Riassunto di quanto accadde nel caduceo 1258
Mentre la stagione di
Canuto avanzava lentamente verso l’inverno, la rocca di Castelbruma era tutta in fermento: l’attesa per la nascita del tanto agognato
erede brumiano giungeva a lieta conclusione. Nonostante la nobile
Elissa Alcestidi, principessa di Castelbruma, fosse stata addirittura rapita e segretamente portata a Neenuvar nei primi mesi della gravidanza, per poi essere prontamente ricondotta a Castelbruma, Sua Altezza era in ottima salute e i cerusici tanto fiduciosi da spingere
Alarico d’Urso a invitare i Principi delle Terre Spezzate per assistere alla nascita.
L’incontro delle corti doveva inoltre essere un’ottima occasione per appianare gli screzi tra Neenuvar e Corona del Re, protagonisti di una sanguinosa disputa navale sul controllo dell’
Isola dello Sperone che, secondo il volere di Sua Maestà il Re era destinata a risolversi tramite onorevole
Disfida. Lo scontro per il controllo dell’isola non si tenne mai e ogni proposito di mantenere i fragili equilibri che reggevano le Terre Spezzate tramite l’uso della diplomazia cadde la sera del banchetto per la nascita dell’erede brumiano, quando un esausto messo reale giunse con la più terribile delle notizie: Re Cornelio era stato assassinato.
La
Tetrarca Beatrix lesse con voce rotta dal pianto la missiva giunta da
Dimora e in breve il terrore serpeggiò nelle sale del castello. Mentre la notizia della morte del Re veniva accolta con una calma terrificante dai principi presenti, Alarico d’Urso ordinò che nessuno lasciasse la rocca finché il Principe
Aureliano non fosse giunto e l’Asse Tetradico si strinse intorno alla guida dell’Ecclesia.
La Tetrarca doveva fuggire, a qualsiasi costo. E così accadde.
Durante la notte gli uomini della Corona organizzarono un piccolo drappello a protezione della Tetrarca, che sgusciò non vista tra le ronde di Alarico, mentre il Magnifico alla guida dei suoi uomini dava battaglia nei boschi antistanti il castello per creare un diversivo. Inseguiti dai veloci cacciatori brumiani e dai possenti guerrieri brinnici, i paladini, sorretti dalla fede, corsero molte miglia nelle loro pesanti armature prima di trovare finalmente riposo ai margini della selva, ma l’impresa era compiuta: Beatrix era salva.
Il giorno successivo la tensione tra le delegazioni diplomatiche dei principi era tangibile, benché un inquieto equilibrio sorreggesse ancora la Pace del Re. Elissa Alcestidi, segretamente in accordo con gli uomini di Venalia, fuggì anch’ella dalla sorveglianza brumiana per far ritorno alla sua terra natia. Il ritrovamento della Lassilantar Ilye Lotenen dopo mesi di prigionia e la sua drammatica testimonianza spinsero i Neenuvaren e gli alleati meridi ad indagini più serrate sulla morte dell’amato Sire Yavàldaron, finché i sospetti sul coinvolgimento della Corona non si fecero certezza nei loro cuori. Fu poi approfittando della confusione di quei giorni che Meridia, con la complicità dell’Asse Tetradico, sferrò un improvviso attacco all’Alleanza del Nord per vendicare arroganza e soprusi dei mesi passati. Ser
Meroveo dell’Acquascura fu prima pietrificato con un veleno nel piazzale del castello, poi assassinato, gli armati brumiani abbattuti e l’abilissimo cacciatore Alboino sgozzato a tradimento. Poiché il Capitano della Torre
Sigfrido da Forte Guardiano era da poco stato investito Duca d’Oltrespina in virtù dell’onorato e fedele servizio, i ranghi di comando brumiani ne uscirono drasticamente assottigliati. Il terrore brumiano era finito, ma per lasciare spazio a un futuro ben più infausto.
Quando il Principe Aureliano giunse infine alle porte del castello, con gran sorpresa di tutti lo stendardo di Corona del Re garriva al posto della torre brumiana sui merli delle mura. Il principe, segretamente accampato nei boschi da qualche giorno, era stato informato dai fedeli sudditi del caos che era sopraggiunto con la morte di Re Cornelio. Forse Aureliano dei Gastaldi immaginava la terribile prova che il destino aveva disposto, ma entrò nella Rocca di Castelbruma a testa alta, stretto dai fedeli uomini dell’
Asse Tetradico. Ad attenderlo v’erano due schieramenti dispiegati, l’
Alleanza del Nord capeggiata da Alarico d’Urso e il
Patto del Sole con in testa
Temistocle degli Alessandridi.
In un soleggiato pomeriggio autunnale, l’erede al trono delle Terre Spezzate giunse a pretendere l’omaggio dai suoi vassalli. Alarico d’Urso rispose che il Nord non lo riconosceva quale sovrano e suggerì di tornare a Dimora e attendere i suoi eserciti. Temistocle degli Alessandridi prese allora la parola, le Terre Spezzate non avevano più un Re, infatti le armate di Meridia stavano già marciando verso
Tabbia per riprendere l’antica provincia di Venalia prima di muovere sulla capitale del regno.
Aureliano allora rise, l’Asse Tetradico non temeva la battaglia, né le vane minacce di un passato vecchio e debole quanto la polvere. Iniziava così la sfida per il trono.
Era scoppiata la
Seconda Guerra dei Tre Re.
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