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Ambientazione

CENNI SU VALLEDRANE: LA SUA STORIA 

Disclaimer: nei paragrafi che seguono racconteremo la storia del complesso di Valledrane così come si è svolta nella finzione del gioco: le origini come sanatorio infantile per le malattie polmonari; il periodo di massimo prestigio e splendore come centro di neuropsichiatria infantile, durante il quale si sviluppa il “Metodo Valledrane”; la scomparsa misteriosa che decreta la chiusura del centro; la breve rinascita come casa di cura privata seguita da un secondo e repentino abbandono; l’acquisto da parte del Valledrane Management Group che intende farne un resort turistico, e l’invito di ex pazienti e personalità del mondo scientifico all’inaugurazione dei lavori di ristrutturazione.

La struttura del sanatorio è reale, e alcuni dettagli della storia sono basati su veri fatti di cronaca ma non c’è nessun collegamento tra la realtà e il mondo descritto nel gioco: tutto quello che serve sapere su Valledrane sarà contenuto nelle pagine che seguono e negli altri materiali di gioco. Inoltre, nessun articolo, fatto di cronaca o documento ufficiale possiate trovare facendo ricerche sul complesso e che non compaia nei materiali da noi forniti sarà vero o valido nella finzione del gioco.

IL CORRIERE DELLA SERA - 16 Ottobre 1993

VALLEDRANE CHIUDE

La decisione annunciata ieri dal Ministro Garavaglia. 

I genitori dell’Associazione Vittime di Valledrane promettono: “Non è finita qui”

Forse non arriva totalmente come un fulmine a ciel sereno la decisione del Ministero di chiudere il Centro di Neuropsichiatria infantile Valledrane, che ha recentemente riacceso il mai sopito dibattito sulla malasanità italiana. 

L’Associazione Vittime di Valledrane, con in prima linea i parenti di Simone Petrocco, il bambino scomparso a Maggio di quest’anno durante il ricovero, ha già sporto denuncia alla Procura della Repubblica e commenta:“Questa è solo una bieca manovra che ha lo scopo di metterci a tacere”, alludendo al probabile tentativo delle istituzioni di placare gli animi intorno alla vicenda che ha tenuto mezza Italia col fiato sospeso. 

Drastiche giungono le smentite da parte del Ministero: a quanto pare la chiusura della struttura era già programmata a causa dei tagli alla sanità previsti dalla Finanziaria 94, si tratterebbe solo di anticiparne i tempi. 

Rimane il fatto che un Centro di Neuropsichiatria infantile, considerato fino a poco tempo fa una delle eccellenze italiane, chiuderà definitivamente i battenti. Numerose voci si sono alzate: quelle di chi vorrebbe evitare tutto ciò, non ultimi i sindacati di medici e infermieri, che promettono guerra; altri, però sono favorevoli a una simile risoluzione. Troppi dubbi e troppe oscurità permangono, infatti, sugli eventi che hanno originato una tale bufera istituzionale.

Ne ricapitoliamo le tappe fondamentali, secondo quanto emerso dalle indagini degli inquirenti. 

 

I FATTI

17 maggio: sono le 13 quando, servendo il pranzo in mensa, lo staff si accorge che mancano dei bambini. A non rispondere all’appello sono in 16. Immediate le ricerche nella struttura e nei dintorni.

18 maggio: il Direttore Sanitario, Francesco Della Rovere, decide di non informare le autorità e di continuare le ricerche autonomamente. Un inserviente, Roberto Priante, non ritorna alla struttura al termine della giornata di perlustrazioni.

 

 
 

19 maggio: è l’alba quando 15 dei bambini scomparsi vengono ritrovati improvvisamente in un corridoio della struttura, Sono in stato confusionale, sporchi e non ricordano dove siano stati e cosa abbiano fatto nei giorni precedenti. Tra di loro non è presente Simone Petrocco.

20 maggio: i genitori di Simone vengono informati della scomparsa del figlio e sono loro ad allertare le autorità. 

Si scatena una bufera mediatica sul caso Valledrane. Roberto Priante, ora sospettato di aver nascosto i bambini ed essere poi tornato durante le ricerche a completare il lavoro, è l’uomo più ricercato del Nord Italia. Accorati gli appelli dei genitori di Simone alla televisione. Passano i giorni e poi i mesi, nessuna richiesta di riscatto perviene alla famiglia e nemmeno le ricerche del corpo del bambino danno risultato. 

