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L’ultimo giorno - 24h Zombie larp

21-04-2015

Sono stanco. Il sole, che filtra dagli alberi, non riesce più a scaldarmi. Cerco di resistere, ma le ultime energie mi stanno abbandonando, e presto sarò uno di loro. Abbasso lo sguardo, gli occhi si fanno pesanti come il respiro, e vedo il mio petto squarciato, la camicia di sartoria che non vale più nulla, fatta a brandelli da quella bestia. Non vale più niente come la mia vita, io che un tempo con uno schiocco di dita comandavo il destino di persone, uccidevo con un cenno del capo, anche se poi a premere il grilletto era un altro.

Sento i passi del mostro che mi ha ridotto così allontanarsi, lui che era dietro le sbarre proprio come me, qualche mese fa. Prego, penso a Fiammetta che forse respira ancora, forse no. O forse appena mi risveglierò sarò proprio io a strapparle la vita, e tenerla ancora con me. La mente torna indietro, a quel carcere che è stata la mia casa per quattro lunghi anni.

Tra progettare la mia fuga e l'acquisto di Elise, avevo trovato di nuovo uno scopo, dopo che la mia vita era stata svuotata da quegli infami traditori. Un leone in gabbia aspetta l'occasione di uccidere ancora, di tornare a regnare sulle pecore, ma intanto si consuma, fuori dal suo ambiente.

Avevo abbracciato questo caos come un'occasione di tornare fuori, di riprendere le fila della famiglia e il mio giusto posto in cima a tutti, nel trono che mi compete. Mi illudevo che, trovata la ragazza, avrei riportato ordine nel caos, avrei riportato le bestie al loro essere mansuete, pedine da muovere a mio piacimento. Forse la dottoressa Sala è salva, e sta portando il vaccino dove potranno  usarlo per curare questa piaga, anche se non sarò io a trarne beneficio. Le ferite fanno fottutamente male.

Li ho sottovalutati, questi mostri assetati di vita. Ieri notte, rintanato con Pakistan sotto la strada, nascosto come un coniglio, avevo paura. Non lo ammetterei mai, ma i loro passi instancabili, il loro determinato cacciare, la loro fame senza possibilità di sazietà sono troppo anche per me. Tremavo, per il freddo, la stanchezza, e la fottuta paura. Ora ho la consolazione che tra poco avranno di nuovo paura di me, altri che respirano. Se c'è ancora qualcuno che respira, magari sono l'ultimo fottuto stronzo ancora agonizzante in un mondo di morti e bestie.

Avevo fatto combaciare tutti i pezzi sulla scacchiera. La mia regina obbediva e mi stava accanto come una vera femmina sa fare. La ragazza con nel sangue la soluzione di tutto questo si stava persino affezionando a me, e io a lei, anche se ero pronto a sacrificarla, se solo fosse servito. I miei cugini, il mio medico, il fante di cuori e quel killer, tutti al mio servizio, in Svizzera e poi di ritorno a Genova. Poi è andato tutto a puttane. E' incredibile quanti pensieri si affaccino alla mente in pochi istanti, quanti rimpianti e quante scelte diverse. Forse mi fossi fidato di più. O forse se mi fossi fidato di meno. Forse se avessi tagliato la gola ad Antonio per come guardava Fiammetta, o se avessi lasciato Pakistan libero di crivellare di colpi quei pazzi religiosi, o se ancora mi fossi gettato contro quegli animali con il ferro ad esplodere su di loro tutto il mio odio e la mia rabbia. O se avessi puntato la pistola contro la mia tempia e levato a quello spacciatore del cazzo la soddisfazione di avermi ucciso. Probabilmente sarebbe stato tutto inutile. Il destino mio, di Fiammetta e dei De Marte, e di tutta questa gente era segnato quando il Bianconiglio ha deciso che la sua pazzia era più importante del futuro del genere umano. Diventa buio, chiedo perdono per i miei peccati e per quelli che commetterò tra poco. Quando sarò una bestia.

