AMBIENTAZIONE
Morire con fierezza, se non è più possibile vivere con fierezza.
INTRODUZIONE

Il Crepuscolo degli Dèi si svolge nel mondo fantasy delle Terre Spezzate, dove le antiche e indomite lande del Nord stanno soccombendo sotto l’avanzata di un Regno bramoso di conquista. Luogo di foreste e rocce, inospitale e crudo, il Nord è selvaggio e fiero come i suoi abitanti, abituati a convivere da sempre fra pace e guerra, alleanze, faide e tradimenti, in obbedienza alle leggi degli antichi Spiriti. Tutti i figli del Nord, pitti, barbari o i più civilizzati cavalieri di Castelbruma, sentono ora i pesanti passi dell’esercito del Re. La fine del mondo non è mai stata così vicina.

Per calarti immediatamente nella storia dell’evento, ti consigliamo di leggere l'Ultima Saga
In questa pagina, invece, puoi trovare tutti i dettagli sui popoli, gli Spiriti, la magia, i misteri e leggi che governano il Nord.
GLI ANTICHI SPIRITI

Da sempre, i popoli del Nord vivono ascoltando la voce degli Antichi Spiriti, con cui, nelle epoche antiche, forgiarono fra sangue e promesse un sacro patto di alleanza. Come insegnano gli sciamani, ogni parte della natura possiede una volontà invisibile e immortale, capace di manifestarsi e condurre i suoi seguaci verso la grandezza. Nulla accade per caso, tutto è guidato dalla volontà degli Spiriti, ed ognuno di essi possiede una forma ed uno scopo differenti. Pregare il Lupo può donare forza, mentre seguendo la via del Gufo si giungerà alla saggezza, il Vento è incoerente maestro di parole e magia, mentre il grande Fiume un guaritore gentile. Infine, quando giunge la morte, i valorosi saranno accompagnati dagli Spiriti nelle Aule dei Padri, dove essi potranno dimorare in eterno.

Secondo la leggenda, quando fu stretta l’alleanza gli Spiriti donarono agli uomini tre sacre reliquie: la Corona di Ferro, sigillo dei Re del Nord, il Corno dei Venti, simbolo dell’immortale vincolo e la tetra spada Griselda, nera lama della Bruma.

Eppure anche l’eterno patto con gli Spiriti sembra sul punto di infrangersi. La progressiva caduta delle roccaforti del Nord è stata accompagnata da una serie di funesti presagi. I corvi volano in cieli densi di nubi scure, la neve si scioglie troppo presto, rapita da un caldo innaturale e la carne delle prede sembra putrida o infetta. La magia, che lo spirito del Vento aveva donato ai Cantori, sembra essere svanita per sempre, all’improvviso, senza clamore, nel silenzio. Solo alcune donne, ora chiamate streghe, riescono ancora a brandire i poteri di un tempo ormai perduto.
LE CINQUE LEGGI

Le leggi che governano il Nord sono come i suoi abitanti: dirette nel comandare e severe nel punire. Tramandano il volere degli spiriti, la cui parola è chiara e non si presta ad interpretazioni mendaci.

1 - Onora l'ospite
Lo straniero alla tua porta potrebbe essere uno spirito, o colui che ti salverà la vita nel prossimo gelido inverno Non leverai la tua arma su chi condivide il desco con te.

2 - Rispetta i vincoli di stirpe
Non c'è legame più forte di quello familiare. Proteggi i membri della tua famiglia, sii sempre al loro fianco. Su chi altri potrai mai contare nella tua ora più buia?

3 - Mantieni la tua parola e quella di tuo padre
La tua parola è il tuo onore, ma così come tu discendi da tuo padre, il tuo onore discende dal suo. Non infangarlo mai.

4 - Esigi la tua giusta vendetta
Solo il sangue dei tuoi nemici può lavare la macchia del disonore. Solo il sangue dei tuoi nemici può placare gli spiriti e riportare giustizia nel mondo, e pace nel tuo cuore. Non sempre la morte del tuo nemico è la punizione migliore per le sue colpe, a volte una vita di umiliazioni può essere un castigo molto peggiore.

5 - Segui il volere degli spiriti
Gli spiriti non parlano mai senza una ragione e non si manifestano per il beneficio dei deboli o degli indecisi. Il loro volere è il tuo volere; la tua disobbedienza farà di te un reietto in questo mondo.

