Storia

È il 1122, Abelardo d’Urso siede sul trono ed è il nuovo Re delle Terre Spezzate. Forte dell’alleanza stretta con i fieri clan di Altabrina e gli orgogliosi figli di Neenuvar in nome dell’Antico Culto, la fede che unisce le loro genti e per cui sono state perseguitate dalla potente ecclesia della Tetrade nei secoli precedenti.

Storia recente

Anno 1122: per chi ha già giocato nelle Terre Spezzate, Il trono nero è ambientata nel passato rispetto alla campagna 2006-2013 culminata con le one-shot La fortezza dei vinti e Il crepuscolo degli Dèi.
La campagna si è svolta tra l’anno 1256 e il 1263 dall’Incoronazione; noi torniamo indietro di oltre 130 anni, durante il Dominio di Castelbruma, in cui l’alleanza guidata da Abelardo d’Urso mise a ferro e fuoco il nord delle Terre Spezzate e conquistò il trono. Sulle mura di Dimora, capitale delle Terre Spezzate, sventola il vessillo brumiano: la torre in campo nero.

Antefatto alla conquista brumiana

Da quattro secoli la potente cavalleria valniana spadroneggiava nelle Terre Spezzate.

Sul finire dei Secoli Bui, infatti, a Valleterna si sviluppò una potente nobiltà equestre, forte della recente invenzione della staffa che rendeva i suoi Cavalieri pesanti imbattibili sul campo di battaglia. I Cavalieri valniani, dopo aver consolidato il dominio sul Principato, rivolsero le proprie mire verso le terre circostanti. Essi erano animati, durante le loro incessanti conquiste, da una nuova religione basata su Principi di legge, elitarietà e cortesia, nata ad opera di un guerriero e profeta Valniano, Castamante. Il Culto Tetradico predicava l’esistenza di sole quattro divinità, i suoi presupposti filosofici spingevano la nobiltà all’eccellenza e guardavano con paternalismo al popolino, ma furono comunque una fiaccola di speranza per un’umanità stremata dai Secoli Bui, e una straordinaria occasione di trovare gloria e fortuna per uomini d’arme ambiziosi. Nel giro di qualche decennio, la cavalleria valniana governava dalla nuova capitale Vesta tutte le Terre Spezzate, tranne Neenuvar ed Altabrina, che difendevano strenuamente i loro antichi culti. L’Ecclesia Tetradica era l’organizzazione più potente e influente delle Terre Spezzate, e poiché il dominio di Valleterna si fondava su Castamante, profeta e conquistatore, i nobili erano contemporaneamente anche esponenti della chiesa e il Tetrarca ne era la guida, temporale come spirituale.

La Peste Equina

Intorno alla metà del suo dominio, Valleterna fu colpita dalla più grave disgrazia, la Peste Equina, una terribile epidemia portata dai cavalli che si diffuse in tutte le Terre Spezzate.
Molti uomini e quasi tutti gli equini morirono; i pochi cavalli sani vennero uccisi dal popolo in preda alla psicosi. A tutt’oggi i cavalli sono estinti nelle Terre Spezzate, e considerati un simbolo di malattia e sventura.

Il potere militare di Valleterna fu gravemente compromesso. Per contro l’Ecclesia era ormai accettata e benvoluta dal popolo, e il culto Tetradico diffuso quasi ovunque. La peste segnò quindi, dal punto di vista religioso, un periodo di maggiore spiritualità e integralismo, in risposta alla punizione divina.

L'Egemonia di Castelbruma

Castelbruma e Altabrina, per nulla dome al nuovo ordine, sociale e religioso, sfruttarono la decadenza militare valniana per combattere e vincere una guerra che portò alla caduta dei Re di Valleterna e alla restaurazione del Vecchio Culto. I Brumiani ottennero inoltre anche l’aiuto di Neenuvar, con la promessa che gli Eredi avrebbero potuto fare ritorno a Dimora (da loro chiamata Altamar, antica capitale del regno elfico), quando la guerra fosse finita.

Invece, una volta battuti i valniani, i d'Urso, Principi di Castelbruma, elessero Dimora a propria capitale,disattendendo la propria promessa. Di conseguenza i Neenuvaren tornarono nei propri confini e proclamarono la propria terra un regno indipendente.

Ma anche il sud del continente era ben lungi dall’essere sottomesso. Caduto il regno valniano, il potente principato di Meridia oppose una fiera resistenza militare, continuando ad impegnare l’esercito brumiano quando i territori del nord erano ancora instabili e funestati dalla resistenza di nobili e popolino all’occupazione brumiana.

