Inquisizione di Ilyanna Almarion
Colline Arse,
Altabrina.
settimo giorno della terza decade di
carminio 1262
Descrizione
Le corti erano convenute in terra di Brina per affrontare la minaccia dei
Diavoli dei Ghiacci.
Il primo giorno del raduno apparve nei pressi degli accampamenti delle Corti la fanciulla erede Ilyanna Almarion, che era scomparsa da molti mesi. La si potè vedere nel pomeriggio al campo neenuvarn, attorniata dall'affetto di parenti e cortigiani.
Il Duca Filiberto Manfredi, fresco di nomina a inquisitore, l'accusò di essere nientemeno che un
avvizzito. Tra le testimonianze sulle quali si basava l'accusa ve n'erano alcune secondo le quali una ragazzina con la stessa corporatura e lo stesso abbigliamento, ma con le sembianze abominevoli di uno di quegli stregoni, sarebbe stata vista dai delegati poche ore prima aggirarsi nel bosco; i testimoni affermavano che l'avvizzito in questione fosse stato abbattuto e trattenuto dalla corte di Neenuvar. Testimoni affermarono inoltre di aver visto una ragazza dalle stesse fattezze (salvo per il colore di capelli) e lo stesso nome all'interno del rifugio dell'avvizzito
Silmon l'anno precedente. Il sospetto, dunque, era che l'aspetto di persona normale che Ilyanna aveva in quel momento fosse frutto di un sortilegio ed ella fosse in realtà un'empia creatura.
La giovinetta fu interrogata, fra le vibrate proteste dei suoi compagni, da una corte costituita dal Duca Manfredi stesso, il vescovo Derora da Piazza del Sole a rappresentare l'ecclesia e la Capoclan brinnica Albavento del Gufo a rappresentare la nobiltà locale. Sedeva sul banco degli accusatori anche la candidata inquisitrice Adara (la cui nomina sarebbe stata ratificata poco dopo). I neenuvaren ottennero che questo primo interrogatorio avvenisse al loro accampamento.
L'inquisita non sembrò offrire risposte concludenti all'accusa di essere stata trasformata dagli avvizziti in una di loro e la corte stabilì che vi erano gli indizi che giustificavano un interrogatorio più approfondito, da tenersi al campo valniano un'ora più tardi. Ilyanna non giunse mai a quell'interrogatorio: i suoi sostennero che si era spenta all'improvviso, come se il suo fisico, prostrato dalla lunga prigionia, non avesse retto alle tensioni e agli sbalzi di quelle ultime ore.
Personaggi Coinvolti
Imputato:
Ilyanna Almarion
Accusatori:
Adara la Rosa del Deserto e
Albavento del Clan del Gufo.
Giuria della Devota Inquisizione:
Filiberto Manfredi,
Derora da Piazza del Sole,
Albavento del Clan del Gufo.
Ha assisito al processo la
Corte neenuvaren, insieme a parte di quella
merida.
Novità e Dicerie
"Sono certa di aver visto che ella era dapprima avvizzita... poi i Neenuvaren devono aver trovato un modo per ridarle aspetto e cuore umano per un'ora... un'ora sola, in cui la povera bambina ha potuto godere i piaceri della vita, spensierata e felice. Ammetto che mi si è stretto il cuore, a testimoniare questa triste vicenda."
[1]
"Per l'Empietà non esiste il perdono ma solo il castigo".
[2]
"Dopo il processo abbiamo interrogato la mente di
Ser Beriedir tramite un incantesimo e la verità è uscita fuori: quella ragazzina era uno schifoso avvizzito! Siano maledetti i Neenuvaren e le loro stupide storielle!"
[3]
"Ho visto quella bambina presso il covo di Silmon e aveva già il viso parzialmente sfigurato a causa della iella degli
Avvizziti. Quegli stolti dei miei compagni e dei membri delle altre corti si sono intrufolati in una decina dentro uno stretto cunicolo per accedere al covo, che poco dopo si è rivelato essere una trappola di fuoco e fiamme. La situazione era critica e una decina di corpi giacevano inermi a terra, quando Ilyanna è uscita dal covo con un fiore in mano ed ha utilizzato la sua magia per fermare il sanguinamento di alcuni feriti prima di allontanarsi. Questo mi fa pensare che forse, non tutti gli avvizziti impazziscano subito, ma solo col tempo."
[4]
"Piccola bambina, hai sofferto più di quanto avresti mai potuto meritare. Ora che sei con il tuo amato fratello e con la Madre Terra nessuno potrà più tenerti in cattività o farti soffrire per la loro cecità... e sempre... sempre sarai nei nostri cuori... ora dormi e sogna le tue dolci favole".
[5]
"Sono stato addestrato per proteggere i nobili e gli
eredi. Rifarei infinite volte quel che ho fatto, indipendentemente dal prezzo che ne dovrò pagare".
[6]
"Ho assistito al processo e di fronte ai miei occhi sembrava esserci solo una ragazzina erede di tredici anni, innocente e confusa... udire poi il vescovo Derora affermare che a quanto aveva udito ella meritava la morte, mi ha fatto accaponare la pelle! Solo dopo mi hanno spiegato che fino a pochi minuti prima la fanciulla aveva le sembianze di un mostro avvizzito... e devo dire che faticavo a crederlo... ma invero non si può esser certi di nulla sotto il cielo, se non della benevolenza ultima dei Quattro".
[7]
"E' stato un triste momento per tutti noi neenuvaren... La ricorderò con un sorriso... poiché questo fu il suo desiderio."
[8]
- ^ riferisce con gli occhi luccicanti di lacrime la duchessa Bianca Portalupo.
- ^ ha commentato seccamente il Primo Inquisitore Escanore Crudele.
- ^ Così il Duca Filiberto Manfredi, inquisitore.
- ^ sostiene Arimanno Famedoro, Guerriero del Clan del Gufo.
- ^ la ricorda Ser Beriedir Almarion, suo cugino.
- ^ afferma Cristoforo Ardente, Mago di Corte e Neentirion dei mahtaren.
- ^ racconta scosso Aldrico da Bosco Alto, erede valniano.
- ^ commenta con dignità Romeo da Rìlmeren, guerriero neenuvaren.