★ I nazifascisti ★

Letture consigliate: “RSI”, Mimmo Franzinelli; “Brigate nere. Le mobili, le operative, le speciali, le autonome”, Federico Ciavattone; ““L’Ordine SS: Etica e Ideologia”, Edwige Thibaut; “Eia eia alalà. Controstoria del Fascismo”, Giampaolo Pansa; “Kaputt”, Curzio Malaparte. Vedi tutti i personaggi del larp

UOMINI DELLE BRIGATE NERE

“Brigate nere, avanguardia di morte
siam vessillo di lotte e di orror,
siamo l'orgoglio trasformato in coorte
per difendere d'Italia l'onor.
Viva l'Italia! Fascisti, a noi!
Il Fascio è simbolo di tanti Eroi
Brigate nere, dai saldi cuori
contro i nemici di dentro e di fuori!”

Inno delle Brigate Nere, 1944

Qualcosa bisognava fare, il sacro suolo della patria era insozzato dallo stivale straniero e compito di ogni vero Italiano, di ogni vero Fascista, era difenderlo, dopo l’infame tradimento del Re. E’ questo che in molti hanno pensato quando si sono recati a Bologna, scendendo dalle borgate dell'Appennino, agli inizi di questo Luglio del ‘44, per portare i documenti necessari ad unirsi alla XXIII Brigata Nera “Eugenio Facchini” . Guidati da Augusto Malagoli, belli e virili nelle divise nere rabberciate alla bell’e meglio, pronti a partire per la linea Gotica con i fucili in spalla e l’Italia nel cuore. Tornarono invece a casa, a Montelupo e nelle altre frazioni: “riservisti”, dissero, senza altre armi che vecchie pistole ed il compito di combattere “per la difesa dell'ordine della Repubblica Sociale Italiana, per la lotta contro i banditi e i fuori legge e per la liquidazione di eventuali nuclei di paracadutisti nemici”. In pratica, per ammazzare i compaesani partigiani ed i primi fra gli alleati infiltratisi oltre la Gotica. Non sono in pochi tra loro a dubitare del loro futuro e della sorte della Repubblica e del Duce. Ma l'imperativo categorico è ancora valido: “Credere, Obbedire, Combattere”. E le Brigate Nere non saranno da meno.

MILITI DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

“Dell’Italia nei confini
Son rifatti gli Italiani,
Li ha rifatti Mussolini
Per la guerra di domani,
Per la gioia del lavoro,
Per la pace e per l'alloro,
Per la gogna di coloro,
Che la Patria rinnegar.”

Giovinezza, Inno non ufficiale della RSI

Un gruppo di uomini armati, con cinte di bombe a mano, coltelli affilati e mostrine lucidate é in cammino verso Montelupo. I migliori, i più esperti, il terrore di ogni ribelle: sono i militi della Brigata Nera Eugenio Facchini della Guardia Nazionale Repubblicana, inviati dalle autorità Emiliane a rinforzare il fronte, proteggere gli inermi e scacciare i ribelli dalle colline e ristabilire l’ordine mentre il tedesco alleato torna a riorganizzarsi.

Con la fondazione della Repubblica Sociale Italiana il Fascismo è tornato, più fiero che mai, sbandierando rinnovamento e nuovo vigore per un partito che in molti davano per morto o disperso. Forse a Salò è Hitler a muovere i fili di Mussolini, ma i veri Fascisti non molleranno mai la presa. “Semper fidelis”. Al Duce. Alla Patria. All’Onore.

E’ dell’8 dicembre del ‘43 l’istituzione della Guardia Nazionale Repubblicana da parte del Duce: essa raggruppa uomini del Regio Esercito, dei Carabinieri Reali, e di altri enti paramilitari. Uomini valorosi e d’onore, che per nulla al mondo tradirebbero la causa che hanno giurato di difendere. Il nemico anglo-americano avanza pressando contro i confini dell’italico suolo patrio, ben poco si può fare per fermarlo; il Tedesco ha perso la propria fiducia verso il vecchio alleato e forse adesso non vede che l’Italia come una terra occupata. Poco importa. Molti nemici significano molto onore e la GNR non mollerà di un passo. Perché è nel camerata al proprio fianco che ciascun Repubblicano può trovare la propria risorsa più preziosa, e tutti sono indispensabili per proteggere non solo il suolo d’Italia, ma ciò che più conta: il suo onore. Boia chi molla!

SERVIZIO AUSILIARIO FEMMINILE

“Signore del Cielo e della Terra, accogli l’umile, ardente preghiera di noi, donne italiane, che sopra gli affetti più cari, poniamo Te o Signore, e la Patria. [...] Benedici sul mare l’Italia, sulle terre insanguinate ed oppresse, su tutti i cieli, la Bandiera Repubblicana, libera, potente, sicura. Benedici i nostri morti in noi sempre vivi, che levano verso Te, su in alto, la Bandiera d’Italia che mai sarà ammainata. Conservaci il Duce. Benedici.”