Una guerra su due fronti era impensabile da combattere, specie senza il supporto di Neenuvar. Fu però la provincia settentrionale di Meridia, il territorio di Venalia, da sempre mosso da desideri di indipendenza, a porre fine al conflitto. Venalia cedette le armi al nuovo potere, mentre Meridia resistette e non si piegò, ma aveva comunque perso la sua provincia settentrionale. L’appoggio dei ricchi venali e delle loro truppe mercenarie posero la parola fine alla guerra, il Re della Bruma doveva consolidare il potere conquistato e amministrare ampi territori sottomessi con la spada. Meridia e Neenuvar rimanevano però regni indipendenti, le Terre erano ancora una volta Spezzate.

Le repressioni religiose

Negli anni dell’Egemonia di Castelbruma, l’Ecclesia della Tetrade fu formalmente sciolta e costretta a sopravvivere nella clandestinità. Persecuzioni e riconversioni forzate al Vecchio Culto garantirono una stabilità politica, ma non repressero il fervore religioso, che sopravvisse in segreto.

Storia antica

Innumerevoli sono stati i secoli che segnarono la crescita e l'evoluzione delle Terre, poiché gli immortali Elfi furono i primi Re e lungo fu il tempo in cui vissero quali signori incontrastati; ma benché essi abbiano un proprio computo degli anni, fu il popolo giunto dal Mare che li sconfisse a segnare l'inizio della storia. L'anno uno coincide dunque con l'Incoronazione del primo Re del Mare, lo stesso anno in cui la capitale del regno degli Elfi cadde, e Altamar divenne Dimora.

La storia ha visto sei grandi dinastie (o popoli che dir si voglia) dominare in successione tutte o quasi le Terre Spezzate.

  • I leggendari sovrani Elfi durante l'età dei Re della Primavera (fino a due millenni orsono)
  • Gli Eliarchi Adusti che fondarono il cosiddetto Impero del Fuoco (sedici secoli fa)
  • I Re del Popolo del Mare che riunirono tutte le terre sotto il giogo dell'acciaio (dodici secoli fa, anno 1, l'Incoronazione)
  • Il Difensore degli Uomini Alessandro nel prospero ma breve Dominio del Sole (nove secoli fa)
  • Il Profeta Castamante e i suoi discendenti che con il Dominio di Vesta posero fine ai Secoli Bui (cinque secoli fa)
  • I Principi brumiani che li hanno appena rovesciati, dando inizio all’Egemonia di Castelbruma (il presente).

Cronologia Sintetica

Prima dell'Incoronazione

  • fino all'VIII secolo – Età d'oro degli Elfi, i Re della Primavera
  • tra il VII e il VI secolo - Arrivo degli Adusti
  • V secolo – Separazione tra i Pitti e gli Uomini della Sabbia
  • IV secolo – nascita dell'Impero del Fuoco
  • 11 – Da nord giungono i primiUomini del Mare, in pochi anni inizia la Conquista

Dopo l'Incoronazione

  • 1 – Caduta di Altamar, Incoronazione del primo Re del Mare fine del II secolo - Dal mare sbarcano i Niviani
  • 361 – Alessandro, difensore degli Uomini, conquista le Terre Spezzate. Dominio del Sole.
  • 418 – A 81 anni, Alessandro muore. Iniziano i Secoli Bui
  • 712 – Nascita di Castamante,profeta del culto della Tetrade VIII secolo – Ascesa del culto della Tetrade e della nuova nobiltà equestre
  • 769 – Valleterna domina le Terre Spezzate
  • dal 951 al 983 – La Peste Equina funesta le Terre Spezzate, inizio del declino di Valleterna
  • 1122 – Castelbruma al potere, restaurazione del Vecchio Culto

I Re della Primavera

L'età dell'oro degli antichi

In tempi antichissimi gli Elfi popolavano le Terre Spezzate, in armonia con una natura ricca e generosa ma vessati dalle incursioni di numerose creature selvagge, tra cui i primordiali Bruti. Esigui in numero rispetto alla vastità del territorio, gli Elfi abitavano principalmente la fascia centrale delle Terre Spezzate, lussureggiante e temperata; la città di Altamar (Grande Dimora), sorse come capitale del loro regno che si estendeva da Venalia a Valleterna. I Bruti in quest’epoca remota erano poco più che animali, sciamavano per le terre selvagge e compivano frequenti scorrerie ai danni degli Elfi. Col passare del tempo si stabilirono principalmente ai margini del Regno, a Castelbruma, Altabrina e Meridia.