Ogni clan di Altabrina, ogni casata di Castelbruma, ogni guerriero, nobile, cantore o strega riconosce la sacralità di questi comandamenti. Ignorarli significa andare contro l'ordine delle cose. Violarli significa incorrere nell'ira degli spiriti.

Eppure, verrà un giorno in cui sarà impossibile rispettare tutte le leggi, perché sarà necessario esigere la giusta vendetta contro un fratello o mantenere la parola data contro al volere degli Spiriti. Gli uomini e le donne del nord questo lo sanno bene. Prima o poi, saranno costretti a scegliere e la scelta potrebbe significare la loro condanna. Ma essi sanno anche che non c'è fato peggiore di quello dei codardi. Le genti del nord quindi agiscono, compiendo il loro destino anche contro ogni vaticinio e contro la paura. Solo la caparbia aderenza al proprio dovere, fino alle ultime, tragiche conseguenze, farà di loro dei veri, immortali Eroi.
I CANTORI

Nulla, al Nord, vale quanto la parola. Ogni uomo o donna desidera che le sue azioni siano rese immortali da racconti, saghe e leggende. In una società priva di scrittura, solo la parola può preservare il ricordo dal crudele incedere del tempo.

Per questo, nessuna figura è rispettata quanto quella dei Cantori. Essi sono i custodi della memoria, a cui è affidato il compito di tramandare la storia e la cultura di un popolo intero. Senza di loro, non resterà nemmeno l’eco delle antiche canzoni, quando il Re avrà imbrigliato le genti libere sotto alle catene della sua Chiesa.

I Cantori sono i guardiani delle Cinque Leggi, loro è il compito di recitarle prima di ogni grande adunata e loro è il dovere di indicare chi le infrange. Non solo, i Cantori sono gli unici a poter testimoniare grandi gesta di audacia o coraggio e solo tramite i loro racconti i figli del Nord possono diventare Eroi. Persino l’impresa più grandiosa, se tralasciata dalle parole di questi scaldi, è destinata a svanire nel nulla.

A causa di questo loro importantissimo ruolo, i Cantori giurano di riportare sempre e solo la verità di cui sono stati testimoni. Le atroci pene inflitte a coloro che, nei secoli, vennero meno a questo vincolo, sono ancora oggi raccontate con timore e riverenza.

Non esistono clan o casate che non abbiano fra le loro schiere almeno un cantore: quando la morte è la più fedele delle compagne, solo la memoria può portare consolazione e rendere anche la più disperata battaglia degna di essere combattuta.

Così come le parole dei Cantori possono portare la gloria, essere possono anche condannare alla rovina. Ma non è forse meglio l’eterno disprezzo al semplice oblio?
LE RUNE

Una delle tradizioni più rispettate del Nord vuole che il destino di un eroe si compia sempre sotto il segno di una Runa. Parimenti agente dell'impresa e simbolo della stessa, è talmente inscindibile la sua presenza da un atto memorabile che perfino i cantori, consci di ciò, seguono attentamente le gesta di coloro che ne posseggono una. Indossarla è dunque non solo un grande onore, ma anche una grande responsabilità. E' dalle mani delle tre Tessitrici che gli eroi ricevono la propria Runa: talvolta esse la pongano attraverso una catena di eventi, grazie alla loro capacità di conoscere presente, passato e futuro; talvolta la consegnano in prima persona. In molti tentano, a seguito di sogni premonitori o alla ricerca di gloria e fama, di persuadere le Tessitrici a elargire loro una delle Rune, tuttavia molti falliscono perché viene negata loro udienza o perché non riescono a dimostrare di esserne degni.
I POPOLI DEL NORD

I BARBARI

Nelle Terre Spezzate c’è chi dubita che l’estremo Nord sia abitato da un unico popolo. I suoi abitanti, fieri e selvaggi appaiono, a chi li incontra, uomini liberi e senza signori. Essi vivono principalmente di razzia e saccheggio, tanto tra le foreste del Nord quanto lungo le coste del Regno, dove con navi lunghe e leggere si spingono per brutali incursioni estive. Il territorio dei barbari non è spartito tra potenti Nobili, ma diviso tra antichi Clan che custodiscono gelosamente le proprie zone di caccia. Il più influente e rispettato di questi è il “Primo tra i Clan”, posizione ora ricoperta dai razziatori del Falco.

