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Ambientazione

 

 

“Come in tutte le cose, bisogna fermare la proiezione e riavvolgere il nastro. Prendere fiato. Schiarirsi le idee e magari fare un altro bel respiro, così giusto per tentare di recuperare la lucidità. In fondo si tratta solo di accadimenti, di vicissitudini. Evolversi degli eventi con la loro potenzialità e forza, ed indubbiamente, con i loro rischi. Quei pericoli però, che sanno di minaccia, minaccia di cambiamento. Con ogni probabilità, incontrovertibile.” 

 

Quasi sessant’anni dalla fine dell’ultima Guerra, recessione inevitabile.
Come una pesante mannaia, dopo i fasti del ventennio Sessanta-Ottanta, la Grande Crisi si era abbattuta sul Vecchio Continente, implacabile e spietata. Tutti i settori, di tutte le Nazioni, ne avevano risentito e a nulla erano valsi i teatrini dei Potenti, atti solo a guadagnare tempo e a tutelare propri interessi e posizioni. L’Italia in particolare modo, era stata flagellata. Barcollando si era quasi adagiata sulle ginocchia, in attesa forse di un colpo di grazia. Una significativa immagine può essere fornita dalla cronaca recente della storica azienda IMAGO & SCRIPTURA Edizioni, un tempo fiore all’occhiello dell’editoria nazionale ed ora pugile all’angolo, o forse al tappeto, in attesa di una rapida e dignitosa dipartita. 

L’avvento del digitale era stato il colpo ferale.
Ora però qualcosa di peggio sta avvelenando l’azienda, uno strano ed incomprensibile disorientamento societario, decreta vittima e anima sacrificabile questo ex colosso delle pubblicazioni, ormai ridotto a bottega di stampa.
I recenti quindici deliranti giorni, all’insegna di una folle inconcludenza direzionale, sono l’emblema di quanto stia accadendo. Ingovernabile. 

Un primo comunicato stampa, mai reso pubblico e poi addirittura negato, parla di cessazione immediata dell’attività a partire dal 3 luglio, guarda caso appena dopo l’ultima enorme consegna della fornitura Lugang in Cina: 150.000 fascicoli, tra dizionari e atlanti locali, per un valore di centinaia di migliaia di Euro. Un tentativo di serrata fallito mercoledì 5 luglio, tormenta gli animi dei dipendenti la settimana successiva, trasportando le maestranze in un delirante clima di attesa ed insicurezza. Venerdì 7 luglio, si arriva al picchettamento delle entrate ed ai presidi da parte delle sollecitate associazioni sindacali, che vogliono garantire “il normale futuro espletamento delle pratiche lavorative”, in una fabbrica ormai doppiamente dilaniata: da un lato gli attriti e le divergenze con Proprietà e Direzione, dall’altro il confronto tra i comparti e i dipendenti di correnti differenti. 

 

 

Gli eventi accelerano poi, in maniera perentoria ma sempre più vertiginosa.
La produzione prosegue, tra una assemblea straordinaria e le varie riunioni dei lavoratori, culminando però nel blocco totale per uno sciopero bianco di 4 ore, martedì 11 luglio, a causa della scellerata proposta da parte della Famiglia Dragoni Trivulzio, di ridurre di un ulteriore 60% la forza lavoro, per una potenziale vendita ad un non identificato compratore. Incredibilmente, la nuova risposta dei dipendenti è corale, ma soprattutto intelligente e costante. Manifestazione serale nel centro città, con il corteo che venerdì 14 luglio sfila sotto Casa Dragoni e presidia il Comune. La singolarità dell’evento vale, domenica 16 luglio, l’incredibile partecipazione di un nutrito gruppo di dipendenti, provenienti da tutti i reparti e uffici, alla trasmissione televisiva “La Gabbia”, format dell’emittente nazionale indipendente “La 8”, in cui si trattano argomenti di crisi economica e responsabilità politica-imprenditoriale.  

 

IL GIORNO “X”

Lunedì 17 luglio 2017

Prendendo tutti di sorpresa, Amministratore Delegato e maggioranza del CDA in primis, asettico e glaciale il comunicato stampa informa che, con effetto immediato la famiglia Dragoni Trivulzio cede la totalità delle quote azionistiche della propria Società.

La Beta RSC, multinazionale offshore con sede in un poco identificato Paese straniero, attraverso le proprie versatili e molteplici attività ad ampio spettro e di portata planetaria, assume a pieno titolo il controllo dell’intero asset finanziario, riservandosi le facoltà decisionali ed operative del caso, da definire nelle opportune sedi competenti.
Alle ore 08:02 del fuso orario di Roma, la gloriosa ed onirica epopea dell’editoria italiana targata I&S finisce. 

