Care amiche e amici di Novigrad, la vostra paziente attesa è giunta al termine.
Mani tremanti stanno finendo di vergare tutte le storie, tessendole come fili del destino che saranno le vostre mani ad intrecciare.
Ma tanto è già stato scritto, e potete consultare:
i
Teaser di tutti i personaggi sul Gestionale
e
tutte le quest di gruppo, lavorative e di cerchia sociale in questo comodo PDF.
Usate l’indice e non leggete tutto, ma solo i gruppi che vi interessano, o finirete pazzi e spersi come nella biblioteca labirinto del Nome della Rosa.
Nel giro di qualche giorno pubblicheremo anche tutte le Quest Libere:
Sociali, Arcane e di Sotterfugio.
Infine, ecco a voi il Prologo del primo capitolo, Un Mercato di Sangue.
Buona lettura, e se per caso trovate una gioia, schiacciatela sotto al tacco dello stivale, perché essa non appartiene alla grande storia di
tragedie, misteri e umane ambizioni che stiamo per raccontare tutti insieme!.
UN PROLOGO DI SANGUE
La Fiera d’Estate è alle porte, ma alcuni hanno già preso a chiamarla in un altro modo:
Un Mercato di Sangue.
La ragione? Una preoccupante scia di morti che ha insanguinato la Cittadella, morti violente e ancora irrisolte. Tante, troppe, per non sentire le ombre che si allungano sul borgo come mani adunche e scheletriche. E così una morsa di sospetto e paura stringe i cuori della brava gente.
L'inverno se n'è andato, e con esso la fame e la putrescenza della morte.
Il sole ha risvegliato la terra, ma le speranze per una nuova stagione di rinascita e l’innocenza rassicurante del terso cielo d’estate forse non sono altro che un bell’abito nuovo, messo lì ad abbellire un corpo marcio, o, peggio ancora, un’anima nera come la notte, e profonda quando l’inferno.
La famiglia Dabrowska è stata la prima ad essere imbrattata di sangue. Una mattina bianca di galaverna Janni Dabrowska giaceva nella piazza del paese con la testa spaccata. Il colpevole non fu mai trovato.
Il cadavere di Bregval Isenbrand è stato il secondo, qualche mese più tardi. Le malelingue erano certe che l’assassino portasse il nome dei Godfrei, ma nessun cappio si è stretto a fare giustizia.
La spirale di sangue ha lambito di nuovo i Dabrowska, ma la tragedia è stata sventata quando l’intera famiglia ha sorpreso l’Isenbrand in preda all’alcol che cercava di strozzare uno dei loro familiari nel sonno.
Maya Zorkac era
Capitano della Guardia. Forte, fiera. Un baluardo.
L'hanno trovata smembrata, scomposta come una bambola di pezza nei pressi del cimitero, all’alba di un giorno di primavera. Dicono che se non avesse indossato i colori della guardia nessuno l’avrebbe potuta riconoscere.
Il
Borgomastro della Cittadella, Adalbert Skellen, ha incontrato la sua fine sul filo di una lama. Pilastro e factotum del Consiglio Cittadino, la sua morte non solo è rimasta un mistero irrisolto, ma ha anche generato una tempesta ai vertici del borgo. Le carte e gli statuti che Skellen custodiva sono spariti nel nulla, insieme con altri suoi averi.
Infine è giunto il più orrendo dei crimini, che si è consumato proprio nei giorni prima della fiera.
Dietro al pozzo l’hanno trovato, minuscolo e livido.
Un neonato abbandonato lì per terra, senza vita e senza un nome.
La Fiera d’Estate non può certo essere annullata, ci sono troppe questioni in sospeso, per la Cittadella e per gli stranieri in visita.
Il
Consiglio Cittadino, dopo anni che non veniva rieletto per via di un antico Statuto Cittadino ora scomparso, sarà finalmente rinnovato, e si troverà a decidere di parecchie questioni, rese ancora più complicate dalla morte del Borgomastro.