Mi pare sia passato un solo istante. Sono puro istinto, non ho più stanchezza, non ho più pensieri, non ho più dolore. Solo fame, violenza, voglia di spezzare gambe, braccia, squarciare gole, masticare esseri ancora vivi mentre chiedono perdono, o pietà, o mentre piangono e si pisciano addosso un'ultima volta. Il tempo perde significato, un istante sto gettando nel fuoco il mio libro di preghiere preferito, un attimo dopo sono di fianco ad altri fiutando una pista lasciata da qualcuno che ancora respira. Per poco. Dopotutto non sono l'ultimo fottuto stronzo vivo. Non ho più un cuore che batte eppure quando vedo da lontano Fiammetta per un attimo penso a quanto eravamo felici insieme. All'arena di Verona, ai suoi occhi felici mentre guardavano quell'anello che le donai. Adesso voglio solo aprirle il petto con le unghie e strapparle il cuore a morsi. E' cibo, la chiamo ma non mi sente, poi forse un briciolo di umanità in me o forse uno sparo mi fanno cambiare pista e seguo una preda più facile, tanto Elise la raggiungerà. E' in gamba la ragazza e ora saremo uniti per sempre. A caccia. Finchè l'ultimo essere umano non diventerà carne fredda, rimetterà al Signore Nostro i suoi peccati e morirà. Questo è l'Ultimo Giorno.


 

Ultimo Giorno, zombie Larp, è stata un'esperienza estrema di sopravvivenza, fisicamente ed emotivamente provante ma che ha messo i giocatori di fronte all'ineluttabile condanna del genere umano. In uno scenario mozzafiato, con centinaia di metri di campo di gioco, tra alberi, ruscelli e un cielo stellato che toglieva il fiato, circondati dalla natura che sembrava veramente risvegliarsi e reclamare il mondo dall'uomo, mi sono trovato accanto straordinari interpreti e compagni di gioco appassionati con cui ho vissuto 24 ore in cui sono passato da interpretare un boss della mafia che basava la sua esistenza su ordine e onore a una bestia istintiva e caotica. Fughe lungo i pendii della valle intorno al campo scout che ci ospitava, guadi di ruscelli, lunghi minuti nascosti senza fiatare sotto dei ponti, o dietro cespugli, o stesi a terra senza muoversi per non far scricchiolare le foglie secche, in un mondo che piano piano diventava sempre più violento e insicuro. Dal freddo del sacco a pelo sotto le stelle, al caldo, quasi insopportabile, del sole mentre scappavamo da zombie invincibili, e poi mentre inseguivamo quelli che fino a pochi minuti prima erano i nostri compagni con un capovolgimento, anche liberatorio, dei nostri personaggi. Un'esperienza incredibile, personaggi ben scritti e pieni di sfaccettature, alto realismo nella pur assurda vicenda narrata, per cui, col cuore, ringrazio gli organizzatori di questo evento. Con la consapevolezza che, ci fosse mai un'apocalisse zombie, dovrei essere decisamente più in forma di quel che sono per sopravvivere anche solo pochi giorni!

Lorenzo “Don Leo” De Marte

 

Nome:
L'ultimo giorno (evento su Facebook qui)
Organizzatori:
Buonalaprima - Associazione Informale LARP - lista completa organizzatori qui
Dove:
Base scout "Il Rostiolo" - Sassello (SV). Valle boscosa isolata e molto estesa, attraversata da un fiume, con diverse case giocabili
Quando:
11-12 aprile 2015. 20h di gioco ininterrotto, dalle 15 di sabato alle 11 di domenica
Partecipanti:
Quasi 120 partecipanti, tra cui una ventina di organizzatori e collaboratori, e numerosi giocatori alla prima esperienza di gioco di ruolo dal vivo
Sistema di gioco:
Principalmente di interpretazione, con regole essenziali su ferite, guarigione e trasformazione in zombie. Uso di scacciacani per simulare le pistole, di armi in lattice per replicare spranghe, mazze da hockey, clave chiodate ecc. Gioco con una componente fisica (inseguimenti nei boschi) e contatto fisico per simulare risse e aggressioni zombie.
Buon realismo scenografico con attenzione alle provviste, torce elettriche, radio e altro materiale di sopravvivenza. 

 

Articolo di Matteo Verzeletti

Fotografie di Luca Tenaglia (vedi album) e Anna Zordan (vedi album). Come è comprensibile, la maggior parte del gioco è avvenuta di notte e non è stata fotografata.

Leggi anche "I Racconti dell'Ultimo Giorno", scritti dai partecipanti dopo il live e raccolti da Christian Tinelli

 


 

Sono aperte le iscrizioni a I Ribelli della Montagna - L'ultima notte di Montelupo, il nostro prossimo larp (17-19 luglio). Ambientato durante la sanguinosa ritirata nazifascista, e apertamente ispirato ai drammatici fatti accaduti nella zona di Monte Sole tra il 29 Settembre e il 4 Ottobre 1944. Un evento storicamente accurato, eticamente connotato, intenso e imperdibile. 

 

 

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