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Un larp per la memoria

27-01-2015

All’annuncio del progetto “I ribelli della montagna”, il primo larp storico legato a Terre Spezzate, in molti ci hanno chiesto il senso di proporre qualcosa di così particolare, controverso e, a suo modo, ambizioso. La nostra prima istanza è sicuramente artistica: vogliamo di certo proporre prima di tutto qualcosa di interessante ed emozionante da vivere, un bel larp.

Il nostro progetto vuole avere tuttavia, forse per la prima volta, un’istanza più profonda: quest’anno ricorre il 70esimo anniversario della Liberazione, un tema che è caro a tutto lo staff organizzativo dell’evento e la cui memoria ci sembra sempre più sfumata. È proprio questo il punto, e non è casuale che pubblichiamo questo contributo oggi, 27 Gennaio, Giornata della Memoria.

La locuzione latina “Damnatio Memoriae”, che significa letteralmente “condanna della memoria”, era utilizzata dagli antichi Romani per cancellare dal ricordo della popolazione ogni traccia di qualcuno che, a causa di gravi crimini commessi nei confronti di Roma, meritava che la sua memoria non venisse tramandata ai posteri. In una società che credeva nella memoria come unico mezzo per raggiungere l’immortalità, la “Damnatio Memoriae” diventava la pena peggiore che un cittadino romano potesse ricevere. Tramandare un ricordo, studiare la storia, riflettere sull’evoluzione sociale sono i mezzi migliori per conoscere e comprendere il presente e ipotizzare, con scarso margine di errore, il futuro. Lo stesso Hitler era solito dire che tutti i libri di storia andavano bruciati e che i cervelli illuminati dovessero ignorare la Storia; sosteneva poi che con semplici notizie banali atte a distrarre la popolazione sarebbe stato più facile governare. E aveva, a suo modo, ragione. Gramsci, dal canto suo, sosteneva invece che conoscere la Storia fosse un passaggio fondamentale per essere se stessi, per essere liberi.

L’importanza della memoria diventa attuale in una società, la nostra, in cui la Storia è stata relegata nelle scuole a materia di serie B (o C), insegnata come un mero susseguirsi di date e non come una evoluzione sociale su cui si basa il nostro presente. Nel disinteresse generale, l’assalto che nelle ultime riforme scolastiche è stato fatto alla Storia ha ulteriormente portato ad una generazione di giovani disinteressati privi di una vera e propria coscienza civica e politica e senza alcuna conoscenza di totalitarismi, dittature, fatti, situazioni, personaggi. Sono loro i primi destinatari del nostro progetto. Si è persa la memoria della lotta, della necessità e del bisogno di cambiare le cose quando queste non vanno bene. E per farlo, qualsiasi società, la Storia ci insegna, ha dovuto abbassare la testa, subire, per poi rialzarsi più forte e determinata, con lo sguardo risoluto, pronta a combattere per un’idea di Giustizia. Solo così ci si è evoluti, come uomini e come popoli.  Ricordare diventa quindi un mezzo per creare strumenti con cui affrontare le situazioni, capirle e, magari, anticiparle ed evitare ciò che in passato è già accaduto. Dimenticare diventa quindi il miglior modo per ripetere gli stessi errori, per commettere gli stessi sbagli. La memoria, nella nostra società, rimane un angolo intimo e personale. Un punto di vista assolutamente soggettivo, meraviglioso ma fallace. Il ricordo si trasforma sempre, assume una forma edulcorata, mutando nel tempo, per fare meno male, una “verità di comodo che altro non sono che la soglia di tollerabilità di un ricordo doloroso” [Primo Levi]. Leggere, immaginare, studiare i fatti storici è il primo passo per non dimenticare. 

Ci pare che negli ultimi anni la maggior parte dei media sia sempre meno interessata al secondo conflitto mondiale, e in particolare alle Resistenza: pochissimi libri a riguardo vengono pubblicati, raramente se ne parla sui mass media, e in generale l’argomento è evitato perché per parlarne è necessario “sporcarsi le mani”, anche politicamente; si dovrà ricordare che sangue è stato versato, da una parte e dall’altra, e che ben pochi possono dirsi esenti da colpe e abomini, in quel periodo così complesso. Quando si cerca di costruire qualcosa a riguardo, troppo spesso se ne fornisce una semplicistica versione arbitraria, per evitare controversie, anziché cercare di analizzare a fondo, scendendo fino ai dettagli e mantenendo un approccio critico.

Ed è per questo che, nel nostro piccolo, vogliamo far rivivere per qualche giorno un momento storico così tragico, così controverso e denso di chiaroscuri. Ci pare importante ribadire quanto fondamentale sia ricordare e riflettere sul passato, e lo facciamo attraverso il Media che ci è più congeniale… il Gioco di Ruolo dal Vivo.

Noi crediamo fermamente nella possibilità per un larp di essere veicolo di tematiche importanti e complesse, nella dignità della nostra attività come media, cioè come  un mezzo comunicativo in grado di trasmettere messaggi ed ispirare riflessioni e suggestioni: i tempi quindi ci sembrano maturi per proporre un larp che non voglia solo essere narrazione, ma veicolo di riflessione e memoria

 

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