Verbale del processo ad Araton
Scritto da Madre Alena
Processo del settimo giorno della terza decade di
carminio 1262
Inquisito:
Araton di Neenuvar
Accusa: Abietto, Empietà.
Tribunale:
Duca Manfredi -Inquisitore,
Madre Alena -Ecclesia,
Alfiere Lincenera -Nobile di Altabrina.
Sentenza: Morte
“Che i
Quattro mi assistano nel ricordare quanto accaduto nelle terre di Altabrina:
Che
Canuto sostenga la mia mano nel vergare la carta
Che
Laetitia ravvivi la mia sete di verità
Che
Aeterna mi risparmi dalla persecuzione dei ricordi nefandi
Che
Sidèreo illumini la mia mente.
In quei giorni, fidati informatori del Sommo Iudex lo misero al corrente di questa forma di empietà poco conosciuta, quella degli Abbietti, ed egli ritenne opportuno mettercene a parte.
Così, io e il Duca Manfredi, sebbene per me fosse in assoluto il primo tribunale, tenemmo un’interrogazione all’inquisito. Di vero e proprio tribunale in effetti non si potè parlare poichè entrambi mancavamo delle conoscenze per poterlo condurre degnamente. In ogni caso vennero fatte all’Empio delle domande molto generiche, anche perchè era la prima volta che si sentiva parlare di questa forma di empietà. Il tribunale si svolse nell’accampamento neenuvaren, sotto loro espressa richiesta, forse dettata dalla presenza di trappole disseminate ovunque che avrebbero loro giovato più tardi. Araton pareva non conoscere nemmeno l’argomento di cui stavamo parlando, ma lo spingemmo comunque a dirci in che cosa poteva differire dagli altri neenuvaren. Disse che era da tanto tempo che non si ammalava, ma per il resto nè lui nè i suoi compagni avevano notato nulla di strano.
Io e il Manfredi dopo un paio di domande del genere e visto che la situazione era in stallo, decidemmo di terminare l’interrogazione con il monito di restare a nostra disposizione e dicendo che saremmo tornati portando con noi metodi più stringenti.
E così fu.
Tornammo con la giovane
Iniziata de La Spina,
Cleo, che fremeva dal desiderio di aiutare l’
Inquisizione nel suo operato. Gli Dèi le avevano concesso il dono di scrutare la mente di una persona per trasformarla in un umile servo. Parlai io stessa con lei, prima che compisse la sua magia e la trovai degna di avere la fiducia dell’Inquisizione. Una fedele tetradica proprio nel momento del bisogno. Chiedemmo quindi ad Aratorn di sottoporsi a questa magia ed egli, d’apprima s’infuriò, poi accettò, come sempre mettendo come condizione il fatto di essere processato nell’accampamento di Neenuvar. Appena giunti, noi inquisitori siamo stati intrappolati in una rete... e il resto lo potrete immaginare. Aratorn sparì nel folto del bosco giurando vendetta contro l’Inquisizione. Ho rivisto una sola volta Aratorn... dopo la disfatta delle
Ombre Bianche, mentre la maggior parte dei guerrieri era a terra, si è palesato davanti a me, uscendo da non so dove e mi ha detto “Vedete Alena, sono ancora qui!” per poi sparire di nuovo.
Chiaro è che si tratti di Empietà... Cleo ha comunque usato il suo potere su Ser
Beriedir Almarion, il quale ha detto che lo stesso Araton gli aveva confidato di essere ciò che loro chiamano Eletti.
Questo è quello che accadde.
Libera Nos Aeterna
Madre Alena, Inquisitrice”
Autore
Madre Alena