La macchina della giustizia si rivolge quindi contro la struttura. Come sempre in questi casi, c’è la necessità di incolpare qualcuno per l’accaduto. Il “Metodo Valledrane”, inventato dalla defunta Dott.ssa De Sanctis, è messo ora sotto accusa. Dal mondo accademico arrivano pareri discordanti riguardo agli strumenti utilizzati dai medici che applicano tale metodo. Voci inquietanti si diffondono tra la gente del posto e raggiungono la carta stampata; voci che parlano di misteriosi esperimenti. I genitori, allarmati, dimettono un poco alla volta i propri figli dalla struttura. E’ l’inizio della fine. 

 

Eppure la struttura ha sempre vantato un record imbattuto in Italia, per quanto riguarda le restituzioni psichiatriche favorevoli. Pochi, forse, conoscono a fondo la storia di questo luogo. Qual è la storia di Valledrane? 

 

LA STORIA

La struttura, costruita in epoca fascista, funziona come Sanatorio per bambini con malattie polmonari fino agli anni 50, quando vengono sviluppati nuovi metodi all’avanguardia per il trattamento dei disturbi respiratori ed i complesso viene abbandonato. Nel 1965, nasce il Centro di Neuropsichiatria infantile Valledrane, una struttura statale della quale la Dott.ssa De Sanctis, emerito psichiatra, diventa il Direttore 

  Sanitario. Indubbi i successi dell’equipe della Dott.ssa De Sanctis, che ottiene nel corso degli anni anche riconoscimenti internazionali per il pionieristico lavoro di sviluppo di quelle tecniche ora conosciute al mondo con il nome di “Metodo Valledrane”. La dottoressa lavora al centro fino al 1990, anno in cui un infarto ne stronca la brillante carriera. La direzione viene quindi affidata al Dott. Francesco Della Rovere, suo primo e più promettente allievo. Ed arriviamo ai giorni nostri, al maggio del 1993 ed allo sconcertante fatto di cronaca che ha macchiato indelebilmente la storia di questa struttura. 

Cosa è andato storto?

Certamente una figura imponente ed autorevole, quella della Dott.ssa De Sanctis, ma che non ha saputo reggere la prova del tempo in quanto ad affidabilità. 

“Il Metodo Valledrane è stato sensibilmente modificato nel corso degli anni” spiega uno psichiatra della struttura, che desidera rimanere anonimo “Molti di noi si sono opposti a quello che ci sembrava essere un tradimento della eredità della Dott.ssa De Sanctis… ma la nuova linea ha preso il sopravvento e ci siamo dovuti adeguare...sono quasi contento che la dottoressa non sia qui a vedere quanto e come siano stati travisati i suoi eccelsi studi”.

Altre voci si aggiungono a quelle dello staff che lavorava nella struttura, voci della gente del posto che potrebbero forse gettare un’ombra sulla figura della dottoressa stessa. 

“Sono stato ricoverato a Valledrane l’anno che ha aperto” dice Alessio Rettino, un abitante di Valledrane “e sono stato curato dalla dottoressa in persona. Strana donna; competente, sicuro: mi ha guarito da una fobia che mi portavo dietro dai primi anni di vita. Ma al tempo girava voce che il suo successo dipendesse da un qualche avvenimento misterioso accaduto proprio qui. Dicevano che la dottoressa si era venduta l’anima a Valledrane. Non so cosa significasse questo esattamente, ma so che al tempo noi tutti si aveva un po’ paura di lei”. 

Quale sarà la verità su Valledrane? Forse non ci sarà mai dato di saperlo veramente. 

 

Stefano Moretti

 

RIVISTA MISTERO - n°2 - 6 Marzo 2013

 

I MISTERI DI VALLEDRANE

 

 

l’Inchiesta di questo numero vi porterà tra le incontaminate valli bresciane, più precisamente a Treviso Bresciano. Poco distante dal paese, in località Valledrane, è situato un ex-sanatorio per bambini, utilizzato negli anni Novanta come Centro di Neuropsichiatria infantile statale e in quelli Duemila come Casa di cura privata per malati mentali. Il complesso è ormai chiuso da anni, da quando nel 2008 ha definitivamente serrato i battenti la Casa di cura.

Questo luogo fa parlare di sè da decenni: una incredibile percentuale di delitti irrisolti e sparizioni misteriose hanno avuto luogo proprio nei pressi dell’ex-sanatorio. 

