Altabrina

  • Le invasioni barbariche
  • Quando il Consiglio dei Capiclan si riunisce al Sacro Circolo a nord di Altea e i tamburi di guerra fanno sentire la loro cupa musica, tutte le Terre Spezzate tremano al pensiero che i feroci guerrieri di Altabrina facciano risuonare i loro pesanti stivali a sud del Cristallo.

Gli orgogliosi e sanguinari guerrieri di Altabrina sono gli alleati di ferro di Castelbruma e di Re Abelardo d’Urso, che senza di loro non avrebbe mai vinto la guerra.

Altabrina - Il trono nero

Parole chiave

  • alleanza
  • egemonia
  • razzia
  • misticismo
  • destino
  • vendetta
  • riscatto
  • avidità
  • orgoglio
  • profezia

Stirpi del principato

Classi del principato

  • guerrieri (“Guerrieri del Clan”)
  • maghi (“Cantori delle Nevi”)
  • sacerdoti (“Sciamani”)
  • no cacciatori
  • no sapienti

È una regione fiera e barbarica popolata da Umani, Bruti e Pitti, si trova nell'estremo nord ed i suoi abitanti sono abituati a convivere con un territorio esteso, verde e rigoglioso in estate quanto rigido ed innevato in inverno. I Brinnici hanno resistito a secoli di tentativi di conquista e conversione religiosa da parte dei tetradici Valaniani. infatti da sempre i popoli del Nord, e più di tutti i Clan di Altabrina, vivono ascoltando la voce degli Antichi Spiriti, con cui, nelle epoche antiche, forgiarono fra sangue e promesse un sacro patto di alleanza. Come insegnano gli sciamani, ogni parte della natura possiede una volontà invisibile e immortale, capace di manifestarsi e condurre i suoi seguaci verso la grandezza. Nulla accade per caso, tutto è guidato dalla volontà degli Spiriti, ed ognuno di essi possiede una forma ed uno scopo differenti. Pregare il Lupo può donare forza, mentre seguendo la via del Gufo si giungerà alla saggezza, il Vento è incoerente maestro di parole e magia, mentre il grande Fiume un guaritore gentile. Infine, quando giunge la morte, i valorosi saranno accompagnati dagli Spiriti nelle Aule dei Padri, dove essi potranno dimorare in eterno.

Nelle Terre Spezzate c’è chi dubita che l’estremo Nord sia abitato da un unico popolo. I suoi abitanti, fieri e selvaggi appaiono, a chi li incontra, uomini liberi e senza signori. Essi vivono principalmente di razzia e saccheggio, tanto tra le foreste del Nord quanto lungo le coste del Regno, dove con navi lunghe e leggere si spingono per brutali incursioni. Il territorio dei barbari non è spartito tra potenti Nobili, ma diviso tra antichi Clan che custodiscono gelosamente le proprie zone di caccia. Il più influente e rispettato di questi è il “Primo tra i Clan”, il potente e fiero Clan del Lupo.

I rapporti tra le Tribù sono mutevoli e non è raro che sfocino in scontri e contese. In genere però le periodiche riunioni dei Capiclan bastano a dirimere tali diatribe, grazie anche all’opera degli sciamani dei Clan che sovente fungono da mediatori, sostenendo la necessità di coesione del popolo brinnico.

Non esiste alcun tipo di organizzazione all’interno del Clan se non che l’individuo più rispettato ne è il Capo e gli altri membri importanti portano il titolo di Alfieri e hanno il dovere di mantenere la pace nella tribù.

I membri di un clan sono in genere sparsi per tutte le terre che gli appartengono e, se sono in grado di portare le armi sono chiamati "Guerrieri". I guerrieri di una tribù svolgono tutte le attività necessarie al sostentamento proprio e dei familiari, dalla caccia alla pesca, alla guerra ove necessario. La coltivazione della terra non è considerata attività degna di chi può portare le armi, così esclusivamente gli uomini più deboli svolgono tale opera.

I Capiclan sono sempre scelti all’interno delle famiglie più ricche, più forti e più in vista della tribù e non è raro che il figlio di un Capo divenga Capo a propria volta. È compito degli anziani giudicare chi sarà la futura guida, e le parentele sono sempre tenute in considerazione nella scelta. Diversamente il titolo di Alfiere non è ereditario e bisogna conquistarselo con la ricchezza o le imprese compiute. Gli Alfieri, per rendere nota la propria posizione hanno il diritto di portare, dipinto sullo scudo o altrove, l’animale totem del proprio Clan, gli altri guerrieri ne possono portare esclusivamente delle parti come le corna, i denti, la pelle o le piume. È noto infatti che ciascuna tribù prende il nome dal proprio totem ed è dalla conquista di Altabrina da parte delle popolazioni pitte che i Clan mantengono lo stesso animale come simbolo. Oltre al bisogno di cibo non vi sono molte altre necessità che richiedano di essere soddisfatte. Così del benessere spirituale e della cura delle ferite e delle malattie si occupano le medesime persone: gli Sciamani. D’altronde, da secoli, i sacerdoti dell’Antica Religione sono maestri della conoscenza delle erbe, oltre che ministri del culto. Ad Altabrina infatti l’adorazione degli Spiriti di Tutte le Cose mantiene intatta tutta la sua forza e i cuori dei suoi abitanti, in particolare quelli del Popolo dipinto, battono all’unisono con il respiro della madre terra.

