidare l'esercito della Primavera per portare guerra e punizione ai ribelli. Fu Anarin a farlo desistere, pregandolo di non partire, di non cavalcare di nuovo in arme verso quel nord già sporco di sangue. La Tùiletar fece così dono agli sciamani e alla loro gente delle terre che oggi hanno il nome di Castelbruma e Altabrina, ma il ricordo della strage di Elen Eressea rimase per sempre come una cicatrice, e mai più vi fu amicizia tra le genti del Nord e i protetti dagli Elfi.
La Primavera che sembrava senza fine era invece destinata ad incontrare un fato violento. Circa quattro secoli dopo la ribellione dei Pitti di Altabrina, il mare a nord ghiacciò, permettendo il passaggio di un nuovo popolo, Uomini giunti dal Mare, feroci, pesantemente armati, ed animati da una profonda sete di conquista. La loro avanzata colse gli Elfi alla sprovvista e ,senza più Elen Eressea a difendere i confini settentrionali, nulla poté arrestare l'inesorabile discesa dei conquistatori verso Altamar.[1]
L’arrivo degli Uomini del Mare segnò l’inizio della civiltà per il Principato, gli Elfi vi avevano infatti fondato una sola città alla foce del Silente, splendida e solitaria stella del nord. Gli Uomini del Mare prima occuparono la parte ovest del territorio, dove pure i Pitti si erano stabiliti in minima parte, assorbendo le locali tribù di Bruti e fondando Approdo e Corvia. In seguito si spinsero ad est scoprendo i passi Silente e Collepietra, e attraversatili poterono sciamare nelle pianure sottostanti scacciando i Pitti e conquistando la città elfica di Elen Eressea.[2]
Dopo essere stati sconfitti nella distruzione di Elen Eressea, sette anni prima dell'Incoronazione, gli Elfi fuggiaschi si radunarono a sud del Passo Tempesta. Erano guidati da Eruannon, giovane e fiero figlio del signore di Elen Eressea, ucciso negli scontri. Il nobile Elfo avrebbe potuto condurre il suo popolo in salvo oltre le montagne, o cercare rifugio nella Foresta Stregata, ma dimostrò più fierezza che prudenza. Accecato dall'orgoglio, ordinò una disperata resistenza sulle sponde del fiume: fu un vero massacro.
(...) Senza più trovare significativa opposizione, gli Uomini del Mare consolidarono il loro dominio e in un paio d'anni giunsero a conquistare Moinalfirin, nel frattempo abbandonata dagli Elfi, riparati a Rìlmeren. (...) Viceversa nessun cronista dell'epoca, né posteriore, parla di Arborea, per cui i sapienti ritengono che questa città leggendaria non sia mai esistita, o più probabilmente, che si tratti della più settentrionale Elen Eressea.[3]
Mappa dettagliata di Castelbruma
- ^ Dalla Storia di Neenuvar.
- ^ Dalla Storia di Castelbruma.
- ^ Dalla Storia di Valleterna.