Le tasse dovute alla ricca Novigrad e i costi di ricostruzione del ponte sono una faccenda molto seria, e così la lastricatura di una delle strade che partono dal
Crocevia proprio fuori la Cittadella. Esse si snodano seguendo i punti cardinali, e ciascuno dei visitatori farà pressioni affinché sia la strada verso il proprio regno o città, ad essere rimessa in sesto.
La defunta Maya Zorkac non ha ancora un successore, occorre trovare un nuovo Capitano della Guardia e bandi pubblici sono stati affissi per trovare candidati adeguati all’incarico.
E poi ci sono gli affari, i commerci, i contratti da stringere e le commesse già stipulate.
La vita deve andare avanti, e i visitatori hanno viaggiato su strade rischiose per giungere al sicuro delle mura. Nei boschi si celano insidie di ogni natura. E molte di esse sono perniciose, in un modo o nell'altro.
La foresta di Grunwald è casa e tana di loschi figuri che vivono di violenza e soprusi, alle spalle della povera gente e degli onesti mercanti.
Briganti! Assassini! E non sono neppure la feccia peggiore; perché gli
Scoi'atael sono anch’essi efferati assassini e predoni, ma pure sterminatori di villaggi e coacervo pericoloso di razze maligne, inumane, come gli Elfi. L’oscura magia sempre attrae quel che le è simile. Lo chiama a sé.
Le immonde creature. Mostri!
Pochi li vedono e tornano indietro per raccontarlo, sono gli incubi delle notti inquiete, ma fatti di carne e artigli, e zanne.
Per fortuna queste empietà ferali si vedono raramente tra le mura della Cittadella, ma talvolta succede, specie dai condotti delle fogne. Quando da dietro le pareti di antica pietra si sente grattare, strisciare, grugnire è il momento di chiamare la Guardia Cittadina, ma non sempre sono creature in carne e ossa a infestare le case.
C’è chi dice che i fantasmi inquieti dei Grunwald ancora si aggirino per le antiche sale che furono il loro castello; altri ancora sostengono che gli spiriti non siano affatto dei vecchi baroni morti decenni fa, ma frutto di crimini più recenti. Che siano le mani sporche di sangue, e le nere coscienze dei cittadini del borgo, a svegliare i lamenti dei morti in cerca di vendetta, o giustizia.
I più devoti tra gli abitanti mormorano preghiere, si battono il petto, si lacerano le carni nella speranza che la virtù e la penitenza possano proteggerli dal Male. Perché fatti inquietanti come quelli che hanno preceduto il “Mercato di Sangue” sempre sono colpa della Stregoneria, dell’empietà, dell’eresia. La Fiera ha certamente attirato anche persone con cattive intenzioni, o troppo sciocche per capire che indagare il male te lo porta addosso, che la magia sempre richiede un prezzo da pagare, ai carnefici come agli innocenti.
Se una soluzione esiste, al Male che insozza gli animi e imbratta e contagia come piaga gli individui, le loro famiglie e poi le intere città, nessuno l’ha ancora trovata.
La miseria spinge all’avidità e all’invidia, che nutrono il peccato e lo trasformano in bestia; questo hanno mostrato i Tempi Bui. Sia dunque benvenuta la rinascita! Risorga la prosperità a scacciare l’indigenza e la bassezza!
Ma i saggi che ricordano l’epoca d’oro prima della guerra sanno che l’ambizione, il potere e il denaro sono anch’essi demoni che albergano nel cuore degli uomini: desideri che affamano quegli istinti che dovrebbero placare. Essi generano avidità e invidia non meno dell’indigenza, e spingono al sopruso e al peccato.
E tutto torna da dove era iniziato.
Un eterno circolo di disgrazia. Un serpente che si morde la coda.
La vita non può che proseguire, tra le gioie e le inquietudini vissute in solitudine, o al desco di famiglia, nelle botteghe degli artigiani, nel fondo di un bicchiere in taverna e nella terra smossa dei cimiteri; o nelle ultime note di una canzone antica, che risuona per le vie della Cittadella la notte prima che inizi un Mercato di Sangue.