Già nel 1965, precedentemente all’apertura del Centro di Neuropsichiatria infantile statale, la Dott.ssa Margherita De Sanctis, futuro Direttore sanitario del Centro sarebbe stata coinvolta in un fatto di sangue avvenuto in questi luoghi. A parlarne non è la stampa dell’epoca e nemmeno i canali istituzionali, ma una lettera privata, ora conservata ed esposta in un locale pubblico del paese. Questa missiva, da molti ritenuta un falso, accusa la dottoressa di aver partecipato ad un fatto di sangue in cambio di un incontrastato successo lavorativo, qualunque cosa ciò significhi. Se di presunti patti demoniaci è piena la storia dei misteri di ogni epoca e luogo, questa lettera sembra alludere a qualcosa di diverso. 

Se un probabile fatto di sangue segna, quindi, l’apertura del Centro nel 1965, un altro ne decreta la chiusura nel 1993. Molti ricorderanno il caso della misteriosa sparizione di 16 bambini ricoverati e di un inserviente, che si è conclusa con il ritrovamento di solo 15 di essi. Molti errori furono commessi dall’allora Direttore sanitario, che fecero pensare ad un suo coinvolgimento nel fatto. Le lunghe indagini, mentre scagionarono il Direttore, non portarono al ritrovamento nè del bambino scomparso, nè dell’inserviente. 

Numerose leggende sono fiorite, nella comunità degli appassionati di misteri, riguardo a quello che potrebbe essere successo. Il “Killer del Sanatorio”, così viene ormai chiamato il rapitore del sedicesimo bambino, si dice sia stato avvistato spesso nella zona. Qualcuno sostiene che il suo raggio d’azione sia molto ampio e copra tutta la provincia di Brescia. Gli esperti del settore, dopo aver tracciato un profilo psicologico del soggetto, hanno dichiarato che quasi sicuramente sarebbe una persona dall’aspetto normale e che si nasconde in piena vista, avendo trovato un modo per celare i propri tratti distintivi. 

Nel 2003, con il benestare delle autorità del luogo e della precedente proprietà, viene aperta la Residenza Valledrane, una casa di cura psichiatrica esclusiva. Per cinque anni, oltre a dare lavoro a numerosi valligiani, essa riporta la tranquillità nel luogo, precedentemente segnalato come meta di balordi. I motivi dell’improvvisa chiusura, dopo solo 5 anni di attività, ancora rimangono un mistero. Come mai cessare in fretta e furia un’attività che, a detta di molti esperti del settore, vantava un’altissima percentuale di guarigione dei propri pazienti?

Il complesso, da allora abbandonato, non ha finito di richiamare gli appassionati di misteri.  Ed oggi non sono gli echi di un misterioso passato a portarci qui, ma quella che potrebbe essere definita una psicosi collettiva degli abitanti dei dintorni. Oggi, quello che sconvolge la tranquilla comunità di Valledrane, è altro. Sono le voci che parlano del ritrovamento del cadavere orrendamente mutilato di una donna, all’interno dell’ex-sanatorio. E’ la storia delle voci che si sentirebbero tutti gli anni in giornate precise, quelle del 12 Gennaio, del 24 Aprile, Del 27 Luglio e del 4 Ottobre. E’ il ritrovamento, pochi mesi fa, di un gruppo di ragazzi coperti di sangue e feci, in stato confusionale e con gravi vuotii di memoria su quanto accaduto loro. Sono gli avvistamenti di una figura deforme tra gli alberi intorno all’ex-sanatorio. Mentre la polizia smentisce tutte queste affermazioni, parlando di suggestione, alcuni abitanti del luogo sono sicuri di ciò che hanno visto. E’ possibile pensare che l’autosuggestione giochi brutti scherzi a menti impressionabili oppure c’è qualcosa di vero in questi racconti? Se il soprannaturale esiste, di sicuro vuole che Valledrane sia lasciata in pace. 

Forse i numerosi tentativi di aprire case di cura, tutti falliti miseramente, sono un segnale che vi sono forze oscure all’opera. Forse, se la struttura dovesse essere aperta nuovamente, chi lo farà dovrà  fare i conti con forze che vanno al di là della comprensione umana. Tutti gli indizi puntano in una direzione. Coincidenze? Io non credo...

Continua nel prossimo numero...

 

 Brescia Oggi - Giovedì, 10 Dicembre 2015