L'incontro con gli uomini

Spinti dall’avanzare del deserto, molte tribù di uomini noti come Adusti giunsero da sud nelle Terre Spezzate.
All’ombra degli Elfi, svilupparono una propria civiltà, ancora fortemente legata al deserto da cui provenivano e alle proprie tradizioni tribali.

Un giorno, accadde che i due figli gemelli di un importante capotribù degli Adusti ebbero una lite. Uno dei due riteneva che il Popolo degli Uomini fosse ormai diventato adulto e non abbisognasse più della guida degli Elfi; l’altro invece considerava gli Elfi dei padri saggi e amorevoli, la cui nobiltà e grazia imponeva umiltà e obbedienza. Alla fine, vedendo che non c’era speranza di trovare un accordo, prese le distanze dal fratello e si tatuò il viso e gli occhi, per rimarcare la loro differenza e la cecità del gemello. I gemelli si separarono, e ognuno dei due diede origine a una stirpe: il Popolo della Sabbia, che si stanziarò nelle odierne Meridia e Venalia; e i Pitti, il Popolo Dipinto, che venne accolto presso gli Elfi.

Gli uomini seguono il loro destino: il nord e il sud

I Pitti si stabilirono negli attuali territori di Corona del Re, Valleterna e Neenuvar. Pur rispettando le leggi ed emulando il modo di vivere degli Elfi, la loro natura umana li portava ad essere prolifici ed espansionisti. Il Re degli Elfi s’avvide che il proprio popolo era troppo concentrato e che la terra faticava a nutrire e soddisfare i bisogni di tutti, fece allora dono ai Pitti dei territori di Castelbruma e Altabrina, quasi disabitati.

I Pitti apprezzarono con riconoscenza il dono, incuranti del fatto che quei territori impervi erano già abitati dai feroci Bruti e che gli Uomini della Sabbia definissero quel dono niente più che un esilio. Nei secoli, e grazie al progressivo popolamento delle Terre Spezzate, i Bruti si incivilirono, apprendendo i rudimenti dell’allevamento e della lavorazione dell’argilla, del legno e dei metalli. In alcune zone di Meridia convivevano in pace con gli Uomini della Sabbia, benché non pochi Bruti fossero predoni e assassini. Ma fu soprattutto nelle ricche foreste e vallate di Altabrina che si realizzò una piena e pacifica convivenza con i Pitti.

A sud gli Uomini della Sabbia si erano riuniti nell'Impero del Fuoco, una società ricca dominata da una casta di potenti sacerdoti-maghi guidati da un teocrate noto come l'Eliarca.

Popoli antichi

Le successive epoche storiche furono fortemente influenzate dal sopraggiungere di due nuove stirpi.

Il Popolo del Mare

Quasi sei secoli dopo il giungere dei primi umani nelle Terre Spezzate, un altro popolo giunse da nord per razziare e conquistare. Nel corso di una serie di inverni eccezionalmente freddi, il mare intorno alle Isole del Nord si ghiacciò, permettendo il passaggio al Popolo del Mare, una stirpe rozza e fiera la cui origine si è persa nei meandri del tempo. Primitivi e aggressivi, conoscevano il segreto dell’acciaio, ed erano in grado di forgiare armi e armature senza pari per quell’epoca. Forti della loro superiorità, e dell’alleanza di molti Bruti che nei territori di Castelbruma si convertirono alla loro causa, in una decina di anni conquistarono tutte le Terre Spezzate, distruggendo chiunque si parasse sul loro cammino. Gli Elfi fuggirono a Neenuvar, e furono costretti a giurare fedeltà ai Re del Mare; il saccheggio di Altamar e la successiva Caduta è l’episodio più tragico della loro storia. Da quel momento il popolo degli Elfi divenne un popolo triste e malinconico; le Elfe colpite dalla disperazione dell'esilio, non furono più in grado di generare figli. Cercando disperatamente di portare avanti la propria stirpe, gli Elfi si accoppiarono con altre stirpi dando vita agli Eredi. Nonostante un nascituro erediti sempre dalla madre i propri tratti fisici, la magia degli Elfi si trasmise ai loro nuovi figli e influenzò il consueto corso della natura, nacque così una stirpe di creature fisicamente molto simili agli Elfi, ma mortali e senza il loro innato potere magico.

