Cronache di brumaio 1261

Principato

Boschi sulle pendici del Fànyati, Neenuvar

Data

settimo giorno della terza decade di brumaio 1261

Il Rifugio di Silmon il collezionista

Lettera di Alcatyrion l'elfo^[1] :

• Alla stimatissima Corte di Sua Maestà ed ai nobili Principi delle Terre Spezzate,

vergo questa mia con l’inquietudine nel cuore, confidando che i fatti e le considerazioni da me riportati possano essere fonte di sicuro interesse e sappiano condurre il regno verso un’agognata serenità.

Mi trovavo a meditare nei boschi alle pendici del Fanyati, dove i territori difesi dai pitti del Clan della Luna confinano con le fitte foreste ora rivendicate dal Principe Mantodineve e abitate dalle sue silvane creature, quando mi sono imbattuto in un rifugio nascosto dalla vegetazione, attorniato da quelle sfortunate, quanto abominevoli, creature generate dalle Paludi del Pianto. La vista di quegli esseri infelici ha guidato i miei ricordi verso un tempo remoto e infausto che ancora adesso, talvolta, turba il mio sonno con incubi inquieti...

Era il tempo dell’invasione degli uomini del mare, quando il solo nome dello spietato condottiero Leviardo infiammava di rabbia il mio giovane cuore, la fuga della mia stirpe dalla bella Altamar ci condusse in una selva fitta e scura, in cui i pesanti guerrieri giunti dal mare persero le nostre tracce lievi. Una grigia pioggia batteva i boschi, specchio della disperazione che ci assalì ed eco dei tamburi di guerra dei nostri assalitori... A sfogliare ora le pagine della memoria che copiose ho vergato e riletto nei secoli, una cupa vergogna mi investe, poiché dall’odio e dalla paura mai nacque qualcosa che possa dirsi buono e giusto.

Non voglio però tediarvi con fatti remoti e infausti, ma sol chiarire che quei pensieri, lugubri e tristi, guidarono i miei passi in meditabondo errare tanto che persi di vista lo strano bivacco in cui mi ero imbattuto. Fu al sorgere del giorno successivo che i raggi tiepidi del sole mi donarono la serenità per interrogarmi sulla natura del luogo che avevo scoperto; solo allora compresi che il rifugio tetro e i suoi guardiani non potevano che essere chiaro segno della presenza d’uno di quegli stregoni di cui si è fatto gran parlare nel regno, a Neenuvar di certo il più temuto e maledetto, Silmon il collezionista.

Mi fu riferito che costui fu ucciso nelle terre della Corona durante l’estate, ma anche che fosse depositario di segreti e conoscenza, deviati dalla sua natura oscura, e che avesse fatta prigioniera Ilyanna Almarion, giovane dama erede che mai fu liberata. Poiché appare chiaro a questi miei occhi che l’avversione per gli stregoni avvizziti sia tra le sparute ragioni di concordia presso le corti dei principi delle Terre Spezzate, mi sono premurato di metterne immantinente a conoscenza i suddetti com’anche la corte del Re Infante.

Vi impongo però di prestare grande attenzione nell’avventurarvi in queste nostre selve in cui vidi il rifugio di Silmon, poiché non solo le creature del bosco proteggono i loro territori con perniciosa ostinazione, ma mi parve di scorgere anche bivacchi dei coraggiosi pitti del Clan della Luna, che non sempre si mostrano amichevoli agli stranieri e che, angariati dalla carestia e dalle pretese del Principe Mantodineve, sono infelici della magra condizione in cui versa la loro gente.

Accompagni un sempiterno augurio di pace questa mia, forse in quelle selve ci rivedremo.

• Alcatyrion

Riassunto di quanto accadde

Eventi del mese

Bandi del mese

---

1. ^ Dall'Araldo di quel raduno