Dalla Preghiera dell’Ausiliaria, 1943

Le volontarie del SAF sono una risorsa di incalcolabile valore dell’esercito dell’RSI: aerofoniste, marconiste, sarte, infermiere, impiegate svolgono i loro compiti con cura, dedizione e precisione, nelle caserme così come sui campi di battaglia. Icone viventi dell’ideale della giusta donna fascista, esse supportano le truppe di Salò emanando un’aura di fascino radioso e ferrea determinazione. La dura vita dell’esercito non intimorisce di certo le 6000 ragazze al comando dell’inossidabile generale di brigata Piera Gatteschi Fondelli, ed alla bisogna le volontarie non esitano ad imbracciare le armi al fianco dei militi fedeli al Duce. Le vere donne d’Italia, che in guerra sono amazzoni accanto alle truppe così come in tempo di pace sono regine nella propria casa, sventolano implacabili il tricolore, intonando canti soavi che annunciano l’irrevocabile vittoria del Fascismo sui suoi vili nemici. A Montelupo é stanziato un piccolo drappellò di Ausiliarie SAF, al comando del Podestá locale, in stretta collaborazione con le Brigate Nere del luogo.

16° SS-PANZER-AUFKLARUNGSABTEILUNG

(Soldati del 16° reparto di ricognizione di fanteria meccanizzata delle SS)

“Possa Dio onnipotente concedere la sua grazia al nostro lavoro, orientare la nostra volontà, benedire la nostra intelligenza e colmarci della fiducia del popolo! Perché vogliamo combattere non per noi stessi, ma per la Germania!”

da un discorso di Adolf Hitler alla radio

Un reggimento in particolare, tra le Waffen SS dislocate su suolo italiano, è responsabile delle operazioni più delicate e rischiose sulla Linea Gotica durante l'occupazione del 1944. Sono gli uomini del 16mo Reparto di Ricognizione, al comando dell’Hauptsturmführer (Capitano) Siegfried Von Hoffman, fedelissimo del Maggiore Walter Reder, detto " il Monco", che comanda l’intero reggimento dalle postazioni fortificate della Versilia. Tra le loro fila, ormai decimate dalla logorante guerra ai ribelli, militano uomini provenienti da ogni parte della Germania: ufficiali decorati durante le precedenti campagne, volontari entusiasti di servire il Reich, ma anche membri della Hitlerjugend, giovanissimi, arruolati con o senza consenso e spediti al fronte, lontano da casa e dalla Patria.

Tra le fila del 16mo quindi combattono sia soldati esperti e ben armati che giovani reclute, perché ormai le energie del Reich sono allo stremo ed ogni risorsa é un supporto fondamentale. Tiratori scelti, ufficiali prossimi al congedo, autieri, artiglieri, ex carristi, uomini che hanno servito al fronte o nelle città occupate… ormai ogni singolo uomo é chiamato al più duro dei sacrifici, per il bene del Reich.

Uomini quindi diversi per formazione e estrazione sociale, ma accomunati dalla profonda fede nel Führer e nella madrepatria - uomini pronti a servire e persino a morire per una causa superiore, per la supremazia del popolo tedesco, per la conquista del suo spazio vitale e per l'eliminazione dei pericoli del capitalismo anglo-americano, affinché il mondo conosca la pace e la prosperità che solo il Terzo Reich può garantirgli. E perché il sogno del Führer e del popolo tedesco sia compiuto, gli uomini del 16mo sono pronti a eliminare ogni ostacolo che tentasse di opporsi al cammino della Germania: sia esso un traditore, un fiancheggiatore, un comunista, un ebreo o uno di quei banditi che gli italiani si ostinano a chiamare “partigiani”.

SS-Helferinnenkorps

(Ausiliarie delle SS, e altre donne al seguito delle truppe naziste)

“Kinder, Küche, Kirche” (figli, cucina, chiesa)

Guglielmo II di Prussia, sulle donne tedesche

L'esercito tedesco non sarebbe nulla senza il poderoso apparato di supporto e seconde linee che fedelmente segue e serve i combattenti: così come un atleta ben allenato non può sferrare un colpo senza la partecipazione di tutto il suo corpo, così la Germania non potrà vincere questa guerra se non grazie al sacrificio della popolazione tutta, nerbo e muscolo scattante al servizio del Reich. Ecco dunque muoversi sulle posizioni della Linea Gotica, insieme ai combattenti del 16mo Panzergrenadier, svariate figure, fondamentali per la vittoria della Germania. Molte di esse sono donne: cuoche, infermiere, marconiste, ma anche mogli e figlie degli ufficiali, oltre che ovviamente uomini non combattenti: genieri, artificieri, inservienti e contabili - ingranaggi ben oliati necessari al perfetto funzionamento della macchina bellica. Chi pensasse alle seconde linee come ad un ricettacolo di inetti e inabili alla guerra sbaglierebbe: ciascuno deve compiere il proprio dovere e ha un compito da svolgere, efficientemente e senza sprechi. Ciascuno è parte del magnifico e ordinato organismo del Reich: ognuno è una piccola cellula, periferica eppure fondamentale e necessaria, connessa a milioni di altre, e sottoposta perfettamente al Führer del popolo tedesco e al Partito Nazionalsocialista che Egli presiede.