
Stile di gioco
Il trono nero è una campagna larp di genere fantasy incentrato sull’interpretazione e l’immedesimazione. Tutti i partecipanti interpretano i protagonisti di una storia corale che viene creata e si sviluppa durante il corso degli eventi di gioco. I personaggi fanno parte di nobili casate, talvolta avversarie e talvolta alleate, che cercano di difendere o rafforzare il proprio potere, i propri interessi e valori. Per questo i conflitti sono all’ordine del giorno e i personaggi si troveranno spesso a competere gli uni contro gli altri. I giocatori, invece, collaborano per rendere la storia coinvolgente, drammatica ed appassionante per tutti.
Al termine dell’evento non ci saranno vincitori, ma solo giocatori entusiasti per quello che hanno appena creato e vissuto, insieme.
Se la tua intenzione è giocare per vincere, hai sbagliato gioco! Il tuo personaggio può e deve avere scopi da raggiungere all'interno della storia, ma il tuo obiettivo come partecipante è quello di vivere il percorso del tuo protagonista, non di raggiungere una meta né tantomeno la vittoria. Ci si aspetta che tu sia in grado di far perdere il tuo personaggio e che lo faccia con eleganza e stile, aumentando il divertimento tuo e degli altri partecipanti.
Play To Lift
Ci sono tanti approcci al larp, si può giocare in modo autenticamente competitivo, essere orientati al successo del proprio personaggio e al raggiungimento dei propri obiettivi, ovvero impegnarsi per vincere (play to win). Oppure all’opposto si può giocare in modo assolutamente cooperativo ed essere orientati alla creazione di una storia drammatica e piena di pathos, in cui i personaggi che vengono travolti dagli eventi e si trovano in difficoltà hanno una storia più interessante e significativa degli eroi che trionfano, in questo caso i giocatori si impegnano a perdere (play to lose).
Esiste poi un via intermedia, in cui talvolta i personaggi hanno successo e talvolta perdono tutto, ma in ogni caso sono al centro di una storia emozionante creata insieme. Questo approccio si chiama play to lift, cioè giocare per sollevarsi a vicenda. Questo approccio implica che tutti prestino attenzione al gioco degli altri, e si supportino a vicenda. In pratica non solo ciascuno si impegna per interpretare il proprio personaggio in modo credibile e divertente, ma ha anche l’appoggio di chi ha intorno.
Se un personaggio è un celebre Cantore delle Nevi e sta raccontando una leggenda, è responsabilità anche dell’auditorio rendere la scena il più bella e realistica possibile, grazie a reazioni appropriate. In questo caso, non per forza il giocatore che interpreta il Cantore sarà un oratore straordinario, quindi è anche responsabilità dell’auditorio presente supportarlo in questa scena con reazioni appropriate: stupore, commenti entusiasti e applausi. Viceversa, se a raccontare la stessa storia ci fosse invece un apprendista Cantore alle prime armi, che si presenta impacciato ed esitante e sta chiaramente cercando un modo di mostrare la sua scarsa esperienza, è assai probabile che voglia fallire orribilmente nel suo discorso pubblico. In questo caso il modo per “sollevare il suo gioco” sarebbe invece fischiare o lanciare pomodori marci (in senso letterale o metaforico a seconda dei contesti) al principiante e cacciarlo dal palco.
Può ovviamente capitare che non si capisca esattamente quale sia l’intenzione dei giocatori, e che si reagisca in modo diverso da quello che si aspettava il giocatore che stiamo cercando di “sollevare”. Questo non è un problema. Proprio come in un ballo, a volte si può pestare l'alluce del partner o farlo volteggiare quando in realtà si aspettava qualcos'altro. Proprio come in un ballo, si migliora con la pratica. L’importante è prestare attenzione a cosa giocano gli altri e cercare, al meglio delle proprie possibilità, di aiutarsi a vicenda nel vivere personaggi, scene e avventure straordinarie ed emozionanti e aiutare tutti ad essere i protagonisti della propria storia.
WYSIWYG: è come lo vedi
Rappresentazione fisica, costumi, prop, scenografie, location
Il trono nero non è un larp privo di regole, ma quelle indispensabili al gioco sono agili e facili da ricordare e mettere in pratica. La norma fondamentale è “What You See Is What You Get”, ovvero “è come lo vedi”: i nostri larp cercano il maggior realismo possibile, ovvero tutto ciò che esiste nel gioco è fisicamente rappresentato nella realtà. Ovviamente talvolta gli oggetti possono, e devono, essere simulazioni della realtà, ad esempio non potremmo combattere senza repliche realistiche, ma sicure, di armi e scudi, né ci avveleneremo a vinceda usando veri filtri d’amore, ma boccette in stile riempite di una sostanza edibile e riconoscibile a tutti (come l’aceto, lo sciroppo di menta o il sale).
Creazione “libera” dei personaggi
Ne Il trono nero ciascun giocatore sceglie un gruppo di gioco, che definisce da quale terra proviene, in quale cultura è cresciuto e a chi deve la sua fedeltà, e poi un teaser molto essenziale che stabilisce il suo ruolo all’interno del gruppo e qualche spunto di legame con altri personaggi: la veterana di mille battaglie fedelissima al suo Duca, oppure la Duchessa rimasta vedova e in cerca di vendetta, o un giovane di umili origini che è appena diventato apprendista di un famoso sapiente. Compiute queste scelte, la creazione del personaggio è libera, ciascun giocatore decide quale archetipo e quali abilità avrà il suo personaggio, come pure il background, la personalità, il costume, gli altri legami all'interno del gruppo e così via.
Verosimiglianza e umanità
Il mondo immaginario in cui si svolge la storia de Il trono nero è di genere fantasy e dunque non completamente realistico, ma persone, situazioni e avvenimenti saranno concreti e tipici del mondo reale o ispirati dalla Storia europea. I protagonisti della vicenda non saranno semidei, alieni o esseri fatati, ma donne e uomini come noi, con le pulsioni, le fantasie e i desideri che persone reali verosimilmente avrebbero in un’epoca medievale.
Si tratta pur sempre di un mondo fantasy, in cui la fede e la magia sono forze reali, le cui foreste sono infestate da creature mostruose, e le sapienti mani di fabbri, alchimisti ed erboristi possono plasmare oggetti e preparati prodigiosi. Eppure tutti gli aspetti fantastici dell’ambientazione, compresa la presenza di stirpi e popoli diversi, servono da supporto per esplorare situazioni e temi che riflettono problemi credibili, talvolta ispirati da veri fatti o periodi storici, e non di rado ancora attuali. Il contatto e il contrasto tra popoli e stirpi diverse per aspetto, usanze e cultura. L’impatto della guerra su chi la fa e su chi la subisce. L’influenza della fede, della superstizione e del clero sulla società, il fanatismo. Più banalmente, le ambizioni umane, le debolezze e le tentazioni.
L’ambientazione delle Terre Spezzate è stata fortemente ispirata dalla saga letteraria del Trono di Spade (nel 2006, ovvero quando Martin ancora scriveva romanzi e l’HBO non aveva reso l’opera nota in tutto il mondo), ma il principale spunto è dato dalla presenza delle differenti casate, soggette al Re ma affamate di potere e indipendenza, e facili ad intrighi politici e caute alleanze, come anche a faide e tradimenti. Non aspettatevi dunque draghi o orde di non morti… o magari sì, d’altronde nessuno è certo del proprio futuro nelle Terre Spezzate...