Antefatto

Tutto scorreva uguale a Pietrascura fino a Quella Notte.
Le persone più anziane la chiamano ancora la Notte dei Forconi.


Pietrascura: il paese com'è oggi non è diverso, nella sostanza, di com’era cent’anni fa o di come sarà tra cent’anni. Quand’anche gli equilibri del paese fossero piegati, dall’interno o dall’esterno, con la pace o con la violenza, l’unico cambiamento sarà nel nome di chi verrà a ricoprire gli stessi ruoli di sempre. La comunità farà presto a riassumere la sua forma originale.
Lo sapete per esperienza.

La Notte dei Forconi

Con l’eccezione di chi non era ancora nato o ancora abitava altrove, ogni abitante di Pietrascura ricorda la Notte dei Forconi. Tuttavia, nessuno saprebbe spiegare esattamente cosa è successo, o perché.

Il paese attraversava un brutto periodo: l’ultimo discendente dei Tornaquinci spadroneggiava dall’alto della Ghirlanda, circondato da tirapiedi che assomigliavano sempre più a criminali prezzolati. Non si usciva dopo il tramonto se non era strettamente necessario, e comunque mai da soli. In qualsiasi momento era possibile che l’esattore bussasse alla vostra porta a esigere un nuovo balzello, lo sguardo basso – persino lui si vergognava di ciò che faceva. Le guardie si scambiavano una risata amara quando denunciavate un crimine, il colpevole già chiaro sia nella vostra mente che nella loro.

La cosa peggiore, però, erano quelle morti. I cadaveri venivano trovati all’alba poco fuori dal villaggio, al centro di cerchi di pietre, gli alberi attorno segnati di simboli blasfemi. Le carni erano dilaniate, come se fossero stati sbranati da un branco di lupi. Persone come voi, che avevano solo commesso l’errore di passare per la via sbagliata nel momento sbagliato. Nessuno aveva le prove che il Tornaquinci fosse coinvolto, ma a nessuno servivano.

Non si sa cosa abbia fatto esplodere la rabbia. Probabilmente un evento del tutto uguale a quelli che si erano succeduti negli anni, con la differenza che quello fu uno di troppo. Chi all’epoca era adulto ricorda solo di aver stretto con forza il suo forcone, la sua vanga, il suo piccone. Chi era un bambino ricorda la voce roca degli adulti, l’ordine di non uscire dalla camera. I più piccoli chiusi in un armadio, come ulteriore protezione.

Poi torce che vengono lanciate, grida vicine e lontane, un trambusto durato tutta la notte. Volti deformati dalla luce delle fiamme, un rivolo di sangue che cola lungo il muro, un’enorme pila di fumo nero che sale nella notte.

È stato solo all’alba che il respiro è rallentato, vi siete guardati in faccia e avete abbassato lentamente le armi. Quelli di voi che erano ancora vivi, almeno. Avete deciso che i colpevoli erano stati puniti, perché l’alternativa era troppo orrenda per contemplarla. Siete tornati a casa, avete costruito nella vostra testa una spiegazione di ciò che era accaduto.

Siete andati avanti.

Un mazzo rimescolato

Dopo la Notte dei Forconi, nella magione patronale è rimasta solo una famiglia patrizia forestiera che in quel momento si trovava a Pietrascura per caso, ospiti di Tornaquinci da poche settimane. Godevano della vostra simpatia – cosa non difficile, quando il Tornaquinci era l’unica competizione – ed erano quindi sfuggiti alle fiamme e ai forconi.

Alcuni di voi temevano che i Rangoni-Vidau avrebbero denunciato l’accaduto al Duca; invece hanno mantenuto il riserbo, scrivendo nei loro messaggi di un grosso incidente e che la situazione era tornata sotto controllo. Alcuni di loro sono partiti subito, spaventati da quello che era successo. Gli altri sono rimasti, prendendo in tutto e per tutto il posto del precedente signore.

Non vi era chiaro quanto questa manovra fosse regolare; tuttavia, dopo la Notte dei Forconi il vostro unico desiderio era tornare a una vita normale. Inoltre, era necessario che qualcuno tenesse allacciato il legame con il Ducato e legittimasse l’esistenza di Pietrascura. Vi siete guardati, avete scrollato le spalle e avete ripreso la vostra vita di sempre.

In paese qualcuno si è ritrovato in una posizione di comando e qualcun altro è caduto in disgrazia, come carte di un mazzo che viene mescolato dopo la fine della partita. Poco dopo già vi sembrava che i Rangoni-Vidau fossero lì da sempre, a occuparsi con discrezione dei loro interessi e ad assicurarsi che la vita a Pietrascura scorresse senza intoppi.

E così è stato per giorni, mesi, poi anni e poi decenni. Fino a quando una mattina, all’alba, un boscaiolo ha trovato un cadavere al limitare del villaggio.

Al centro di un cerchio di pietre, dilaniato come se fosse stato sbranato da un branco di lupi.