Riassunto di quanto accadde nel vignameno 1256

Fu così, durante il coraggioso pellegrinaggio indetto per edificare la prima cattedrale della Tetrade in terra di Altabrina, che i terribili accadimenti occorsi alla spedizione del Re confermarono i timori che già dall’inizio del mese serpeggiavano presso la corte di Dimora.
La brinnica Valle Argentèra, scelta come meta del pellegrinaggio, rivelò ai viaggiatori un nuovo capitolo della tragedia che si andava compiendo. Il territorio era invaso da orde di scheletri, creature implacabili che prima distrussero il villaggio locale, massacrando i suoi abitanti, quindi si riversarono nella valle. Il pellegrinaggio, indetto da Sua Maestà e guidato dalla Tetrarca Beatrix, si trasformò in una missione di fede, benedetta dalla Tetrade, per la distruzione dei non-morti. Il coraggio e la tenacia di tutti gli uomini presenti, emissari della Corona e di altri Principati, vinsero infine la cruenta battaglia di liberazione del villaggio di Argentèra e riuscirono a celebrare la cerimonia di edificazione della Cattedrale. In nome della nuova concordia religiosa e dello spirito di comunione che aveva unito uomini dell’Antico Culto e del Nuovo contro un’empia minaccia, la Tetrarca scelse una Roccia Sacra agli spiriti come prima pietra della Cattedrale, officiando il rito insieme ad uno sciamano brinnico della corte del Principe Falcobrando.
Nonostante la sofferta vittoria contro scheletri e spettri, ottenuta dalle Corti, fu lo sconforto e non la gioia a regnare nelle sale della Corona: l’invasione dei non-morti nella valle brinnica non era che l’ultima voce di un lungo e preoccupante elenco di battaglie. Già nei primi giorni di Vignameno si combatteva nella Piana Scarlatta a Valleterna, nelle Paludi del Pianto tra Neenuvar e Venalia; a Castelbruma gli scheletri sorgevano dalle terre paludose di Elen Eressea e dalla Valle dello Zaffiro, là dove sorge la Pietra dell’Approdo. Infine, proprio nel cuore delle Terre Spezzate, nel Principato della Corona, scheletri e nere ombre infestavano il Bosco Cervo. A Dimora, capitale del regno, gli studiosi avevano infine collegato la comparsa dei non-morti con il ritrovamento di un’antica e pericolosa pergamena scarlatta, un oggetto di arcano potere scritto nell’antica lingua degli Elfi. La minaccia apparve ormai tanto evidente da spingere Sua Maestà ad un bando atto a raccogliere, nel minor tempo possibile, i frammenti della misteriosa pergamena.
Vignameno, mese della vendemmia, si chiuse in fretta e fu rosso del sangue di molte battaglie, come rossa era la pergamena tanto difficile da riunire e tradurre. Caduceo s’apprestava allora, ultima speranza che gli uomini della Corona e gli emissari di ogni Principato riuscissero ad adempiere agli ordini del Re e che nel Palazzo dei Crisostomi, ove era indetto il Bazar della Loggia, venisse riunita la Pergamena Scarlatta. Ancora oscuro era il disegno che la lontana maledizione riservava alle Terre Spezzate.

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