I PITTI

Immerso nel profondo delle selvagge foreste, il Popolo Dipinto vive seguendo le vie indicate dagli spiriti. Ritenuti folli e bizzarri dagli estranei, i Pitti sono conosciuti per il loro enorme coraggio: poiché consapevoli che il loro destino è scritto da tempo, non temono l'azzardo. Portano fieri sul corpo tatuaggi che narrano le loro imprese e simboleggiano il loro ruolo nella società; la striscia blu, caratteristica di tutto questo popolo, simboleggia la forte unione con la terra. Il legame spirituale che questi clan hanno con il sovrannaturale è molto profondo e si esprime in appariscenti celebrazioni accompagnate da frastornanti musiche tribali e sacrifici agli spiriti da parte degli sciamani.

I CAVALIERI DI CASTELBRUMA

Castelbruma è una terra fredda e aspra, ardua da domare, che reclama più di quanto concede e che impone la propria legge: la sopravvivenza non è garantita al valoroso, ma è di certo negata al vile. Solo chi è stato forgiato dalla fatica e temprato nell'onore può chiamare casa queste contrade.
Protetta dalle nebbie che l'ammantano Castelbruma ha mantenuto nei secoli le proprie tradizioni, legate al rispetto degli antenati e al senso del dovere, unico conio con cui valutare un uomo, sia esso un Signore o un l'ultimo dei popolani. In una terra inospitale le donne e gli uomini di nerbo prosperano solo quando ognuno adempie ai propri compiti e mantiene gli impegni presi, da sé medesimo o da qualcuno per cui risponde. Per questa ragione nulla è più importante della parola data da un uomo, e un giuramento proclamato d'innanzi ai cantori ha più valore di qualsiasi firma e sigillo. Altrettanto sacra è l'ospitalità dovuta agli amici, agli stranieri, ma anche ai rivali.
Avvezzi a rispettare le leggi degli spiriti e degli uomini i Brumiani sono leali ai loro diretti superiori e alla rigida gerarchia che definisce la loro società. Il rispetto degli uomini getta le solide fondamenta su cui poggia il potere di Duchi e Cavalieri, a loro volta fedeli vassalli del Principe di Castelbruma.

I BRUTI

Tra i torvi guerrieri di Castelbruma, nessuno è più temuto dei Bruti, i feroci guerrieri degli altipiani, noti per le loro rosse pitture di guerra e per la loro efferatezza. Chiusi e scontrosi, da sempre si reputano da sempre diversi da tutte le altre genti del Nord, dalle quali sono sempre stati relegati in secondo piano. Impulsivi, fieri e caparbi, i Bruti giudicano le persone sulla base della prima impressione, non amano perdere tempo in chiacchiere e preferiscono l’azione.

GLI ORCHI

Orchi. Così vengono chiamati gli uomini malvagi. I reietti delle caverne sono misteriosi selvaggi che vivono isolati tra le montagne, maledetti dagli uomini e dagli Spiriti. Sono esseri bestiali, senza onore, che nascondono il loro volto con orrende maschere tribali quando fanno scorribande per catturare prigionieri da sacrificare nei loro mostruosi riti di sangue. A causa della maledizione degli Spiriti, sono ad essi precluse le Aule dei Padri.
GLI INVASORI

Le armate di Sua Maestà che invadono le terre del Nord sono l’esercito di un Regno feudale, simile al Sacro Romano Impero, che ha ormai unificato il resto delle Terre Spezzate. Si tratta di una società figlia di un’epoca nuova, impossibile da comprendere o da accettare per le caparbie genti del Nord, la cui fierezza non concede di piegarsi di fronte a nessuno, nemmeno al tempo stesso.

Centrale nella vita del Regno è la Chiesa della Tetrade. Si tratta di una religione rivelata alcuni secoli fa dal Profeta Castamate, di cui il Re è un lontano discendente. Gli insegnamenti della Tetrade e dei suoi quattro Dèi predicano una vita virtuosa e senza eccessi, basata sull’obbedienza e sulla temperanza. La Chiesa è ferocemente ostile al culto degli Antichi Spiriti, considerato pagano e pericoloso e il Re non si fermerà davanti a nulla fino a che non avrà convertito, con la parola o con la spada, l’interno Nord. Le liturgie e le tradizioni della Tetrade sono fortemente simili a quelle del cristianesimo medievale.


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