La leggenda di Rongomiante

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Ser Rongomiante della Malva, signore di Castamante, era un cavaliere valoroso e devoto come pochi, e fedele vassallo del Vescovo di Monfiore. Si rifiutò di abbandonare i suoi sudditi al dominio pagano di Castelbruma, e promise che Sidèreo avrebbe donato loro una nuova terra.
Fu così che dopo la caduta dei Re di Vesta partì quindi per la Foresta di Oltrespina, accompagnato dai suoi Cavalieri, dalla giovane figlia Elsa, e da qualche dozzina di contadini di Castamante che temevano i brumiani più della pericolosa foresta. Invero un vecchio saggio lo aveva sconsigliato, poiché nella Foresta di Oltrespina non avrebbe trovato che dolore e sventura; ma Rongomiante era temerario e ostinato, e nessun vecchio avrebbe potuto fargli cambiare idea.
Il coraggioso Cavaliere fece largo tra orsi e lupi feroci, alcuni dei quali camminavano su due zampe ed attaccavano l'uomo senza timore, e giunse a stabilirsi sulle rive del lago che tuttora porta il suo nome. Qui costruì un villaggio, e insieme ai suoi Cavalieri riuscì a tenerlo al sicuro dalle fiere e dalle molte avversità di quella regione selvaggia, e così, almeno per qualche anno, il piccolo villaggio prosperò.
Ma venne il giorno in cui la pace conquistata con l’armi ed il coraggio venne rotta, e uno straniero giunse da sud, un malvagio stregone che poteva cambiare d'aspetto e far perdere il senno all'uomo più savio. Lo stregone si finse un giovane cacciatore, forte e bello, e trovò accoglienza presso il generoso Rongomiante. La graziosa Elsa non aveva mai visto un uomo così bello, e subito se ne innamorò. Forse fu lo stregone ad ammaliare la giovane, facendole dimenticare la sua virtù; forse fu Elsa che non prestò orecchio agli insegnamenti di Laetitia e non seppe resistere alle pulsioni d'amore. Fatto sta che i due fuggirono in segreto nel bosco, e giacquero insieme.
Non passò molto che i due amanti furono scoperti dagli uomini che Rongomiante, preoccupato, aveva mandato alla ricerca della figlia. Senza battere ciglio lo stregone rivelò il suo vero aspetto, quello di un vecchio gobbo e deforme, con occhi di fiamma e corna di demone, e uccise gli armigeri e la bella Elsa.
Rongomiante, furioso, gli giurò vendetta e gli diede la caccia con tutti gli uomini che aveva... ma uno dopo l'altro, i coraggiosi valniani caddero tutti, finchè non rimase il solo Rongomiante, e vecchi e bambini indifesi al villaggio. Fu allora che l’Empio fece ritorno per fronteggiare il cavaliere.
Lo stregone e Rongomiante lottarono lungamente, finché scese la notte; l'armatura del Cavaliere era squarciata e ammaccata in molti punti, e già diverse lame aveva spezzato nell'aspra battaglia. Alla fine lo stregone, stanco della lotta, scoppiò in una crudele risata, e maledisse Rongomiante con il dono della follìa.
Pazzo di rabbia e di dolore tornò al villaggio e gli diede fuoco, bruciando tutti gli innocenti che tanto aveva faticato per proteggere. Infine, ormai logorato dal fuoco che l’Empio aveva acceso nel suo cuore e dalle fiamme della dannazione che egli stesso aveva attizzato, cercò salvezza nelle acque gelide del lago, e lì morì.

Da quel giorno nessuno più tentò di costruire case o coltivare la terra nella Foresta di Oltrespina.

Autore
Fiaba Valniana, autore sconosciuto