Bando di Magno Demone del nobile Casato dei Cipridi, Brumaio 1256
Venalia
primo giorno della terza decade di
Brumaio 1256
Emesso da:
Magno Demone Cipridi
Testo del Bando
Sia noto a le genti di tutte le Terre che,
Noi, Barone Magno Demone della Nobile Casata dei Cipridi, detto anche “Il Prudente”, “Il Divino” e “Il Virile”, rendiamo noto a tutti gli abitanti di queste terre che, durante la nostra partecipazione alla recente battaglia tenutasi a Valleterna, abbiamo assistito ad un atto che pensiamo sia, nel rispetto della verità e della giustizia, giusto rendere noto, affinché sia fatta chiarezza e che mano non venga mossa nei confronti di innocenti.
Noi, Barone Magno Demone Cipridi e anche Vasilio Calasteo, noto e autorevole membro della Gilda dei Mercanti, fummo convocati dall’empia figura conosciuta come “Il Cavaliere Nero”.
A tale convocazione ci facemmo accompagnare da Agatocle Calasteo, affiliato alla Libera Compagnia degli Scudi d’Argento e Marsilio anch’egli Scudo d’Argento.
Una volta giunti in presenza dell’oscuro figuro, egli notò la presenza in lontananza di una figura indesiderata, il povero e, per ciò che accadde dopo, degno di pietà, Quinto Trolio Verno, del Principato di Corona del Re, il quale, per sua sfortuna scelse il momento sbagliato per giungere in quella parte della selva.
L’oscuro cavaliere per liberarsi di tale presenza sgradita usò le sue corrotte arti arcane per dominare la mente di Marsilio e le Nostre nobili orecchie poterono chiaramente udire che il Cavaliere ordinò a lui di allontanare con qualsiasi mezzo il disgraziato Trolio, e di lasciarlo da qualche parte nel bosco tramortito, visto che un curioso della sua risma non era degno neanche di morire.
Tutti voi comprendere che una mente semplice come quella di Marsilio non aveva modo di opporsi al potere maligno del Cavaliere, e che noi, altri membri della delegazione, non eravamo nella condizione di fermarlo, visto che era Nostro obbiettivo il carpire i piani del Cavaliere Nero, il quale invece ci rese noto che ci aveva convocato solo per dirci che era nel nostro personale interesse e del Nostro principato non ostacolarlo in alcun modo, perché non eravamo in possesso delle forze necessarie neanche per impensierire un guerriero della sua caratura.
Nel mentre il cavaliere proferiva queste nefaste parole, Noi potemmo vedere Marsilio e Quinto sparire nella radura per non fare più ritorno.
Noi, Barone Magno Demone Cipridi, abbiamo deciso di rendere pubblica ciò che i Nostri occhi videro proprio perché mai, dato che Noi stessi abbiamo dovuto subire simile sorte, un innocente vogliamo venga accusato, soprattutto uno Scudo d’Argento, i quali in passato servirono Venalia al meglio.
Informiamo anche che ciò che abbiamo voluto rendere pubblico è la Nostra parola, e come tale, visto che siamo l’unico membro della nobiltà presente, e siamo perfettamente sicuri, anche al seguito di attenti studi da parte dei più grandi studiosi venali, che i nostri ricordi non sono influenzati da alcun tipo di malia, pozione, veleno o potere, che nessuno si permetterà mai di mettere in discussione le Nostre parole, a meno che non voglia essere accusato di Ingiuria.
Barone Magno Demone della Casata dei Cipridi, detto anche “Il Prudente”, “Il Divino”, “Il Virile”
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- ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano