Ambientazione
Questa non è la storia della nostra Italia.
E’ la storia di un’Italia che poteva essere.
E che speriamo non sarà mai.

Reputata peggiore persino della Grande Depressione degli anni ‘30, la crisi degli anni 2007-08 ha completamente devastato l’economia degli Stati Occidentali. Sulla scia della più grande recessione che il mondo occidentale abbia mai visto, il Sogno Europeo è morto, dilaniato sotto i colpi ripetuti dei movimenti separatisti. Ovunque, in tutta l’Europa, populismo e razzismo si ergono, baluardi della disperazione delle genti. L’Unione Europea sembra un ricordo lontano. Unione non è più una parola concessa.

Forse è stato fatto troppo poco, o forse troppo tardi.

Ma ormai non ha più alcuna importanza.

Distrutti nella loro credibilità, i vecchi partiti lasciano il posto a nuovi movimenti.

Quando l’uomo vede crollare la sua realtà, non vuole risposte oggettive e macro-analisi accurate. Vuole solo un nemico, e una soluzione semplice. Una guida sicura. Una direzione chiara e precisa, che non lasci posto a dubbi.

Non possiamo farci nulla. E’ la nostra natura. La natura umana.

Tra i movimenti populisti, in Italia sorge un nuovo partito: il Nuovo Nord. Il supporto popolare è irrefrenabile. Le sedi di partito spuntano all’angolo di ogni strada, la Rete è invasa dal fenomeno, si invocano elezioni anticipate. Il Nuovo Nord cresce. Chi lo sostiene? Cittadini arrabbiati, disperati per la crisi. Cosa chiede? Indipendenza.

Il Nuovo Nord, urlante nelle piazze, invoca a gran voce la separazione. Perché mai restare legati a un governo centrale che non ha saputo proteggerci? Cosa dobbiamo, noi, alla Repubblica Italiana che ci ha costretto a patire la Crisi?

Il malcontento cresce.
Ma Roma non può cedere.