I FORESTIERI

La guerra non è mai arrivata a sfiorare le mura della Cittadella, che ha dunque mantenuto e rafforzato la sua anima di crocevia di commerci e viaggiatori. Da quando il Consiglio Cittadino ha deciso di costruire un porto fluviale, le visite di forestieri provenienti dai Regni del Nord e dalle Isole di Rimfjord sono frequenti, sia per la facilità dei trasporti lungo il fiume, sia perché tali gente sono tutte alleate nel conflitto contro i Rossi. Persino qualche visitatore proveniente da Novigrad, la città sotto assedio, bussa talvolta alle porte della Cittadella.
Da qualche mese sono inoltre giunti nuovi profughi da Zelenkirchen, meno disperati dei precedenti, anzi danarosi e intenzionati a restare alla Cittadella. Ben diversa è la sorte dei Profughi di Novigrad, gente gente pesantemente colpita dalla guerra e in fuga da essa, che ha perso tutto, fuorché la fede.
Molti sono i viaggiatori disposti ad affrontare l’oscurità pur di raggiungere la Cittadella. Essi sono diversi fra loro, così come sono diverse le terre da cui provengono e le storie che hanno da raccontare.
I PELLEGRINI DI NOVIGRAD

Novigrad, gioiello del nord, è sempre stata una città libera, fonte di commerci e ricchezza, oltre che cuore della Chiesa della Fiamma Imperitura che per lunghe decadi ha inquisito e bruciato stregoni, maghi e creature magiche per proteggere gli innocenti dal Male. La Cittadella era stata per oltre mezzo secolo sotto la sua protezione, ma quando Novigrad e l’Impero si sono dichiarati guerra, il borgo si è dapprima dichiarato neutrale, e in seguito alla tregua invernale ha issato lo stendardo Nero e combattuto a fianco dell’Impero. Per Novigrad è stato un duro colpo, la guerra è stata lunga e logorante, la resistenza eroica, ma alla fine gli Imperiali hanno mangiato terreno fino a cingere d’assedio le mura del Gioiello del Nord.
Novigrad resiste, era preparata al peggio, ma il futuro è dir poco gramo.
Sbandati dell’esercito infestano le strade, insieme a briganti e mostri, ma un coraggioso gruppo di Pellegrini si è messo in cammino. Viaggiano con lasciapassare imperiale e la loro missione ha uno scopo religioso, recuperare una sacra reliquia; eppure alcuni di loro non sono nuovi alla Cittadella e molti hanno ruoli di spicco a Novigrad. Pellegrini? Spie? Diplomatici? O topi che scappano prima che la nave affondi? Quali siano le loro reali intenzioni, si può solo sospettarlo.
I PROFUGHI DI ZELENKIRCHEN

Zelenkirchen è un piccolo regno confinante con i territori di Novigrad, per lunghi anni è stato un Avamposto Imperiale, che rispondeva direttamente all’efficiente apparato burocratico dell’Imperatore.
Quando la nuova guerra tra Novigrad e l’Impero iniziò a far roteare le lance e sguainare le spade, la prima terra ad esser devastata fu proprio Zelenkirchen. Di nuovo.
“Guerra di liberazione”, la chiamavano i Rossi, “Protezione e riconquista”, la chiamavano i Neri. Gli esiti per la povera gente furono gli stessi. Ancora una volta i suoi abitanti vennero sconvolti dalle violenze e dalle carneficine seminate indistintamente dalle lame della Fiamma e dal ferro Imperiale.
Come già successe in passato, alcuni decisero di fuggire e cercare salvezza altrove.
Prima della guerra, alcuni profughi di Zelenkirchen si spinsero fino alle porte della Cittadella, mossi dalla fame e dal freddo. Alcuni morirono lungo la via, lasciando a chi sopravviveva il peso della loro testimonianza, la responsabilità di tramandare l’odio per chi accende e muove una guerra. Furono accolti alla Cittadella, ma non senza riserve.
Di recente, una nuova famiglia di Zelenkirchen è giunta in città, radunando intorno a sé i profughi che erano fuggiti all'inizio della guerra. Il nome che portano è antico ed è quello degli antichi signori di Zelenkirchen. La nobiltà è perduta, ma l'orgoglio e la determinazione sono quelli dei loro progenitori. E' chiaro che vogliano cercare fortuna e costruirsi un futuro alla Cittadella.
I VISITATORI DAI REGNI DEL NORD
E DALL'ISOLA DI RIMFJORD

I Regni del Nord erano ancora in ginocchio dalla guerra precedente, quando giunse la notizia che Novigrad aveva mosso guerra all’Impero e invaso Zelenkirchen fu accolta con muta angoscia e disperata consapevolezza dei tempi infausti che presto sarebbero giunti. E giunsero in fretta.
Che i Regni del Nord fossero deboli era fatto noto a tutti, e non passò molto tempo prima che gli eserciti di entrambi i colori, il Rosso e il Nero, giungessero ai confini. E quale che fosse il colore di stendardi e tabarde, i Regni del Nord si piegarono senza quasi combattere, trattando una resa che risparmiasse la povera gente e i nobili troppo impoveriti da potersi opporre alle due potenze in lotta tra loro. In seguito alla tregua indetta per l'inverno, il Nord si è schierato con l'Impero, ma una guerra che doveva essere breve e vittoriosa si è trasformata in un conflitto logorante e sanguinoso.
L’Isola di Rimfjord e l’arcipelago delle Sei Sorelle hanno appoggiato l'Impero, proprio come il Nord, ma i commerci con Novigrad che erano vitali all'economia delle isole si sono trasformati in schermaglie navali. Le Sei Sorelle tirano la cinghia e gli Jarl sono scontenti.
Il Nord e le Isole giungono insieme alla Cittadella, perché insieme avevano stilato l'alleanza con l'Impero e perché tra le loro genti serpeggiano malcontento e preoccupazioni crescenti. Questa guerra sta durando e costando troppo. Che il loro orgoglio, un tempo potente e rispettato, si sia assopito? E cosa intende fare l'Impero con i propri alleati, una volta che Novigrad cadrà?

I PROFUGHI DI NOVIGRAD

Questo gruppo di gioco è riservato ai Personaggi Leggeri.
Alcuni sono scappati dalla città, altri dalle campagne di Novigrad, è gente pesantemente colpita dalla guerra e in fuga da essa.
Persone comuni, di diversa estrazione sociale, si ritrovano unite dalla paura e dalla miseria: hanno perso tutto quello che avevano e cercano ora un rifugio sicuro in cui sopravvivere. Stremati e disperati, giungono alla Cittadella implorando misericordia e carità. Tutto vacilla, ma nell’orrore che dilaga ovunque, la fede nella Fiamma Imperitura è l’unica certezza che li sostiene.

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