Verbale dell'Interrogatorio a Ser Rolando Frecciarossa

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Scritto da Madre Alena
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Scritto da Madre Alena

Interrogatorio del carminio 1262

Interrogato: Ser Rolando Frecciarossa
Accusa: Ser Rolando si consegnò di sua spontanea volontà, temendo di essere posseduto da qualche demone.
Tribunale: Duca Manfredi, Madre Alena, Adara e Serse.
Sentenza: Assolto.

Che i Quattro mi assistano nel ricordare quanto accaduto nelle terre di Altabrina:
Che Canuto sostenga la mia mano nel vergare la carta
Che Laetitia ravvivi la mia sete di verità
Che Aeterna mi risparmi dalla persecuzione dei ricordi nefandi
Che Sidèreo illumini la mia mente.

Appena giunsi nelle terre di Altabrina, feci subito e in prima persona la conoscenza di alcuni strani individui, bagonghi seppi più tardi, che portavano degli elmi a forma di animali. Strani figuri invero, ma mi sembrarono solo degli idioti, non anche pericolosi. Con la scusa di officiare un rito propiziatorio contro i Diurni, portarono molti armati all'albero di pietra, scelsero tre guerrieri (Atreide dell'Orso, Fieropasso dell'Orso e ... Rolando Frecciarossa, per l'appunto) e compirono questo rituale che invece di aiutare i guerrieri contro i diavoli dei ghiacci, separò il loro spirito dal corpo, lasciandoli contenitori freddi e vuoti.
Non ho assistito io stessa al rituale, ma questo è quello che mi hanno raccontato lo stesso Ser Rolando e altri uomini di indubbia Fede.
Una bagonga del luogo, di nome Luna, ci condusse in uno dei loro nascondigli dove riuscimmo a trovare degli scritti, vergati nella lingue dei bruti.L'unico conoscitore di questa lingua, il più vicino in quelle terre, sembrò essere tal Gufogrigio padre di Falcobrando. Ebbi il piacere di conoscerlo, sebbene un po' svampito data la veneranda età, egli tradusse gli scritti: uno si riferiva ad un rituale per l'albero di pietra, l'altro ad un intruglio per rimettere al loro posto gli spiriti dei nostri compagni svuotati.
Il primo lo eseguimmo immediatamente, servivano un parassita dorsodifoglia, una muffa delle paludi mischiate e pestellate. Poi officiai una cerimonia di guarigione e quelli si ripresero subito. Ciò che non mi disse però, era che anche se così ripresi, essi sentivano comunque il bisogno di cercare il cristallo in cui era stato messo il loro spirito e di difenderlo. Come se avessero ancora un legame. Purtroppo scoprii tutto questo troppo tardi per impedire che Rolando perdesse il senno, ma ho impedito che Atreide facesse lo stesso, legandolo in taverna.

Quando Ser Rolando venne da noi, il "suo" cristallo era già stato distrutto. Considerata però l'entità del pericolo e la materia a noi ignota, gli proibimmo comunque di portare le armi nella cerca degli altri cristalli.
Ser Rolando accettò di buon grado la nostra decisione.
Come pensavamo però, gli altri cristalli non ebbero alcun effetto su di lui e lo liberammo dai suoi dubbi.

Questo è quello che accadde.
Libera nos Aeterna.
Madre Alena, Inquisitrice."

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Madre Alena