I FORESTIERI

Molti sono i viaggiatori disposti ad affrontare l’oscurità pur di raggiungere la Cittadella. Essi sono diversi fra loro, così come sono diverse le terre da cui provengono e le storie che hanno da raccontare.
LA FIAMMA IMPERITURA DI NOVIGRAD

Dalla vicina Novigrad, gioiello del nord, arriva la Fiamma della fede. La Cittadella è da oltre mezzo secolo sotto la protezione della grande città, paga le tasse, e le famiglie hanno a volte rapporti anche stretti con mercanti e personalità di Novigrad. La nuova guerra ha reso difficili gli spostamenti e raffreddato questi rapporti. Ma la Tregua è l’occasione per riprendere in mano i vecchi legami e di sancirne di nuovi. Viaggiare è un lusso che possono permettersi in pochi: è troppo pericoloso, ma non certo per un drappello militare sotto il rosso stendardo di Novigrad e lungo una strada che proprio la scorsa estate è stata lastricata dalla metropoli alla Cittadella. Ormai nella grande città la politica, la fede e l'esercito marciano uniti sotto l'egida della Fiamma, così come le personalità scelte dal Gerarca Supremo per partecipare alla tregua.
Nonostante questo terribile Inverno, la primavera giungerà presto, e con essa il tempo di riprendere le battaglie per unire tutto il Nord sotto la protezione della Fiamma Imperitura. La Cittadella deve essere un valido sostegno alla causa della potente Novigrad e della Fiamma Imperitura. Nessuno desidera che la fiorente Cittadella diventi il palco di un feroce scontro armato e finisca per essere razziata o distrutta.
LO STENDARDO DELL'IMPERO

La delegazione in partenza dall’Impero è composta da membri in vista della guarnigione. La stessa che ha risposto all’offensiva di Novigrad e della Fiamma Imperitura. Invasione? Egemonia? Dominanza? Il Supremo Gerarca ha lanciato una campagna di conquista, e beneficia del fervore religioso dei suoi soldati, ma chi serve sotto lo Stendardo dell’Impero sa che il Sole è anch’esso un simbolo potente, di ordine, efficienza e giustizia, di illuminata guida, di un Impero che è ben più vasto e ricco ed evoluto dei Regni del Nord. Novigrad corrompe gli animi dei popoli sventolando la Fiamma della fede e della paura, e quel fuoco acceca gli occhi di chi lo fissa troppo lungamente, e obnubila la strada di un futuro più solido e rigoglioso.
Ora che l’inverno è sceso e ha fermato gli scontri tra le due fazioni in lotta, una tregua sembra lasciare spazio alla diplomazia. La Cittadella può, anzi, deve essere un territorio della scacchiera dell’Impero. La missione è portare la ragionevolezza nelle decisioni del Consiglio della Cittadella e scongiurare che guerra e miseria tingano di sangue rosso e pece nera queste terre.
I PROFUGHI DI ZELENKIRCHEN

Zelenkirchen è un piccolo regno confinante con i territori di Novigrad, per lunghi anni è stato un Avamposto Imperiale, che rispondeva direttamente all’efficiente apparato burocratico dell’Imperatore.
Quando la nuova guerra tra Novigrad e l’Impero iniziò a far roteare le lance e sguainare le spade, la prima terra ad esser devastata fu proprio Zelenkirchen. Di nuovo.
“Guerra di liberazione”, la chiamavano i Rossi, “Protezione e riconquista”, la chiamavano i Neri. Gli esiti per la povera gente furono gli stessi. Ancora una volta i suoi abitanti vennero sconvolti dalle violenze e dalle carneficine seminate indistintamente dalle lame della Fiamma e dal ferro Imperiale.
Come già successe in passato, alcuni decisero di fuggire e cercare salvezza altrove.
Gli ultimi profughi di Zelenkirchen si spinsero fino alle porte della Cittadella, mossi dalla fame e dal freddo. Alcuni morirono lungo la via, lasciando a chi sopravviveva il peso della loro testimonianza, la responsabilità di tramandare l’odio per chi accende e muove una guerra.
E ora che sono giunti in terra straniera, prima di bussare alla porta degli abitanti della Cittadella, un sospiro profondo riempie i loro polmoni e placa i trepidanti cuori colmi di nuove speranze. “Alcuni prima di noi ce l’hanno fatta. Possiamo contare sulla loro carità. Nei nostri occhi riconosceranno l’orrore che anche loro in passato hanno dovuto ingurgitare a forza. Ci capiranno e ci aiuteranno”. Nel freddo silenzio invernale della notte risuona il rumore sordo delle nocche di quei profughi, intente a battere ritmicamente sul legno dell’alto portone.
Qualcuno da dentro ha sentito. Qualcuno da dentro ha aperto il passaggio per la Cittadella.
“Potete restare, per ora”.
Così fu detto loro, ma appariva chiarissimo che davvero in pochi fossero contenti dell’aver concesso asilo ai profughi di Zelenkirchen.
I VISITATORI DAI REGNI DEL NORD
E DALL'ISOLA DI RIMFJORD

I Regni del Nord erano ancora in ginocchio dalla guerra precedente, quando giunse la notizia che Novigrad aveva mosso guerra all’Impero e invaso Zelenkirchen fu accolta con muta angoscia e disperata consapevolezza dei tempi infausti che presto sarebbero giunti. E giunsero in fretta.
Che i Regni del Nord fossero deboli era fatto noto a tutti, e non passò molto tempo prima che gli eserciti di entrambi i colori, il Rosso e il Nero, giungessero ai confini. E quale che fosse il colore di stendardi e tabarde, i Regni del Nord si piegarono senza quasi combattere, trattando una resa che risparmiasse la povera gente e i nobili troppo impoveriti da potersi opporre alle due potenze in lotta tra loro. Le risorse preziose delle montagne e dei boschi, e ingenti carichi di approvigionamenti vanno ora a rafforzare i Rossi o i Neri, ma il Gerarca e l’Imperatore hanno lasciato ai Regni del Nord l’indipendenza di governarsi con l’obbligo di pagare dazi e tasse per finanziare la guerra. In cambio viene garantita la protezione. “La guerra non solcherà più i vostri territori!”
L’Isola di Rimfjord e l’arcipelago delle Sei Sorelle gode di una posizione leggermente migliore, sebbene più rischiosa.
Non hanno subito invasioni, ma neppure si sono schierati, ed anzi hanno continuato a commerciare indistintamente con l’Impero e con Novigrad, finendo con il destare lo sdegno e le ire di entrambi al sopraggiungere della tregua.
Quando il rigido inverno ha fermato gli eserciti alcuni blasonati viandanti e i loro compari hanno iniziato a tentar nuove alleanze commerciali con altri regni; alla notizia di una Tregua indetta alla Cittadella, il borgo attirò subito la loro attenzione. Già per la Fiera d’Estate in quel piccolo centro commerciale si erano sanciti utili patti.
Rostov, Nitrya, Mariberg e Rimfjord ricordano bene come in passato la guerra fu impietosa, e come la peste e le carestie successive proseguirono a debilitare i loro popoli. Che il loro orgoglio, un tempo potente e rispettato, si sia assopito? Che l’Impero e la Fiamma abbiano addomesticato gli animi ribelli e liberi della fiera gente del Nord? O forse la nuova guerra li ha silenziosamente uniti in un rinnovato desiderio di rivalsa, e di vendetta? E se sì, sotto quale colore? Il Rosso o il Nero?
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