La cultura degli Elfi sopravvisse alla Caduta, ma essi erano ormai una razza morente.
I Pitti, massacrati a Castelbruma dove il Popolo del Mare era approdato all’inizio, si rifugiarono presso gli Elfi e nelle gelide terre di Altabrina.
L'Impero del Fuoco, che univa gli attuali Principati di Meridia e Venalia, fu colpito dall’invasione alla fine, quando ormai il suo impeto stava scemando. In seguito ad un primo tentativo il Popolo della Sabbia comprese che poco valeva opporsi alla superiorità del Popolo del Mare, e riuscirono a salvare le loro città e le loro genti, al prezzo ovviamente di un duro vassallaggio e di ingenti tributi. L'impero del Fuoco cadde e la potente magia della fiamma, su cui l'Impero era stato costruito, venne bandita.

Ovunque nelle Terre Spezzate, il Popolo del Mare dettava legge.

Il popolo in viaggio

Da terre lontane, oltre il tramonto, approdò sulle sponde venali un popolo straniero dalla carnagione pallida: i Niviani. Essi attraversarono il mare con navi quali non se ne erano mai viste nelle Terre Spezzate, navi lunghe e larghe, con stive profonde e grande pescaggio, dotate di due o tre alberi muniti di vele anziché di rematori. Ben accolti a Venalia, in cambio d’asilo offrirono agli Uomini della Sabbia le proprie conoscenze, vastissime sia nella navigazione che nella magia, da cui parevano permeati.

Della nuova stirpe e dei suoi costumi diffidava però il Popolo del Mare, che ne temeva la natura e la magia, ambigue e subdole. I Niviani furono pertanto perseguitati durante tutto l’Impero del Popolo del Mare, e furono i suoi più accaniti oppositori.

Il Dominio del Sole

Un guerriero merida di grande valore ed eccezionale carisma fu tra i protagonisti della caduta dell’impero del Popolo del Mare, e divenne uno dei sovrani più amati che mai ascesero al trono di Dimora. Forte di un potente esercito Alessandro marciò su Dimora sconfiggendo il Re del Mare, conquistò tutte le Terre Spezzate e le riunì nel cosiddetto “Dominio del Sole”, un regno di pace e tolleranza in cui tutte le stirpi, i culti e la magia erano accettate. Alessandro governò saggiamente le Terre Spezzate per cinquant’anni, portando benefici tali da venir ricordato come “Difensore degli Uomini”.

I Secoli Bui

Alla morte di Alessandro il regno si disgregò. Seguì un’era senza padroni e senza legge, in cui ogni uomo dovette badare alla propria salvezza, e in cui si formarono i Principati come li conosciamo oggi. Venalia, salvo ribellioni non durature, continuò a essere la provincia settentrionale di Meridia. Il termine Secoli Bui fu coniato dall’Ecclesia Tetradica che dominò nei secoli successivi, dopo aver conquistato nel nome della fede tutte le Terre Spezzate.

Il dominio di Valleterna

Sul finire dei Secoli Bui a Valleterna si sviluppò una potente nobiltà equestre, forte della recente invenzione della staffa che rendeva i suoi Cavalieri pesanti imbattibili sul campo di battaglia. I Cavalieri valniani, dopo aver consolidato il dominio sul Principato, rivolsero le proprie mire verso le terre circostanti. Essi erano animati, durante le loro incessanti conquiste, da una nuova religione basata su Principi di legge, elitarietà e cortesia, nata proprio in quegli anni ad opera di un guerriero e profeta Valniano, Castamante. Il Culto Tetradico predicava l’esistenza di sole quattro divinità, i suoi presupposti filosofici spingevano la nobiltà all’eccellenza e guardavano con paternalismo al popolino, ma furono comunque una fiaccola di speranza per un’umanità stremata dai Secoli Bui, e una straordinaria occasione di trovare gloria e fortuna per uomini d’arme ambiziosi.

Nel giro di qualche decennio, la cavalleria valniana governava dalla nuova capitale Vesta tutte le Terre Spezzate, tranne Neenuvar ed Altabrina, che difendevano strenuamente i loro antichi culti. L’Ecclesia Tetradica era l’organizzazione più potente e influente delle Terre Spezzate, e poiché il dominio di Valleterna si fondava su Castamante, profeta e conquistatore, i nobili erano contemporaneamente anche esponenti della chiesa e il Tetrarca ne era la guida, temporale come spirituale.

Storia dei Principati

Nel corso dei secoli i confini delle Terre Spezzate sono stati delineati da invasioni e guerre, ma anche da unioni di popoli e stirpi che hanno imparato a convivere pacificamente dando vita a nuove culture.

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