Cronache di germinale 1256

Sommario

Data
Principato
Tradimento a Castelbruma
Data
Principato
La Selva degli incubi e dei misteri
Riassunto di quanto accadde
Eventi del mese
Bandi del mese
Data
Quinto giorno della prima decade di Germinale 1256

Principato
Approdo, Castelbruma

Tradimento a Castelbruma

Accorrono le genti. Accorrono nelle gelide terre di Castelbruma, poco lontano dal luogo in cui sbarcarono i primi Uomini del Mare, nei boschi ad est di Approdo in cui dall’alba dell’Impero del Mare è custodita la Sacra Incudine. Genti dei riarsi e misteriosi principati del sud e dalle frondose terre degli Elfi, austeri valniani e fedeli coronensi, tutti giungono per veder la fanciulla del popolo dipinto andare in sposa al brumiano Alanera.
Può davvero regnare la pace tra uomini tanto diversi? Solo gli Spiriti sapranno dirlo, o quegli Dei per i quali innalzano gelide cattedrali al centro delle città e in mezzo al proprio petto.
Allo scendere della notte la Bruma coprirà il giorno degli uomini, ma fino ad allora io presagisco battaglia. Forse non sentiremo il cozzare di lame, oh no, forse non sarà sangue ad arrossare la terra, ma sentiremo allora l’astuzia cozzare con il coraggio, la fede abbattersi su ogni ragione, il sotterfugio colpire l’ingenuità, l’onore duellare col profitto. Quando la Bruma scenderà, coprirà forse un giorno di battaglia senza morti, quella battaglia che nelle Terre Spezzate silenziosa costruisce, ogni giorno, la Pace del Re.




Data
Sesto giorno della terza decade di Germinale 1256

Principato
Boscorivo, Castelbruma

La Selva degli incubi e dei misteri

Gli stranieri farebbero meglio a stare attenti!
Gli Orchi non temono la Bruma e la valle dello Zaffiro in questo periodo dell’anno è insidiosa e sinistra. Per settimane quelle creature hanno sciamato nei territori di Approdo, rubando, incendiando, saccheggiando, ed ora che sotto i possenti colpi degli Armigeri della Torre si sono rifugiati nel Boscorivo, ora sarà una Grande Caccia a porre fine al problema.
Il Principe d’Urso ha chiamato l’adunata, e agli stranieri giunti per il matrimonio del traditore Meroveo Alanera se ne aggiungeranno altri. Pare sia atteso persino il Leone del Deserto, che non si faceva vedere nelle terre della Bruma da quando approfittò di essa per fuggire con l’amata principessa D’Urso proprio nel giorno del suo fidanzamento. Le fanciulle, giù ad Approdo, sono tutte a lavar nastri e lucidar le fibbie, e solo perchè un viaggiatore coronense ha riferito di aver visto una nave con l’insegna Reale nel porto di Dimora.
A parer mio se il Principe Aureliano dei Gastaldi si muoverà, sarà per ascolterare il corno da caccia di Alarico d’Urso, e non certo i gai sospiri delle contadinotte.
Gli uomini qui da noi non si mostrano per quali sono in tornei o tenzoni amorose, gli uomini qui da noi si dimostrano tali nel cuore della foresta, dove gli incubi si fanno reali, i sospiri dei caduti tormentano i viventi e la Bruma scende a coprire le nostre terre, e i corpi dei pavidi e degli incauti.

Riassunto di quanto accadde

La neve si era già sciolta, battuta dal sole che con coraggiosi raggi era riuscito a scacciare un po’ di gelo dalle fitte foreste brumiane. Alle porte del mese di Germinale, nei boschi ad est di Approdo, presso l’Incudine che i brumiani considerano sacra e che giunse con lo sbarco degli Uomini del Mare, il nobile Meroveo Alanera avrebbe dovuto prendere in sposa Beldiluce, del Clan brinnico del Lupo. L’unione dei due giovani, il rampante nipote del Duca di Corvia e del Duca di Approdo e la delicata cantrice delle nevi figlia del Capoclan, aveva richiamato al rigido banchetto brumiano Principi e genti da terre lontane; ma non furono duelli e danze lo spettacolo di quel giorno, né le note allegre di un cantore. Gli ospiti udirono invece il sibilare di lama che uccide, che esegue sentenza di morte per tradimento.
Il giovane Meroveo, sedotto da chissà quale meschina lusinga, aveva venduto la propria patria a nemici terribili e sanguinari, condannando Castelbruma ad una delle più violente ed organizzate invasioni di Orchi a memoria d’uomo.
Armigeri della Torre e Cacciatori si batterono valorosamente nella Valle dello Zaffiro, funestata dalle temibili creature, e quando il Principe Alarico d’Urso indisse una Grande Caccia per stanare il capo degli Orchi accorsero uomini d’arme da ogni dove, compresi il giovane Principe Aureliano dei Gastaldi e il Principe di Meridia Aristarco degli Alessandridi.
Flagello, questo il nome di cui si fregiava la guida dei sanguinari Orchi, fu infine catturato e ucciso dagli uomini della Corona e una fragile pace tornò nella Valle dello Zaffiro.
La Bruma scese sulla terre brumiane attutendo gli echi della caccia, i bardi nelle taverne cantavano della sconfitta di Flagello e della sua testa che impalata viaggiava fino a raggiungere Dimora, il cuore delle Terre Spezzate. Tacevano invece le voci di chi nella Bruma non aveva affrontato orchi feroci, ma l’oscura apparizione di spiriti inquieti presso il Boscorivo e di morti sorti dalle profondità della terra e del passato, nei territori di Approdo. Era solo l’inizio di ciò che accadde quell’anno. Solo l’inizio.

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Novità e Dicerie

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