Figure particolari sono pure i famosi Cantori delle Nevi, donne e uomini dotati del “Dono” di suscitare le più forti emozioni nel cuore degli uomini con il solo potere della voce. Essi svolgono la funzione di ricordare ai Brinnici, in assenza di qualsiasi documento scritto, il loro passato e di comunicargli le novità del mondo. Sono tra coloro che più frequentemente viaggiano per le Terre Spezzate e non è raro che conoscano anche qualche storia delle lontane terre del sud.

Per quel che riguarda l’abbigliamento, gli abitanti di Altabrina sono oggetto di scherno in tutte le terre calde per la loro abitudine di vestirsi di rozze pelli e pesanti stoffe grezze. Tale convinzione è alimentata dall’osservazione che, al sud, i Brinnici sono spesso poco vestiti a causa del caldo per loro opprimente. Monili ed orpelli sono spesso ricavati da ossa, denti o corna di animali e creature selvagge o magiche, a volte arricchiti con semplici lavorazioni in oro. Molto diffusi sono inoltre gli amuleti portafortuna ricavati con pietre dure trovate sulle montagne e nel letto dei fiumi, o intagliati nel legno con motivi tribali, i talismani così ricavati vengono benedetti dagli sciamani e sono indossati dai guerrieri del Clan o regalati quale simbolo di protezione. Indossare gioielli ed usare oggetti provenienti dal sud è quasi sempre indice di spacconeria ed arroganza, solo per un brinnico che abbia viaggiato a lungo o che si sia conquistato tali doni da uno straniero questa usanza è accettabile. Perciò i Cantori delle Nevi più di ogni altro figlio di Altabrina sono soliti adornarsi o fare sfoggio di rarità esotiche.

Le feste brinniche sono una tradizione secolare onorata da tutti i Clan con canti, danze, musica e libagioni; le celebrazioni sono sempre di carattere religioso, ma per i figli di Altabrina devoti dell’Antico Culto festeggiare per intere notti i patti con gli spiriti significa anche e soprattutto divertirsi, mangiare prelibata selvaggina, bere forti distillati di erbe, bacche e radici, ed abbandonarsi alla musica dei Cantori o ai potenti effetti spirituali dei preparati sciamanici.

Tra tutti i popoli delle Terre Spezzate, quella brinnica è in assoluto la cultura che meno si è lasciata contaminare da usanze, credenze e tradizioni altrui; queste genti sono infatti molto più libere ma al contempo profondamente all’antica: il misticismo, la superstizione, l’esaltazione dell’eroismo sono gli aspetti più romantici della cultura brinnica. Ad essi si affiancano però altri valori, sempre primordiali, quali la forza bruta, la sopraffazione, la rapina.

Altabrina, sotto la guida del Clan del Lupo, è alleata di ferro del Re Brumiano e delle sue genti e ha ogni intenzione di ottenere ricchezza e vantaggi dalla vittoria in guerra, a discapito dei territori sottomessi con la forza. Inoltre gli sciamani degli Antichi Spiriti hanno parlato per loro voce, una profezia che è monito e guida per i figli e le figlie di Altabrina: è tempo di distruggere una volta per tutte la falsa fede nei Quattro Dei della Tetrade. Se le bugie del falso profeta non saranno eradicate, un giorno saranno la rovina degli Spiriti. Non sorprende dunque che la ferocia brumiana e il fanatismo brinnico spingano i vincitori ad una vendetta spietata quanto sanguinaria nei confronti dei religiosi che per secoli hanno cercato di conventirli alla Tetrade.

Casate

Clan del Lupo

Il territorio di questo numerosissimo Clan si estende a nord e a sud di Altea fino a lambire la costa. I Figli del Lupo vantano nella storia di Altabrina il maggior numero di eroi, si dice perfino che il mitologico Cane Rosso sia il loro primo progenitore. Primi tra i Clan, i figli e le figlie del Lupo sono temuti in tutte le Terre Spezzate: fieri, aggressivi e profondamente legati al Culto degli Spiriti, durante la guerra hanno messo a ferro e fuoco i territori di Valleterna e Corona del Re, sono e mantengono il controllo del porto straniero di Capo d’Alba.

Clan del Falco

Antichi abitanti dell’isola della Gargiarocca, sono anche detti Gargiàri. Il Clan si fregia, a ragione, di dare i natali ai migliori costruttori di veloci navi e ai più efferati razziatori delle Terre Spezzate. Poiché la loro isola è piuttosto spoglia, la vera forza del Clan risiede nella vasta e potente flotta che nei secoli ha consentito alla Tribù di terrorizzare le terre calde e giocare un importante ruolo politico.

Altre Casate

Ad Altabrina non vi sono vere e proprie Casate nobiliari, né famiglie cavalleresche, ma una serie di Clan che portano il nome del loro animale guida. Al momento nessun Clan è forte o numeroso come quello del Lupo.

Storia di Altabrina

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Mappa di Altabrina

Mappa delle Terre Spezzate