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Introduzione

 

Ogni cosa ha un termine. 
PROVERBIO MASAI

 

1927, Milano. 

Il poco più che ventenne Alberto Dragoni Trivulzio, durante una sontuosa festa tenutasi nella sua villa di famiglia, brindava alla fondazione della Casa Editrice IMAGO, impegnata nella pubblicazione di grandi Opere Geografiche. Aveva progettato questo sogno insieme a suo fratello Antonio con l’intento di fondere le loro due passioni: per i libri e per il mare. Adesso quel sogno era diventato realtà ma Alberto era solo davanti ai suoi importanti ospiti: Antonio Dragoni Trivulzio, “l’esploratore”, non era più tornato dalla sua missione in Antartide, dove aveva sacrificato la propria vita per salvare quella del suo equipaggio rimasto incagliato nella morsa dei ghiacci polari.
La IMAGO e la sua attività volevano essere un omaggio a questo glorioso eroe, riconosciuto anche dal Duce che, oltre ad avergli tributato onori e titoli alla memoria, finanziò anche il progetto della famiglia Dragoni Trivulzio. Pochi anni più tardi, il regime presentò il conto. Su richiesta dei vertici dittatoriali, l’IMAGO lasciava le grandi mappe e veniva destinata a pubblicare le opere dell’ideologia fascista, cambiando addirittura la sua ragione sociale e diventando IMAGO ET SCRIPTURA.

Dopo la caduta del regime, la IMAGO ET SCRIPTURA, pur essendo rappresentanza di una borghesia di destra, riusciva a non affondare. Alberto Dragoni Trivulzio, cavalcando il fenomeno crescente dell’alfabetizzazione, portava l’azienda ad essere una delle principali fonti di cultura della nostra lingua e una delle maggiori case editrici italiane, impegnata sia sul fronte scolastico che su quello creativo. Già nel 1978 veniva quotata in borsa, assumendo la conformazione di una holding. L’imprenditore Alberto vedeva così la completa realizzazione del suo sogno, una Società per Azioni, la  I&S Edizioni S.p.A. 

Nel 1980 Alberto, a seguito di una malattia degenerativa che lo porterà poi alla morte, lasciava questo colosso  nelle mani dei tre figli che tra litigi, rancori e costanti divergenze di opinioni cercarono di portare avanti il lavoro del padre, occupandosi anche di modernizzare l’azienda per scrollarsi di dosso il passato e introducendo, a metà degli anni Ottanta, un settore multimediale dedicato alla produzione e vendita di nuovi prodotti.

 

TORINO - 2014 - Salone del Libro - Conferenza Stampa

... “Si stima”, continua il Relatore, “che al termine dei prossimi due anni il mercato si sarà ristretto del 35% e, a meno che non subentri qualche miracolo particolare, questa inflessione sarà incontrastabile e porterà ad una ulteriore restrizione del comparto produttivo di circa 10%. Questa, signori, è la disamina dei dati sull’editoria. Traspare che siamo di fronte ad un’imminente crisi che sta per colpire l’intero settore. Si paventa addirittura la scomparsa delle piccole Case Editrici e l’incorporazione delle grandi all’interno di multinazionali.”...Detto ciò il Relatore abbandona la sala in mezzo al brusio della folla e alle domande irrisolte dei giornalisti.

 

Effettivamente non vi è altro da aggiungere.

 

La crisi economica di questi ultimi anni, unita alla fine di una direzione intelligente, dopo aver serpeggiato silenziosa si fa sentire in maniera acuta nei primi mesi del 2016, con la chiusura negativa del bilancio annuale precedente e la caduta in borsa del titolo. Inevitabile è la riduzione della produzione, nonché il trasferimento all’estero della stessa nella speranza di abbattere i costi, con la conseguente chiusura di parte delle officine grafiche milanesi e la collocazione in cassa integrazione o il licenziamento di operai e amministrativi.

Nei primi mesi del 2017 la notizia che corre dagli uffici, ai corridoi, a quello che rimane delle officine grafiche, è chiara: l’azienda, che ha dominato il palcoscenico dell’editoria per oltre cinquant’anni, è stata completamente venduta a una società straniera.
La I&S Edizioni S.p.A passa così dalle mani della famiglia Dragoni Trivulzio a quelle di un colosso multinazionale, la BETA RESEARCH, nel più totale sbigottimento dei dipendenti rimasti che vedono calare un velo di incertezza sul proprio futuro.