Orlando Giogonero

Sommario

Principato
Razza
Carriera
Famiglia Nobiliare
Dicono di lui
Orlando detto Giogonero, riconscibilissimo per la benda sull'occhio e la pipa spesso accesa, è un artefice valniano che ha preso servizio a corte nel caduceo del 1261. Visibilmente più incline ad andare a caccia di mostri ed empietà al seguito degli armati che ad applicarsi all'arte della forgia, si è distinto in battaglia e nelle scorte ai pellegrini nei primi mesi del 1262, guadagnandosi la nomina a cavaliere di ferro da parte di Re Edoardo dei Castamanti nel giorno della sua incoronazione, nel solario di quell'anno.

Ser Orlando con la sua immancabile pipa

Principato
Valleterna

Razza
Uomo del Mare

Carriera
Artefice

Famiglia Nobiliare
Plebeo, suddito dei Castamanti, nominato sul campo Cavaliere di Ferro.
Ser Orlando in esplorazione

Dicono di lui

"Questo ragazzo mi farà ammattire. C'é da preparare il fuoco nella forgia, ti giri, ed è sparito: scopri ore dopo che è andato a caccia di Diurni insieme al Clan dell'Orso. Lo si manda in avanguardia, vede il nemico, gli si ordina di stare coperto e non ingaggiare? Un attimo dopo sta già scambiando due cordiali chiacchiere a dsitanza con la vedetta avversaria. Abbiamo una tenda da erigere, lo cerchi per tutto il campo... e lo trovi in taverna che improvvisa una recita per allietare gli animi dei manovali. C'é in circolazione Bramante da Vesta che promuove una cerca per la creazione di un oggetto leggendario? Lui cerca di leggergli le sue poesie chiedendo un parere stilistico. Eppure... Sua Maestà lo ha ritenuto meritevole persino del cavalierato: di fronte a un tale patrocinio, dovremo necessariamente concludere che la sua levità d'animo è un dono dei Quattro e sono invece io ad essere un brontolone di mezz'età che eccede in Canuto".[1]

"E' uno dei pochi valniani che sembra essere simpatico e non blatera sempre di dei o inquisizione. Pare inoltre che egli sia morto e grazie ad un impacco leggendario sia stato riportato in vita. Gli spiriti lo hanno graziato, speriamo che ci sia un motivo." [2]

"Non dimenticherò mai il giorno in cui pose la sua spada al mio servizio. Il pentimento e la redenzione sono un difficile e necessario cammino per tornare sulla Via Virtuosa, ma un giorno vedrò sul volto di Orlando lo stesso sorriso glorioso di quando uscì dalle selve per riabbracciarmi come Cavaliere." [3]
  1. ^ Borbotta Aldrico da Bosco Alto, artefice valniano e suo "anziano" in servizio.
  2. ^ Sostiene Arimanno Famedoro, guerriero del Clan del Gufo
  3. ^ Commenta Madre Alena, con occhi lucidi.