La creatura di Alberto Dragoni, il Diamante delle pubblicazioni italiane, passa nelle impersonali e sconosciute mani di investitori miliardari e disinteressati, la cui lontananza fisica ed emozionale strappa irreparabilmente l’aura di poesia e lo spirito romantico del Miracolo italiano, che per decenni ha sostenuto l’economia del Nord Italia e dato lustro all’intero Paese.

 

Nella sede operativa e produttiva del Gruppo lo sgomento è palpabile, come del resto l’assoluta sensazione di tradimento. Le prime catastrofiche ipotesi di prosieguo impiegatizio si combinano, assai pericolosamente, alle facili congetture su quello che rappresenta il futuro, e tutti gli assunti arrovellano la propria mente, ma soprattutto lo spirito, su quello che potrebbe accadere, su ciò che li attende. La reale percezione comune però, è quella dell’abbandono, come la cessazione involontaria, più o meno motivata o legittima da parte di un soggetto, del rapporto di “convivenza” e di responsabilità. Ed in questo caso il Soggetto sono i Titolari, o ancora meglio la Famiglia tutta. 

Certo, perché ogni anima, che ha sputato sangue e speso sudore per quel marchio, è lì oltre che per la gloria, anche per il salario, per guadagnarsi il pane. 

Nessuno impiega il tempo attraverso quegli spazi per beneficenza o carità, ma solo ed esclusivamente per procurarsi di che vivere. Ed allo stato attuale delle cose, l’aspetto assume connotazioni vitali. I minuti e le ore che compongono i giorni che seguono sembrano distaccati dalla realtà, strutturano una sorta di dimensione irreale in cui non vi è utilità ed effettivo valore delle azioni. Lo spettro di una ennesima ristrutturazione, di altri tagli all’organico già decimato e di scellerati rimpasti e ulteriori riassegnazioni, getta la totalità degli addetti nel terrore vero e proprio della perdita del posto di lavoro, insomma di un licenziamento lampo

 

 

Quali basi per decidere chi è utile o superfluo? Quali criteri per stabilire chi è più economico o conveniente? Con quale metro di valutazione determinare il nuovo organigramma? Attraverso l’ausilio di quali strumenti delineare i fortunati, o meritevoli eletti della nuova corporate?
Ancor peggio, se l’attività terminasse senza alcuna altra prospettiva?
Se tutti fossero dimessi...
Quale pro nel rilevare il pacchetto azionario ed esporsi platealmente a rischi e a tribolazioni dal carattere sociale e umano?  

Mercoledì 19 luglio, in perfetto stile impersonale e privo di essenza, la Beta RSC in qualità di Proprietà e nuova Dirigenza, dirama localmente e all’interno dei soli locali aziendali un primo comunicato ufficiale, con cui sprona i collaboratori ad adoperarsi con assoluto impegno e convinzione nell’espletamento delle proprie mansioni, al fine di rafforzare e far progredire la posizione di potenziale market-leader della realtà che essi stessi compongono e vivono. A tal fine viene consigliata, o meglio imposta, a tutti gli inquadrati, la partecipazione all’attività collettiva di team building, che si svolgerà in forma retribuita, a partire da venerdì 21 luglio 2017 nei pressi di località adiacente alla sede, in struttura convenzionata. L’orientamento ultimo è quello di avvicinare i colleghi a livello personale dopo il periodo di sollecitazione e render coesione ai vari settori, in un contesto di cooperazione e collaborazione generale.

“Il topo che vuole il formaggio, fiuta la trappola costruita. Ma non può comunque sottrarsi al destino che lo attende”.

Finalmente, forse, i quesiti trovano un inizio di risposta, ed un ben definito intreccio di trama e ordito su cui risolversi.

  

TEAM BUILDING

 

Semplici attività che sotto forma di gioco mirano a creare un clima positivo tra compagni di lavoro, favorendo la conoscenza reciproca, all’interno delle Risorse Umane.
Gli esercizi possono svolgersi fuori dal tipico ambiente lavorativo.
L’organizzazione è riservata a specialisti del settore, che trasformano esperienze come il paintball, il rafting, i percorsi avventura, in sessioni di formazione ricreativa.

Una buona attività per fare gruppo è molto importante per l’azienda, infatti team building significa differenza tra successo e fallimento del business.
Tali pratiche rappresentano uno strumento per sviluppare il potenziale individuale e collettivo del personale e di conseguenza, condurre l’intera impresa all’affermazione.