Racconti della Battaglia dei Campi Plachi
...fedelmente raccolti e trascritti da Tiziano da Dimora, storico e viaggiatore
Ho udito della guerra cose mirabili e terribili insieme, grandi gesta di veri e propri eroi che hanno saputo portare grande gloria al proprio principato.
Possente e variegato era lo schieramento di Venalia durante la Battaglia dei Campi Plachi, tanto che in una sortita di pochi Maghi e Miliziani riuscirono a catturare niente meno che il Principe
Falcobrando, nelle prime ore della mattinata. Il Gargiaro tentò poi molte volte di fuggire, ma
Ser Teobaldo di Valleterna partì all’inseguimento lungo un aspro pendio e, sebbene coperto da una pesante armatura, riacciuffò il prigioniero e lo condusse di nuovo alla tenda dell’Asse Tetradico.
Tremenda fu però la sorte del prode Cavaliere, talmente infausta che molti sostengono sia stata una maledizione lanciata proprio dal Principe catturato a segnare il triste destino del suo carceriere.
Dama
Dulcinia Vizzamano riferisce infatti che Ser Teobaldo fu vilmente attaccato alle spalle e quindi rapito mentre raggiungeva il campo di battaglia. Benché le regole di guerra imponessero di mantenere in vita i prigionieri, le spoglie del Cavaliere furono restituite al tramonto ai suoi compagni valniani. In molti piansero il suo coraggio e il suo valore, egli era un grand’uomo!
Ma non fu il solo eroe a distinguersi, sempre secondo racconti assai attendibili e veritieri di chi fu presente in quel giorno campale, la potente
maga Persefone di Venalia riuscì a contrastare e riflettere un incantesimo del Principe
Temistocle degli Alessandridi, volgendo le sorti della battaglia a favore dell’Asse Tetradico. Infine, quando sul campo gli armati di ogni colore giacevano feriti, un valoroso che non impugnava armi seppe vincere il più temibile degli avversari: la morte! Il Gran Contabile
Bacco il fortunato, acclamato quale miglior cerusico delle Terre Spezzate, riuscì a guarire tutti i guerrieri alleati e misericordiosamente curò anche i nemici. A quanto pare furono in molti coloro che, per vendetta o rancore, infierivano sui corpi straziati dei soldati caduti, ma non Venalia! È infatti ben noto che i cuori degli uomini fedeli alla Basilissa bramano solo due cose: la fama e il danaro!
Autore
Tiziano da Dimora, storico e viaggiatore